Morte: Costantinopoli, 10 dicembre 1041
Regno: 11 aprile 1034 - 10 dicembre 1041
Incoronazione: 12 aprile 1034
Moglie: Basilissa Zoe Porfirogenita
Incoronazione: 12 aprile 1034
Moglie: Basilissa Zoe Porfirogenita
Michele IV (in greco: Μιχαήλ Δ΄ Παφλαγών, Mikhaēl IV Paphlagōn;) è stato un imperatore bizantino, detto il Paflagone in quanto originario della Paflagonia, antica regione costiera dell'Anatolia centro-settentrionale, e fu basileus dei romei dall'11 aprile 1034 fino alla sua morte.
Nacque nel 1010 in una località sconosciuta della Paflagonia, da una famiglia di piccoli commercianti tanto che in gioventù aveva esercitato il mestiere di cambiavalute ed era stato anche accusato di falsificazione di moneta, a torto o a ragione.
POLITICA INTERNA
Sebbene Zoe avesse sperato che Michele fosse un miglior marito di Romano III, le sue speranze andarono deluse. Il nuovo imperatore era privo di cultura e soffriva di epilessia; per cui delegò la gestione delle finanze, al fratello Giovanni che ne aveva dimestichezza. Quanto a Zoe, l'imperatore la confinò nei suoi appartamenti e non la vide quasi mai.
Per giunta si diede alla vita ascetica, fuggendo ogni contatto con l'imperatrice, moltiplicando i pellegrinaggi, fondando e colmando di doni chiese e monasteri, cercando la compagnia dei monaci.
L'amministrazione del parakoimomenos Giovanni, sebbene permise un recupero delle entrate fiscali ed un miglioramento delle forze armate, ma fu pesante per le tasse alla popolazione, Tanto più che vi furono un inverno rigido, una carestia e un'invasione di locuste, che cominciò a provocare una sollevazione popolare.
GLI ATTENTATI
- Nel 1034, Costantino Dalasseno, Duca d'Antiochia, fu arrestato con l'accusa di tradimento;
- nel 1037 la Basilissa Zoe fu coinvolta in una congiura volta ad assassinare il parakoimomenos Giovanni;
- nel 1038 scoppiò un ammutinamento in Anatolia che fu soppresso dal fratello dell'imperatore, Costantino;
- nel 1040, fu scoperta una vasta congiura, capeggiata da Michele Cerulario, il quale, scoperto, fu costretto ad andare in esilio in un Monastero mentre lo stratego di Teodisiopoli si ribellò e pose sotto assedio la città di Tessalonica
POLITICA ESTERA
Per la politica estera le cose non andarono bene:
- gli arabi saccheggiarono Mira,
- i Serbi si liberarono dal vassallaggio bizantino,
- i Pechenghi saccheggiarono ripetutamente i Balcani fino alle porte di Tessalonica.
Poi l'aumento delle capacità militari della flotta permise di tenere sotto controllo la pirateria, in Armenia l'esercito bizantino conquistò l'importante piazzaforte musulmana di Berkri sul Lago Van mentre la città siriana di Edessa fu liberata dai rinforzi imperiali.
Nel 1038 Michele affidò al generale Giorgio Maniace il una campagna contro gli arabi in Sicilia, al quale garantì un numeroso esercito, di mercenari variaghi e longobardi, più un piccolo distaccamento di trecento normanni comandati da Guglielmo Braccio di Ferro, mandati dal principe longobardo Guaimario IV di Salerno, anch'egli nemico degli arabi.
Agli inizi, prevalsero le truppe bizantine le quali, dopo aver conquistato Messina e Siracusa erano riuscite a sconfiggere quelle saracene in tutti gli scontri campali; poi, però l'esercito imperiale rimase privo di rifornimenti a causa delle sconfitte subite dalla flotta, guidata dal cognato dell'imperatore, Stefano Calafato.
