CASA DEI CRESCENZI



CASA DEI CRESCENZI

La Casa dei Crescenzi, dotata precedentemente di diversi nomi come: Tor Crescenzia, Tor Monzone, Casa di Cola di Rienzo e Palazzo di Pilato, è un'antica residenza medievale di Roma, situata nel Foro Boario, l'area sacra e commerciale dell'antica Roma collocata lungo la riva sinistra del fiume Tevere, oggi in Via Luigi Petroselli, collocato tra il Tempio di Portuno e il nuovo Palazzo dell'Anagrafe.

La zona del Foro Boario infatti fu demolita nel corso degli anni '30 per rimuovere l'intero quartiere, di origine medievale, e sostituirlo con diversi edifici della pubblica amministrazione, adoperando avveniristici architetti che miravano ad un ardita modernizzazione degli edifici.

L'edificio ha due piani di cui attualmente restano solo il piano terra e parte del piano superiore, e, come facilmente avveniva all'epoca, incorpora numerosi elementi architettonici di antichi edifici romani, soprattutto riguardanti delle terme di epoca bizantina. 


La casa dei Crescenzi fu edificata tra il 1040 e il 1065 da un certo Niccolò, figlio di Crescenzio e Teodora, per controllare gli antichi mulini di Roma e il Ponte Emilio, sul cui transito la famiglia aveva un appalto e pertanto faceva pagare un pedaggio.

La sovrapposizione caotica di stili e elementi è caratteristica dell'epoca, a causa di diverse combinazioni:
- sia perchè la cultura nel campo dell'arte e non solo era ormai svanita,
- sia per non avere la possibilità di avere manodopera specializzata nella lavorazione dei marmi, visto il brusco decadimento di ogni arte dopo la caduta dell'Impero Romano,
- sia perchè molte importazioni dall'oriente e soprattutto dall'Egitto non erano più possibili,
- sia perchè la ricchezza che c'era durante l'Impero Romano era completamente crollata,
- sia perchè all'epoca nessuno vigilava sugli splendidi resti della meravigliosa cultura romana,
- sia perchè vi era un certo fanatismo nella distruzione di un mondo che aveva avuto il torto di essere pagano.

Ma questo ultimo caso non fu quello del Niccolò dei Crescenzi che invece ornò la casa, seppur in modo assolutamente caotico, di molti motivi architettonici antichi, per per "rinnovare l'antico decoro di Roma" che egli molto stimava e rimpiangeva.

Il reverendo Jeremiah Donovan osserva che "La casa è costruita di mattoni e modificata dalla decorazione, costituita da frammenti eterogenei di sculture antiche in marmo e semicolonne barbare e pilastri in mattoni gettati insieme, senza alcun riguardo per il buon gusto e dei principi di architettura" ("Rome Ancient and Modern", 1844).


Si dice sia impossibile identificare tutti i vecchi edifici da cui sono stati ricavati i vari elementi e non potrebbe essere altrimenti, tuttavia alcune decorazioni sono palesemente riferibili al tardo impero, cioè al periodo bizantino, dove i motivi ornamentali sono più pesanti e intricati di quelli precedenti.

Il popolo romano chiamò la struttura "Tor Crescenzia", un misto di palazzo e torre medievale, e il nome continuò anche dopo che la torre crollò nel 1312 durante i conflitti avvenuti con Arrigo VII proclamato in quell'anno Imperatore del Sacro Romano Impero. del complesso rimase in piedi solo la casa, con una lunga iscrizione latina, dettata dallo stesso Niccolò di Crescenzio, collocata sulla cornice curvilinea del portale di ingresso:

«† Nicolao, a cui appartiene questa casa, non fu ignaro che la gloria del mondo non ha nessuna importanza di per sé; non fu la vanagloria a spingerlo a costruire questa casa, ma per rinnovare l'antico decoro di Roma.
† Nelle belle case ricorda i sepolcri e sii sicuro che non resterai lì a lungo, la morte viene con le ali e per nessuno la vita è eterna; la nostra permanenza è breve e il suo corso è leggero. Se fuggissi dal vento, se chiudessi un centinaio di porte o comandassi un migliaio di guardie, non ti sdraieresti senza la morte. Se ti chiudessi in un castello vicino alle stelle, lì è solita prendere chiunque lei voglia.
† Così sorge questa sublime casa, la cui struttura il grande Niccolò, primo fra i primi, costruì delle fondamenta per rinnovare il decoro dei suoi genitori, Crescenzio, suo padre, e Teodora, sua madre.
† Il padre costruì questo illustre edificio dedicato allo stimato figlio Davide

Il termine latino "mansio" presente in questa iscrizione ha dato origine al nome "Tor Monzone", che fu usato per riferirsi all'edificio. 

Nel corso dei secoli, la casa ha avuto anche altri nomi come Casa di Cola di Rienzo a causa della somiglianza tra il nome di Niccolò di Crescenzio e Cola di Rienzo, ma la casa in cui nacque ed abitò il tribuno, fu all'ingresso dell'attuale Ghetto degli ebrei e precisamente sul fine della Via Tamara e nel principio della Via di s. Bartolommeo de' Vaccinari.

Poi venne chiamata Casa di Pilato, perché durante le rappresentazioni della Via Crucis, vi era rappresentata la casa di Ponzio Pilato.

Nell'edificio si trovano altre iscrizioni, di cui alcune indecifrabili. Un'altra, che si trova su una piccola finestra, a lato del portale d'ingresso enuncia "Qui c'è grande onore per il popolo romano e l'effigie indica che mi ha costruito".
Un'atra epigrafe si trova a metà della facciata "Voi che passate presso questa splendida casa, o quiriti, sappiate che Niccolò è l'uomo di questa casa".



