IL COLLE DOVE SORGEVA LA FORTEZZA ROMANA (Civertan Grafik, CC BY-SA 2.5) |
Solva (o Solua) fu uno dei tanti forti romani posti a guardia del limes danubiano nella provincia pannonica. La Pannonia era un'antica regione compresa tra i fiumi Danubio e Sava, che comprendeva la parte occidentale dell'attuale Ungheria, il Burgenland oggi Land austriaco, fino a Vienna (la capitale austriaca), la parte nord della Croazia e parte della Slovenia.
La Pannonia, nel cui territorio anticamente abitavano varie popolazioni germaniche, Celti, Sciti, Sarmati e Quadi, fu conquistata e resa provincia romana nella prima delle campagne militari di Ottaviano in Illirico.
Ciò accadde a seguito di una serie di campagne condotte contro i popoli dell'Illiria, si procedette all'occupazione della valle del fiume Sava, fino alla città di Siscia, antico oppidum dei Pannoni. Venne occupata da Ottaviano nel corso delle campagne del 35-33 a.c. e divenne importante fortezza militare almeno fino alla metà del I secolo.
La Pannonia, nel cui territorio anticamente abitavano varie popolazioni germaniche, Celti, Sciti, Sarmati e Quadi, fu conquistata e resa provincia romana nella prima delle campagne militari di Ottaviano in Illirico.
Ciò accadde a seguito di una serie di campagne condotte contro i popoli dell'Illiria, si procedette all'occupazione della valle del fiume Sava, fino alla città di Siscia, antico oppidum dei Pannoni. Venne occupata da Ottaviano nel corso delle campagne del 35-33 a.c. e divenne importante fortezza militare almeno fino alla metà del I secolo.
La nuova provincia di Pannonia aveva a Solva l'antico oppidum dei Pannoni. La nuova provincia nacque dopo la rivolta pannonica del 6 - 9, una volta scorporata dalla provincia dell'Illyricum, probabilmente completata agli inizi del principato di Tiberio (tra il 14 ed il 20).
Inizialmente la Pannonia è da identificarsi con la provincia dell'Illyricum Inferior, ed ebbe grande importanza nel sistema difensivo romano nei confronti delle popolazioni barbariche. Per lunghi tratti, il Danubio coincideva con la linea di frontiera romana. I resti del forte furono scoperti su uno sperone dei monti Pilis sovrastante il Danubio nella zona della città nord Ungherese di Esztergom.
La fortificazione di Solva fu costruita direttamente lungo la sponda del Danubio, su un altopiano isolato di forma ovale. Dal punto di vista geologico l'altopiano, che si trova ad un'altezza di circa 150 m.s.l.m.,
costituisce lo sperone nordoccidentale dei monti Pilis.
Inizialmente la Pannonia è da identificarsi con la provincia dell'Illyricum Inferior, ed ebbe grande importanza nel sistema difensivo romano nei confronti delle popolazioni barbariche. Per lunghi tratti, il Danubio coincideva con la linea di frontiera romana. I resti del forte furono scoperti su uno sperone dei monti Pilis sovrastante il Danubio nella zona della città nord Ungherese di Esztergom.
La fortificazione di Solva fu costruita direttamente lungo la sponda del Danubio, su un altopiano isolato di forma ovale. Dal punto di vista geologico l'altopiano, che si trova ad un'altezza di circa 150 m.s.l.m.,
costituisce lo sperone nordoccidentale dei monti Pilis.
La posizione emergente della fortezza permetteva alla guarnigione di scrutare i dintorni in ogni direzione e, verso oriente, era possibile osservare da qui l'importante strada militare e commerciale, che passava in una valle posta tra il monte e le montagne d'intorno.
Da questo punto si poteva ben controllare anche il Danubio, proveniente da sud-ovest, che qui scorre attorno al sito del castello descrivendo un ampio arco verso nord-ovest, così come l'argine opposto, che si trova nel Barbaricum (l'area oltre il Limes in Europa settentrionale, centrale e sud-orientale adiacente all'Impero Romano), del fiume che scorre molto piatto a ovest.