Scoppiò una ribellione, che costrinse Maniace e le truppe rimastegli fedeli a riparare in Puglia. A corte giunsero notizie circa una presunta congiura, questa volta capeggiata da Maniace stesso, e l'imperatore decise di rimuoverlo dal comando e di incarcerarlo.
Negli anni seguenti i mercenari normanni attaccarono i domini bizantini in Italia mentre diverse signorie locali dichiararono la loro completa indipendenza, con il risultato di lasciare all'Impero la sola parte meridionale della Puglia.
LA RIVOLTA BULGARA
Nel 1040, in parte per la scarsità dei viveri, in parte per l'aumento della pressione fiscale scoppiò un pericoloso moto separatista che interessò sia la Serbia sia le regioni dell'antico impero bulgaro, già conquistato da Basilio II.
I rivoltosi, uniti sotto Peter Delyan, discendente della famiglia imperiale bulgara, non solo riuscirono a sconfiggere le guarnigioni bizantine ma furono anche in grado di conquistare la strategica piazzaforte di Belgrado ove il medesimo Delyan fu incoronato "Imperatore di Bulgaria" .
L'imperatore affidò la repressione al Duca di Durazzo ma poi, temendo che gli si rivoltasse contro, decise di rimuoverlo; le truppe, in gran parte di origine bulgara, si unirono alla rivolta e costrinsero l'esercito imperiale a ritirarsi a Tessalonica. Delyan, intanto, dopo aver occupato Durazzo ed essersi assicurato la lealtà della popolazione dell'Epiro, sconfisse lo stratego dell'Ellade e conquistò parte della Grecia continentale.
L'anno seguente l'arrivo di un contingente di oltre 40.000 mercenari variaghi permise all'imperatore di intraprendere la controffensiva; dopo alcuni mesi, l'esercito ribelle si dissolse e l'imperatore poté riconquistare l'intera Bulgaria, mentre la Serbia, sotto la guida di Stefano Vojislav, divenne un principato indipendente. Dopo la vittoria, l'imperatore tenne un trionfo a Costantinopoli ma ormai appariva debilitato.
LA MORTE
Negli ultimi anni di regno, indebolito dalla epilessia e dall'idropisia, Michele si dedicò alle funzioni religiose, dispose forti contributi alla ricostruzione di diverse chiese e monasteri della capitale e cercò pace nella visita al santuario di San Demetrio a Tessalonica, sperando in una guarigione che non venne.
Nacque nel 1010 in una località sconosciuta della Paflagonia, da una famiglia di piccoli commercianti tanto che in gioventù aveva esercitato il mestiere di cambiavalute ed era stato anche accusato di falsificazione di moneta, a torto o a ragione.
La sua modesta vita cambiò quando il fratello maggiore Giovanni, un eunuco, si trasferì a Costantinopoli dove ottenne prima la direzione dell'orfanotrofio e alcuni anni dopo, venne ammesso alla corte imperiale con il prestigioso titolo di parakoimomenos e poté invitare i fratelli minori, tra cui Michele, a palazzo.
Giovane e bello, Michele immediatamente colpì la capricciosa Basilissa Zoe Porfirogenita che si innamorò di lui avendo essa circa 56 anni e lo nominò del prestigioso titolo di ciambellano di corte. Informato da sua sorella dell'intrigo l'imperatore Romano III, marito di Zoe, decise di interrogare Michele ma questi, giurando su alcune reliquie sacre, negò ogni accusa.
Poi, la mattina dell'11 aprile 1034, Romano III fu trovato morto nei suoi appartamenti; evidentemente avvelenato e lo stesso giorno, Zoe sposò Michele in una cerimonia privata a Palazzo. Molti pensarono che Romano III era stato assassinato con un veleno per mano della moglie e che Michele, per accelerare la morte, avesse annegato l'imperatore nella vasca da bagno.
