Nome: Iulius Paulus
Nascita: Patavium, II secoloMorte: III secolo
Professione: giurista
Giulio Paolo, in latino Iulius Paulus noto anche come Prudentissimus, è stato un giureconsulto (iurisconsultus) romano, cioè un esperto del diritto su questioni legali e sulla formazione delle leggi, è ricordato anche per i suoi commenti ad opere di diritto, compilate durante la Roma repubblicana. I giureconsulti ebbero notevole rilevanza in epoca romana, in quando essi contribuivano alla costituzione delle leggi, almeno fino al IV secolo;
- discepolo del giureconsulto Cervidio Scevola,
- assessore di Papiniano nella prefettura del pretorio,
- poi con Papiniano membro del consiglio imperiale,
- come collega di Ulpiano esercitò le cariche di giureconsulto romano,
- e pure di prefetto del pretorio (praefectus praetorio).
Una figura di spicco dell'amministrazione militare e civile dell'Impero romano, al tempo di Alessandro Severo (208-235), che molto teneva alla giustizia, famoso infatti per il detto: «Quod tibi fieri non vis, alteri ne feceris» «Non fare agli altri quel che non vuoi sia fatto a te» che l'imperatore fece riportare sulle mura del suo palazzo e degli uffici pubblici.
Fu, forse, il più fecondo dei giuristi romani e benché, come Ulpiano, raccoglitore di materiali tratti da autori precedenti, si manifesta come un pensatore indipendente, talvolta forse eccessivamente teorizzante, ma equilibrato nei suoi apprezzamenti.
Si conoscono di lui 86 opere in 319 libri, oltre le note a opere altrui. Gl'inizî della sua attività letteraria sono da collocare sicuramente sotto Commodo. Da lettore curioso e fecondo qual'era, non lasciò inesplorato alcun campo del diritto.
Dopo Eneo Domizio Ulpiano (170-228), di cui fu contemporaneo, sembra sia stato l'ultimo rappresentante della giurisprudenza di epoca classica e l'autore più utilizzato nella compilazione del Corpus iuris civilis, voluto dall'imperatore Giustiniano I, con l'utilizzo di passi tratti dalle sue 86 opere, suddivise in 319 libri. È considerato, come la maggior parte dei giuristi, un raccoglitore e magari un perfezionatore di precedenti dottrine.
Infatti Giulio Paolo era uno dei cinque giuristi dell'antichità, le cui opinioni contavano nei tribunali. Circa un sesto del Digesto è formato da elaborazioni di suoi scritti.
LE OPERE
Si conoscono di lui ottantasei opere (in 319 libri), oltre le note dedicate alle opere altrui di cui le maggiori sono "I Commentari" di cui:
- il commento ad Edictum (in 78 libri)
- il commento ad Sabinum (in 16 libri), integrati da numerosissime monografie su argomenti singoli.
Poi:
- Brevium (in 23 libri) sono un abbreviato commento dell'editto pretorio
- Quaestiones (in 26 libri),
- Responsa (in 23 libri).
- Decreta (2 libri)
- Imperiales sententiae in cognitionibus prolatae (6 libri) sono il frutto della sua attività nel consilium imperiale.
- Sentenze (5 libri), in cui ha raccolto massime arricchendole di glosse, hanno particolare interesse, per il diritto privato e il diritto penale.
- institutiones (2 libri),
- regulae (6 libri),
- liber singularis regularum,
- manualium (tre libri).
- Attraverso la Lex romana Wisigothorum, ci sono giunte le:
PAULI SENTENTIAE (Sentenze di Paolo)
Contiene tuttavia diversi passi di Paolo e di altri giuristi romani, ma anche epitomi di costituzioni imperiali, alcune delle quali del V sec.. Ebbero ampia fortuna in quell’epoca di decadenza degli studi giuridici, giacché, essendo redatte con particolare semplicità e chiarezza, si prestavano a facilitare l’applicazione del diritto. la paternità dell'opera comunque è ancora in discussione.
PALAZZO DELLA RAGIONE
I padovani, lo ricordano come uno dei loro grandi concittadini, ponendolo nelle lunette poste sopra le quattro porte pretorie sotto le logge del Palazzo della Ragione assieme a Tito Livio, Pietro d'Abano e Alberto da Padova. L'iscrizione latina posta sotto il bassorilievo di Giulio Paolo cita:
- institutiones (2 libri),
- regulae (6 libri),
- liber singularis regularum,
- manualium (tre libri).
- Attraverso la Lex romana Wisigothorum, ci sono giunte le:
PAULI SENTENTIAE (Sentenze di Paolo)
un'opera della giurisprudenza postclassica romana, che un tempo si riteneva ispirata a Paolo Giulio, ma che oggi diversi autori fanno per lo più risalire, almeno nella sua prima stesura, a un’età compresa tra la fine del III e l’inizio del IV sec. d.c..
Contiene tuttavia diversi passi di Paolo e di altri giuristi romani, ma anche epitomi di costituzioni imperiali, alcune delle quali del V sec.. Ebbero ampia fortuna in quell’epoca di decadenza degli studi giuridici, giacché, essendo redatte con particolare semplicità e chiarezza, si prestavano a facilitare l’applicazione del diritto. la paternità dell'opera comunque è ancora in discussione.
PALAZZO DELLA RAGIONE
I padovani, lo ricordano come uno dei loro grandi concittadini, ponendolo nelle lunette poste sopra le quattro porte pretorie sotto le logge del Palazzo della Ragione assieme a Tito Livio, Pietro d'Abano e Alberto da Padova. L'iscrizione latina posta sotto il bassorilievo di Giulio Paolo cita:
PAULUS PATAVINUS IURISCONSULTORUM CLARISSIMUS HUIUS URBIS DECUS AETERNUM, ALEXANDRI MAMMEAE TEMPORIBUS FLORUIT, AD PRAETURAM PRAEFECTURAM CONSULATUMQUE EVECTUS, CUIUSQUE SAPIENTIAM TANTI FECIT JUSTINIANUS IMPERATOR, UT NULLA CIVILIS IURIS PARTICULA HUIUS LEGIBUS NON DECORETUR, QUI SPLENDORE FAMAE IMMORTALIS OCULIS POSTERITATIS ADMIRANDUS, INSIGNI IMAGINE HIC MERITO DECORATUR.
BIBLIO
- Codex Theodosianus - Lyon - Guillaume Rouillé - 1566 -
- P. de Francisci - Storia del diritto romano - Roma - 1929 -
- A. Berger - Iulius Paulus - in Pauly-Wissowa - Real-Encycl. X - 690-752 -
- G. Rotondi - Scritti giuridici - Milano - 1922 -
- E. Volterra Atti Congr. intern. dir. rom. - I - Pavia - 1934 -
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