CULTO DI NOCTIS



NYX

« Dunque, per primo fu il Chaos, e poi
Gaia dall'ampio petto, sede sicura per sempre di tutti
gli immortali che tengono le vette dell'Olimpo nevoso,
e Tartaro nebbioso nei recessi della terra dalle ampie strade,
e poi Eros, il più bello fra gli Dei immortali,
che rompe le membra, e di tutti gli Dei e di tutti gli uomini
doma nel petto il cuore e il saggio consiglio.
Da Chaos nacquero Erebo e nera Nyx.
Da Nyx provennero Etere e Hemere
che lei partorì concepiti con Erebo unita in amore con Eros
»

(Esiodo - Teogonia - Einaudi-Gallimard - Mondadori -2007)

La Notte sarebbe la luce scura, da lei incarnata, che cade dalle stelle e si impone sugli uomini e sugli Dei. Secondo la tradizione, Nyx percorreva i cieli avvolta nel suo mantello scuro, su un carro trainato da quattro cavalli neri.

PHANES
Esiodo sostiene che viveva nel Tartaro; per il mito greco la sua dimora si trovava oltre il paese di Atlante, nell’estremo Occidente, al di là delle Colonne d’Ercole, là dove i Greci ritenevano che il mondo avesse termine e ci fosse solo l’Oscurità, la Notte.

Notte o Nyx (in greco antico: Nύξ, Nýx, "notte") è una delle divinità primordiali della mitologia greca, una delle Grandi Madri locali poi spodestate da altri popoli che adoravano altri Dei. I miti su di lei sono numerosi ma con alcune divergenze. 

Secondo la Teogonia di Esiodo, Notte, personificazione della notte terrestre, in contrapposizione al fratello Erebo, che rappresentava la notte del mondo infernale, era figlia di Caos, ma nella cosmogonia orfica era figlia di Phanes, una divinità primigenia della procreazione e dell'origine della vita nella cosmogonia orfica. Orfeo ritiene Notte la madre del cosmo e di Eros nato dall'Uovo cosmico.

Invece nelle Fabulae, una raccolta di miti e leggende, Igino la dice figlia di Caos e di Caligine, una divinità primigenia che appare raramente nella mitologia e nella letteratura greca:

« ex Caligine Chaos.
ex Chao et Caligine Nox Dies Erebus Aether.
 »

(Igino, Fabulae', Prefazione, libro I)

Era inoltre contrapposta ai suoi figli Etere, "la luce", divinità del cielo superiore e più puro, della luminosità del giorno, dell'aria superiore che solo gli Dei respirano, in contrapposizione all'aria respirata dai mortali.

Ma Noctis era contrapposta pure a Emera "il giorno", divinità primordiale del giorno, figlia di Erebo e Notte, o di Crono, o di Caos, che generò con Etere i figli Gea, Urano e Talassa.

Notte era una delle divinità più antiche, dimorava nel cielo e secondo Omero, perfino Zeus la temeva.
Questa divinità venne adottata dalla mitologia romana con il nome di Nox. 

Comunque essendo la notte della Terra e non quella dell'Erebo, cioè degli Inferi, alla Dea Noctis erano estranei tutti gli esseri dell'oscurità che creano spavento negli uomini, e cioè fantasmi, incubi, mostri, larve e demoni.

La notte, pur essendo contraria alla vita diurne degli uomini, era comunque una divinità benevola perchè consentiva il riposo degli uomini attraverso il benefico sonno, apportato da suo figlio Ipnos.



I FIGLI DI NOTTE

Notte. o Noctis, fu madre di altre divinità primordiali: 
- secondo Esiodo (nella "Teogonia") e pure secondo Cicerone (nel "De natura deorum"), da suo fratello Erebo Notte ebbe Etere ed Emera; 
- secondo Cicerone, e pure Igino, fu madre anche di Eros, sempre da Erebo; 
- Bacchilide (poeta greco del VI secolo a.c.) afferma invece che Emera la concepì con Crono (Saturno).
- Dai romani era considerata anche madre di Erumna (Aerumna in latino), la Dea dell'incertezza e dell'inquietudine, in compagnia del Dolore e del Timore

DEA EMERA
Fu anche madre di alcuni daimones (a volte "personificazioni"). Nella Teogonia, Esiodo dice che, senza controparte maschile, Notte da sola generò i vari Dei, in ossequio all'immagine della Grande Madre che era sempre Vergine, in realtà immagine della Madre natura. Questi sono:

- Acli - la divinità dei veleni e personificazione della tristezza, disperazione e lamento.

- Apate - divinità dell'inganno, uno degli spiriti contenuti nel vaso di Pandora, figlia di Nyx ed Erebo.

- Arai - Le Arai erano le tre Dee della vendetta. Ogni volta che qualcuno veniva ucciso sulla Terra e lanciava una maledizione al suo assassino, le Arai punivano il colpevole come meritava. La loro reggia era nel Tartaro. Secondo Esiodo erano figlie della Notte.

