SOLIDUS DI COSTANTINO VII |
Battesimo: 6 gennaio del 906
Morte: Costantinopoli, 9 novembre 959
Incoronazione: 9 giugno 911, quale co-imperatore di Leone VI
Regno: dal 9 giugno 911 al 12 maggio 912 - poi dal 6 giugno 913 al 959
Padre: Leone VI
Madre: Zoe Carbonopsina,
Moglie: Elena Lecapena
Fratello: Alessandro
Figli: Costantino ebbe numerosi figli, dei quali solo alcuni sopravvissuti all'infanzia
Costantino VII Flavio, detto il Porfirogenito (Kōnstantinos VII Flāvios Porphyrogennētos), è stato Basileus dei Romei dal 9 giugno 911 sino al 12 maggio 912 e poi dal 6 giugno 913 fino alla sua morte. Ma fu anche un grande letterato, un fecondo scrittore e un solerte studioso bizantino.
Poco portato per le beghe di corte e per la politica, si disinteressò per gran parte della propria vita al governo imperiale, lasciandolo nelle mani dei suoi reggenti e co-imperatori, per riappropriarsene solo dopo oltre trent'anni dall'ascesa al trono.
Timido, curioso, colto e di buon carattere, sotto il suo regno si ebbe una crescita culturale senza precedenti, e redasse almeno due saggi sull'amministrazione imperiale e sul cerimoniale bizantino, commissionandone molti altri e facendo redigere con zelo nuove edizioni dei capolavori della storiografia classica. Tuttavia si servì di ottimi generali che permisero una grande restaurazione bizantina in Anatolia e nei Balcani, completata poi da suo nipote Basilio II.
LEONE IV
Il padre Leone VI era già rimasto vedovo due volte senza figli ma la legge canonica non consentiva più di due matrimoni; tale regola fu da lui abolita per sposare la frigia Eudocia Baianè, che tuttavia morì a sua volta nel 901. Leone ebbe poi una relazione con Zoe Carbonopsina, nipote ventenne dell'ammiraglio Himerios, ma non la sposó per l'opposizione del clero.
Zoe, il 18 maggio del 905, partorì Costantino, che ricevette il Battesimo il 6 gennaio del 906, nella Basilica di Santa Sofia, ma a patto che Leone VI si separasse da Zoe. Tuttavia l'imperatore non solo non si separò ma la sposò e le dette il titolo di Augusta.
Per ritorsione il Patriarca di Costantinopoli, Nicola il Mistico, gli negò l'ingresso ai luoghi consacrati e alle messe di Natale ed Epifania. L'imperatore, allora, si rivolse a Papa Sergio III, che concesse la dispensa per le quarte nozze; poi, Costantino costrinse il Patriarca Nicola a dimettersi. Così Leone VI, il 9 giugno 911, incoronò Costantino come co-imperatore.
ALESSANDRO
Il 12 maggio 912 Leone VI morì, e l'impero passò al fratello minore e co-imperatore, il «frivolo e gaudente» Alessandro, che fece relegare in un convento l'imperatrice Zoe e richiamò Nicola il Mistico. Ma Alessandro morì l'anno dopo nel giugno 913, lasciando il trono al nipote Costantino, sostituito da un Consiglio di Reggenza presieduto dal patriarca Nicola il Mistico.
La nobiltà appoggiò in parte un tentativo di usurpazione del domestikos delle scholai, Costantino Ducas che però venne decapitato mentre tentava di raggiungere il Palazzo Imperiale, e la sua testa fu presentata trionfalmente a Costantino VII, di appena otto anni.
SIMEONE I
Simeone I, sovrano di Bulgaria, voleva diventare Basileus, occupò l'intera Tracia e pose sotto assedio Costantinopoli, facendosi incoronare Imperatore della Bulgaria, ottenendo i territori che aveva conquistato, più il pagamento di un tributo annuo ed il fidanzamento di una delle sue figlie con il giovane Costantino, presente anch'egli ai negoziati, gli restò escluso solo il trono di Costantinopoli.
