SOTTO E SOPRA SAN PIETRO




L'antica basilica di S. Pietro venne costruita soprattutto con materiali di spoglio:

- 1461 - CAPITOLINVS MONS 
« a m° pietrp dovuto et m" cencio co manovali li quali ano lavorato a la petrara de capitolio ». Non si tratta delle cave di tufa del monte, ancora in parte accessibili, ma di demolizioni di antichi edifizii. Troviamo infatti questa seconda partita sotto la data del 30 maggio: « a m" petro marmoraro con suo garzone sono per opere xx lavorare a cavar travertini a capitolio .... (24 giugno) ad ambrosio da Milano a cavar petre a capitolio , . . (26 luglio) a Maganello et suoi compagni a cava petre a capitolio . . . (dicembre) Silvestro per carecte xxxvj de petre tirata co suoi bufali ... da capitolio »

- 1462 - 
Per richiesta di materiale per il pulpito della Benedizione a s Pietro vecchio, si fecero scavi e ricerche di marmi al Colosseo, alle terme Antoniniane, ad Ostia, ai portici di Ottavia, ai ss. Cosma e Damiano, alla Zecca vecchia, alla Valca, e a Ponte Molle.

- 1462 - 
E' insigne per la bolla di Pio II sulla conservazione dei monumenti antichi (28 aprile). Un esempio di rispetto verso le antichità ai suoi sudditi. Il colonnato orientale dei portici d'Ottavia, il Trullo, e tanti altri edifizii però furono da lui sacrificati per la costruzione del pulpito, distrutto alla sua volta da Paolo V. 



- 1462 - AMPHITEATRUM (colosseo) 
Si fece ricerca dei sedili marmorei per uso delle scale di s. Pietro, ed è perciò che i registri usano costantemente la formula - a cauar marmi à coliseo ». Nel giugno si attaccarono di nuovo i travertini, per uso delle calcare, e per la selciatura a bastardoni della piazza di s. Pietro e della via Alessandrina. Conduttore degli scavi « maestro Petro mamoraro » detto Goputo.

1462 - febbr. PORTICVS OCTAVIAE
Fino dal 21 giugno 1461 si ricorda un pagamento fatto « a frate Antonio da Gaeta per spese di certe corde et trarle per lo desegno de lo edifitio per tirar colonne » ed un secondo in data 10 luglio al med. « frate Antonio da Gaeta per cóperare legname per decto edifitio ». 

Ecco dunque scoperto il nome dell' ingegnere, dell' emulo di Aristotile di Fioravante da Bologna, cui era stato affidato l'incarico di calare a basso mercè 1' aiuto di incastellature (edifitio di legname per tirare colonne grosse) le colonne che fiancheggiavano i propilei sulla fronte dei portici d'Ottavia. 

NECROPOLI VATICANA VIA TRIUNPHALIS

Gli scavi incominciarono nel 1462
appaltatore maestro Galasso da Bologna: « 3 febbraro. m° Galaxo ....sono per suo laborario facto di levare le coIonne de sancto agnilo et farle condurre et simile còporle nella beneditione ». Pare che le colonne fossero VII, ma nei registri del 1463 le colonne sono ridotte a cinque: 26 gennaro « Selvestro de avere due. vii per tiratura de colonne viiii piccole tirate da Sancto Ianni (Lateran.) p. la beneditione: due. xxx sono p. tiratura di colonne v. grandi da sancto agnilo a. s. p° p. la beneditione ». 

Le due che mancano al conto devono essere state scavate nel febbraio da un certo Torone con due suoi compagni: esse furono carreggiate sul principio dell'estate. (12 luglio) « Selvestro de giuglano ... per tiratura de colonne (due) da sancto Agio a la piazza .... per tiratura de capitelli et altri marmi  ». 

1462, 10 luglio - VIA FLAMINIA « per opere 58 a cavar treuertini a la giialcia  et ponte molle per lo tabernacolo di s. Andrea » . Questi scavi durarono più settimane. I marmi e le colonne vennero da
altri luoghi non ispecificati: almeno io non intendo bene il senso del pagamento fatto ni giugno 1463  p. portatura di quattro collo(ne) coloro base et capitelli p lo tabernacolo di s. Andrea in san pietro«.

SAN PIETRO VECCHIA

1462, febbraio-giugno - 
S • PIETRO VECCHIO 3 febbraio. « M° Galaxo .... per molte altre opere al levare le sepulture deli pontefici in san Pietro et riporle nelli lochi deputati et simile alienare tucti l'edifitii et marmi nel coro vecchio in san Pietro et farli reporre...  ». Frattanto Pietro Goputo e compagni scavavano pietre, marmi, e terra nella piazza. I lavori continuano a tutto il mese di luglio.

Il colonnato orientale dei portici d'Ottavia, il Trullo, e tanti altri edifizii furono da lui sacrificati per la costruzione del pulpito, distrutto alla sua volta da Paolo V. Gli scavi per il pulpito nell' anno 1463 ebbero per teatro le già tanto malmenate rovine di Ostia, continuando quelli dell'Antoniana, e di s. Angelo in Pescheria.

