AFRICA PROCONSULARIS (Province romane)



MOSAICO CON GUFO - EL JEM

La provincia romana d'Africa, poi detta Africa Proconsolare, occupò originariamente il territorio presso Cartagine estendendosi poi sul regno di Numidia, lungo le coste del Maghreb, sui territori occupati oggi dalla Tunisia (ad esclusione del deserto), sulla costa orientale dell'Algeria e quella occidentale della Libia. Il nome proviene dalla tribù berbera degli Afri, esteso poi al continente Africa e come Ifriqiya per l'attuale Tunisia in lingua araba.

La prosperità delle città africane derivavano soprattutto dall'agricoltura, qualificate come "il granaio dell'impero", di cui un quarto veniva esportato. Coltivavano inoltre piante da frutto, soprattutto fichi, poi olive e olio, uva e vini, e fagioli. Nel II secolo prosperò enormemente l'olio d'oliva e il vino, ma pure la lana e i tessuti derivati, il legname, il bestiame e il vasellame, sostituendo le anfore romane da trasporto con quelle di fattura locale. 

I Romani accoglievano tutte le divinità straniere identificandole, quando potevano, alle divinità romane: così il Dio africano Baal, associato a Saturno, continuò ad essere oggetto di un culto importante (anche se poi col cristianesimo, nell'aspetto di Bel - Zebub venne ingiustamente tacciato dai cristiani di sacrifici di bambini e trasformato nel demone Belzebù). 

Caelestis invece venne associata a Tanit, Esculapio a Macurgum e ad Eshmun, una divinità punica. Il Cristianesimo si diffuse rapidamente e portò alla nascita di correnti eretiche come quella dei donatisti, mentre l'arianesimo venne importato dai Vandali nel V secolo.

AFRICA PROCONSULARIS

- Nel 146 a.c., al termine della IIII Guerra Punica, divenne provincia romana distinguendosi in Africa e Numidia, importantissime perchè ora  costituivano il granaio di Roma.

- Dal 105 a.c. - le province furono: Africa (con annesse parti della Numidia) - Numidia orientale - Numidia occidentale.

- Nel 46 a.c., dopo la battaglia di Tapso, dove Cesare vinse l'esercito della Repubblica senatoriale condotto da Scipione Nasica e dal suo alleato Giuba I di Numidia, fece dei territori africani e la Numidia orientale la provincia dell'Africa Nova, mentre la preesistente la provincia d'Africa divenne Africa Vetus (Africa vecchia) con la IV Coloniae Cirtensium (Cirta).

- Nel 27 a.c., dopo la battaglia di Azio, Ottaviano riorganizzò le province unificando le due province dell'Africa Vetus e Nova in una provincia senatoria, retta da un proconsole, con il nome di Africa Proconsolare (Africa Proconsularis).
I principali centri urbani della nuova provincia dell'Africa proconsolare erano Cartagine, Utica, Cirta, Hippo Diarrhytus, Hippo Regius, Thabraca, Cuicul, Thamugadi, Theveste,
 
Augusto portò i nuovi confini provinciali poco più ad ovest ed a sud della fossa Regia, rinforzati dalla costruzione di una strada fortificata a protezione della costa che da Igilgili congiungeva Cirta, Bulla Regia, la fortezza legionaria di Thugga, fino a Gabès.

- Tra il 37 d.c. e il 41 d.c., l'imperatore Caligola tolse al governatore il comando della legione, affidandolo ad un legatus legionis imperiale, nominato dall'imperatore. 

- Nel 193, sotto Settimio Severo, la Numidia venne separata dall'Africa Proconsolare, e governata da un procuratore imperiale.

- Tra il 297 e il 302 Diocleziano suddivise la provincia dell'Africa proconsolare nelle province di Proconsolare Zeugitana (Proconsularis Zeugitana) e di Valeria Bizacena (Valeria Byzacena), che entrarono a far parte della diocesi d'Africa nella Prefettura del pretorio d'Italia, mentre la Numidia divenne una delle sette province della diocesi d'Africa, e fu divisa in Numidia Cirtensis e Numidia Militiana.