Il 12 aprile la coppia convocò a Palazzo il Patriarca Alessio I per officiare l'incoronazione del nuovo imperatore; il patriarca, convinto da un generoso un donativo, incoronò Michele IV quale Basileus.
Sebbene Zoe avesse sperato che Michele fosse un miglior marito di Romano III, le sue speranze andarono deluse. Il nuovo imperatore era privo di cultura e soffriva di epilessia; per cui delegò la gestione delle finanze, al fratello Giovanni che ne aveva dimestichezza. Quanto a Zoe, l'imperatore la confinò nei suoi appartamenti e non la vide quasi mai.
Per giunta si diede alla vita ascetica, fuggendo ogni contatto con l'imperatrice, moltiplicando i pellegrinaggi, fondando e colmando di doni chiese e monasteri, cercando la compagnia dei monaci.
L'amministrazione del parakoimomenos Giovanni, sebbene permise un recupero delle entrate fiscali ed un miglioramento delle forze armate, ma fu pesante per le tasse alla popolazione, Tanto più che vi furono un inverno rigido, una carestia e un'invasione di locuste, che cominciò a provocare una sollevazione popolare.
GLI ATTENTATI
- Nel 1034, Costantino Dalasseno, Duca d'Antiochia, fu arrestato con l'accusa di tradimento;
- nel 1037 la Basilissa Zoe fu coinvolta in una congiura volta ad assassinare il parakoimomenos Giovanni;
- nel 1038 scoppiò un ammutinamento in Anatolia che fu soppresso dal fratello dell'imperatore, Costantino;
- nel 1040, fu scoperta una vasta congiura, capeggiata da Michele Cerulario, il quale, scoperto, fu costretto ad andare in esilio in un Monastero mentre lo stratego di Teodisiopoli si ribellò e pose sotto assedio la città di Tessalonica
POLITICA ESTERA
Per la politica estera le cose non andarono bene:
- gli arabi saccheggiarono Mira,
- i Serbi si liberarono dal vassallaggio bizantino,
- i Pechenghi saccheggiarono ripetutamente i Balcani fino alle porte di Tessalonica.
Poi l'aumento delle capacità militari della flotta permise di tenere sotto controllo la pirateria, in Armenia l'esercito bizantino conquistò l'importante piazzaforte musulmana di Berkri sul Lago Van mentre la città siriana di Edessa fu liberata dai rinforzi imperiali.
Nel 1038 Michele affidò al generale Giorgio Maniace il una campagna contro gli arabi in Sicilia, al quale garantì un numeroso esercito, di mercenari variaghi e longobardi, più un piccolo distaccamento di trecento normanni comandati da Guglielmo Braccio di Ferro, mandati dal principe longobardo Guaimario IV di Salerno, anch'egli nemico degli arabi.
Agli inizi, prevalsero le truppe bizantine le quali, dopo aver conquistato Messina e Siracusa erano riuscite a sconfiggere quelle saracene in tutti gli scontri campali; poi, però l'esercito imperiale rimase privo di rifornimenti a causa delle sconfitte subite dalla flotta, guidata dal cognato dell'imperatore, Stefano Calafato.
Scoppiò una ribellione, che costrinse Maniace e le truppe rimastegli fedeli a riparare in Puglia. A corte giunsero notizie circa una presunta congiura, questa volta capeggiata da Maniace stesso, e l'imperatore decise di rimuoverlo dal comando e di incarcerarlo.
Negli anni seguenti i mercenari normanni attaccarono i domini bizantini in Italia mentre diverse signorie locali dichiararono la loro completa indipendenza, con il risultato di lasciare all'Impero la sola parte meridionale della Puglia.
GIORGIO MANIACE PRIGIONIERO A COSTANTINOPOLI |
LA RIVOLTA BULGARA
Nel 1040, in parte per la scarsità dei viveri, in parte per l'aumento della pressione fiscale scoppiò un pericoloso moto separatista che interessò sia la Serbia sia le regioni dell'antico impero bulgaro, già conquistato da Basilio II.