- Eris - Dea della discordia; furiosa perchè non invitata alle nozze di Peleo e Teti, fece rotolare una mela d'oro, secondo alcuni presa nel giardino delle Esperidi, destinata "alla più bella" fra le divine convitate. La disputa che sorse fra Era, Atena e Afrodite per l'assegnazione del frutto e del titolo, condusse al giudizio di Paride e in seguito al ratto di Elena che originò la guerra di Troia.

- Esperidi - Ninfe in genere nel numero di tre che custodivano insieme al serpente Ladone il giardino con l'albero delle mele d'oro. Raffigurate sempre al tramonto.
« La Notte a luce die' l'odioso Destino la Parca
negra la Morte il Sonno fu madre alla stirpe dei Sogni
(né con alcuno giacque per dar loro vita l'Ombrosa).
Poi Momo partorì la sempre dogliosa Miseria
l'Esperidi che cura di là dall'immenso Oceano
hanno degli aurei pomi degli alberi gravi di frutti
e le dogliose Moire che infliggono crudi tormenti
. »
(Teogonia, versi 212-222)

GIARDINO DELLE ESPERIDI

- Geras - Secondo Esiodo, Gēras era figlio di Notte. Igino aggiunge che suo padre era Erebo. La sua figura è conosciuta soprattutto grazie alle rappresentazioni sui vasi che lo mostrano con l'eroe Eracle; purtroppo il mito che li univa è andato perso. Era raffigurato come un vecchietto piccolo e raggrinzito.

- Moire - Nella Teogonia di Esiodo compaiono due come figlie della Notte e come figlie di Zeus e Temi, oppure sono figlie di Zeus ed Ananke, personificazioni del destino ineluttabile. Tessevano il filo del fato di ogni uomo, lo svolgevano ed infine lo recidevano segnandone la morte.

- Momo - Cicerone lo dice figlio della Notte e di Ipno (Hypnos).. Era rappresentato come un omino calvo e minuto, senza vestiti e con in mano una maschera ed un bastone. Secondo Esiodo personificava il sarcasmo e la critica esagerata.

- Moros -  personificazione del destino avverso ed inevitabile, che porta ogni essere, mortale o meno verso la sua fine prestabilita, neppure Zeus può sconfiggerlo.

- Oneiroi - Personificazioni dei sogni.

IPNOS

- Ipnos - Il Dio del sonno, figlio di Nyx e fratello gemello di Thanatos, che è la personificazione della morte.
« Dall’alma il corpo, al dolce Sonno imponi
Ed alla Morte, che alla licia gente
Il portino. I fratelli ivi e gli amici
L’onoreranno di funereo rito
E di tomba e di cippo, alle defunte
Anime forti onor supremo e caro.
...D’immortal veste avvolgi: indi alla Morte
Ed al Sonno gemelli fa precetto
Che all’opime di Licia alme contrade
» 

(Omero, Iliade vv. 453-458 e 681-683)

- Nemesi - Dea della "distribuzione della Giustizia" secondo alcuni figlia di Zeus, secondo altri figlia di Oceano e Notte e poi posseduta dallo stesso Zeus nel tempio di Ramnunte, generando un uovo che viene consegnato a Leda e da cui usciranno Elena e i Dioscuri.

- Philote - Personificazione di: affetto, amicizia, sessualità; Philotes rappresenta lo spirito delle buone cose come Neikea rappresenta lo spirito delle cose cattive.

- Ker e le Keres - Personificazioni del destino dei guerrieri o della morte violenta che colpiva durante duelli o azioni furtive.

EROS

IGINO

Anche Igino le attribuisce più o meno gli stessi figli, ma stavolta generati con Erebo: 

- Amor (Eros) - Dio dell'amore e del sesso, a Roma prese il nome di Cupido.

- Continentia (Sofrosine) - figlia di Érebus e della Notte, ed era uno degli spiriti fuggiti dal vaso di Pandora quando lo aprì. Così Sofrosina fuggì nell'Olimpo, abbandonando per sempre il genere umano. Era la personificazione della moderazione e dell'autocontrollo, ovvero della molto apprezzata virtù della "continenza".

- Discordia (Eris) - Dea della inimicizia, vedi sopra.

- Prudentia (Epifrone) - Considerata dai romani una grande virtù, il contrario della avventatezza e dell'esaltazione, come capacità di osservare e riflettere, nonchè di razionalità.

- Le Esperidi - vedi sopra -

Eufrosine (Letizia) - Dea della gioia e letizia o serena letizia, quindi una gioia senza esaltazione è euforia.

- Fatum (Moros) - Fatum o Ananke, il destino ineluttabile, vedi sopra.

- Letum (Ker) - Dea della morte violenta, mentre Thanatos è la morte naturale. Sorvola i campi di battaglia  succhiando sangue ai guerrieri o ai loro nemici.

- Miseria (Oizys) - rappresentata seduta su una roccia, magrissima con le vesti lacere e le guance rigate di sangue, era la dea della miseria e della sventura.

- Misericoria (Eleos) - dal latino misericors (genitivo misericordis) e da misereor (ho pietà) e cor -cordis (cuore), provare compassione e misericordia.