- Nel 395 con la divisione dell'impero dopo la morte di Teodosio I, dalla provincia di Valeria Bizacena si distaccò ancora la nuova provincia della Tripolitania e le tre province fecero parte dell'Impero romano d'Occidente.

MOSAICO DEL NORD AFRICA


L'AFRICA E LA REPUBBLICA ROMANA

- Nel 210 a.c., durante la II guerra punica, il re di Numidia Siface inviò dei suoi ambasciatori a Roma per annunciare di aver vinto delle battaglie contro i Cartaginesi e che desiderava essere amico di Roma. Il senato accettò la richiesta del re e gli inviò degli ambasciatori che gli recarono vari doni, tra cui una toga e una tunica purpurea, una sedia curule d'avorio e una coppa d'oro di cinque libbre. Gli stessi ambasciatori si recarono poi dagli altri re africani, portando in dono toghe preteste e coppe d'oro del peso di tre libbre ciascuna.

Sempre nel 210 a.c. sappiamo che il prefetto della flotta in Sicilia, Valerio Messalla, fu inviato in Africa a spiare i preparativi dei Cartaginesi ed a predare quei territori. Valerio, sbarcato nel territorio di Utica, saccheggiò un ampio territorio, catturando numerosi uomini e facendo bottino, poi fece ritorno in Sicilia.

Qui Messalla apprese dai prigionieri che a Cartagine si trovavano 5000 Numidi con Massinissa, figlio di Gala. Vi erano poi altri soldati mercenari arruolati in tutta l'Africa per essere condotti in Spagna agli ordini di Asdrubale, il quale avrebbe dovuto congiungersi col fratello Annibale in Italia, insieme ad un potente esercito.

- Nel 203 a.c. Sisiface passò dalla parte dei Cartaginesi ma venne sconfitto e fatto prigioniero dai romani.

- Nel 149 a.c., il console Scipione Emiliano sbarcò sul territorio di Cartagine e prese la città dopo un assedio durato tre anni. Dopo questa vittoria la città di Cartagine venne distrutta e il suo sito consacrato agli dei inferi mediante una cerimonia di execratio. La chôra, il territorio della città, venne annesso al pubblico demanio di Roma e venne istituita una nuova provincia, nella quale sette città rimasero città libere (civitates liberae).

- Nel 146 a.c. la provincia d'Africa venne conquistata con la III Guerra Punica, combattuta tra Cartagine e Roma. Il territorio della nuova provincia era molto fertile e misurava tra i 20 e i 25 000 km², con circa 700 000 e soprattutto estremamente fertile. Divenne pertanto un territorio da colonizzare per il partito dei populares, che spesso erano contadini in miseria.

- Sempre nel 146 a.c. venne costruita la fossa Regia, un sistema difensivo di limes africanus, un fossato fatto scavare da Scipione l'Emiliano che per almeno un quarantennio fu il confine meridionale della provincia romana d'Africa, con fini più amministrativi che militari.  

- Nel 124 a.c. un'epidemia devastò l'Africa, liberando nuove terre per un eventuale stanziamento coloniale.

- Nel 122 a.c., il tribuno della plebe Gaio Sempronio Gracco, capo del partito dei populares, dedusse una colonia sul territorio dell'antica Cartagine (Colonia Iunonia Karthago) di 300 000 ettari.

- Nel 121 a.c. il movimento di colonizzazione subì un arresto, quando Gracco venne assassinato e il partito dei populares venne sostituito da quello degli optimates, rappresentanti dell'aristocrazia romana.

- Alla morte di Micipsa, figlio di Massinissa, vi fu un contrasto per la successione tra i suoi figli e il nipote e figlio adottivo Giugurta. Si susseguirono allora le guerre giugurtine in cui Roma si schierò contro Giugurta.

