CULTO DI TIBERINO

DIO TIBERINO PALAZZO SENATORIO

Tiberino è una delle più antiche divinità italiche, quando gli uomini credevano alle entità preposte alla natura, cioè osservavano una religione animistica. Dunque Tiber era una divinità della natura legata al fiume Tevere, ed era fratello di Fonto, Dio delle sorgenti, e figlio di Giano e di Camese, signora delle acque.

Come rileva Theodor Mommsen, in un calendario del 354 (Fasti Philocaliani) il giorno delle Tiberinalia viene indicato al 17 agosto, in coincidenza con la festa di Portunus, divinità del Porto di Roma, (CIL, VI, 773) in cui si provvedeva a cerimonie di purificazione delle acque e delle sorgenti.

Il Dio è presente già nelle leggende sulla fondazione della città dato che i due fatali gemelli, Romolo e Remo vengono abbandonati sulle sue sponde. Orazio, ricorda uno straripamento del fiume dopo la morte di Cesare, come se il fiume avesse risposto a tanta catastrofe, e chiama Tiberino sposo di Ilia o Rea Silvia, che egli avrebbe accolto nelle sue acque, cacciata da Amulio.

ROMOLO E REMO

Il Dio veniva chiamato Pater Tiberinus, e il suo tempio si trovava sull'isola Tiberina e veniva celebrato ogni anno l'8 dicembre per l'anniversario della fondazione del tempio, con processioni, suoni, canti e banchetti.

Il suo nome Tiber (Tevere), nella mitologia Romana, derivava da Tiberino, figlio di Giano, Dio del sole, delle transizioni e dei passaggi, e della ninfa Giuturna, sorella di Saturno e Signora delle acque, il quale un giorno per un’imprudenza giovanile era caduto nel fiume e vi era annegato, dando così il suo nome al corso d’acqua.

Il Dio era temuto soprattutto per le disastrose inondazioni, e veniva detto anche anche Coluber, “serpente”, per la tortuosità del suo corso e pure Serra, “sega”, per l’azione corrosiva che esercitava sulle sponde. Nel mito il Dio vedeva la costruzione di un ponte sulle sue acque come un atto oltraggioso, sopportando i ponti di legno perchè facilmente eliminabili.

Però fece eccezione per il ponte Sublicio, fatto costruire dal re sabino Anco Marzio, nipote di Numa Pompilio, per unire le due sponde del fiume a favore dei commerci. Ma nella costruzione aveva posto delle condizioni:

1) impalcature solo di legno e mai di ferro,
2) quando doveva essere riparato dovevano eseguirsi delle pratiche rituali ad opera dei pontefici pontefici sulle sue rive,
3) analoghe pratiche rituali dovevano essere eseguite sul ponte stesso.

Il Tevere era sacro ma era sacra anche l'isola Tiberina, sede di un santuario del Dio infero Veiove e poi del santuario di Esculapio. Nel libro VIII dell'Eneide il Dio Tiberino, in forma di vecchio avvolto da un velo verde grigio e coronato di canne, appare in sogno ad Enea e gli suggerisce di risalire la corrente del fiume fino al Palatino, ove sorge il Pallanteo di Evandro, la città fondata da Evandro re degli Arcadi sul colle Palatino. Il suo nome le fu dato in onore del nonno Pallante.

DIO TIBER - MUSEO DEL LOUVRE


ICONOGRAFIA

Esistono diverse raffigurazioni del dio Tiberino, soprattutto nella scultura e nei rovesci delle monete e
viene rappresentato come una figura maschile barbata, dall'aspetto vigoroso, semi distesa, appoggiata ad un'anfora, simbolo della sorgente, da cui sgorga dell'acqua. Ha il capo cinto da una corona di foglie acquatiche, lo copre in parte un mantello che gli avvolge parzialmente busto e gambe.

Presenta vari attributi, quali un ramo frondoso, simbolo della vegetazione che irriga, la cornucopia in quanto portatore di commerci e quindi ricchezze, il remo e la prua di una nave, che alludono alla sua navigabilità.

Famosa, oltre alla statua del Palazzo Senatorio al Campidoglio, la statua colossale in marmo bianco di età adrianea, rinvenuta nel 1512 tra S.Maria sopra Minerva e S.Stefano del Cacco, nell'area dell'antico Iseum Campense, dove era esposta insieme alla gemella statua del Nilo, scoperta l'anno successivo e conservata al Vaticano.

Il Tevere è semi disteso sulla base, increspata ad imitare la superficie dell'acqua, con cornucopia e remo, un manto drappeggiato sul braccio sinistro, affiancato dalla lupa che allatta i gemelli. Sul plinto rettangolare sono scolpiti a bassorilievo alcuni episodi mitici delle origini di Roma, ed in una scena in particolare sono riconoscibili alcune linteres - le leggere imbarcazioni utilizzate per la navigazione fluviale - ed una operazione di alaggio. L'opera chissà come mai è finita al Louvre.



BIBLIO

- Teodoro Ameyden - Ragguaglio delle famiglie nobili Romane antiche e moderne, e relazione del Tevere e fontane antiche e moderne di Roma - Bruxelles - 1672 -
- K. M. Coleman - Launching into history: aquatic displays in the Early Empire - Journal of Roman Studies - 1993 -
- Dario del Bufalo - Marmorari magistri romani - Ediz. illustrata - L'Erma di Bretschneider - 2010 -
- Carlo Fea - Nuova descrizione de' monumenti antichi ed oggetti d'arte contenute nel Vaticano e nel Campidoglio - 1819 -

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