PIETRA MILIARE E CIPPO (Di Julie Lyn - Flickr: Esztergom museum and fortress, CC BY 2.0) |
Nel 1820, durante la costruzione della Basilica Arcivescovile oggi dominante il pianoro ci si dimenticò totalmente gli scavi precedenti e si è demolito tutto il demolibile. Le ricerche del XX secolo, che iniziarono negli anni trenta, dovettero limitarsi invece a piccoli scavi di saggio a causa dell'edificazione su larga scala del periodo post romano.
In particolare, le ricerche dell'archeologo Sándor Soproni(1926-1995) hanno fornito preziose informazioni sulla storia architettonica di questo forte. Gli scavi archeologici hanno avuto luogo dal 1934 al 1938, dal 1961 al 1962 e dal 1981 al 1999.
Il sito della Solva mansio, quantunque manchi qualsiasi prova archeologica di una prima struttura fortificata in legno e terra, era citata in tre fonti antiche: nell'Itinerarium Antonini, da Claudio Tolomeo e nella Notitia Dignitatum, e corrisponderebbe al sito di Esztergom e cioè con la romana fortezza di Solva.
Ciò è testimoniato soprattutto dai rinvenimenti in loco di terra sigillata proveniente dal nord Italia e dalla Gallia meridionale, nonchè di anfore istriane e di iscrizioni tutte databili al regno dell'imperatore Claudio (41-54). Il forte romano deve essere stato edificato nel II secolo d.c..
Sotto l'ex piazza d'armi furono portate alla luce grandi parti di un Horreum (granaio). e dopo la rimozione del tetto di mattoni crollato, si poté rinvenire uno strato di grano bruciato, all'interno del quale si recuperò una moneta ben conservata dell'imperatore Claudio il Gotico (268-270).
Le fondamenta del granaio poggiavano da un lato sulle mura del primo periodo edificatorio del castello, probabilmente molto breve, inquinate più volte da strutture edilizie del secondo periodo. L'archeologo Soproni ipotizzò che l'Horreum conobbe una ristrutturazione sotto i Severi (193-235) e fu danneggiato pesantemente in occasione delle distruzioni di massa avvenute lungo il Limes durante le Guerre marcomanniche (166-180).
L'incendio nel granaio è stato datato sulla base dei reperti all'anno 270, in conseguenza di un attacco quado-vandalico-sarmatico o vandalico-svevo-sarmatico che devastò il Limes della Pannonia. In seguito, l'Horreum fu riparato solo provvisoriamente e fu dotato di un nuovo tetto. Non si registrano ulteriori interventi sull'edificio che rimase fino all'epoca costantiniana in questa forma.
L'utilizzo della necropoli tardoromana situata a sudest del colle fortificato, sotto la casa capitolare barocca, è stato datato sulla base dei ritrovamenti al IV e V secolo. Un'altra necropoli fu rinvenuta presso la vicina chiesa di Sankt-Georgsberg.
L'utilizzo della necropoli tardoromana situata a sudest del colle fortificato, sotto la casa capitolare barocca, è stato datato sulla base dei ritrovamenti al IV e V secolo. Un'altra necropoli fu rinvenuta presso la vicina chiesa di Sankt-Georgsberg.
Nella zona dell'odierna città di Esztergom già in passato furono rinvenuti reperti romani in gran numero, che indicavano la presenza anche di un più grande insediamento civile. In scavi di emergenza effettuati nella zona dell'odierna Wasserstadt, ai piedi del colle fortificato, sono state osservate molteplici tracce del villaggio associato al castello.
Un reperto particolare venne alla luce nel 1890 nella zona della necropoli di Bánom presso Esztergom.
Vi si rinvenne un'iscrizione su un pannello rettangolare proveniente da una tomba relativa a una sepoltura ebraica; essa fu realizzata in pietra per un Iudatus e una Kassia nel III secolo d.c. e riportava una semplice incisione del candelabro a sette bracci (menorah) e sopra la seguente iscrizione latino-greca: Μεμορια Iudati patiri et μεμορια Κασσιε εὐλ(ογία).
