GALENO DI PERGAMO - GALENUS




Nome: Galeno di Pergamo (e non Claudio)
Nascita: Pergamo 129
Morte: 200 circa
Professione: medico e scrittore enciclopedico


Galeno di Pergamo (Pergamo, 129 – Roma, 200 circa) è stato un medico greco che ha influenzato la medicina occidentale per tredici secoli, fino al Rinascimento, quando si eseguirono studi più approfonditi sull'anatomia, sulle malattie e sulle medicine. Dal suo nome deriva la galenica, l'arte del farmacista di preparare i farmaci.

Galeno portò la sua formazione come esempio a tutti gli aspiranti medici, che dovevano conoscere la tradizione medica dell'anatomo-fisiologia, della prognosi e dei metodi dimostrativi. Dovevano amare moltissimo lo studio e disprezzare invece le vanità mondane; in più dovevano conoscere la filosofia, soprattutto della tradizione platonico-aristotelica, ma anche quella stoica per seguire un sano stile di vita.



LE ORIGINI

Galeno nacque nel 129 a Pergamo (oggi Bergama, in Asia minore), da una famiglia molto dedita alla scienza, che vantava come architetti il padre e il nonno di Galeno, mentre il bisnonno era studioso di geometria. Galeno ebbe interessi eclettici prima di concentrarsi sulla medicina e cioè agricoltura, architettura, astronomia, astrologia e filosofia.

A 14 anni il padre lo avviò a un percorso educativo prevalentemente filosofico, permettendogli di frequentare le lezioni tenute dai maestri delle quattro principali scuole filosofiche dell'epoca: platonica, stoica, aristotelica ed epicurea da cui gli derivò un certo scetticismo verso le controversie di filosofia. Allora il padre lo avviò allo studio dei procedimenti dimostrativi della geometria euclidea: sicuramente scientifici.

All'età di 16 anni il padre, ispirato da un sogno, lo avviò agli studi di medicina, che intraprese senza trascurare gli studi filosofici. Ebbe come maestri l'empirico Aischiron, l'ippocratico Stratonico, allievo di Sabino, e l'anatomista Satiro, allievo di Quinto.

Divenne, per quattro anni, therapeutes ("addetto") del Dio Asclepio nel tempio locale. Dopo la morte di suo padre (148 o 149) lasciò il tempio per studiare a Smirne, a Corinto e ad Alessandria, dove perfezionò la propria formazione anatomica e venne in contatto con la tradizione ippocratica.

Studiò medicina per dodici anni. Quando tornò a Pergamo, nel 157, lavorò come medico alla scuola dei gladiatori per pochi anni in cui fece esperienza sui traumi e sul trattamento delle ferite, che lui, più tardi, descriverà come "le finestre nel corpo".

GALENO IL MEDICO FILOSOFO

A ROMA

Dal 162, all'età di 33 anni, visse a Roma, portandovi la scienza medica di Ippocrate, con la teoria umorale sulle origini della pazzia. Galeno fu medico, si basò molto sugli studi di Asclepiade il Giovane, e seguì la filosofia, tanto che Marco Aurelio lo considerava un filosofo professionale che praticava secondariamente la medicina: "primo fra i medici", ma "unico fra i filosofi". 

Qui scrisse e operò intensamente, dimostrando pubblicamente la sua conoscenza dell'anatomia e sfidando i rivali in ogni campo: dal capezzale del malato, agli spettacoli anatomici di vivisezione (sig!) di fronte a un pubblico di intellettuali, fino alle conferenze affollate di medici. Il grande successo gli dette fama ma pure invidie. 
Ebbe come paziente il console Flavio Boeto, che lo introdusse nell'aristocrazia romana e alla corte di Marco Aurelio di cui divenne medico personale, poi curò anche Lucio Vero, Commodo e Settimio Severo. Nel 166 dovette rifugiarsi a Pergamo, per una congiura da parte di suoi rivali, secondo altri per la grande epidemia di "peste" che scoppiò a Roma. 

Venne richiamato nel 168 da Marco Aurelio e Lucio Vero, che gli ordinavano di raggiungere gli accampamenti di Aquileia per la spedizione contro Quadi e Marcomanni. Galeno trascorse l'inverno presso l'esercito, su cui infieriva l'epidemia, ma infine convinse Marco Aurelio a consentirgli di tornare a Roma, dove avrebbe dovuto occuparsi della salute del giovane Commodo.

Dal 169 si dedicò alla sua grande produzione letteraria. Probabilmente visse a corte fino alla morte di Marco Aurelio, nel 180, e abbandonò il palazzo dopo l'ascesa di Commodo, che egli considerava il più crudele tiranno della storia. Salvo che per il breve rientro a Pergamo (166-169), Galeno trascorse tutto il resto della sua vita nella corte imperiale, scrivendo e conducendo esperimenti. 

Effettuò vivisezioni di numerosi animali, per studiare la funzione dei reni e del midollo spinale, soprattutto sulle scimmie. Impiegava ben 20 scrivani per annotare le sue parole. Molte delle sue opere e manoscritti furono però distrutti nel 191 nell'incendio della biblioteca del Tempio della Pace, a cui aveva donato i suoi scritti.

