BASILIO II BULGAROCTONO

BASILIO II

Nascita: 958
Morte: Costantinopoli, 15 dicembre 1025
Regno: 10 gennaio 976 - 15 dicembre 1025
Padre: Romano II
Madre: Teofano
Fratello: Costantino
Patrigno: Niceforo II
Dinastia: Macedone

Basilio II (in greco: Βασίλειος Β΄ Βουλγαροκτόνος, ovvero Basileios II Bulgaroktonos è stato un imperatore bizantino, ovvero il Basileus dei Romei dal 10 gennaio 976 fino alla sua morte. Fu soprannominato Bulgaroctono, ossia il Massacratore di Bulgari che sempre avversò e vinse.

Basilio II era figlio di Romano II (959-963) e di Teofano, e apparteneva alla famiglia dei Macedoni, salita al potere nell'867 con l'assassinio di Michele III l'Ubriaco (842-867) da parte di Basilio I il Macedone (867-886), il quale aveva cominciato la sua scalata al potere venti anni prima, come stalliere personale dell'imperatore. 

Romano II morì nel 963, quando Basilio aveva soli cinque anni, ed essendo egli e il fratello Costantino troppo giovani per regnare, la reggenza venne assunta dalla madre Teofano. Comprendendo i pericoli della situazione, Teofano accettò di sposare il generale Niceforo II Foca (963-969) affinché divenisse imperatore e tutore, in qualità di patrigno, dei suoi due figli.

Nel 969 però Niceforo venne ucciso in una congiura ordita da Teofano e dal suo complice, il generale Giovanni Zimisce, che divenne imperatore. Il Patriarca Polieucte rifiutò di incoronare il nuovo imperatore finché questi non avesse fatto penitenza e avesse punito la complice Teofano con l'esilio; Zimisce fu costretto a obbedire e Teofano poté tornare nella capitale solo dopo l'ascesa al potere dei figli. Giovanni I Zimisce regnò dal 969 al 976 come tutore dei due eredi.



L'IMPERATORE

Il 22 aprile 960, giorno di Pasqua, Basilio II venne incoronato nella Basilica di Santa Sofia co-imperatore dal patriarca Polieucte, il monaco eunuco che aveva scomunicato Niceforo II per il suo matrimonio con Teofano,

Giovanni Zimisce morì nel 976, in quell'anno Basilio aveva compiuto i diciott'anni e riuscì, grazie all'appoggio del parakoimomenos Basilio a farsi incoronare imperatore. Anche Costantino fu nominato co-imperatore, ma il potere rimase in mano al fratello maggiore, in quanto egli era sedicenne e nemmeno interessato alla politica. Fu sempre un problema, a causa dei suoi costumi lascivi e delle enormi somme spese in cortigiane e altri piaceri carnali.

Basilio era invece uomo d'arme, ottimo cavallerizzo, mangiava con moderazione ed era alquanto misogino, tanto da non sposarsi mai. Il suo regno fu il più lungo di tutta la storia dell'Impero, di quasi 50 anni. Lo storico Michele Costantino Psello narra che l'imperatore nei suoi primi tredici dovette affrontare ben due guerre civili, causate dai generali Barda Sclero e Barda Foca, che lo ritenevano troppo giovane per governare l'Impero visto che aveva solo 18 anni, in realtà per sottrargli il trono.



BARDA SCLERO E BARDA FOCA

Il califfo di Baghdad voleva usare Sclero nel momento di maggiore debolezza dell'impero, per assoggettarlo al dominio arabo. Così nel 986, quando Sclero venne a conoscenza della sconfitta di Basilio II Bulgaroctono contro i Bulgari, equipaggiato con uomini e mezzi dal califfo di Baghdad, venne nominato Basileus dalle sue truppe, ma, giunto in Anatolia, capì che i nobili non l'avrebbero appoggiato, in quanto fedeli a Barda Foca.

Barda Sclero ottenne due vittorie importanti, grazie all'appoggio della flotta bizantina meridionale, poi conquistò Nicea, ed iniziò ad attaccare via mare la capitale Costantinopoli. Le battaglie marittime furono però vinte da Basilio II Bulgaroctono, in quanto la marina del Corno d'oro (l'estuario di Costantinopoli), meglio equipaggiata, era ancora fedele all'Imperatore.

