Morte: Ninfeo, 3 novembre 1254
Regno: 1222 - 3 novembre 1254
Padre: Basilio Ducas Vatatze, già domestikos d'Oriente
Madre: Angelina Angelo, nipote di Teodora, ultimogenita di Alessio I Comneno
Fratelli: Alessio e Isacco Lascaris
I Moglie: Irene Lascarina († 1239) sposata nel 1212, figlia di Teodoro I, Poiché dopo la nascita del primogenito l'imperatrice cadde da cavallo, fu impossibilitata dal dargli altri figli, ritirandosi in convento col nome di Eugenia.
Figli: Teodoro (1221-1258), che gli succedette come imperatore.
II Moglie: Costanza di Svevia (1230-1307), nel 1244, figlia dell'imperatore Federico II e di Bianca Lancia (1210-1246), di soli quattordici anni, andò in sposa al cinquantenne Giovanni III ; senza figli.
I Moglie: Irene Lascarina († 1239) sposata nel 1212, figlia di Teodoro I, Poiché dopo la nascita del primogenito l'imperatrice cadde da cavallo, fu impossibilitata dal dargli altri figli, ritirandosi in convento col nome di Eugenia.
Figli: Teodoro (1221-1258), che gli succedette come imperatore.
II Moglie: Costanza di Svevia (1230-1307), nel 1244, figlia dell'imperatore Federico II e di Bianca Lancia (1210-1246), di soli quattordici anni, andò in sposa al cinquantenne Giovanni III ; senza figli.
Giovanni III Ducas Vatatze, detto il Misericordioso (in greco: Ιωάννης Γ΄ Δούκας Βατάτζης, "ο Ελεήμων" Iōannēs III Doukas Vatatzēs, "o Eleímon"), è stato un imperatore bizantino, imperatore di Nicea nonchè venne fregiato del titolo di Basileus dei Romei dal 1222 alla sua morte.
Giovanni nacque nel 1192 a Didymoteicho da Basilio Ducas Vatatze, già domestikos d'Oriente, e da Angelina Angelo, nipote di Teodora, ultimogenita di Alessio I Comneno. I Vatatze erano una famiglia di nobili proprietari terrieri traci, imparentati con i Ducas e le famiglie imperiali degli Angeli e dei Lascaris.
Assistette da bambino agli eventi della IV crociata, voluta e dirottata sul Bosforo dalla Repubblica di Venezia di Enrico Dandolo, dove Costantinopoli venne occupata dai Latini e Giovanni si trasferì a Nicea, sede della corte bizantina in esilio di Teodoro I, dove ottenne, grazie all'intercessione di uno zio, il favore del basileus e il titolo di protovestiarios.
Nel 1212 sposò Irene Lascaris, donna di grande astuzia e cultura, figlia primogenita dell'imperatore, il quale, non avendo altri eredi, lo adottò come suo successore Dieci anni dopo, alla morte di Teodoro I, Giovanni ascese al trono e fu incoronato dal patriarca Manuele I Caritopulo.
IL REGNO (1222-1254)
Pur chiamandosi imperatore bizantino, Giovanni III ereditò dal suocero Teodoro I, solo l'Impero di Nicea, corrispondente pressappoco agli antichi themi dell'Anatolikon, Optimaton e Thrakesion in Anatolia.
I LATINI
Per concludere l'alleanza, Teodoro, figlio di Giovanni III, sposò Elena e nel 1228 morì a Costantinopoli l'imperatore Roberto di Courtenay, senza figli, cui successe l'undicenne fratello Baldovino II. Temendo un attacco del Vatatze, la nobiltà latina affidò la reggenza al sovrano bulgaro Ivan Asen II che progettava di far sposare la figlia Elena al regnante minorenne.