REGGENZA DI ZOE CARBONOPSINA (914-919)
Conclusa la pace con la Bulgaria, Nicola il Mistico dovette cedere la reggenza all'Imperatrice madre Zoe, che ruppe il trattato di pace e rigettò la proposta di matrimonio, così Simeone invase nuovamente la Tracia e, nel 914, conquistò Adrianopoli, saccheggiando tutta l'area tra Durazzo e Tessalonica.
Nel 917 l'imperatrice Zoe messi assieme circa 30.000 uomini, vi pose a capo il domestikos Leone, figlio del celebre generale Niceforo Foca Il Vecchio ma pessimo comandante, affiancandovi la flotta, capitanata dal drungarios Romano Lecapeno, abile ammiraglio armeno che imbarcatosi nella capitale, traversò il Mar Nero, giungendo alla fortezza di Anchialo, e la esptugnò.
Ma Simeone intercettò gli avversari, e, seppure in inferiorità numerica, li annientò. La sconfitta, seguita da un'altra disfatta presso Catasyrtae, segnò la fine della reggenza di Zoe che venne esautorata da Romano Lecapeno, il quale, con l'appoggio del patriarca Nicola il Mistico e di numerosi funzionari, divenne tutore del giovane Costantino.
ROMANO I LECAPENO (919-944)
Romano Lecapeno, nel maggio del 919, con il matrimonio di sua figlia Elena Lecapena con Costantino assunse il titolo di basileiopator; nel 920, ottenne il titolo di Cæsar, e il 17 dicembre quello di co-imperatore.
Infine assunse il titolo di imperatore, sostituendo Costantino VII in tutti gli incarichi governativi, e nel 921 nominò secondo imperatore suo figlio maggiore, Cristoforo e poi gli altri due figli Stefano e Costantino, relegando il legittimo imperatore a una posizione puramente rappresentativa.
Intanto Simeone di Bulgaria devastava i territori europei dell'impero bizantino, occupando nuovamente Adrianopoli, Romano I si serrò nel Palazzo Imperiale, conscio dell'insuperabilità delle Mura Teodosiane.
GIOVANNI CURCUAS
La Riforma Agraria
Nel marzo del 947, proseguendo la riforma agraria di Romano I, Costantino dispose che le terre acquistate dai nobili dalla propria incoronazione dovessero essere restituite ai proprietari originari, dietro versamento del prezzo pattuito, dando precedenza ai contadini sui latifondisti, ma per gli appezzamenti acquistati prima del 945, rimasero in vigore le vecchie leggi che sfavorivano i contadini. Per i piccoli appezzamenti, di valore inferiore a cinquanta pezzi d'oro (venticinque per i marinai), invece, non era prevista restituzione del prezzo di vendita.
In più Teodoro Decapolite, stabilì che fosse inalienabile la quota del fondo agricolo destinata al mantenimento dell'equipaggiamento militare stratiota. Uno stratiota era una soldato-colono al quale erano attribuite una proprietà terriera e una carica militare, entrambe inalienabili ed ereditarie. ma se già alienata l'ex proprietario ma anche i suoi parenti fino al sesto grado, avrebbero potuto richiedere la restituzione senza rimborso del prezzo.
Infine, si prevedeva che, qualora il valore del terreno di uno stratiota superasse il minimo legale di quattro libbre, egli non avrebbe potuto alienare la parte eccedente finché non fosse stato cancellato dagli elenchi militari e che le divisioni dei beni, in caso di successione, erano permesse esclusivamente se gli eredi avessero provveduto insieme all'equipaggiamento militare.
Gli Scritti
Politica Estera
In politica estera di Costantino VII si avvalse dei Foca ed il giovane pronipote di Giovanni Curcuas, Giovanni Zimisce che guidarono gli eserciti per porre fine alle scorrerie provenienti dell'emirato di Aleppo. I bizantini non riuscirono però a riconquistare le perdute isole del mediterraneo orientale.