Morì probabilmente nel 200, la sepoltura avvenne presso Misilmeri in provincia di Palermo, dove il medico sbarcò durante la navigazione di ritorno verso l'Asia Minore, a causa di una grave malattia.

ACCADEMIA DI GALENO

LE OPINIONI

- Credette, come Platone, che l'anima fosse divisa in tre parti e che fosse al servizio del corpo che la ospitava. 

- Pensò che lo stoicismo, il platonismo e l'aristotelismo, farebbero parte della "buona scuola" da seguire, per essere da un lato razionali e dall'altro etici. A ciò contrapponeva la "cattiva scuola" degli atomisti, che, considerando la natura composta di particelle discontinue e immutabili, la attribuiscono al caso e alla necessità, negando la provvidenza divina e i valori morali, e riducendo così la vita umana a "quella delle bestie", che a suo parere non avevano sentimenti.

- Classificò le scuole dell'epoca in tre classi: metodica, empirica e dogmatica. Quella empirica e metodica rifiutavano la necessità dello studio dell'anatomia per il medico, poiché non necessaria per la diagnosi e la terapia delle malattie, che poteva basarsi sull'esperienza, aprendo così all'arte medica una folla di incompetenti. Quella dogmatica si basava sull'anatomia e il rapporto dell'uomo con la natura. L'anatomia costituiva la prova scientifica dell'esistenza di un ordine e della provvidenza nel mondo, fornendo prove ai principi filosofici che le sostenevano.

- Nel suo "Sugli elementi secondo Ippocrate" descrive il sistema del filosofo dei "quattro umori corporei", credeva che i tessuti fossero composti dai quattro elementi della fisica aristotelica, con le rispettive qualità: acqua (liquido), terra (secco), fuoco (caldo) e aria (freddo).

- Galeno innesta la teoria umorale ippocratica sulla fisica aristotelica. Mescolandosi, e a seconda del prevalere dell’uno o dell’altro, gli elementi determinano l’equilibrio degli umori nel corpo e danno luogo a quattro temperamenti: flegmatico, melancolico, collerico e sanguigno.

- Galeno credeva nella "creazione", benché non ex nihilo (dal nulla), fatta da un singolo "creatore" per cui venne facilmente accettato dai religiosi monoteisti: cristiani, musulmani, ebrei.

- Nell'opera Il miglior medico è anche filosofo, sostiene che un buon medico deve eccellere nelle tre principali branche della filosofia: etica, logica, fisica. L'etica è necessaria perché l'intervento medicale non deve avere il fine del massimo guadagno. La logica serve per interpretare in maniera coerente i sintomi del paziente, e per confutare le teorie errate dei colleghi. La fisica per comprendere la similarità delle leggi che governano l'uomo e l'universo

- Galeno distingue tre facoltà: razionalità con sede nel cervello, passionalità con sede nel cuore, desiderio con sede nel fegato. 

Sostenne che la mente era situata nel cervello e non nel cuore, a differenza di quanto affermava la tradizione aristotelica. 

- Per quanto riguarda la circolazione sanguigna, capì che i sistemi arterioso e venoso erano intercomunicanti attraverso minuscoli vasi, ma sbagliò sul cuore ritenendo che il sangue potesse passare direttamente dalla parte destra a quella sinistra.

- Lo spirito animale nel cervello controlla movimento, percezione e sensi, lo spirito vitale nel cuore controlla il sangue e la temperatura corporea, mentre lo spirito naturale nel fegato regola alimentazione e metabolismo.

- Nel trattato Sui semplici, in ossequio alla tradizione ippocratica che sosteneva che nella natura c'è il rimedio di ogni male, cita piante con funzioni curative anticipando la medicina naturalistica.

- Creò il "Galenos", una soluzione di alcol e oppio che aveva effetti analgesici su quasi tutti i mali, e con il quale rese dipendente dall'oppio l'imperatore Marco Aurelio. Galeno non adottò il bendaggio per bloccare le emorragie, ma perorò invece vigorosamente la pratica terapeutica del salasso come rimedio a molte patologie.
GALENO

LE OPERE   

- Scrisse opere voluminose di filosofia e medicina, di cui restano solo 108 scritti, parte nella stesura originale greca e parte nella versione araba.
- Compose decine di trattati su tutti gli aspetti del sapere medico, dall'epistemologia all'anatomo-fisiologia e alla psicofisiologia, dalla diagnostica alla terapeutica e alla farmacologia. 
- Scrisse numerosi commenti agli scritti di Ippocrate e numerose polemiche contro le tendenze rivali. 
- Ma scrisse anche trattati di argomento filosofico: di logica ed etica, su Platone, Aristotele, gli stoici, Epicuro, Favorino e altri. 
- Scrisse pure di critica letteraria ed erudizione linguistica.

