ROMANO III ARGIRO

ROMANO III


Nascita:
Costantinopoli 968
Morte: Costantinopoli 11 aprile 1034
Padre: Fozio Argiro
Fratelli:
- Basilio Argiro, generale e stratega,
- Leone militò in Italia,
- Pulcheria sposò il magistros Basilio Sklero,
- un'altra sorella che sposò Costantino Karanteno,
- Maria, moglie del figlio del Doge di Venezia
Nonno: Romano Lecapeno
Nonna: Agata Lecapeno
Prima moglie: Elena 
Figlia: ? Argira, promessa sposa a Enrico III il Nero.
Seconda moglie: Zoe, senza figli
Incoronazione: 12 novembre 1028


Romano III Argiro (in greco: Ρωμανός Γ΄ Αργυρός , Rōmanos III Argyros) è stato un imperatore bizantino, ovvero basileus dei romei dal 15 novembre 1028 fino alla sua morte. Nacque dalla nobile famiglia degli Argiri: i nomi dei genitori non sono conosciuti, tuttavia, ma il padre fu Fozio Argiro che sconfisse gli Ungari nel 958 oppure Eustazio Argiro, noto per aver commissionato un poema in onore dell'imperatore Romano II nel 950.
 
Discendeva per linea femminile da Romano Lecapeno, infatti ricevette il nome Romano in onore del nonno paterno che aveva sposato Agata, figlia di Romano I Lecapeno.

Aveva diversi fratelli e sorelle:
- Basilio Argiro fu un importante generale e stratego sotto Basilio II,
- Leone militò in Italia ove fu ucciso nel 1017,
- Pulcheria sposò il magistros Basilio Sklero,
- un'altra sorella  che sposò il Duca d'Antiochia Costantino Karanteno,
- infine Maria che fu moglie di Giovanni Orseolo, figlio di Pietro, Doge di Venezia

Fino all'età di sessant'anni visse lontano dalla politica, per il resto fu variamente giudicato. Chi lo ritenne fatuo e pauroso e chi tranquillo e poco ambizioso, fu effettivamente dedito a studi di filosofia e agli affetti familiari.

Fece però una carriera nel suo campo:
- servì come giudice krites nel thema dell'Opsikion, con il rango protospatharios, e divenne noto per la repressione degli eretici di Akmoneia;
- in seguito fu promosso a quaestor e divenne giudice dell'Ippodromo; in tali vesti fu menzionato anche nella Peira, un importante compendio di casi giurisprudenziali redatto da Eustathios Rhomaios.
- Sotto Basilio II ricevette ulteriori promozioni al rango di patrikios,
- poi al titolo di sovrintendente per la Basilica di Hagia Sophia,
- fino al titolo di Eparca, prefetto della Capitale.

Ma dovette cambiare repentinamente vita tra l'8 e l'11 novembre 1028 per volere di Costantino VIII che dalla morte del fratello Basilio II, aveva regnato senza gloria e senza responsabilità; ma essendosi ammalato e sentendosi vicino alla morte e non avendo altri discendenti che due figlie nubili, ebbe la bella idea di dare marito alla maggiore, Zoe.
La sua scelta cadde su Romano che venne obbligato, pena l'accecamento, a divorziare dalla moglie che amava e a sposare Zoe. L'11 novembre, alla morte di Costantino, fu riconosciuto imperatore.

L'INCORONAZIONE

INCORONAZIONE

Romano con suo gran dolore dovette divorziare dall'amata moglie e risposarsi con Zoe il 12 novembre 1028; tre giorni dopo Costantino VIII morì e Romano gli successe come imperatore.

Romano aveva uno spirito poco pratico e si rifaceva con un tocco di esaltazione ai suoi modelli ideali, quali Marco Aurelio e Traiano, egli cercò disperatamente di imitarne gli esempi ma con scarso successo.



ECONOMIA

Durante il suo regno, ridusse il carico fiscale, abolì l''allenlengyon, tassa speciale che Basilio II aveva imposto alla nobiltà, bloccando le contribuzioni speciali e onerose che Basilio aveva imposto sui dynatoi per ridimensionarne il potere politico ed economico. Dette un'amnistia ai condannati politici, condonò la pena ai carcerati per debiti; poi intraprese una costosa politica di lavori pubblici, specie nella Capitale.

La diminuzione delle entrate però pesò sull'erario, tanto più per i mali che si abbatterono sull'Impero, dalla carestia, ai terremoti e all'invasione delle cavallette, sia soprattutto per le ingenti somme che Romano spese per creare e abbellire chiese e conventi e per innalzare nuovi monumenti.



POLITICA ESTERA

Nelle questioni militari, Romano era assolutamente incompetente: nel 1030 condusse personalmente un forte esercito contro gli emiri di Aleppo per annetterne la città, all'epoca tributaria dell'impero, ma venne sconfitto nella battaglia di Azaz, e a stento salvò la vita fuggendo ad Antiochia.

In tal modo provocò la reazione degli arabi, finchè nel 1032, il giovane generale Giorgio Maniace li sconfisse nei pressi di Edessa, liberandola dall'assedio; allora l'emiro di Aleppo intraprese i negoziati che si conclusero con la restaurazione del protettorato.



NELLA COPPIA

Nei primi mesi di regno Romano cercò di mantenere una relazione amichevole con la moglie ma presto la diversità di interessi, le forti spese di lei e la mancanza di figli, generarono astio, soprattutto quando l'imperatore portò a palazzo un'amante ufficiale per avere un erede.

Questo fatto portò alla rottura con la moglie e con la fazione della corte che ne sosteneva i diritti dinastici; ne conseguirono numerosi tentativi di attentato contro l'imperatore, ispirati dalla cognata, Teodora, per la restaurazione della Dinastia Macedone.



LA MORTE

L'insuccesso militare e l'aggravamento delle imposte resero Romano impopolare. così che fiorirono le congiure contro di lui, una da Prusianus, figlio dell'ultimo re di Bulgaria e già generale dell'esercito bizantino, e un'altra da Costantino Diogene, nipote dello stesso Romano, ambedue per istigazione o almeno la connivenza di Teodora, sorella di Zoe.

Nel 1034, Zoe si innamorò di un giovane cortigiano, Michele, fratello dell'eunuco Giovanni; l'imperatore sottopose il giovane ad un interrogatorio ma senza esito in quanto Michele, sotto giuramento, negò le accuse; ma nella notte fra l'11 e il 12 aprile 1034 Romano venne soffocato nella vasca da bagno: si disse che la morte era avvenuta per disgrazia, ma si pensò anche a un avvelenamento.
Fu seppellito nella Chiesa di Santa Maria Peribleto a Costantinopoli e subito dopo Zoe sposò Michele.


BIBLIO

- J. B. Bury - Roman Emperors from Basil II to Isaac Komnemos - 1889 - ripubl. in Selected Essay, Cambridge -1930 -
- Charles Diehl - Zoé la Porphyrogénète - in Figures byzantines, I - Parigi 1920 -
- Charles Diehl - Figure bizantine - introduzione di Silvia Ronchey - Einaudi - 2007 -
- Anne J. Duggan, Queens and Queenship in Medieval Europe, The Boydell Press, 1997.
- Lynda Garland - Byzantine Empresses: Women and Power in Byzantium 527-1204 - Routledge - 1999 
- Georg Ostrogorsky, Storia dell'Impero bizantino, Milano, Einaudi, 1968
- Salvatore Impellizzeri, Imperatori di Bisanzio (Cronografia) 2 vol., Vicenza, 1984.

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