Nel 949, riunito un grande esercito, il palaico eunuco Costantino Gongilas fu incaricato di espellere i corsari arabi da Creta, ma sconfitto, fu costretto a riparare a Costantinopoli. Nello stesso anno, l'armata greca occupò nuovamente Germanicea, sconfiggendo l'esercito musulmano.
Successivamente l'emiro di Aleppo, invase l'Anatolia, catturando Costantino, figlio del domestikos Barda Foca ma l'anno seguente il fratello del prigioniero, il futuro imperatore Niceforo Foca riconquistò i territori perduti, occupando nel giugno del 957 la città di Hadath, e l'anno dopo Giovanni Zimisce entrava in Samosata.
Costantino VII, ammalatosi, spirò il 9 novembre del 959, lasciando sul trono il figlio e co-imperatore, Romano II, incapace e di debole volontà, che ammaliato dalla giovane moglie Teofano, figlia di un oste, si fece guidare da questa nelle questioni politiche, delegando all'influente eunuco Giuseppe Bringa, parakoimomenos e paradynasteuon, la gestione amministrativa dell'impero. Il comando delle armate andò invece al sempre più potente Niceforo Foca, il quale pochi anni dopo, nel 963, con la complicità della moglie di Romano II, lo avrebbe assassinato, assumendo per sé stesso la corona.
BIBLIO
- Arnold J. Toynbee - Costantino VII Porfirogenito e il suo mondo - Collana Biblioteca Storica - Firenze - Sansoni Editore - 1987 -
Figli: Costantino ebbe numerosi figli, dei quali solo alcuni sopravvissuti all'infanzia
Costantino VII Flavio, detto il Porfirogenito (Kōnstantinos VII Flāvios Porphyrogennētos), è stato Basileus dei Romei dal 9 giugno 911 sino al 12 maggio 912 e poi dal 6 giugno 913 fino alla sua morte. Ma fu anche un grande letterato, un fecondo scrittore e un solerte studioso bizantino.
Poco portato per le beghe di corte e per la politica, si disinteressò per gran parte della propria vita al governo imperiale, lasciandolo nelle mani dei suoi reggenti e co-imperatori, per riappropriarsene solo dopo oltre trent'anni dall'ascesa al trono.
Timido, curioso, colto e di buon carattere, sotto il suo regno si ebbe una crescita culturale senza precedenti, e redasse almeno due saggi sull'amministrazione imperiale e sul cerimoniale bizantino, commissionandone molti altri e facendo redigere con zelo nuove edizioni dei capolavori della storiografia classica. Tuttavia si servì di ottimi generali che permisero una grande restaurazione bizantina in Anatolia e nei Balcani, completata poi da suo nipote Basilio II.
LEONE IV
Il padre Leone VI era già rimasto vedovo due volte senza figli ma la legge canonica non consentiva più di due matrimoni; tale regola fu da lui abolita per sposare la frigia Eudocia Baianè, che tuttavia morì a sua volta nel 901. Leone ebbe poi una relazione con Zoe Carbonopsina, nipote ventenne dell'ammiraglio Himerios, ma non la sposó per l'opposizione del clero.
Zoe, il 18 maggio del 905, partorì Costantino, che ricevette il Battesimo il 6 gennaio del 906, nella Basilica di Santa Sofia, ma a patto che Leone VI si separasse da Zoe. Tuttavia l'imperatore non solo non si separò ma la sposò e le dette il titolo di Augusta.
Per ritorsione il Patriarca di Costantinopoli, Nicola il Mistico, gli negò l'ingresso ai luoghi consacrati e alle messe di Natale ed Epifania. L'imperatore, allora, si rivolse a Papa Sergio III, che concesse la dispensa per le quarte nozze; poi, Costantino costrinse il Patriarca Nicola a dimettersi. Così Leone VI, il 9 giugno 911, incoronò Costantino come co-imperatore.