I Bulgari e il Despotato d'Epiro raggiunsero un accordo di alleanza con cui cercarono di estromettere l'Impero di Nicea dall'Europa ma lo zar bulgaro Ivan Asen presto rinnegò gli accordi e dichiarò guerra e nella Battaglia di Klokotnica, l'esercito bulgaro, pur inferiore di numero, annientò quello epirota; Teodoro I cadde in mano nemica e fu costretto a cedere gran parte delle sue conquiste, mentre a Tessalonica i Bulgari imposero come vassallo Manuele Ducas, fratello del despota prigioniero.
IL DESPOTA D'EPIRO
In Grecia la morte di Ivan Asen II spinse Michele II, Despota d'Epiro e figlio naturale di Michele I, a puntare sul trono imperiale. Giovanni III nel 1245 riprese l'intera Tracia e l'intera Macedonia.
Michele II nel 1249, negoziò un'alleanza con Nicea, sposando la nipote dell'imperatore Giovanni col suo erede, ma poi, sobillato dal vecchio Teodoro I, ritrattò gli accordi e invase la Macedonia per conquistare Tessalonica. Il Vatatze però conquistò la Tessaglia e la città di Prilep, costringendo Michele II a riconoscersi vassallo in cambio della restituzione del titolo di despota.
LA CHIESA
Dopo alcuni brevi contatti tra la Chiesa cattolica e quella orientale, interruppero le trattative prima che fossero discusse le questioni teologiche sul filioque e sul purgatorio, entrambi non riconosciuti dalla chiesa ortodossa.
Intanto Federico II nel 1236 aveva fatto pressioni sul papa affinché annullasse la crociata contro i bizantini e Giovanni III non solo supportò l'imperatore contro il pontefice ma, nel 1244, ne sposò la figlia naturale, Costanza.
Dopo la morte dell'imperatore germanico ripresero le trattative per sanare lo scisma d'Oriente ma nuovi contrasti teologici in Oriente fecero interrompere le trattative, troncate con le morti dell'imperatore, di Innocenzo IV e del patriarca Manuele II.
SULTANATO DI RUM
Le relazioni diplomatiche del Vatatze con il Sultanato di Rum furono pacifiche a seguito della minaccia mongola: Giovanni III, nel 1242, abbandonò la spedizione in Tracia per accorrere in Anatolia, disponendo l'invio di aiuti al sultano Kaykhusraw II.
Due anni dopo, però, le forze del sovrano musulmano furono annientate nella battaglia di Köse Dağ; i Selgiuchidi, sconfitti, furono costretti a divenire vassalli di Ögödei Khan, e anche il Vatatze dovette pagare un tributo onde evitare eventuali scorrerie o vere e proprie invasioni. Giovanni III però ottenne importanti guadagni dall'esportazione di materiali che in territorio musulmano non si producevano più a causa dei saccheggi.
Venne chiamato il Misericordioso per il suo buon carattere, pietoso, equo e frugale, del tutto inusuale negli imperatori bizantini piuttosto avidi e crudeli, tanto che nei primi anni del XIV secolo, sotto il regno di Andronico II Paleologo (1282-1328) venne dichiarato santo dalla chiesa ortodossa, circa cinquant'anni dopo la sua morte.
Poeti come Nicola Irenico, storici come Giorgio Acropolita (che compose l'orazione funebre di Giovanni III) o Niceforo Gregorio, misero in grande evidenza le virtù dell'imperatore e ne esaltarono lo stile di vita morigerata.
Giovanni III Vatatze regnò sull'Impero di Nicea, uno degli stati creati dopo lo smembramento dell'Impero bizantino in seguito agli eventi della IV crociata, stato che, per estensione e potenza, era considerato l'erede diretto del regno greco.
Grazie alle sue capacità e alle incapacità dei paesi vicini, Giovanni riuscì a raddoppiare l'estensione dei suoi domini, trasformando il suo piccolo stato anatolico in una grande potenza. Si deve inoltre a lui la situazione favorevole che permise poi la successiva riconquista di Costantinopoli e il ripristino dell'unità territoriale dell'Impero bizantino.