Lo stesso Foca, nel frattempo diventato estremamente popolare, si proclamò Basileus, e propose a Sclero di unire le forze e dividersi l'impero. Bardas Sclero accettò ma Foca non aveva intenzione di mantenere le promesse e lo fece imprigionare a tradimento, ponendo sotto il suo comando anche le truppe dell'altro, che accettarono in quanto erano fedeli solo al califfo.

La guerra civile si protrasse per altri due anni e mezzo, con alterne vicende fino al 24 maggio del 979, giorno in cui si combatté la battaglia finale presso Pancalea, che vide la vittoria delle truppe di Basilio. Allora Barda Foca, vedendo che la battaglia volgeva al peggio sfidò a duello Bardas Sclero. Questi accettò con grande coraggio, in quanto Foca era un uomo talmente grosso da sembrare un gigante. Sclero fu ferito in volto da Foca, ma riuscì a fuggire, e si andò a rifugiare dal califfo di Baghdad al-Ta'i'. 

Nel 985 Basilio II, non sopportando che l'effettivo potere fosse detenuto dal prozio Basilio il ciambellano, lo fece arrestare con l'accusa di ribellione. Sembra che questi, temendo di cadere in disgrazia, si fosse accordato con Barda Foca e altri comandanti per organizzare una congiura contro l'Imperatore. Il ciambellano venne condannato all'esilio e alla confisca dei beni. Successivamente l'Imperatore fece abrogare tutte le leggi del prozio, tranne quelle approvate da lui stesso.



VLADIMIR DI KIEV

Intanto Basilio chiese e ottenne l'aiuto di Vladimir di Kiev che inviò all'imperatore seimila Variaghi, chiedendo in contropartita la mano della principessa Anna, sorella di Basilio. Alla corte bizantina non piacque che la parente di un Imperatore bizantino andasse sposa a un principe barbaro.

Ma Vladimir, che venne proclamato santo dalla chiesa ortodossa, stava cercando una religione di stato per rafforzare il proprio potere e quando Basilio II acconsentì al matrimonio, alla sola condizione che Vladimir si convertisse all'ortodossia, questi aderì con convinzione.



BARDA FOCA

A gennaio del 989 tutte le loro navi approdarono nel porto del Corno d'Oro. I seimila Variaghi, di origine scandinava, sbarcarono al comando di Basilio e colpirono di notte l'accampamento di Barda Foca distruggendolo; solo tre sottufficiali furono consegnati all'Imperatore, il quale ordinò che il primo fosse impiccato, il secondo impalato e il terzo crocifisso.

Barda Foca assediò Abido con l'altra metà dell'esercito, e Basilio II mandò in soccorso un esercito comandato da suo fratello Costantino; l'esercito di Barda Foca fu scompaginato, e tutti i ribelli trucidati.

Si dice che Foca si fosse lanciato a cavallo contro Basilio per ucciderlo, ma l'imperatore sarebbe rimasto immobile stringendo con la mano destra la spada, e con la sinistra un'icona della vergine Maria. Ad un tratto Foca sarebbe caduto da cavallo, preso da vertigini e lo trovarono morto. Secondo Psello Foca era stato avvelenato.

Comunque l'idea che un imperatore o un generale si scagliassero per colpirsi tra loro è pura invenzione, anzitutto perchè i capi non erano mai in prima linea e poi perchè erano largamente circondati dalle guardie scelte personali che li seguivano ovunque proteggendoli. In ogni caso venne celebrato come un miracolo.



BARDA SCLERO

Sclero, che era riuscito a fuggire di prigionia, si proclamò di nuovo imperatore ma poi si arrese in cambio della grazia. Basilio lo prese come consigliere e gli chiese come frenare le rivolte dei nobili. Sclero gli consigliò di rimuovere i generali troppo ambiziosi, di non dare eccessive risorse ai generali in guerra, e di vessarli con tasse esagerate, in modo da tenerli occupati; gli consigliò inoltre di non ammettere donne nei concili imperiali, di divenire inaccessibile ai consigli altrui e di non confidare i suoi segreti a nessuno, se non a persone fidatissime, cioè lui.

BASILIO II

LA POLITICA INTERNA

In politica interna l'imperatore contrappose alla grande aristocrazia militare delle province una nuova aristocrazia proveniente da diversi settori dell'economia e della burocrazia, sostenendo nel contempo la piccola proprietà terriera, politica iniziata da quasi un secolo dal bisnonno Leone VI il Saggio (886-912). Sotto di lui, l'impero raggiunse il massimo della prosperità, cui seguì un inesorabile declino.

