La basilica è situata all'inizio del tratto extraurbano della via Tiburtina ed ospita la tomba di san Lorenzo, a cui è dedicata, martirizzato nel 258, di san Zosimo, san Sisto III, sant'Ilario, san Damaso II e il beato Pio IX.
Inoltre ospita, per ragioni che ci sfuggono, anche la tomba del famoso uomo politico Alcide De Gasperi. L'intero complesso degli edifici sono territorio del Vaticano, pur trovandosi nel territorio della Repubblica Italiana.
DEFINITO ERRONEAMENTE MONUMENTO FUNEBRE A TERUGIO |
BASILICA MAIOR (IV SECOLO)
COSTANTINO I |
La prima basilica di San Lorenzo venne edificata nei primi del 300 (IV secolo) dall'imperatore Costantino I (274-337) vicino alla tomba del martire Lorenzo, e sopra la tomba fu contemporaneamente costruito un piccolo oratorio.
Dei numerosi sepolcri che fiancheggiavano la Tiburtina antica non rimane più nulla; il grande mausoleo circolare presso l'attuale via di Casal de' Pazzi è stato completamente demolito negli anni Quaranta, mentre nell'urbanizzazione del territorio sono state risparmiate soltanto poche strutture.
Ma lo scempio maggiore avvenne nell'antichità, dove sia i templi, che le basiliche, e i mausolei pagani divennero oggetti di spoglio a favore delle chiese cristiane, spesso costruite sopra i templi pagani.
BASILICA DI PAPA PELAGIO (VI SECOLO)
PELAGIO II |
Tra il IX e il XII secolo, tuttavia, la basilica costantiniana fu probabilmente abbandonata. Ci si chiede perchè ma a quel tempo tutto era in rovina e in abbandono.
Non esistevano più non solo le materie prime ma pure le botteghe di artisti e di artigiani. Ci vorrà il Rinascimento per operare il miracolo della resurrezione artistica.
FACCIATA CON COLONNE DI REIMPIEGO |
BASILICA DI PAPA ONORIO
Papa Onorio III (1150-1227), in occasione forse dell'incoronazione di Pietro II di Courtenay, figlio del re di Francia Luigi VI, come imperatore latino di Costantinopoli, nel 1217 iniziò grandi lavori di ampliamento della basilica di Pelagio II.
La chiesa fu prolungata verso ovest, abbattendo la vecchia abside, l'orientamento fu ribaltato e la vecchia basilica divenne il presbiterio rialzato della nuova chiesa, che presenta ancora oggi un pavimento più alto nella navata centrale.
PAPA ONORIO III |
La facciata è preceduta da un portico del XIII secolo, sostenuto da sei colonne di spoglio con capitelli medievali ionici. Sotto il portico sono conservati alcuni sarcofagi romani.
Gli affreschi delle pareti, sono dello stesso periodo del portico, con storie tratte dalla Vita di san Lorenzo e di santo Stefano protomartire, e miracoli attribuitigli.
Il portale d'ingresso alla basilica è affiancato da due statue marmoree raffiguranti leoni, di stile romanico. La facciata, in laterizio con tre finestre, è stata ricostruita dopo i bombardamenti del 1943. Essa era interamente ricoperta di mosaici, andati per la maggior parte perduti.
Tegurio: nell'architettura dell'alto Medioevo: edicola ottagonale ad archi sorretti da piccoli pilastri e colonne. Il tegurio non c'entra, si tratta del coperchio di un sarcofago romano di marmo issato su 5 colonnette di spoglio, infatti diverse tra loro.
La chiesa è preceduta da un piazzale, voluto da papa Pio IX, ove si trova una colonna di recupero sormontata dalla statua bronzea di San Lorenzo, opera del 1865. Affiancano la chiesa il monastero ed il campanile in stile romanico (XII secolo).La basilica è a tre navate, ed è composta dalle due basiliche costruite in epoca diversa, contigue ma non coassiali tra loro: quella pelagiana (VI secolo), rialzata e trasformata in presbiterio; e quella onoriana (XIII secolo), che costituisce il corpus principale dell'edificio.
BASILICA DI ONORIO
La basilica di Onorio III è a tre navate separate tra loro da 22 colonne di diverso formato e fattura. Sembra certo che le colonne, assieme alle loro basi e alla trabeazione, provengano dal portico d'Ottavia, visto la lucertola e la rana scolpite sul capitello dell'8° colonna a destra.
I nomi greci di quei due animali (Atrachos e Sauros), erano infatti quelli dei due architetti del portico, che d'altronde usavano firmarsi in tal guisa, come si dimostra sul portico d'Ottavia. Gli architetti, sia greci che romani non usavano infatti firmarsi se non a volte con dei simboli.
A destra: sepolcro del cardinale Guglielmo Fieschi, in realtà un sarcofago romano su cui è figurata una scena nuziale, che nulla ha a che vedere con un cardinale, ricoperto da un baldacchino sorretto da colonnette.
Dalla cappella di San Tarcisio, e dell'adiacente sagrestia, si accede al chiostro della fine del XII secolo, da cui, a sua volta, si scende nella catacomba di San Lorenzo.