LE ORIGINI
Giovanni nacque nel 1192 a Didymoteicho da Basilio Ducas Vatatze, già domestikos d'Oriente, e da Angelina Angelo, nipote di Teodora, ultimogenita di Alessio I Comneno. I Vatatze erano una famiglia di nobili proprietari terrieri traci, imparentati con i Ducas e le famiglie imperiali degli Angeli e dei Lascaris.
Assistette da bambino agli eventi della IV crociata, voluta e dirottata sul Bosforo dalla Repubblica di Venezia di Enrico Dandolo, dove Costantinopoli venne occupata dai Latini e Giovanni si trasferì a Nicea, sede della corte bizantina in esilio di Teodoro I, dove ottenne, grazie all'intercessione di uno zio, il favore del basileus e il titolo di protovestiarios.
Nel 1212 sposò Irene Lascaris, donna di grande astuzia e cultura, figlia primogenita dell'imperatore, il quale, non avendo altri eredi, lo adottò come suo successore Dieci anni dopo, alla morte di Teodoro I, Giovanni ascese al trono e fu incoronato dal patriarca Manuele I Caritopulo.
IL REGNO (1222-1254)
Pur chiamandosi imperatore bizantino, Giovanni III ereditò dal suocero Teodoro I, solo l'Impero di Nicea, corrispondente pressappoco agli antichi themi dell'Anatolikon, Optimaton e Thrakesion in Anatolia.
Parte della Bitinia e l'intera Troade erano passate ai Latini, che controllavano l'intera costa meridionale del Mar di Marmara, da Gallipoli a Nicomedia, oltre alle isole del Mar Egeo. inoltre, l'intera costa meridionale era ormai irrimediabilmente perduta in favore dei Turchi Selgiuchidi e del Regno della Piccola Armenia.
Comunque la situazione economica e burocratica di Nicea era in netta ripresa, e i rapporti diplomatici con i rivali di Nicea, l'Impero latino d'Oriente, il Despotato d'Epiro, l'Impero Bulgaro, il Sultanato di Rum e l'impero di Trebisonda erano buoni, mentre erano in conflitto tra loro.
La conquista della costa del Mar di Marmara consentì a Giovanni di ricostruire una flotta con cui riconquistò le isole di Lesbo, Chio, Samo e Ikaria, costringendo il signore greco di Rodi, Leone Gabala, a sottomettersi all'impero. Poi Giovanni si trasferì sulla costa Lampsaco per controllare lo stretto dei Dardanelli e pochi mesi dopo, occupò Adrianopoli e diverse città della Tracia.
Comunque la situazione economica e burocratica di Nicea era in netta ripresa, e i rapporti diplomatici con i rivali di Nicea, l'Impero latino d'Oriente, il Despotato d'Epiro, l'Impero Bulgaro, il Sultanato di Rum e l'impero di Trebisonda erano buoni, mentre erano in conflitto tra loro.
La conquista della costa del Mar di Marmara consentì a Giovanni di ricostruire una flotta con cui riconquistò le isole di Lesbo, Chio, Samo e Ikaria, costringendo il signore greco di Rodi, Leone Gabala, a sottomettersi all'impero. Poi Giovanni si trasferì sulla costa Lampsaco per controllare lo stretto dei Dardanelli e pochi mesi dopo, occupò Adrianopoli e diverse città della Tracia.
GIOVANNI III MINIATURA XV SECOLO |
LA GUERRA CIVILE
Subito dopo l'incoronazione due fratelli di Teodoro I, Alessio e Isacco Lascaris, fuggirono alla corte di Roberto di Courtenay, imperatore latino di Costantinopoli, con cui iniziarono ad armare un esercito per deporre il Vatatze.
Giovanni nel 1224, a Poimaneon ottenne una grande vittoria sull'esercito latino, riuscendo a catturare i suoi fratelli. Nella pace che seguì, l'imperatore Roberto dovette cedere tutti i territori che possedeva in Asia Minore (Troade e Bitinia) meno la città di Nicomedia e la costa fronteggiante Costantinopoli.
La conquista di Adrianopoli però preoccupò il Despota d'Epiro, Teodoro I che inviò un esercito, che costrinse le truppe di Nicea a sgomberare dalle fortezze appena acquisite. Giovanni III allora si volse verso i Turchi del Sultanato di Rum riuscendo a sconfiggerli e consolidando il confine orientale.