Il 1º gennaio del 996 Basilio II emanò la Novella, un editto con cui requisiva ai proprietari terrieri dell'impero tutte quelle proprietà che fossero state acquistate negli ultimi sessantuno anni - cioè dal tempo di Romano I (920-944) - restituendole ai precedenti proprietari, a meno che non venissero riconfermate dallo stesso imperatore.

L'Imperatore così non solo tutelava la piccola proprietà terriera ma indeboliva economicamente le grandi famiglie nobiliari che avevano appoggiato le rivolte di Barda Sclero e di Barda Foca, come le famiglie dei Foca e dei Malini. e Basilio II confiscò le estesissime tenute di Eustachio Malino, un precedente sostenitore di Barda Foca. Inoltre costrinse l'aristocrazia a pagare l'allenlengyon, tassa che da una parte indeboliva i nobili, dall'altra assicurava maggiori introiti.



LA GUERRA CONTRO I BULGARI

L'anno successivo Basilio guidò la sua campagna militare contro i Bulgari. Dopo la morte di Giovanni Zimisce,  i figli del governatore di Macedonia Nicola, avevano organizzato una rivolta in Macedonia,  riconquistando gran parte dei Balcani. L'ex Zar di Bulgaria Boris, tenuto prigioniero a Costantinopoli, riuscì a evadere insieme al fratello Romano ma morì durante la fuga, ma poichè Romano non poteva diventare zar di Bulgaria essendo stato castrato, la corona di zar spettò a Samuele che combattè in Tessaglia espugnando Larissa.

Basilio cercò di riconquistare Serdica ma subì una disfatta in cui il grosso del suo esercito fu decimato in un'imboscata di cui giurò di rivendicarsi. La conversione di Vladimir I il Grande (980-1015), che sposò a Kiev Anna, sorella dell'imperatore, segnò l'entrata della Russia nella chiesa cristiana-ortodossa. Basilio organizzò una spedizione punitiva contro gli Iberi che avevano appoggiato Barda Foca; vinse e il re ibero dovette lasciare il suo regno in eredità all'impero, poiché non aveva figli.
 
Nella primavera del 991 Basilio II partì alla volta di Tessalonica, riconquistando, assediando e distruggendo molte città della Grecia settentrionale e catturando pure l'imperatore bulgaro.

IL DOGE DI VENEZIA


ALLEANZA CON VENEZIA

Nel 992 giunsero a Costantinopoli ambasciatori della Repubblica di Venezia, che si era affermata come una delle maggiori potenze commerciali e navali europee, i quali lamentarono che nella capitale bizantina dovessero pagare dazi assurdamente esosi. 

L'Imperatore promulgò allora una crisobolla (sigillo aureo) con cui ridusse le tasse doganali che i mercanti veneziani erano tenuti a pagare a due solidi all'entrata nella dogana di Abido e quindici all'uscita. In cambio i Veneziani avrebbero trasportato con le loro navi le truppe bizantine dalla Grecia nell'Italia meridionale.

Ma la dipendenza da Venezia aumenterà sempre più, e la Serenissima diventerà sempre più potente e gestirà infine l'economia bizantina. Poichè nel 1000, il Doge di Venezia Pietro II Orseolo (991-1009) aveva sottomesso la Dalmazia in una grande spedizione punitiva contro la pirateria nell'Adriatico, Basilio gli concesse il titolo di Dux Veneticorum et Dalmaticorum e infine acconsentì al matrimonio della nipote Maria con Giovanni Orseolo, figlio del doge, che fu ricompensato inoltre con una dignità palatina e accolto a Costantinopoli con tutti gli onori.



GUERRA CONTRI I MUSULMANI

Mentre Basilio II stava conducendo la guerra in Macedonia, la Siria fu invasa dai Fatimidi, che inflissero ai Bizantini una sconfitta sull'Oronte (15 settembre 994) e strinsero d'assedio Aleppo. L'Imperatore interruppe la campagna contro i Bulgari per correre in Oriente.

Nel 995 Basilio II radunò il suo esercito di fanteria e andò in Siria a difendere Aleppo. L'imperatore sconfisse l'esercito islamico, che si ritirò in Siria, e occupò Raphamea (Apamea) ed Emesa (Homs).

