SOTTO S. AGATA DEI GOTI


Santa Agata dei Goti fu fondata nel V secolo a Roma dal generale romano d'origine gota Ricimero (405 - 472), un germano cristiano ariano. È il solo esempio di luogo di culto ariano della comunità gotica romana conservatosi in epoca contemporanea. 

LE COLONNE ROMANE
Il culto ariano era come quello cattolico salvo che sosteneva che la natura divina del Figlio (il Cristo) fosse inferiore a quella di Dio e pertanto il Verbo di Dio non fosse esistito all'inizio ma fosse stato soltanto creato solo in seguito. Per il cattolicesimo invece l'idea era ed è che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uguali.

L'Arianesimo per questa divergenza di ipotesi venne dichiarato eretico e nel 380, sotto l'influsso del vescovo di Milano, Ambrogio (poi fatto santo), venne emanato da Teodosio I e Graziano l'editto di Tessalonica che faceva del credo niceno religione di Stato, escludendo dunque la dottrina ariana.

I vescovi ariani vennero allontanati e tutte le chiese affidate al controllo dei cattolici, vennero proibite le riunioni di culto, con la destituzione e la comminazione di forti multe a vescovi e preti, l'esclusione da professioni onorevoli e lucrose e l'inibizione a fare testamento. In alcuni casi venne prevista la condanna a morte, antesignana dell'Inquisizione.

IL PAVIMENTO COSMATESCO

Ovviamente l'Arianesimo venne sconfitto come tutte le altre varie eresie e nel 593 la chiesa fu riscattata e consacrata al cattolicesimo da papa Gregorio I (540 - 604). E la leggenda narra che il diavolo fece molte resistenze e che, insediatosi in una scrofa, protestò per tre giorni con gran fumi di zolfo e gemiti notturni, finché abbandonò il campo, scacciato da una nuvola profumata che andò a posarsi sull'altare maggiore.

Oggi la chiesa conserva numerose tracce del suo passato pagano, che però non è ascrivibile agli horrea
(i magazzini) di Lucio Nevio Clemente, perchè seppure in alcuni horrea a Roma vennero rinvenuti dei mosaici, i reperti conservati nella Chiesa di Sant'Agata, sembrano di valore esagerato per dei magazzini.

LE COLONNE DI RECUPERO

Infatti già le colonne, di evidente recupero, indicano o una villa privata di aristocratici ed abbienti romani, oppure un edificio pubblico, come un tempio o una basilica. inoltre il numero delle colonne era notevole tanto che ne sono state scartate alcune, come si vede nel portico del cortile, perchè spezzate e non degne di restauro.

Ma ancor più dimostrativo è lo splendido pavimento cosmatesco, ricavato da un pavimento in opus sectile ancor più antico, frammentato e ritagliato in piccoli tasselli, tanto antico che ancora conserva parti di marmi preziosi e di cave non più in uso all'epoca della chiesa, come ad esempio il porfido rosso e il serpentino.



BIBLIO

- M. Trinci Cecchelli, Sull'arianesimo e gli edifici paleocristiani di Napoli, RCCM 10, 1968 -
- Geoffrey Rickman - Roman Granaries and Store Buildings - Cambridge University Press - 1971 -
C. Benocci - Villa Aldobrandini a Roma - Roma - 1992 -

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