Subito dopo l'incoronazione due fratelli di Teodoro I, Alessio e Isacco Lascaris, fuggirono alla corte di Roberto di Courtenay, imperatore latino di Costantinopoli, con cui iniziarono ad armare un esercito per deporre il Vatatze.
Giovanni nel 1224, a Poimaneon ottenne una grande vittoria sull'esercito latino, riuscendo a catturare i suoi fratelli. Nella pace che seguì, l'imperatore Roberto dovette cedere tutti i territori che possedeva in Asia Minore (Troade e Bitinia) meno la città di Nicomedia e la costa fronteggiante Costantinopoli.
La conquista di Adrianopoli però preoccupò il Despota d'Epiro, Teodoro I che inviò un esercito, che costrinse le truppe di Nicea a sgomberare dalle fortezze appena acquisite. Giovanni III allora si volse verso i Turchi del Sultanato di Rum riuscendo a sconfiggerli e consolidando il confine orientale.
I LATINI
Intanto i Latini, sotto la guida di Giovanni di Brienne, suocero di Federico II di Svevia e reggente dell'impero per conto del minorenne Baldovino II, ripresero Adrianopoli e iniziarono le trattative con l'Impero di Nicea, per cui la Bulgaria troncò i rapporti con la chiesa cattolica e ottenne il riconoscimento di un patriarcato a Tarnovo, sottomettendosi però all'autorità religiosa del patriarcato di Nicea, e cioè a Vatatze.
Per concludere l'alleanza, Teodoro, figlio di Giovanni III, sposò Elena e nel 1228 morì a Costantinopoli l'imperatore Roberto di Courtenay, senza figli, cui successe l'undicenne fratello Baldovino II. Temendo un attacco del Vatatze, la nobiltà latina affidò la reggenza al sovrano bulgaro Ivan Asen II che progettava di far sposare la figlia Elena al regnante minorenne.
Dopo le nozze, anche Ivan Asen dichiarò guerra ai Latini: la Tracia settentrionale fu conquistata dai Bulgari; Giovanni III allora pose sotto assedio Costantinopoli, costringendo il giovane imperatore Baldovino II alla fuga in Occidente, ma la città resistette.
L'anno seguente l'attacco fu ripetuto ma, Ivan Asen, temendo la cresciuta potenza di Nicea e il pericolo che sarebbe derivato dalla caduta di Costantinopoli, decise di rinnegare l'alleanza, iniziando ad attaccare le posizioni che Giovanni III aveva acquisito in Tracia. Il Vatatze si trovò, dunque, a dover sostenere un fronte bulgaro e uno latino.
Giovanni rinunciò a Costantinopoli sottoponendola solo a un blocco commerciale e continuò la lotta contro i bulgari per due anni: Ivan Asen II assediò diverse piazzeforti di Nicea, ma lo scoppio di un'epidemia nell'esercito lo costrinse ad accettare la pace.
L'IMPERO NEL 1230 |
IL DESPOTA D'EPIRO
In Grecia la morte di Ivan Asen II spinse Michele II, Despota d'Epiro e figlio naturale di Michele I, a puntare sul trono imperiale. Giovanni III nel 1245 riprese l'intera Tracia e l'intera Macedonia.
Michele II nel 1249, negoziò un'alleanza con Nicea, sposando la nipote dell'imperatore Giovanni col suo erede, ma poi, sobillato dal vecchio Teodoro I, ritrattò gli accordi e invase la Macedonia per conquistare Tessalonica. Il Vatatze però conquistò la Tessaglia e la città di Prilep, costringendo Michele II a riconoscersi vassallo in cambio della restituzione del titolo di despota.
LA CHIESA
Dopo alcuni brevi contatti tra la Chiesa cattolica e quella orientale, interruppero le trattative prima che fossero discusse le questioni teologiche sul filioque e sul purgatorio, entrambi non riconosciuti dalla chiesa ortodossa.