CARTAGINE

- Nel 111 a.c. la prima campagna condotta dal console Lucio Calpurnio Bestia fallì, ma una nuova campagna, condotta nel 107 a.c. dal console Gaio Mario ebbe successo. Il suo luogotenente Silla, grazie all'alleanza col re di Mauretania Bocco, riuscì a catturare Giugurta nel 105 a.c. Ma solo le zone orientali e meridionali del regno, che si affacciavano sulle pianure della Medjerda e quelle sul golfo della Piccola Sirte, furono unite all'ager publicus. 

La città di Leptis Magna invece ricevette il privilegio della libertà per essersi schierata a fianco di Roma mentre il regno numida, venne affidato ad un fratellastro di Giugurta, Gauda, e proseguì come protettorato romano.

- Nell'81 a.c. i seguaci di Mario in Africa detronizzarono il re della Numidia orientale Iempsale, partigiano di Silla, nella guerra civile tra Mario e Silla (88-83 a.c.). In Africa predominavano i sostenitori di Mario, anche grazie ai veterani del suo esercito, sconfitti però da un'alleanza tra il re mauro Bocco e il luogotenente di Silla, Pompeo, e così nell'80 a.c. Tempsale recuperò il trono.

- Nel 103 a.c., Mario, divenuto capo dei populares a Roma, fece votare una legge che concedeva ad ogni veterano 252 ettari di terreno e la cittadinanza romana, ripagando così i "proletari", contadini privi di terre che aveva preso nel suo esercito,

- Nel 49 a,c,, durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo, Curione venne sconfitto dalle truppe numide. 

- Nel 48 a.c. dopo la sconfitta di Pompeo a Farsalo, i pompeiani si rifugiarono in Africa ricompattando un esercito di oltre 70 000 uomini. Cesare sbarcò nel 47 a.c. con sei legioni, alleato col re di Mauretania e con i Getuli, sottoposti ai Numidi dall'80 a.c.

- Nel 46 a.c., Numidi e pompeiani vennero sconfitti da Cesare nella battaglia di Tapso. Il re Giuba si suicidò, e pure Catone Uticense, capo del partito pompeiano. Cesare unì metà del regno della Numidia occidentale al regno di Mauretania e per metà assegnato a Sittio; Il regno di Numidia orientale divenne invece una nuova provincia: l'Africa Nova mentre i territori già della provincia d'Africa si dissero Africa Vetus ("Africa vecchia").

- Sempre nel 46 a.c., Cesare lasciò nella regione africana, dopo la vittoria sui Pompeiani nella battaglia di Tapso, tre legioni a protezione, ma al termine della guerra civile del 44-31 a.c., l'Africa Proconsolare fu affidata a una sola legione, III Augusta, la cui sede fu inizialmente a Thugga. Una coorte fu invece distaccata a Cartagine, agli ordini diretti del proconsole, per assicurare la protezione e le funzioni di polizia della città più importante della provincia.

Cesare fondò poi nuove colonie sulla costa africana inviando veterani italici, ma anche gallici o africani, a Cartagine, Thabraca, Hippo Diarrhytus, Thuburbo Minor, Uthina, Clupea, Carpis, Curubis e Neapolis (in Tunisia), controllando così il grano africano per l'approvvigionamento di Roma.

- Dopo il 46 a.c. la fossa Regia servì come confine tra le province dell'Africa Nova ad ovest, e dell'Africa Vetus ad est.

- Nel 40 a.c. durante il triunvirato di Marco Antonio, Ottaviano e Lepido, l'Africa venne affidata a Lepido, che ne venne tuttavia privato nel 36 a.c., ma prima aveva fondato tre nuove colonie in Africa e Numidia (a Sicca Veneria, Cirta e Utica) e quattro nella "futura" Mauretania Tingitana (a Banasa, Babba, Zulil e Tingi).