ALESSANDRO
Il 12 maggio 912 Leone VI morì, e l'impero passò al fratello minore e co-imperatore, il «frivolo e gaudente» Alessandro, che fece relegare in un convento l'imperatrice Zoe e richiamò Nicola il Mistico. Ma Alessandro morì l'anno dopo nel giugno 913, lasciando il trono al nipote Costantino, sostituito da un Consiglio di Reggenza presieduto dal patriarca Nicola il Mistico.
La nobiltà appoggiò in parte un tentativo di usurpazione del domestikos delle scholai, Costantino Ducas che però venne decapitato mentre tentava di raggiungere il Palazzo Imperiale, e la sua testa fu presentata trionfalmente a Costantino VII, di appena otto anni.
COSTANTINO E ROMANO II |
SIMEONE I
Simeone I, sovrano di Bulgaria, voleva diventare Basileus, occupò l'intera Tracia e pose sotto assedio Costantinopoli, facendosi incoronare Imperatore della Bulgaria, ottenendo i territori che aveva conquistato, più il pagamento di un tributo annuo ed il fidanzamento di una delle sue figlie con il giovane Costantino, presente anch'egli ai negoziati, gli restò escluso solo il trono di Costantinopoli.
REGGENZA DI ZOE CARBONOPSINA (914-919)
Conclusa la pace con la Bulgaria, Nicola il Mistico dovette cedere la reggenza all'Imperatrice madre Zoe, che ruppe il trattato di pace e rigettò la proposta di matrimonio, così Simeone invase nuovamente la Tracia e, nel 914, conquistò Adrianopoli, saccheggiando tutta l'area tra Durazzo e Tessalonica.
Nel 917 l'imperatrice Zoe messi assieme circa 30.000 uomini, vi pose a capo il domestikos Leone, figlio del celebre generale Niceforo Foca Il Vecchio ma pessimo comandante, affiancandovi la flotta, capitanata dal drungarios Romano Lecapeno, abile ammiraglio armeno che imbarcatosi nella capitale, traversò il Mar Nero, giungendo alla fortezza di Anchialo, e la esptugnò.
Ma Simeone intercettò gli avversari, e, seppure in inferiorità numerica, li annientò. La sconfitta, seguita da un'altra disfatta presso Catasyrtae, segnò la fine della reggenza di Zoe che venne esautorata da Romano Lecapeno, il quale, con l'appoggio del patriarca Nicola il Mistico e di numerosi funzionari, divenne tutore del giovane Costantino.
COSTANTINO VII |
ROMANO I LECAPENO (919-944)
Romano Lecapeno, nel maggio del 919, con il matrimonio di sua figlia Elena Lecapena con Costantino assunse il titolo di basileiopator; nel 920, ottenne il titolo di Cæsar, e il 17 dicembre quello di co-imperatore.
Infine assunse il titolo di imperatore, sostituendo Costantino VII in tutti gli incarichi governativi, e nel 921 nominò secondo imperatore suo figlio maggiore, Cristoforo e poi gli altri due figli Stefano e Costantino, relegando il legittimo imperatore a una posizione puramente rappresentativa.
Intanto Simeone di Bulgaria devastava i territori europei dell'impero bizantino, occupando nuovamente Adrianopoli, Romano I si serrò nel Palazzo Imperiale, conscio dell'insuperabilità delle Mura Teodosiane.
Costantino, teso solo alla conoscenza e alle opere del passato, non ebbe mai ambizioni di comando il che gli salvò la vita, ma non gli venne mai deposto il titolo imperiale, ottenendo anzi il soprannome "Porfirogenito", come sovrano nato da un legittimo imperatore regnante.
GIOVANNI CURCUAS
Tuttavia il Califfato di Baghdad di al-Muttaqi, cominciò a crollare a causa delle lotte interne; l'emiro di Aleppo si ritirò per riorganizzarsi e marciare verso l'Iraq ma nel 941 apparve sul Bosforo una grande flotta russa, proveniente dall'area del fiume Dnepr.