Intanto Federico II nel 1236 aveva fatto pressioni sul papa affinché annullasse la crociata contro i bizantini e Giovanni III non solo supportò l'imperatore contro il pontefice ma, nel 1244, ne sposò la figlia naturale, Costanza.
Dopo la morte dell'imperatore germanico ripresero le trattative per sanare lo scisma d'Oriente ma nuovi contrasti teologici in Oriente fecero interrompere le trattative, troncate con le morti dell'imperatore, di Innocenzo IV e del patriarca Manuele II.
SULTANATO DI RUM
Le relazioni diplomatiche del Vatatze con il Sultanato di Rum furono pacifiche a seguito della minaccia mongola: Giovanni III, nel 1242, abbandonò la spedizione in Tracia per accorrere in Anatolia, disponendo l'invio di aiuti al sultano Kaykhusraw II.
Due anni dopo, però, le forze del sovrano musulmano furono annientate nella battaglia di Köse Dağ; i Selgiuchidi, sconfitti, furono costretti a divenire vassalli di Ögödei Khan, e anche il Vatatze dovette pagare un tributo onde evitare eventuali scorrerie o vere e proprie invasioni. Giovanni III però ottenne importanti guadagni dall'esportazione di materiali che in territorio musulmano non si producevano più a causa dei saccheggi.
LA MORTE
Giovanni III morì il 3 novembre 1254, all'età di sessantadue anni di epilessia, male da cui era affetto sin dalla gioventù; gli succedette al trono il figlio Teodoro II Lascaris, il quale ne raccolse l'eredità politica, legislativa e culturale.
IL GIUDIZIO
- Giovanni III aveva saputo circondarsi di ottimi amministratori, migliorò la riscossione delle imposte e limitò l'influenza economica e politica della nobiltà; inoltre creò una imparziale amministrazione della giustizia, garantì sussidi contro lo sfruttamento dei più poveri, e proibì l'appropriazione indebita;
- protesse la produzione agricola e artigianale, garantendo una migliore ripartizione dei terreni, anche tramite l'esproprio di beni mobili e immobili ai più grandi proprietari terrieri; l'imperatore aveva adibito un proprio podere all'avicoltura e con il ricavato della vendita delle uova aveva comprato una corona di perle e pietre preziose alla moglie, dileggiando così la tendenza all'ostentazione e allo sperpero tipiche dell'aristocrazia bizantina;
- limitò l'importazione di beni di lusso occidentali e sostenne il commercio locale, ridusse le spese di corte; limitò i privilegi commerciali concessi ai mercanti occidentali;
- riorganizzò l'esercito, affiancò ai mercenari professionisti (in prevalenza latini) truppe di leva indigene: concesse numerose pronoie (concessione a cittadini illustri di terreni, perché li amministrassero in cambio di servizi militari resi allo Stato) di dimensioni medie o ridotte in modo da aumentare gli effettivi della fanteria evitando che appezzamenti troppo ampi creassero eccessive concentrazioni di interessi
- Giovanni III aveva saputo circondarsi di ottimi amministratori, migliorò la riscossione delle imposte e limitò l'influenza economica e politica della nobiltà; inoltre creò una imparziale amministrazione della giustizia, garantì sussidi contro lo sfruttamento dei più poveri, e proibì l'appropriazione indebita;
- protesse la produzione agricola e artigianale, garantendo una migliore ripartizione dei terreni, anche tramite l'esproprio di beni mobili e immobili ai più grandi proprietari terrieri; l'imperatore aveva adibito un proprio podere all'avicoltura e con il ricavato della vendita delle uova aveva comprato una corona di perle e pietre preziose alla moglie, dileggiando così la tendenza all'ostentazione e allo sperpero tipiche dell'aristocrazia bizantina;
- limitò l'importazione di beni di lusso occidentali e sostenne il commercio locale, ridusse le spese di corte; limitò i privilegi commerciali concessi ai mercanti occidentali;