- 1463 - 
Gli scavi per il pulpito nell'anno 1463 ebbero per teatro le già tanto malmenate rovine di Ostia, continuando quelli dell'Antoniana, e di s. Angelo in Pescheria.

1463 - 
Pietro Vecchio "pagamento nel giugno a Martino da Belazione per portatura di quattro colonne colorate base et capitelli per lo tabernacolo di s. Andrea in san Pietro"

 - 3 aprile 1463 -
PONS NERONIANUS « opere per le scale di san Pietro a 10 manuali a cavar trevertinj al ponte di santo Spirito » . È probabile si tratti dei muri di sponda della parte di s. Giovanni de' Fiorentini. Altri operai erano occupati contemporaneamente « in cavar fosso per le scale et cavare petre ».

SAN PIETRO VECCHIA

Conca romana di porfido rosso in s. Pietro
 (dai ss. Processo e Martiniano).

- CVRIA - FORVM IVLIVM 
« a trar marmi ala zecca vecchia... a cavar tevertini ala zecca vecchia ».

- TERMAE ANTONINIANAE 
« per cavar trevertini et pozzolana et marmi ad antignano, et petra a la piazza (di s. Pietro) ». L'anno seguente il posto di m" Petro fu preso da m° Pagno: 27 febbraro 1463, « M" pagno scarpéllino a cavar et spezzar marmi per la base ad antignano ». 



1490 -  
LA FONTANA DI PIAZZA SAN PIETRO
Innocenzo incomincia la costruzione della fontana di piazza s. Pietro, che si vede rappresentata nell'ultimo degli affreschi di Giovanni della Marca nel terzo corridore delle Logge, in sostituzione del pozzo publico che stava quasi di contro alle Incarcerate di s. Caterina delle Cavallerote, e nel quale Giovanni Manno gettò lo stendardo del popolo romano nel 1327.

Era composta di due antiche conche marmoree, una delle quali sta ancora in opera nella fontana a destra dell'obelisco. Sono certamente monoliti di scavo ma se ne ignora la provenienza. Nel Diario citato dal Torrigio è chiamata " fons marmorea cura lapidibus figuratis " - "Nel farsi li fondamenti della nuova fontana in piazza di s. Pietro, da man sinistra furono trovate alcune arche sepolcrali antiche,  una delle quali fu portata nel giardino del palazzo del card. Chigi ".

Nella piazza antistante la basilica di San Pietro, già dal 1490 esisteva una fontana situata sulla destra (guardando la basilica), alimentata con sorgenti dello stesso colle Vaticano e del Gianicolo (le stesse che alimentavano anche la fontana di piazza Santa Maria in Trastevere), incanalate in condutture vecchie di circa 1.000 anni. La struttura originaria dell'antica fontana era composta da una base circolare con tre gradini, sulla quale erano posti due catini di diversa dimensione, che ricevevano acqua da un elemento centrale decorato.

Innocenzo incomincia la costruzione della fontana di piazza s. Pietro, che si vede rappresentata nell' ultimo degli affreschi di Giovanni della Marca nel terzo corridore delle Loggie, in sostituzione del pozzo publico che stava quasi di contro alle Incarcerate di s. Caterina delle Cavallerote, e nel quale Giovanni Manno gettò lo stendardo del popolo romano nel 1327. 
Era composta di due antiche conche marmoree, una delle quali sta ancora in opera nella fontana a destra dell'obelisco. Sono certamente monoliti di scavo ma se ne ignora la provenienza. 



- 1506
Giulio II, fatta celebrare dal Sederini card, di Volterra, una messa all' altar maggiore di s. Pietro vecchio, depone la prima pietra della nuova fabbrica. Paride de Grassi racconta come il pontefice, accompagnato da tre soli accoliti, si recasse sull'orlo del cavo, passando per s. Petronilla, mentre gli operai cercavano di vincere l' irrompere delle acque per mezzodì pompe e di secchie. 

Vi fu un momento di panico, minacciando le pareti del cavo di franare: ma poi fattosi coraggio, il papa scese nel fondo del baratro, e depose in un orciuolo dodici medaglie, sul quale orciuolo fu poi collocata la prima pietra. In questo primo scavo, fatto dalla parte del « mosileos » e precisamente nel sito detto Aegjptus, devono essere stati scoperti e distrutti avanzi del circo di Nerone. 

Così grande era la fretta di Giulio e di Bramante di condurre a buon fine i lavori che, nel gettare a terra la metà occidentale della vecchia basilica costantiniana, travolsero nella rovina anche le colonne della nave.