FORTEZZA ROMANA DI VAGA IN AFRICA


L'AFRICA E L'IMPERO ROMANO

Nel 27 a.c., Ottaviano unificò le due province dell'Africa Vetus e Nova come provincia senatoria, retta da un proconsole, con il nome di Africa Proconsolare (Africa Proconsularis).

Egli riprese le fondazioni coloniali di Cesare, dividendole in: colonie (coloniae), municipi (municipia) e città peregrine (o straniere, civitates peregrinae). Creò due nuovi centri in Numidia (Thuburnica e Simitthu), e nove nella futura Mauretania Caesariensis (Igilgili, Saldae, Tubusuctu, Rusazu, Rusguniae, Aquae Calidae, Zuccabar, Gunugu e Cartenna).



EPOCA FLAVIA

- Tra il 17 e il 24 un ex ausiliario dei romani, Tacfarinas, riunì intorno a sé una confederazione tribale, giungendo con i suoi alleati a circondare completamente i possedimenti romani in Africa. Il conflitto terminò solo quando il proconsole d'Africa riconobbe i diritti di passaggio delle tribù getule sul territorio romano. Intanto procedeva la romanizzazione dei territori e delle tribù.

I Flavi istituirono colonie "di diritto latino" applicato da Cesare a diverse città della Gallia Narbonese; qui la cittadinanza romana non veniva attribuita a tutta la popolazione, ma solo ai loro notabili, che era un modo per sollecitare la loro romanizzazione. Il diritto latino venne concesso anche a modeste "città peregrine", dove non c'era il numero per formare un senato.

Si creò così una gerarchia onorifica tra le città: le città peregrine acquisivano progressivamente il diritto latino, mentre i municipi acquisivano il diritto romano, e infine statuto di colonia onoraria.

- Verso la fine del I secolo venne scavato il fossatum Africae, lungo i monti dell'Aurès, che fu invece a partire da Adriano o Antonino Pio, per analogia con quanto questi due imperatori svilupparono sia in Britannia sia lungo il limes germanico-retico (tra Reno e Danubio).

- Nel 128 vennero installate nell'Africa proconsolare, 1 ala di cavalleria e nove cohortes di fanteria i cui nomi erano:
per le ali: I Pannoniorum;
per le coorti: I Chalcidenorum, I Syrorum sagittaria, I Flavia Afrorum, I Flavia, II Flavia Afrorum, II Hispanorum, II Hamiorum, VI Commagenorum e VII Lusitanorum.

  - Nel 180 viene menzionata la Classis Libica, o Classis Nova Lybica, che doveva pattugliare le coste libiche, sotto l'imperatore Marco Aurelio.


DOPO TEODOSIO

- Nel 395 con la divisione dell'impero dopo la morte di Teodosio I dalla provincia di Valeria Bizacena si distaccò ancora la nuova provincia della Tripolitania e le tre province fecero parte dell'Impero romano d'Occidente. I principali centri in Tripolitania erano Sabratha, Oea e Leptis Magna.

- Nel 294-305 sotto Diocleziano l'Africa proconsolare venne suddivisa nelle nuove province di Proconsolare Zeugitana (Proconsularis Zeugitana) e di Valeria Bizacena (Valeria Byzacena), che entrarono a far parte della diocesi d'Africa nella Prefettura del pretorio d'Italia (Italiae).

- Nel 364-375 sotto il regno di Valentiniano I, l'Africa era esposta alle incursioni dei Mauri, la Tripolitania veniva saccheggiata dagli Austuriani, e Leptis Magna era minacciata dalle incursioni nemiche, per cui i suoi abitanti implorarono l'aiuto del Conte d'Africa Romano, il quale però sarebbe intervenuto solo se gli avessero fornito vettovaglie e quattromila cammelli, richiesta che gli abitanti non poterono ottemperare ma inviarono un'ambasceria presso Valentiniano per deplorare il comportamento del loro Conte.