Mors (Tanato) - Il carattere di Tanato è arrogante e impulsivo, amante del sangue e della violenza, quale potenza inevitabile e inflessibile. Nemico implacabile del genere umano, odioso anche agli immortali, ha fissato il suo soggiorno nel Tartaro o dinanzi alla porta dell'"Elisio" e degli "Inferi".

« Hanno le case qui della torbida Notte i figliuoli
la Morte e il Sonno Numi terribili; e mai non li mira
lo scintillante Sole coi raggi né quando egli ascende
il ciel né quando giú dal cielo discende. Di questi
sopra la terra l'uno sul dorso infinito del mare
mite sorvola ha cuore di miele per gli nomini tutti:
di ferro ha l'altra il cuore di bronzo implacabile in petto
l'alma gli siede; e quando ghermito ha una volta un mortale
più non lo lascia; e lei detestano sin gl'Immortali.
»
(Esiodo, Teogonia, vv. 758-766)

- Nemesis (Retributione) - vedi sopra.

- Le Parche (Moire) - vedi sopra.

- Petulantia (Hybris) - personificazione del comportamento oltraggioso, presuntuoso, arrogante, violento e petulante.

- Senectus (Geras) - Secondo Esiodo, Geras era figlio di Notte e per Igino suo padre era Erebo. La sua figura è conosciuta soprattutto grazie alle rappresentazioni sui vasi che lo mostrano con l'eroe Eracle; purtroppo il mito che li univa è andato perso.
Era raffigurato come un vecchietto piccolo e raggrinzito. Il suo equivalente nella mitologia romana era Senectus, mentre il suo opposto era Ebe, la Dea della giovinezza.

- Somnia (Oneiroi) - vedi sopra.

- Somnus (Ipno) - vedi sopra.

- Stige - Secondo il mito lo Stige si estendeva nella "palude Stigia", che ostacolava la strada per arrivare all'oltretomba; gli altri fiumi infernali erano Cocito (fiume dei pianti), Acheronte (fiume del dolore), Flegetonte (fiume del fuoco) e Lete (fiume dell'oblio).
Gli Dei lo chiamavano a testimone nei loro giuramenti, dato che la potenza del fiume era tale che anch'essi la temevano, e tale giuramento era inviolabile: se un Dio era sospettato di mentire Zeus gli faceva bere una dell'acqua di questo fiume e se aveva mentito il Dio passava un anno in coma e nove anni lontano dai simposi.
Le sue acque avevano anche il potere di rendere invulnerabili: Teti infatti vi immerse il neonato Achille tenendolo però per il tallone, che non essendo stato toccato dall'acqua divenne il suo punto debole.

NEMESI


CICERONE

Cicerone le attribuisce, sempre con Erebo:

- Amor (Eros) - vedi sopra.

- Dolus (Dolos) - Dio dell'astuzia, dell'inganno e del raggiro.

- Le esperidi - vedi sopra.

- Fatum (Moros) - vedi sopra.

 - Fraus (Apate) - Apate era la Dea della frode e dell'inganno. La sua controparte maschile era suo fratello, Dolos, il Dio dell'inganno e del raggiro.

- Gratia (Philotes) - amicizia e affezione, vedi sopra.

- Invidentia (Nemesi) - vedi sopra.

- Labor (Ponos) - era la personificazione (daimon) del duro lavoro e della fatica. Presiedeva al lavoro fisico estremo, come quello richiesto ai contadini solo per sopravvivere.

- Metus (Fobos) - Nel De natura deorum Cicerone lo pone tra i figli (al pari degli altri demoni) di Erebo e di Notte; personifica il terrore che suscita la guerra.

- Miseria (Oizys) - vedi sopra.

- Morbus (Nosos) - Dio del morbo e del disagio fisico.

- Mors (Tanato) - vedi sopra.

- Le parche (Moire) - vedi sopra.

- Querella (Momos) - vedi sopra.

- Senectus (Geras) - vedi sopra.

- Somnia (gli oneiroi) - vedi sopra.

- Tenebrae (Keres) - vedi sopra.



ALTRE FONTI

Altre fonti le attribuiscono: 
- Da Cicerone e da Argonautica Orphica è detta madre di Urano
- Bacchilide (Frammento 1b) le attribuisce Ecate
- Eschilo (Le Eumenidi) la ritiene madre delle Erinni;
- Nell'Eracle di Euripide è detta anche madre di Lissa, concepita quando venne a contatto col sangue che Urano perse quando venne evirato da Crono.



BIBLIO

- Marco Tullio Cicerone - De Natura Deorum - III -
- Ernesto Curotto - Dizionario della mitologia universale - Società editrice internazionale - 1958 -
- Leon Battista Alberti - Momus sive de principe - A cura di R. Consolo - Costa & Nolan - 1992 -
- Eleos: “l’affanno della ragione”. Tra compassione e misericordia - a cura di M. Marin e M. Mantovani - 20002 -
Caldwell, Richard - Hesiod's Theogony - Focus Publishing/R. Pullins Company - 1987 -


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