TARPEIA |
La Rupe Tarpea era anticamente detta Mons Tarpeum, dove il termine "mons" indicava semplicemente un'altura anche minima, tant'è vero che alcuni dei sette colli di Roma erano chiamati anch'essi Mons, come Mons Palatium, Mons Cispius, Mons Cermalus ecc., che erano minime alture.
Però era anche detta Saxum Tarpeius, letteralmente Rupe Tarpea, o Roccia Tarpea, e la leggenda della sabina schiacciata dagli scudi nacque dalla divinità che aveva il suo santuario sull'altura, e cioè la Dea Tarpeia, raffigurata mentre emergeva da un cumulo di trofei dei nemici abbattuti.
Tarpeia è colei che estirpa, che taglia, tanto è vero che ne deriva il verbo tarpare, chiara allusione alla Dea Trina nella terza veste di colei che porta la morte tagliando il filo della vita. Le antiche Dee Madri avevano tre prerogative:
1) davano la vita
2) nutrivano
3) toglievano la vita
Però era anche detta Saxum Tarpeius, letteralmente Rupe Tarpea, o Roccia Tarpea, e la leggenda della sabina schiacciata dagli scudi nacque dalla divinità che aveva il suo santuario sull'altura, e cioè la Dea Tarpeia, raffigurata mentre emergeva da un cumulo di trofei dei nemici abbattuti.
Tarpeia è colei che estirpa, che taglia, tanto è vero che ne deriva il verbo tarpare, chiara allusione alla Dea Trina nella terza veste di colei che porta la morte tagliando il filo della vita. Le antiche Dee Madri avevano tre prerogative:
1) davano la vita
2) nutrivano
3) toglievano la vita
Si trattava ovviamente della Natura divinizzata. Nella veste di colei che toglie la vita Tarpea era anzitutto Dea della guerra, che nell'età del Ferro, divenne il ruolo preponderante. La Dea mortifera pertanto difendeva la terra dei nativi e colpiva i nemici in battaglia, ma era anche colei che puniva coloro che avevano offeso la vita dei concittadini, con i delitti o il tradimento.
LA RUPE TARPEA |
Colei che toglieva la vita con violenza era la Distruttrice, molto utile quando si dovevano affrontare i nemici in battaglia. Gli ebrei avevano Yahweh Sĕbāōt «Dio degli eserciti», gli egizi avevano la Dea Sekhmet, e gli antichissimi romani avevano Tarpeia o Tarpea.
Pertanto fin dall'antichità la Dea aveva un lato mortifero in nome del quale si gettavano dalla rupe i rei di tradimento, sicuramente non i neonati deformi perchè la Dea era madre di tutti (e poi non ve ne è citazione). In seguito però i neonati deformi venivano esposti, in quanto la legge proibiva di fare del male a un infante che non poteva essere aggredito.
Pertanto fin dall'antichità la Dea aveva un lato mortifero in nome del quale si gettavano dalla rupe i rei di tradimento, sicuramente non i neonati deformi perchè la Dea era madre di tutti (e poi non ve ne è citazione). In seguito però i neonati deformi venivano esposti, in quanto la legge proibiva di fare del male a un infante che non poteva essere aggredito.
Non potendo toccarlo, lo esponevano al freddo o alla morte per inedia, come del resto le vestali che venivano sepolte vive per la stessa ragione. A volte, per obbedire a una legge che non si è più in grado di comprendere, si diventa più crudeli di chi usa violenza togliendo la vita direttamente.
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- George Dumezil - Tarpeia, cinq essais de philologie comparée indo-européenne - Mythes romains III - Parigi - Gallimard - 1947 -
- Livio - Ab Urbe condita libri - I -
- Dionisio di Alicarnasso - Antichità romane - II - 36 3-38, 2 -
- Valerio Massimo - Factorum et dictorum memorabilium - libri IX - 6,I -
- Plutarco - Romolo - 18, I - in "La leggenda di Roma" a cura di Andrea Carandini - Ed. fondazione Lorenzo Valla - Arnoldo Mondadori Editore - 2010 -
- Filippo Coarelli - Storia dell'arte romana. Le origini di Roma - Milano - ed. Jaca Book -
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- George Dumezil - Tarpeia, cinq essais de philologie comparée indo-européenne - Mythes romains III - Parigi - Gallimard - 1947 -
- Livio - Ab Urbe condita libri - I -
- Dionisio di Alicarnasso - Antichità romane - II - 36 3-38, 2 -
- Valerio Massimo - Factorum et dictorum memorabilium - libri IX - 6,I -
- Plutarco - Romolo - 18, I - in "La leggenda di Roma" a cura di Andrea Carandini - Ed. fondazione Lorenzo Valla - Arnoldo Mondadori Editore - 2010 -
- Filippo Coarelli - Storia dell'arte romana. Le origini di Roma - Milano - ed. Jaca Book -
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