VILLA ROMANA A TORVAIANICA (Lazio)



Torvaianica è il luogo del mito svoltosi lungo il litorale tirreno, dove sbarcò l'eroe troiano Enea, esattamente lungo le rive del fiume Numicus, come narrato da Virgilio nell'Eneide. Data la sua vicinanza con Roma e il suo affaccio sul mare, fu spesso meta degli antichi romani per edificarvi le ville dell'otium (ldell'ozio) onde sfuggire alla vita caotica dell'Urbe, ricca e bella ma rumorosa e convulsa. Nulla da meravigliarsi dunque se sul litorale ricomparvero i resti di una ricca villa padronale.

La villa romana di Torvaianica è stata infatti scoperta in via Siviglia, appunto a Torvaianica, nello stesso modo in cui si scoprono generalmente in Italia i resti archeologici, e cioè per puro caso, durante i lavori per la costruzione di una rete fognaria all'inizio del 2006. Immediatamente è sopravvenuta la soprintendenza dei beni archeologici del Lazio finanziati dal Comune di Pomezia, che ha intrapreso gli studi dell'area recintandola.

Si tratta della villa romana di una ricca famiglia senatoriale, costruita poco distante dal mare, poche centinaia di metri dalla linea costiera, presso il luogo dove si tramanda sia sbarcato Enea. Che si tratti di una famiglia senatoriale lo attestano alcune iscrizioni poste su due fistule plumbee, che attribuiscono la villa a due senatori della gens Flavia. 

PRIMI SCAVI

Gli scavi della villa hanno rivelato una ricca pavimentazione in opus sectile, cioè di marmi colorati posti in modo da formare disegni geometrici, delle zoccolature marmoree e alcuni frammenti di affreschi e decorazioni anch'esse marmoree.

La villa, come tante altre dell'epoca, presentava un ricco portico, in genere dalla parte del mare, che fungeva sia da riparo da sole e pioggia, sia per accogliere un piccolo bosco che nascondeva la villa dal versante del mare. Questo aspetto decorativo era tipico delle ville marittime di fine età augustea, con esempi sia nel Lazio che in Campania. 

Ma è emersa pure la prosecuzione del portico in direzione Sud con fasi murarie ricollegabili anche al III secolo d.c.. Questi ambienti absidati sono di tale importanza e imponenza da far pensare a una villa monumentale, con rinvenimento di frammenti di affreschi di "paradeisos" (pittura di ambiente naturalistico in scala 1:1, con uccelli, insetti, piante).

LA SITUAZIONE ODIERNA


I FONDI

La partecipazioni degli studenti universitari (in particolare di Pomezia) del campo scuola si è rivelata fondamentale per la riuscita dello scavo. Si stanno effettuando i restauri dei pavimenti e degli intonaci che già sono visibili in parte al pubblico. 

Allo scavo collabora anche l'ENEA, con una campagna di analisi strumentali per l'individuazione precisa dell'area archeologica. Attualmente un capitello corinzio e parte degli affreschi sono stati restaurati con fondi di sponsor privati. 

Nel 2009 gli scavi sono ripresi con fondi della Soprintendenza per i Beni Archeologici per il Lazio, con la direzione del dott. Filippo Avilia. Hanno portato alla scoperta sul versante occidentale di un condotto fognario e sistemazione della linea di costa con gettate di cementizio. Nell'area della villa invece gli scavi hanno ulteriormente messo in luce il portico, con annesse strutture tarde, ed in particolare si è rinvenuto un sarcofago strigilato con "tabula inscripta". L'ottimo stato di conservazione permette di datarlo orientativamente al III d.c. 

Sono venute in luce, inoltre, nel settore S, altre tombe in anfora. Attualmente la villa è chiusa al pubblico in quanto il terreno è stato restituito al proprietario dato che non è stato formalizzato l'esproprio (sig!). Parte delle strutture sono state ricoperte, come accadrà probabilmente anche per il resto della villa. 




LA NECROPOLI

Tra il 24 ottobre e il 30 novembre del 2006 sono state riportate alla luce 69 tombe, con i resti di alcune persone, anche bambini, databili intorno al III secolo d.c.. Attualmente sono state scoperte 79 tombe. Si fa l'ipotesi che la villa in epoca tardo imperiale fosse il centro di un vasto latifondo, dove lavorava un gran numero di servitù.

Le sepolture rinvenute appartengono a due distinte tipologie: una, utilizzata per gli adulti, è fatta da corpi adagiati su letti di tegole, mentre l'altra, utilizzata per i bambini, è costituita da anfore olearie (provenienti per lo più dalla Tunisia, dove venivano deposti i corpi dei piccoli bambini. 

