FALCETTO D'ARGENTO ROMANO |
Nella religione romana, Viduus (letteralmente: "colui che divide") era un Dio minore, deputato a separare (in latino viduare) l'anima dal corpo dopo la morte. Viene citato da San Cipriano nel "De vanitate idolorum", in cui si precisa che a Viduus non venivano eretti altari all'interno della città di Roma:
«In tantum vero Deorum vocabula apud Romanos figuntur ut sit et apid illos viduus Deus, qui anima corpus viduet, qui quasi feralis et funebris intra muros non habetur, sed foris, collocatur.»
Era il Dio che, dopo la morte, separava l'anima dal corpo del defunto.
Del resto a Roma, tranne in rarissime eccezioni, era proibito in città alloggiare sepolcri perchè la morte era bene tenerla lontana. Il nome Viduus significa "vuoto, privato, deprivato, separato" ed è la radice delle parole italiane "vedova" e "vedovo", cioè coloro che sono stati divisi dal consorte.
Gli Dei della morte romani furono:
- Dis Pater ovvero Orcus, o Pluto, o Ade
- Libitina
- Mania
- Mors
- Libitina
- Mania
- Mors
- Nenia
- Proserpina
- Soranus
- Proserpina
- Soranus
- Tacita
- Viduus
Il Dio Viduus si dice usasse dividere il filo che univa l'anima al corpo, dopo aver esalato l'ultimo respiro, con un falcetto d'argento, uno strumento arcaico ed agreste ma legato all'argento che era considerato metallo lunare, pertanto collegato all'anima e ai morti.
- Viduus
Il Dio Viduus si dice usasse dividere il filo che univa l'anima al corpo, dopo aver esalato l'ultimo respiro, con un falcetto d'argento, uno strumento arcaico ed agreste ma legato all'argento che era considerato metallo lunare, pertanto collegato all'anima e ai morti.
Il gesto della divisione era indispensabile per liberare l'anima dal corpo morto che iniziava a decomporsi, onde lasciare la terra ed entrare nei paesi dell'oltretomba, beati e non. Il Dio non era pertanto percepito come crudele o brutale, bensì come colui che concede libertà all'anima del defunto.
Al Dio ci si rivolgeva in caso di malattie lunghe e dolorose, affinchè affrettasse l'inevitabile morte recidendo il filo d'argento della vita, quello che legava l'anima al corpo. Si usava offrirgli resine odorose e rami di mirto o di rosmarino.
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- Erich Neumann - Storia delle origini della coscienza - Roma - Astrolabio - 1978 -
- J. Eckhel - Doctrina numorum veterum - IV - Vienna - 1794 -
- Marcel Mauss, Henri Hubert - Essai sur la nature et la fonction du sacrifice - 1899 -
- Marija Gimbutas - Le dee e gli dei dell'antica Europa. Miti e immagini del culto - Viterbo - Stampa Alternativa - 2016 -
- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -
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