- 11 maggio 1540 -
S. Pietro Vecchio. "ducati xx a madona virginia astalli per custode una petra de marmo per fare due figure cioè s pietro et s paulo per le scale" Insomma madonna Astalli vende due blocchi romani piuttosto grandi per raffigurare i due santi.  Sembra però che il marmo fornito da Madonna Astalli bastasse per una sola statua.  Io credo che il grosso blocco cavato da madonna Virginia Astalli appartenga allo stesso ignoto edificio (Villa pubblica?) dal quale s. Ignazio da Loyola trasse altri materiali ricchissimi l'anno 1540. (Oggi si sa che l'edificio era l'Iseo Campense   

1574 - 
Si scopre il sarcofago con l'epigrafe « Aur. Petronillae filiae dulcissimae », un'arca che Paolo I aveva qui trasferita nell'anno 757 dal cimitero di Domitilla « giacque negletta lungo tempo nella sacrestia, e più tardi nella cappella del Crocifisso. Nel 1574, toltene le reliquie della santa, fu fatta a pezzi e usata come materiale da costruzione nel pavimento della basilica ». 

- 1557
La scheda del pittore Baldassarre nello schedario che va dall'anno 1530 al 1536, ricorda un capitello corintio e un architrave dorico in s. Pietro.

MATRIMONI CUMULATIVI A SAN PIETRO

L'AGER VATICANUS

L'Ager Vaticanus era una vasta area, posta sulla riva destra del Tevere, molto amata dagli aristocratici che vi stabilirono le loro residenze. Celebri erano pure le passeggiate tra gli horti (giardini con fontane, templi e decorazioni); tra cui famosi quelli di Agrippina Maggiore, ereditati poi dal figlio, l’imperatore Caligola, all'epoca nella valle a sinistra dell’attuale basilica. L’area era collegata al nucleo cittadino tramite due ponti sul Tevere: l’ormai distrutto Pons Neronianus e il Pons Aelius o Pons Hadriani, oggi Ponte Sant'Angelo.

Nell'Ager si trovavano: l'Ippodromo di Caligola, i Sepolcri Vaticani e il Trofeo di Gaio, tutti sotto l'attuale Colle Vaticano e sotto la Basilica.

NECROPOLI SOTTO SAN PIETRO

LA NECROPOLI VATICANA

La Necropoli Vaticana, posta a 10 metri in profondità della Basilica di San Pietro in Vaticano, sotto l’attuale livello delle grotte vaticane, in corrispondenza della navata centrale della basilica, fa parte di un'area funebre di epoca romana, formatasi nel tempo accanto allo scomparso circo di Nerone, dove coesistono tombe pagane e cristiane databili al periodo tra I e IV secolo d.c.

Naturalmente era posta al di fuori delle mura romane così come obbligava la legge, e venne utilizzata in larga parte dai liberti schiavi affrancati che avevano fatto fortuna e avevano qui comprato il sepolcro per se e per le loro famiglie, talvolta anche per affittare ad altri i vari loculi.



L'IPPODROMO DI CALIGOLA

L’ippodromo, conosciuto anticamente con il nome di circus Gai et Neronis, fu fatto costruire nel 37 d.c. dall'imperatore Caligola che, per segnarne la spina, fece collocare un obelisco egizio prelevato da Alessandria d’Egitto dove decorava il Forum Julii. L'ippodromo per un lungo periodo fu adibito ad uso privato, cioè della corte imperiale e non pubblico.



IL TROFEO DI GAIO

Secondo la tradizione qui venne crocefisso, probabilmente nei vicini Horti neroniani, l’apostolo Pietro e fu sepolto, tra il 64 e il 67 d.c., sulle pendici meridionali del Colle Vaticano, proprio davanti al circo, in una tomba non identificata.

Però intorno al 160 d.c., vi fu costruita una piccola edicola funeraria, con due colonnine che sorreggevano una lastra di marmo e un’ulteriore lastra a livello terra,  ricordata dal presbitero Gaio e per questo venne chiamata Trofeo di Gaio, punto centrale della necropoli, intorno al quale furono disposte tutte le successive sepolture. 

Il trofeo di Gaio indicò per lungo tempo, ai primi cristiani, la tomba di Pietro, luogo di devoti pellegrinaggi, prima ancora della costruzione della basilica da parte di Costantino.


BIBLIO

- Gianfranco Spagnesi (a cura di), Roma, la basilica di San Pietro, il borgo e la città, 2002 -
- A. Brodini, San Pietro in Vaticano, in Michelangelo architetto a Roma, Cinisello Balsamo, 2009 -
- P. Spagnesi, C. Maderno in G. Pietro: note sul prolungamento della basilica vaticana - 
- G. Spagnesi - L'architettura della basilica di San Pietro: storia e costruzione, atti del convegno - Tivoli 1997 -
- M. Ferrabosco - Libro dell'Architettura della basilica di San Pietro in Vaticano - 1620 -
- L. Benevolo - San Pietro e la città di Roma - Bari - 2004 -
- G. Morello - La basilica di San Pietro. Fortuna e immagine - Roma - 2012 -
- Memoria Fedi - Archivio della Fabbrica di San Pietro -
- Dario Rezza, Mirko Stocchi - Il capitolo di San Pietro in Vaticano dalle origini al XX secolo - 2008 -



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