Accanto ai corpi, sono stati ritrovati dei chiodi, che si credeva scacciassero gli spiriti maligni, e monete. Attualmente la ripresa dello scavo ha portato alla luce un'altra area di interesse con un ambiente absidato e lunghi muri che fanno pensare ad un portico aperto in direzione SE.



IL PROSEGUO

Scoperto un nuovo e particolare mosaico a tessere bianche e nere, solo con figure geometriche, nella grande villa patrizia rinvenuta in via Siviglia, a Torvaianica, dove la Sovrintendenza archeologica del Lazio ha avviato da alcuni anni notevoli lavori di indagine e di scavo diretti.

Ieri l'assessore alla cultura del Comune di Pomezia, Alba Rosa, ha annunciato un nuovo finanziamento comunale per l'attività di ricerca. «Abbiamo rifìnanziato i lavori per 30 mila euro - ha spiegato - ma il Peg ne preventiva duecentomila con un notevole impegno finanziario del Comune sull'area archeologica nei prossimi anni». 

La Regione ha anche finanziato la creazione di un campo scuola negli scavi per gli studenti universitari di archeologia. L'area della villa, di circa 4 ettari, in un terreno di proprietà del Consorzio di Bonifica di Pratica di Mare e il Comune di Pomezia intende chiedere l'uso di un casale della bonifica, che vi sorge al centro, per allestirvi un piccolo museo e un punto ristoro per i visitatori. 

Nell'ambito della campagna «Adotta un monumento», inoltre, l'Istituto d'Arte di Pomezia ha deciso di «adottare» proprio quegli scavi, con progetti di docenti e studenti. Questa zona archeologica, dove è stata individuata una vastissima villa patrizia, appartenente a una facoltosa famiglia romana del I secolo, che continua a serbare molte sorprese. 

Una delle ultime è questo bellissimo mosaico ha spiegato il direttore degli scavi di via Siviglia, a Torvajanica, l'archeologo Filippo Avilia della soprintendenza archeologica di Roma. Una scoperta che, augurandoci anche che non sia l'ultima, dimostra l'importanza di questo sito archeologico sul quale noi e la Regione Lazio stiamo "investendo", non solo a livello economico, molte energie. 

"Il nuovo finanziamento regionale - ha concluso - è stata la seconda bella notizia ricevuta ieri insieme a quella del ritrovamento del mosaico L'Associazione Latium Vetus ha iniziato un approfondimento sul patrimonio culturale sito nel Comune di Pomezia per comprenderne lo stato di tutela e di valorizzazione." 


MA POI

"Cominciamo - si afferma in un post del Gruppo Facebook - dal sito archeologico della Villa romana di Via Siviglia a Torvajanica, la località che potrebbe essere il fiore all'occhiello del recupero turistico di Pomezia". 

"Il sito - afferma LV - è stato riportato alla luce all'incirca dieci anni fa con degli ingenti investimenti da parte del Comune di Pomezia. All'iniziale valorizzazione tuttavia è seguito negli ultimi anni l'oblio: l'esproprio, per il quale è stato effettuato uno stanziamento economico, non è mai stato finalizzato mentre tutta l'area è stata soggetta ad un progressivo ma inesorabile fenomeno di degrado. 

Oggi la recinzione è divelta, le passerelle in legno completamente crollate, cumuli di rifiuti campeggiano ai margini del sito mentre fra le murature romane, in mezzo all'erbaccia alta, si intravedono bottiglie e cartoni abbandonati. 

 La fruizione risulta assolutamente inattuabile Il sito archeologico che avrebbe potuto e dovuto costituire il volano di ripresa del turismo, anche nel rispetto degli stanziamenti pubblici investiti nel passato - si conclude - oggi è vittima di abbandono e degrado e non può contribuire in alcun modo alla valorizzazione turistica di Torvajanica ma anzi è sempre più esposto al rischio di danni irreversibili". 

  

BIBLIO 

- Marina De Franceschini - Ville dell'Agro romano - Roma - L'Erma di Bretschneider - 2005 -
- Harald Mielsch - traduzione di Maria Antonietta Esposito - La villa romana - Con guida archeologica alle ville romane - Firenze - Giunti - 1999 -
- F. Coarelli - Lazio, Guide Archeologiche - Laterza - Roma-Bari - 1982 -
- Marina De Franceschini - Ville dell'agroromano - Roma - L'Erma di Bretschneider - 2005 -
- Elio De Magistris - Structurae - Napoli - Loffredo - 2010 -
- Pierre Gros e Mario Torelli - Storia dell'urbanistica - Il mondo romano - Bari-Roma - Laterza - 2010 -



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