UNITA' MILITARI STANZIATE NEL FORTE DI SOLVA
- La Cohors I Augusta Ituraeorum sagittariorum (I coorte augusta degli arcieri iturei) fu di stanza nel forte Ad Statuas (Várdomb). Gli Iturei furono una popolazione siro-arabica concentrata in due centri politico-religiosi libanesi di Hammath-Emesa e Calcide-Eliopoli nel Libano, nell'arco temporale che va dal II secolo a.c. al III secolo. Nel corso della II guerra dacica di Traiano, l'unità fu ritirata dalla Pannonia e annessa all'esercito dacico. Durò fino all'89 d.c.
- La Cohors I Ulpia Pannoniorum milliaria equitata civium Romanorum (I coorte ulpia dei Pannoni miliaria equitata dei cittadini romani, dal 118/119 d.c.), un'unità composta da circa 1000 uomini, prese parte alla guerra dacica dell'imperatore Traiano. Al termine questa unità fu trasferita prima a Carnunto e poi a Esztergom.
- Un diploma militare del 9 ottobre 148 rinvenuto ad Ászár apparteneva a un soldato, congedato con onore dal servizio militare, che era di stanza a Azali, nei dintorni di Solva. Probabilmente queste truppe costruirono anche il primo castello in pietra. A supporto della possibile presenza di questa coorte vi è anche un suo sigillo su un mattone qui rinvenuto.
- Nel IV secolo, una truppa di equites mauri proveniente dall'Africa settentrionale, costituivano la guarnigione di Solua.
- Un diploma militare del 9 ottobre 148 rinvenuto ad Ászár apparteneva a un soldato, congedato con onore dal servizio militare, che era di stanza a Azali, nei dintorni di Solva. Probabilmente queste truppe costruirono anche il primo castello in pietra. A supporto della possibile presenza di questa coorte vi è anche un suo sigillo su un mattone qui rinvenuto.
- Nel IV secolo, una truppa di equites mauri proveniente dall'Africa settentrionale, costituivano la guarnigione di Solua.
- Successivamente stanziò a Solva una unità a cavallo di portatori di scutum, gli Cuneus equitum Scutariorum.
REPERTI ARCHEOLOGICI DI SOLVA (Di Mediatus - Opera propria, CC BY-SA 3.0) |
REPERTI E MONUMENTI
La maggior parte dei reperti provenienti dal castello sono conservati presso il Burgmuseum, una sede secondaria del Museo nazionale ungherese, e nel Museo Balassa-Bálint posto ai piedi del luogo fortificato a Esztergom Conservazione.
I monumenti di Ungheria sono tutelati mediante inserimento nel registro dei monumenti in conformità con la legge n. LXIV del 2001. Il sito archeologico di Esztergom, così come tutte le altre strutture del Limes, sono classificati, in accordo con il comma § 3.1, come beni culturali di interesse nazionale.
Secondo il comma § 2.1, tutti i rinvenimenti sono di proprietà dello Stato, indipendentemente da dove si trovi il luogo di rinvenimento. La violazione del divieto di esportazione di reperti archeologici costituisce reato ed è punibile con la reclusione fino a tre anni.
BIBLIO
- Sándor Soproni - Solva (Esztergom), in: Jenö Fitz (a cura di) - Der Römische Limes in Ungarn - Fejér Megyei Múzeumok - Igazgatósága - 1976 -
- Gabor Hajnoczi, La Pannonia e l'Impero romano (atti di convegno) - Electa - Milano - 1995 -
- Zsolt Visy - The ripa Pannonica in Hungary - Akadémiai Kiadó - Budapest - 2003 -
- Arnaldo Marcone - La frontiera del Danubio fra strategia e politica in AA.VV - Storia di Roma - Einaudi - Torino - 1990 -
- Gabor Hajnoczi, La Pannonia e l'Impero romano (atti di convegno) - Electa - Milano - 1995 -
- Zsolt Visy - The ripa Pannonica in Hungary - Akadémiai Kiadó - Budapest - 2003 -
- Arnaldo Marcone - La frontiera del Danubio fra strategia e politica in AA.VV - Storia di Roma - Einaudi - Torino - 1990 -
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