Tra le centinaia di opere scritte da Galeno i più importanti furono:

- Sulla dimostrazione (De demonstratione)
- Procedimenti anatomici (Anatomicae administrationes)
- Facoltà naturali (De naturalibus facultatibus)
- Temperamenti (De temperamentis)
- Elementi secondo Ippocrate (De elementis secundum Hippocratem)
- Igiene (De sanitate tuenda)
- Metodo terapeutico (De methodo medendi)
- L'utilità delle parti (De usu partium)
- L'arte medica (De arte medica)
- Le mie opinioni (De propriis placitis)

Galeno scrisse anche dei libri per chiarire e ordinare la sua produzione e guidare il lettore ad una consultazione corretta, creando un percorso per la formazione medica e culturale. Questi scritti sono: 
- I miei libri (De libris suis)  
- L'ordine dei miei libri (De ordine librorum suorum).


I Manoscritti

- De naturalibus facultatibus lib. I-III - XV sec. - Modena - Biblioteca Estense - Fondo manoscritti -
- De temperatura simplicium medicamentorum libri XI, XV sec. - Modena - Biblioteca Estense - Fondo manoscritti -
- Galeni opera omnia - Karl Gottlob Kühn - Leipzig, Car. Cnoblochii - 1821-1833 -
- Galeno - Trattato sulla bile nera - Franco Voltaggio - Nino Aragno Editore - 2003 -
- Galeno - Nuovi scritti autobiografici -Mario Vegetti - Carocci editore - Roma - 2013 -
- Galeno - Galeni Ars medicinalis Nicolao Leoniceno interprete - Venetijs - officina Bernardini - 1537 -
- Galeno - Galeni De curandi ratione per sanguinis missionem - De sanguisugis: revulsione: cucurbitula: & scarificatione: tractatulus - Theodorico Gaudano interprete - Parisiis - apud Christianum Wechel sub scuto Basileiensi in via Iacobea - 1529 -
- Galeno - Claudii Galeni Pergameni De Hippocratis et Platonis decretis opus eruditum, & philosophis & medicis utilissimum - Ioanne Bernardo Feliciano interp. - Basileae, apud A. Cratandrum - 1535 -
- Galeno - Claudii Galeni Pergameni Vtrum conceptus in utero sit animal - M. T. Melanelio medico Antuerpien - interprete -
- Galeno - Vita medica. Hoc est, Galeni ugieinon, siue methodi sanitatis tuendae libri 6. Nova, eaque accuratissima versione, & perpetuis commentariis et castigationibus prudentissimis - Curante Sebastiano Scheffero - Francofurti - Joannis Justi Erythropili bibliop. - 1680 -
- Galeno - Claudii Galeni Pergameni - de compositione pharmacorum localium, siue secundum locos, Libri X, recens fideliter & pure conversi d. I. Cornario - Vaenales habentur Parisis, apud Geruasium Cheuallonium, sub intersignio D. Christophori - 1539 -
- Galeno - [Opere]. 1, 2, 3, 4, 5 - Basileae - 1538 -
- Galeno - Ricettario di Galeno, approuato, e molto utile alle infermità, à cui sono sottoposti li corpi humani. Con rimedi di conservare la sanità, e prolongare la vita, con altre nuove ricette, & altre da preservarsi contra il mal contagioso, Giovanni saracino (traduttore) - Bologna - A. Pisarri - 1671 -



LE CONSEGUENZE

L'autorità di Galeno dettò la medicina e i suoi metodi fino al XVI secolo. Gli eruditi musulmani le tradussero presto in arabo, assieme a quelle di molti altri classici greci, trasformando la sua opera in una delle fonti principali per la medicina islamica e per i suoi maggiori esponenti, quali Avicenna e Rhazes. Queste opere raggiunsero così l'Europa occidentale sotto forma di traduzione latina dei testi arabi.

I suoi seguaci, nella convinzione che la sua descrizione fosse completa, ritennero inutili ulteriori sperimentazioni e non procedettero oltre negli studi di fisiologia e di anatomia.

Uomo intelligentissimo ed enciclopedico mancò di una misura naturale che ridimensionasse l'antropocentrismo dell'epoca. Fu crudele con gli animali di cui eseguì numerosissime vivisezioni da svegli solo per dimostrazioni e fama. pur essendo enciclopedico non rispecchiò l'umanità, l'altruismo e la modestia di un altro grande autore enciclopedico: Plinio il vecchio.
 

BIBLIO

- Nicoletta Palmieri - L'antica versione latina del 'De Sectis' di Galeno - 1992 -
- D. Manetti (curatore) - Studi su Galeno. Scienza, filosofia, retorica e filologia - Atti del Seminario di Firenze - Dipartimento di Scienze dell'Antichità - 1998 -
- Danielle Gourevitch, I giovani pazienti di Galeno. Studio per la patogenesi dell'impero romano, Roma-Bari - Laterza - 2001 -
- Boudon-Millot, Véronique - Galeno di Pergamo. Un medico greco a Roma - Carocci - 2020 -


1 comment:

Anonymous said...

Che scienziato sottovalutato

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