BASILICA DI PELAGIO
L'ampio presbiterio corrisponde alla navata centrale all'antica basilica fatta costruire da papa Pelagio II: esso è in posizione rialzata e vi si accede attraverso due rampe di scale. Al di sotto vi è la cripta del IV secolo con le tombe dei santi Lorenzo e Stefano.
Il pavimento cosmatesco, così come il suo innalzamento, è dovuto a papa Onorio. Il ciborio, opera dei Cosmati, risale al 1148, ed è composto da quattro colonne di porfido sormontate da una copertura a piramide. In fondo al presbiterio è la sede episcopale del 1254, decorata con mosaici.
Le navate laterali del presbiterio sono sormontate da un matroneo, e sono inquadrate da 10 colonne, con capitelli corinzi e trabeazioni, il tutto di assoluto reimpiego.
Dalla cappella di San Tarcisio, e dell'adiacente sagrestia, si accede al chiostro della fine del XII secolo, da cui, a sua volta, si scende nella catacomba di San Lorenzo.
BASILICA DI PELAGIO
L'ampio presbiterio corrisponde alla navata centrale all'antica basilica fatta costruire da papa Pelagio II: esso è in posizione rialzata e vi si accede attraverso due rampe di scale. Al di sotto vi è la cripta del IV secolo con le tombe dei santi Lorenzo e Stefano.
Il pavimento cosmatesco, così come il suo innalzamento, è dovuto a papa Onorio. Il ciborio, opera dei Cosmati, risale al 1148, ed è composto da quattro colonne di porfido sormontate da una copertura a piramide. In fondo al presbiterio è la sede episcopale del 1254, decorata con mosaici.
Le navate laterali del presbiterio sono sormontate da un matroneo, e sono inquadrate da 10 colonne, con capitelli corinzi e trabeazioni, il tutto di assoluto reimpiego.
IL PAVIMENTO COSMATESCO
Lo stile cosmatesco prende il nome dalla famiglia dei Cosmati, che fiorì a Roma durante il XII e il XIII secolo, stile per cui si utilizzava il vetro unito agli antichi marmi in parte sani e in parte sminuzzati fino a farne tessere da mosaico.
Pertanto il pavimento cosmatesco consisté nella frammentazione di pregiati marmi romani che erano ampiamente usati nei templi e negli edifici pubblici. Poichè si era in epoca di cancellazione del mondo romano, reo di essere pagano, il papa accolse molto volentieri questo sistema di riuso.
LE RELIQUIE
"Quando Maometto II prese Costantinopoli, raccolse con gran cura tutte le reliquie, e le serbò nel suo tesoro, per farne commercio e molti principi offrivano al sultano buone somme per avere da lui una reliquia, e più essa era rara, più era pagata.
Ognuno vede quale autenticità potevano avere le reliquie vendute da Maometto e suoi successori. Saladino sultano di Gerusalemme faceva lo stesso commercio; e così l'Europa fu riempita di quelle reliquie che non reggono neppure alla critica la più superficiale: intanto la Chiesa romana le adora, e ne celebra la festa con uffizio e messa."
Figurarsi le reliquie recuperate dalla catacomba di San Lorenzo.
La catacomba di San Lorenzo, detta anche catacomba di Ciriaca è un cimitero sotterraneo posto sotto l'attuale basilica di San Lorenzo fuori le mura, Essa era un cimitero prima completamente pagano, poi di uso anche cristiano, trasformato magicamente in cimitero esclusivamente cristiano. Il modo era semplice, eccone un esempio sulle iscrizioni:
"Nelle Spagne vi è un S. Viar in gran voga; la di lui santità è autenticata da un pezzo di lapide trovata vicino al suo corpo nel quale è scritto S. Viar: gli archeologi han dimostrato che essa è un frammento di una lapide innalzata ad un prefetto delle strade:
PRAEFECTUS VIARUM;
e della quale non è restato che la S. di praefectus, e il VIAR di viarum.
IL CHIOSTRO INTERNO |
Ed ecco un altro esempio:
IULIA. EVODIA. FILIA. FECIT.CASTAE. MATRI.
ET. BENE. MERENTI.QUAE. VIXIT. ANNIS. LXX.
( Agli Dei Mani
Giulia Evodia figlia, ha fatto questo monumento
di gratitudine alla sua casta madre, che visse 70 anni)
dunque una pagana dove il D.M. fu interpretato come Diva Martyr."
BIBLIO
- Simonetta Ciranna, Spolia e caratteristiche del reimpiego nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma - Roma - Edizioni Librerie Dedalo - 2000 -
- G. Matthiae - San Lorenzo fuori le mura - Roma - Marietti - 1966 -
- A. Muñoz - La Basilica di S.Lorenzo fuori le mura - Roma - Fratelli Palombi - 1944 -
- Orazio Marucchi - Manuale di Archeologia Cristiana - Roma -1933 -
- Theodor Mommsen - Gestorum Pontificum Romanorum vol. I - Berolini - 1898 -
- Andrea Antonio Verardi - La genesi del Liber Pontificalis - Da vescovi di Roma a papi. L'invenzione del «Liber Pontificalis» - Brescia 2013.
- Peter Manseau - La bottega delle reliquie - Fazi - Roma - 2012 -
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