I rivoltosi, uniti sotto Peter Delyan, discendente della famiglia imperiale bulgara, non solo riuscirono a sconfiggere le guarnigioni bizantine ma furono anche in grado di conquistare la strategica piazzaforte di Belgrado ove il medesimo Delyan fu incoronato "Imperatore di Bulgaria" .
L'imperatore affidò la repressione al Duca di Durazzo ma poi, temendo che gli si rivoltasse contro, decise di rimuoverlo; le truppe, in gran parte di origine bulgara, si unirono alla rivolta e costrinsero l'esercito imperiale a ritirarsi a Tessalonica. Delyan, intanto, dopo aver occupato Durazzo ed essersi assicurato la lealtà della popolazione dell'Epiro, sconfisse lo stratego dell'Ellade e conquistò parte della Grecia continentale.
L'anno seguente l'arrivo di un contingente di oltre 40.000 mercenari variaghi permise all'imperatore di intraprendere la controffensiva; dopo alcuni mesi, l'esercito ribelle si dissolse e l'imperatore poté riconquistare l'intera Bulgaria, mentre la Serbia, sotto la guida di Stefano Vojislav, divenne un principato indipendente. Dopo la vittoria, l'imperatore tenne un trionfo a Costantinopoli ma ormai appariva debilitato.
LA MORTE
Negli ultimi anni di regno, indebolito dalla epilessia e dall'idropisia, Michele si dedicò alle funzioni religiose, dispose forti contributi alla ricostruzione di diverse chiese e monasteri della capitale e cercò pace nella visita al santuario di San Demetrio a Tessalonica, sperando in una guarigione che non venne.
Aggravandosi il suo male, ai primi di dicembre 1041 Michele si fece trasportare nel convento di S. Argiro, dove morì il 10 dicembre.
Il parakoimomenos Giovanni, ormai vero padrone dello Stato, aveva già indotto Zoe ad adottare come figlio e a nominare cesare un suo nipote, Michele Calafato, nato da una sua sorella e da certo Stefano, operaio calafato, che era stato elevato alla dignità di patrizio.ad adottare quale figlio, figlio di Stefano, marito della sorella dell'imperatore.
- Georg Ostrogorsky - Storia dell'Impero bizantino - Milano - Einaudi - 1968 -
- Salvatore Impellizzeri - Imperatori di Bisanzio (Cronografia) - Vicenza - 1984 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano - Garzanti - 1985 -
- Giorgio Ravegnani - I trattati con Bisanzio 992-1198 - Venezia - Il Cardo - 1992 -
- G. L. Schlumberger - L'épopée byz. à la fin du Xe siècle, III - Les Porphyrogénètes Zoé et Théodora (1025-1057) - Parigi - 1905 -
- Charlie Diehl - Zoé la Porphyrogènéte - in Figures byzantines - Parigi - 1920 -
Il parakoimomenos Giovanni, ormai vero padrone dello Stato, aveva già indotto Zoe ad adottare come figlio e a nominare cesare un suo nipote, Michele Calafato, nato da una sua sorella e da certo Stefano, operaio calafato, che era stato elevato alla dignità di patrizio.ad adottare quale figlio, figlio di Stefano, marito della sorella dell'imperatore.
- Georg Ostrogorsky - Storia dell'Impero bizantino - Milano - Einaudi - 1968 -
- Salvatore Impellizzeri - Imperatori di Bisanzio (Cronografia) - Vicenza - 1984 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano - Garzanti - 1985 -
- Giorgio Ravegnani - I trattati con Bisanzio 992-1198 - Venezia - Il Cardo - 1992 -
- G. L. Schlumberger - L'épopée byz. à la fin du Xe siècle, III - Les Porphyrogénètes Zoé et Théodora (1025-1057) - Parigi - 1905 -
- Charlie Diehl - Zoé la Porphyrogènéte - in Figures byzantines - Parigi - 1920 -
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