L'ABBANDONO

L'edificio fu abbandonato nel XV secolo, come fa notare l'assenza di interventi successivi, finché non venne usato come stalla con fienile annesso. Poi nel 1868, l'edificio fu acquistato dallo Stato della Chiesa e in seguito fu ceduto al Comune di Roma a seguito di contrattazioni varie.

Durante i lavori degli anni 1930 destinati a demolire il monte Capitolino dai suoi dintorni medievali e dei suoi numerosi vicoli, onde dare il via ai nuovi edifici del comune nonchè l'apertura di nuove e larghe strade per far scorrere il traffico della città (come via del Teatro di Marcello e via del Mare), quasi tutta la zona che circondava la Casa dei Crescenzi nel Foro Boario venne demolita.

Oggi l'inizio di via Petroselli (ex via del Mare) a piazza Bocca della Verità è segnato dalla Casa dei Pierleoni, dalla parte della chiesa di San Giorgio in Velabro, e dalla Casa dei Crescenzi in direzione del Tevere, in un contesto urbano completamente diverso da quello dell'epoca. Nel 1939 Casa Crescenzi fu restaurata dal Comune per uso uffici. infatti da allora ospita il "Centro di Studi per la Storia dell’Architettura" ed è chiuso al pubblico.

"La Casa sta presso al Ponte Rotto visibile dal ponte Palatino detto “Ponte de fero”, e dirimpetto al tempio oggidì chiesa di s. Maria Egiziaca, poggiando sul rudere di un bagno termale e sopra alcuni massi di peperino, con mezze colonnine con capitelli e 9 pilastrini che sorreggevano in origine 10 mensolette marmoree ornate di figure di genii e vittorie, e che sostengono cinque pezzi di cornicioni antichi uniti insieme, in cui sono scolpiti ippogrifi, cavalli, genii ed altri ornati.

Sul cornicione altre 9 mensole più sporgenti delle prime reggono un fregio di rosoni ed un corridoio di mattoni mezzo rovinato che pel servizio delle sentinelle girava intorno all'edifizio. Dietro il corridoio s'innalza la torre, ora mozzata di opera laterizia, e che lungo tempo fu ridotta a stalla e fienile dal proprietario prima che fosse acquistata circa tre anni fa dal passato Governo. 

Due pilastri costrutti agli angoli della parte inferiore della torre, per timore d'una totale crollo hanno ridotto il numero delle mezze colonne e de' pilastri, e nella contigua Via della Fontanella hanno nascoste alcune lettere della grande iscrizione, scolpita nell'architrave di travertino della porta d'ingresso con una mezza figura di leone posante, che formava simmetria colf altro tuttora rimasto. 

Da questo lato seguita il cornicione sostenuto da mensole di marmo; il corridoio però che su di esso esisteva rovinò interamente nel 1790. Nella torre si vede praticata una finestra quadrata incontro all'altra riguardante il ponte. Altra finestra arcuata di travertino adorna di due linee d' iscrizione lì accanto alla porta d'ingresso, ed ha scolpito nel parapetto anch'esso di travertino un rosone. 

Una casa o palazzo laterizio della stessa epoca della torre seguita a destra del vicolo, ove dalla parte opposta s'incontra un altro edifizio simile, con una lapide che indica appartenere alla eredità del marchese Crescenzi.



L'INTERNO

Al pianterreno, attraverso un atrio di m. 1,55 di larghezza e coperto con volta a botte, si accede a una sala coperta con volta a crociera: con archi con cornici laterizie a denti di sega che insistono su una cornice orizzontale, sempre a denti di sega, che gira tutt'intorno alla stanza. Sulla destra dell'atrio si accedeva alla scala del piano superiore.

La scala conduce al primo piano, che aveva in origine una copertura a due crociere i cui archi generatori erano impostati su mensole classiche disposti in serie a formare una sorta di peducci. Mensole di minori sono disposte intorno alla curva di imposta degli archi che generano le volte.

Sul muro di prospetto e su quello del fianco originario sono inoltre presenti due absidi di m. 4,50 di apertura, inserite nei muri perimetrali. Sul muro originario del fianco, una cornice di imposta di un arco, a m. 3 di altezza dal pavimento, fa supporre in origine due archi affiancati, impostati su un peduccio centrale: forse per soppalco in legno andato distrutto.

In sintesi la ricostruzione dell'interno riguarda una grande sala rettangolare coperta da due crociere e suddivisa nella metà ovest dal soppalco, contornata dal rimanente perimetro da balconi o ballatoi lignei all'altezza in cui terminano le due absidi. Altri piani dovevano proseguire nella parte alta, identificata come una torre. Con i restauri dell'edificio sono stati ripristinati nella proporzione e posizione originaria sia il soppalco che la scala.


BIBLIO

- L. Crema - L’architettura romana - Torino - 1959 -
- Lucos Cozza - Su una pianta dell'area archeologica centrale di Roma (1870 ca.) - BSR 53 - 1985 -
- Flaminio Vacca - Memorie di varie antichità trovate in diversi luoghi della città di Roma - 1594 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Arnoldo Mondadori Editore -Verona - 1975 -
- Rodolfo Lanciani - Rovine e scavi di Roma antica - The Ruins and Excavations of Ancient Rome: a Companion Book for Students and Travelers - London - Macmillan - 1897 - Roma - Quasar - 1985 -

 


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