FURIO CAMILLO |
Nascita: ?
Morte: ?
Padre: Marco Furio Camillo
Dittatore: 350 a.c. e 345 a.c.
Console: 349 a.c.
" Id firmissimum longe imperium est quo oboedientes gaudent."
Lucio Furio Camillo, ovvero Lucius Furius Camillus, è stato un politico e militare romano ed uno statista di famiglia patrizia. Sembra fosse figlio del conquistatore di Veio, il più famoso Marco Furio Camillo. Comunque venne nominato dittatore per i Comizi (comitiorum habendorum causa) nel 350 a.c. per presiedere le elezioni consolari per il 349, dove fece eleggere, violando le leggi Licinie-Sestie, due patrizi, sé stesso e Appio Claudio Crasso.
Venne nominato console nel 349 a.c. insieme ad Appio Claudio Crasso Inregillense, che però morì all'inizio del mandato. Appio non fu rimpiazzato, per una forma di onore e rispetto nei confronti di Lucio, che già di per sè costituiva una leggenda, che così si trovò solo nella suprema magistratura.
Dopo aver approntato un esercito cittadino composto da ben dieci legioni, un esercito di enorme importanza, Camillo mosse contro i Galli che stazionavano nelle campagne del litorale romano razziando e depredando, sconfiggendoli in campo aperto. Fu in questa campagna che accadde il leggendario episodio del tribuno militare Marco Valerio Corvo, che sconfisse un guerriero gallo in duello.
Il Niebuhr (Römische Geschichte, III, p. 90) riferiva a lui la notizia di Aristotele in Plutarco, Cam., 22, 4, che un certo Lucio avrebbe salvato Roma dai Galli, e di sicuro doveva trattarsi di lui.
Lucio Camillo dovette anche combattere i pirati greci che infestavano il Lazio e ricoprì poi la dittatura per la seconda volta nel 345 a.c. per combattere contro gli Aurunci, improvvisamente ribellatisi al dominio romano. Nel corso della campagna votò il tempio a Giunone Moneta, eretto sul Campidoglio e dedicato l'anno seguente.
" Id firmissimum longe imperium est quo oboedientes gaudent."
(Dimostra di essere solidissimo quel governo in cui tutti obbediscono con grande soddisfazione)
(L. Furio Camillo citato in Tito Livio VIII, 13
Venne nominato console nel 349 a.c. insieme ad Appio Claudio Crasso Inregillense, che però morì all'inizio del mandato. Appio non fu rimpiazzato, per una forma di onore e rispetto nei confronti di Lucio, che già di per sè costituiva una leggenda, che così si trovò solo nella suprema magistratura.
Dopo aver approntato un esercito cittadino composto da ben dieci legioni, un esercito di enorme importanza, Camillo mosse contro i Galli che stazionavano nelle campagne del litorale romano razziando e depredando, sconfiggendoli in campo aperto. Fu in questa campagna che accadde il leggendario episodio del tribuno militare Marco Valerio Corvo, che sconfisse un guerriero gallo in duello.
Il Niebuhr (Römische Geschichte, III, p. 90) riferiva a lui la notizia di Aristotele in Plutarco, Cam., 22, 4, che un certo Lucio avrebbe salvato Roma dai Galli, e di sicuro doveva trattarsi di lui.
Lucio Camillo dovette anche combattere i pirati greci che infestavano il Lazio e ricoprì poi la dittatura per la seconda volta nel 345 a.c. per combattere contro gli Aurunci, improvvisamente ribellatisi al dominio romano. Nel corso della campagna votò il tempio a Giunone Moneta, eretto sul Campidoglio e dedicato l'anno seguente.
BIBLIO
- Livio - Ab Urbe condita libri - VII -
- G. De Sanctis - Storia dei Romani - II - Torino - 1907 -
- E. Pais - Storia di Roma - IV - Roma - 1928 -
- J. Beloch - Römische Geschichte - Berlino - 1926 -
- G. De Sanctis - Storia dei Romani - II - Torino - 1907 -
- E. Pais - Storia di Roma - IV - Roma - 1928 -
- J. Beloch - Römische Geschichte - Berlino - 1926 -
che infestavano il Lazio e ricoprì poi
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