Giovanni Curcuas si mosse verso Costantinopoli, sconfiggendoli ripetutamente e costringendoli alla ritirata e Romano I diede ordine che le loro navi fossero affondate. Così, nell'estate dello stesso anno il parakoimomenos Toefane diede alle fiamme la flotta Kievana con il fuoco greco. Questa schiacciante vittoria permise allora al Curcuas di fare ritorno in Oriente per riprendere la campagna in Mesopotamia, occupando le città di Martiropoli, Amida, Dara e Nisibi, e nel 943 assediò Edessa.
Tornato a Costantinopoli, il Curcuas fu ricoperto di onori, e si pose fine alla minaccia bulgara con il matrimonio della nipote Irene Lecapena con lo zar Pietro I. Romano I sul fronte orientale; dopo aver sconfitto la flotta capeggiata dal greco-musulmano Leone di Tripoli (924), fece avanzare l'esercito del generale Giovanni Curcuas nel cuore dell'Armenia e della Mesopotamia settentrionale. Assediata e conquistata Melitene nel 931, capitolò di fronte alle armate bizantine, ma cadde nuovamente nelle mani degli arabi per poi essere riacquisita dai greci il 19 maggio del 934.
Occupata la principale fortezza avversaria, Giovanni Curcuas si spostò verso sud, affrontando il futuro emiro di Aleppo e Mosul, l'Hamdanide Sayf al-Dawla che sconfisse i bizantini presso l'Eufrate.
Intanto, nel 931, alla morte dell'erede Cristoforo, Romano I, consapevole dell'incapacità politica dei propri figli minori, restituì a Costantino il titolo di secondo imperatore, senza, però coinvolgerlo nelle questioni di governo.
Giovanni Curcuas si mosse verso Costantinopoli, sconfiggendoli ripetutamente e costringendoli alla ritirata e Romano I diede ordine che le loro navi fossero affondate. Così, nell'estate dello stesso anno il parakoimomenos Toefane diede alle fiamme la flotta Kievana con il fuoco greco. Questa schiacciante vittoria permise allora al Curcuas di fare ritorno in Oriente per riprendere la campagna in Mesopotamia, occupando le città di Martiropoli, Amida, Dara e Nisibi, e nel 943 assediò Edessa.
Tornato a Costantinopoli, il Curcuas fu ricoperto di onori, e si pose fine alla minaccia bulgara con il matrimonio della nipote Irene Lecapena con lo zar Pietro I. Romano I sul fronte orientale; dopo aver sconfitto la flotta capeggiata dal greco-musulmano Leone di Tripoli (924), fece avanzare l'esercito del generale Giovanni Curcuas nel cuore dell'Armenia e della Mesopotamia settentrionale. Assediata e conquistata Melitene nel 931, capitolò di fronte alle armate bizantine, ma cadde nuovamente nelle mani degli arabi per poi essere riacquisita dai greci il 19 maggio del 934.
Occupata la principale fortezza avversaria, Giovanni Curcuas si spostò verso sud, affrontando il futuro emiro di Aleppo e Mosul, l'Hamdanide Sayf al-Dawla che sconfisse i bizantini presso l'Eufrate.
Intanto, nel 931, alla morte dell'erede Cristoforo, Romano I, consapevole dell'incapacità politica dei propri figli minori, restituì a Costantino il titolo di secondo imperatore, senza, però coinvolgerlo nelle questioni di governo.
COSTANTINO VII (945-959)
Intanto i rapporti tra Romano I ed i suoi figli minori si ruppero in quanto temevano di perdere la successione in favore del Porfirogenito; così Stefano e Costantino Lecapeno il 16 dicembre 944 fecero rapire di nascosto il padre, esiliandolo nell'isola di Proti, dove avrebbe terminato la propria vita quasi quattro anni dopo.