Nel 996 Ottone III (983-1002) chiese a Basilio la mano di una nobildonna bizantina. Basilio decise allora di concedergli la mano di una delle sue nipoti, Zoe, ma la ragazza era appena partita per Bari, dove avrebbe dovuto incontrare il suo promesso sposo, quando arrivò la notizia che Ottone era morto per una febbre improvvisa.



NUOVA GUERRA CONTRO I BULGARI

Nel 1001 Basilio iniziò la campagna punitiva contro i Bulgari, prima occupò i dintorni di Serdica, poi invase la Macedonia, riconquistò la Tessaglia ed espugnò la fortezza di Vidin, lungo il Danubio. Quindi sconfisse Samuele presso il fiume Vardar nel 1004.

L'anno successivo, ripresa la campagna, espugnò Durazzo, e nell'alta valle dello Strimone, il 4 ottobre del 1014, nella battaglia di Kleidion, la sua ferocia contro la popolazione fu tale che venne chiamato Bulgaroctono, "massacratore di Bulgari". Essendogli sfuggito lo Zar Samuele di Bulgaria (997-1014),

Basilio catturò circa 14 000 Bulgari, li accecò e li mandò dal loro re, rifugiato nella fortezza di Prespa (Macedonia). Erano stati messi in fila a gruppi di cento, e al primo della fila era stato cavato un occhio solo, in modo che potesse condurre i suoi compagni. Lo Zar, sconvolto dalla visione di come la sua grande armata era stata distrutta, morì due giorni dopo per il contraccolpo.

A Samuele succedette il figlio Gavril Radomir, che implorò la pace offrendosi come vassallo, ma Basilio rifiutò e Gavril morì nel 1015 ucciso da Giovanni, suo cugino, che gli succedette, ma Basileus attaccò anche lui, conquistando Ocrida e accecando i prigionieri. Giovanni morì nel tentativo di espugnare Durazzo (febbraio 1018) e Basilio infine annesse completamente la Bulgaria occidentale all'Impero. L'imperatore consentì ai sudditi dei territori conquistati che pagassero le tasse in natura e non in denaro, consentendo al patriarcato bulgaro l'indipendenza dal patriarcato di Costantinopoli.

Basilio invase poi la Georgia e lo stato armeno di Kars facendone dei protettorati bizantini. Nel 1022 in Anatolia il figlio di Barda Foca, Niceforo, si proclamò Imperatore e ottenne l'appoggio della Georgia e di Ani, ma Basilio soppresse rapidamente la rivolta.



LA MORTE

L'IMPERO BIZANTINO ALLA SUA MORTE
(INGRANDIBILE)
Nel 1025 egli stava preparandosi per partire alla riconquista della Sicilia ma il 15 dicembre morì.
Con Basilio II l'Impero raggiunse la sua massima espansione e dopo un secolo e mezzo lo storico bizantino Niceta Coniata lo avrebbe definito il migliore imperatore mai avuto dall'Impero bizantino assieme a Eraclio I il Grande (610-641). 

Fu un grande condottiero ma dotato dello spirito spesso crudele e disumano dei monarca orientali. La sua morte fu l'inizio dell'inesorabile declino dell'impero,

Non lasciando eredi maschi la dinastia macedone proseguì per altri 32 anni attraverso le figlie (Zoe e Teodora) del fratello minore di Basilio II, ossia Costantino VIII (1025-1028), il quale Basilio aveva cinto della corona imperiale prima di spirare. Costui continuò la vita dissoluta che aveva sempre condotto, non curandosi degli affari di stato e preparando così la rovina dell'impero.



BIBLIO
 
- Michele Psello - Cronografia - XII secolo -
- Nicèforo II Foca imperatore d'Oriente - Treccani.it – Enciclopedie on line - Istituto dell'Enciclopedia Italiana -
- Franco Cardini - Europa e Islam - Bari - Laterza - 2010 -
- John Julius Norwich - Bisanzio. Splendore e decadenza di un impero 330-1453 - Milano - Mondadori - 2000 -
- Charles Diehl - Figure bizantine - Torino - Einaudi - 2007 -
- Lorenzo Riccardi - Un altro cielo: l'imperatore Basilio II e le arti - Rivista dell'Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte - Pisa - Fabrizio Serra - 2006 -

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