- riorganizzò l'esercito, affiancò ai mercenari professionisti (in prevalenza latini) truppe di leva indigene: concesse numerose pronoie (concessione a cittadini illustri di terreni, perché li amministrassero in cambio di servizi militari resi allo Stato) di dimensioni medie o ridotte in modo da aumentare gli effettivi della fanteria evitando che appezzamenti troppo ampi creassero eccessive concentrazioni di interessi
- restaurò numerose fortezze e ampliò le mura di Nicea e Smirne; permise l'insediamento di popoli stranieri, principalmente Cumani, nelle regioni di confine della Tracia, della Macedonia e della Frigia, in cambio dei loro servizi militari nella cavalleria. Ampliò il ruolo della flotta, essenziale per l'annessione di diverse isole dell'Egeo, e soprattutto come corpo di sostegno alle campagne terrestri in Macedonia, a Tessalonica;
- ebbe un buon rapporto con la Chiesa, pubblicò una legge contro le interferenze laiche nelle nomine ecclesiastiche, garantì generose donazioni ai monasteri e ne fece costruire di nuovi; diede inoltre il via a un imponente programma di progettazione di edifici religiosi per soddisfare le necessità della popolazione;
- fu un mecenate delle arti e della cultura. patrocinò la fondazione di numerose scuole e biblioteche, favorì l'insegnamento delle scienze e incoraggiò gli studi. Interessato alla raccolta e alla copia dei manoscritti, protesse lo studioso Niceforo Blemmide, studioso di medicina, filosofia, teologia, matematica, astronomia, logica, e retorica, al quale affidò l'educazione del suo stesso figlio, Teodoro, e con l'ausilio del Blemmide e dei suoi discepoli, istituì centri di formazione e università.
BIBLIO
- John III Doukas Vatatzes (1221–1254) - su doaks.org. -
- Mark C. Bartusis, The late Byzantine army: arms and society, 1204-1453 - University of Pennsylvania Press - 1997 -
- Lorenzo M. Ciolfi - From Byzantium to the Web: the Endurance of John III Doukas Vatazes’ Legacy - Parigi - EHESS - 2017 -
- A. Gardner -The Lascarids of Nicaea the story of an Empire in exile - 1912 -
- Michael O'Rourke, Byzantium: From Recovery to Ruin - A Detailed Chronology: AD 1220-1331 - Canberra - 2010 -
- Charles Diehl - Figure bizantine - introduzione di Silvia Ronchey - Einaudi - 2007 -
- ebbe un buon rapporto con la Chiesa, pubblicò una legge contro le interferenze laiche nelle nomine ecclesiastiche, garantì generose donazioni ai monasteri e ne fece costruire di nuovi; diede inoltre il via a un imponente programma di progettazione di edifici religiosi per soddisfare le necessità della popolazione;
- fu un mecenate delle arti e della cultura. patrocinò la fondazione di numerose scuole e biblioteche, favorì l'insegnamento delle scienze e incoraggiò gli studi. Interessato alla raccolta e alla copia dei manoscritti, protesse lo studioso Niceforo Blemmide, studioso di medicina, filosofia, teologia, matematica, astronomia, logica, e retorica, al quale affidò l'educazione del suo stesso figlio, Teodoro, e con l'ausilio del Blemmide e dei suoi discepoli, istituì centri di formazione e università.
BIBLIO
- John III Doukas Vatatzes (1221–1254) - su doaks.org. -
- Mark C. Bartusis, The late Byzantine army: arms and society, 1204-1453 - University of Pennsylvania Press - 1997 -
- Lorenzo M. Ciolfi - From Byzantium to the Web: the Endurance of John III Doukas Vatazes’ Legacy - Parigi - EHESS - 2017 -
- A. Gardner -The Lascarids of Nicaea the story of an Empire in exile - 1912 -
- Michael O'Rourke, Byzantium: From Recovery to Ruin - A Detailed Chronology: AD 1220-1331 - Canberra - 2010 -
- Charles Diehl - Figure bizantine - introduzione di Silvia Ronchey - Einaudi - 2007 -
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