Ma né il clero né il popolo amavano Stefano e Costantino; la chiesa e l'esercito rifiutarono di riconoscerli quali sovrani, ed il 27 gennaio seguente Costantino VII li fece arrestare, confinandoli nell'isola di Samotracia.
Dopo la caduta dei Lecapeni, per ordine di Costantino, vennero cacciati i sostenitori di Romano I, affidando l'esercito ed i principali incarichi militari ai membri della famiglia dei Foca: il vecchio Barda, fratello del Leone della Battaglia di Anchialo, fu creato comandante supremo delle armate bizantine contro gli arabi, mentre tutti e tre i suoi figli (tra i quali il valido generale e futuro imperatore, Niceforo II) ottennero importanti cariche nella gestione dell'impero.
Intanto i rapporti tra Romano I ed i suoi figli minori si ruppero in quanto temevano di perdere la successione in favore del Porfirogenito; così Stefano e Costantino Lecapeno il 16 dicembre 944 fecero rapire di nascosto il padre, esiliandolo nell'isola di Proti, dove avrebbe terminato la propria vita quasi quattro anni dopo.
Ma né il clero né il popolo amavano Stefano e Costantino; la chiesa e l'esercito rifiutarono di riconoscerli quali sovrani, ed il 27 gennaio seguente Costantino VII li fece arrestare, confinandoli nell'isola di Samotracia.
Dopo la caduta dei Lecapeni, per ordine di Costantino, vennero cacciati i sostenitori di Romano I, affidando l'esercito ed i principali incarichi militari ai membri della famiglia dei Foca: il vecchio Barda, fratello del Leone della Battaglia di Anchialo, fu creato comandante supremo delle armate bizantine contro gli arabi, mentre tutti e tre i suoi figli (tra i quali il valido generale e futuro imperatore, Niceforo II) ottennero importanti cariche nella gestione dell'impero.
La Riforma Agraria
Nel marzo del 947, proseguendo la riforma agraria di Romano I, Costantino dispose che le terre acquistate dai nobili dalla propria incoronazione dovessero essere restituite ai proprietari originari, dietro versamento del prezzo pattuito, dando precedenza ai contadini sui latifondisti, ma per gli appezzamenti acquistati prima del 945, rimasero in vigore le vecchie leggi che sfavorivano i contadini. Per i piccoli appezzamenti, di valore inferiore a cinquanta pezzi d'oro (venticinque per i marinai), invece, non era prevista restituzione del prezzo di vendita.
In più Teodoro Decapolite, stabilì che fosse inalienabile la quota del fondo agricolo destinata al mantenimento dell'equipaggiamento militare stratiota. Uno stratiota era una soldato-colono al quale erano attribuite una proprietà terriera e una carica militare, entrambe inalienabili ed ereditarie. ma se già alienata l'ex proprietario ma anche i suoi parenti fino al sesto grado, avrebbero potuto richiedere la restituzione senza rimborso del prezzo.
Infine, si prevedeva che, qualora il valore del terreno di uno stratiota superasse il minimo legale di quattro libbre, egli non avrebbe potuto alienare la parte eccedente finché non fosse stato cancellato dagli elenchi militari e che le divisioni dei beni, in caso di successione, erano permesse esclusivamente se gli eredi avessero provveduto insieme all'equipaggiamento militare.
Gli Scritti
Costantino VII dedicò gran parte della propria vita allo studio della letteratura classica greco-romana, redigendo quattro opere:
- il De cerimoniis aulae byzantinae,
- il De administrando imperio,
- il De thematibus,
- un'estesa biografia sul nonno Basilio.
La sua attività è considerata comunque non tanto perché espanse la conoscenza della civiltà bizantina nei vari campi del sapere, ma perché puramente "compilatoria", atta cioè alla preservazione della cultura classica o greco-medievale; al fine di educarlo dedicò inoltre i propri scritti al figlio Romano II.
L'acuta e colta Elena Lecapena, guidò rettamente l'imperatore sino al suo ritiro a vita monacale, avvenuto per volere dell'«immorale ed ambiziosa» imperatrice Teofano, Basilissa dei Romei, moglie di Romano II e di Niceforo II Foca; nonchè reggente dell'impero per i figli e poi amante di Giovanni I Zimisce. nel 961.
- il De cerimoniis aulae byzantinae,
- il De administrando imperio,
- il De thematibus,
- un'estesa biografia sul nonno Basilio.
La sua attività è considerata comunque non tanto perché espanse la conoscenza della civiltà bizantina nei vari campi del sapere, ma perché puramente "compilatoria", atta cioè alla preservazione della cultura classica o greco-medievale; al fine di educarlo dedicò inoltre i propri scritti al figlio Romano II.
L'acuta e colta Elena Lecapena, guidò rettamente l'imperatore sino al suo ritiro a vita monacale, avvenuto per volere dell'«immorale ed ambiziosa» imperatrice Teofano, Basilissa dei Romei, moglie di Romano II e di Niceforo II Foca; nonchè reggente dell'impero per i figli e poi amante di Giovanni I Zimisce. nel 961.
BATTESIMO DI COSTANTINO |
Politica Estera
In politica estera di Costantino VII si avvalse dei Foca ed il giovane pronipote di Giovanni Curcuas, Giovanni Zimisce che guidarono gli eserciti per porre fine alle scorrerie provenienti dell'emirato di Aleppo. I bizantini non riuscirono però a riconquistare le perdute isole del mediterraneo orientale.
Nel 949, riunito un grande esercito, il palaico eunuco Costantino Gongilas fu incaricato di espellere i corsari arabi da Creta, ma sconfitto, fu costretto a riparare a Costantinopoli. Nello stesso anno, l'armata greca occupò nuovamente Germanicea, sconfiggendo l'esercito musulmano.
Successivamente l'emiro di Aleppo, invase l'Anatolia, catturando Costantino, figlio del domestikos Barda Foca ma l'anno seguente il fratello del prigioniero, il futuro imperatore Niceforo Foca riconquistò i territori perduti, occupando nel giugno del 957 la città di Hadath, e l'anno dopo Giovanni Zimisce entrava in Samosata.
La Morte
Costantino VII, ammalatosi, spirò il 9 novembre del 959, lasciando sul trono il figlio e co-imperatore, Romano II, incapace e di debole volontà, che ammaliato dalla giovane moglie Teofano, figlia di un oste, si fece guidare da questa nelle questioni politiche, delegando all'influente eunuco Giuseppe Bringa, parakoimomenos e paradynasteuon, la gestione amministrativa dell'impero. Il comando delle armate andò invece al sempre più potente Niceforo Foca, il quale pochi anni dopo, nel 963, con la complicità della moglie di Romano II, lo avrebbe assassinato, assumendo per sé stesso la corona.
BIBLIO
- Arnold J. Toynbee - Costantino VII Porfirogenito e il suo mondo - Collana Biblioteca Storica - Firenze - Sansoni Editore - 1987 -
- Charles Diehl - Figure bizantine - introduzione di Silvia Ronchey - Torino - 2007 -
- Georg Ostrogorsky - Storia dell'Impero bizantino - Milano - Mondadori - 2011 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano -, Garzanti - 1985 -
- Alexander P. Kazhdan - Bisanzio e la sua civiltà - Bari - Laterza - 2004 -
- John Julius Norwich - Bisanzio - Milano - Mondadori - 2000 -
- Giorgio Ravegnani - Imperatori di Bisanzio - Bologna - Il Mulino - 2008 -
- Georg Ostrogorsky - Storia dell'Impero bizantino - Milano - Mondadori - 2011 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano -, Garzanti - 1985 -
- Alexander P. Kazhdan - Bisanzio e la sua civiltà - Bari - Laterza - 2004 -
- John Julius Norwich - Bisanzio - Milano - Mondadori - 2000 -
- Giorgio Ravegnani - Imperatori di Bisanzio - Bologna - Il Mulino - 2008 -
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