Il Conte Romano riuscì a insabbiare tutto, Valentiniano fece giustiziare gli ambasciatori per mendacia, finchè il Conte Teodosio, inviato da Valentiniano in Africa per sopprimere una rivolta, scoprì tutto e lo fece processare.

- Nel 372 il Conte Romano, per vendicare l'assassinio del figlio del capo dei Mauri, ucciso da suo fratello Firmo, accusò Firmo di molti crimini e quest'ultimo, disperando per la propria salvezza, si rivoltò, devastando le province africane; Valentiniano inviò in Africa il Conte Teodosio che sedò la rivolta di Firmo, che si suicidò.

- Nel 398 si verificò la rivolta di Gildone, fratello di Firmo, che staccò l'Africa dall'Impero d'Occidente per passare a quello d'Oriente. Stilicone, magister utriusque militiae e reggente dell'Imperatore d'Occidente Onorio, inviò in Africa il fratello di Gildone fedele all'Impero; questi ebbe successo e l'Africa tornò all'Impero d'Occidente.

- Nel 400 l'esercito africano occidentale, dopo la riforma tetrarchica, fu posto sotto il comando di un Numerus intra Africam, da cui dipendeva:
   il Comes Africae, a capo di 12 unità di fanteria e 19 di cavalleria comitatense, oltre a 16 unità di limitanei;
   il Dux limitis Mauretaniae Caesariensis, a capo di otto unità;
   il Dux limites Tripolitani, a capo di 14 unità e di un Numerus intra Tingitaniam, da cui dipendeva:
il Comes Tingitaniae, a capo di quattro unità (o distaccamenti) di fanteria e tre di cavalleria comitatense, oltre ad altre 8 di limitanei.
Tutto ciò rimase invariato fino alla conquista dei Vandali.

IL SACCO DI ROMA


I VANDALI
 
Secondo lo storico Procopio, i Vandali sarebbero stati invitati in Africa dal comes d'Africa Bonifacio, proclamato dalla reggente Galla Placidia nemico pubblico in quanto accusato di voler sottrarre l'Africa all'Impero. Bonifacio venne però tradito da Flavio Ezio che avrebbe fatto credere all'Imperatrice che Bonifacio volesse staccare l'Africa dall'Impero. Bonifacio aveva disobbedito all'ordine di Galla di tornare in Italia ma perchè era stato avvertito da Ezio che Galla volesse ucciderlo.
 
- Nel 427 Placidia inviò tre generali contro Bonifacio ma Bonifacio li fece uccidere.

- Nel 429 i Vandali, comandati da re Genserico, traversarono lo stretto di Gibilterra , sottomettendo la Mauretania, alleandosi con Berberi e di Donatisti (una setta eretica). Bonifacio riconciliato con Galla chiese ai Vandali di ritornare in Spagna ma questi sconfissero i veterani di Bonifacio, e saccheggiarono l'aperta campagna

Placidia chiese l'aiuto del suo alleato orientale e il generale dell'impero d'oriente Adabutio Aspare salpò da Costantinopoli con un potente esercito. Ma sotto il comando di Bonifacio, venne nuovamente sconfitto dai Vandali, tornò in Italia, dove morì ucciso in battaglia dal rivale Ezio.

- Nel 435 Genserico firmò con l'Impero la tregua di Trigezio, con cui i Romani avrebbero riconosciuto ai Vandali il possesso della Mauritania e di parte della Numidia; in cambio i Vandali avrebbero pagato un tributo annuale all'Impero d'Occidente e avrebbero consegnato in ostaggio ai Romani il figlio di Genserico, Unnerico.

- Nel 439 Cartagine venne conquistata dai Vandali, che saccheggiarono le coste della Sicilia e dell'Italia. Teodosio II, Imperatore d'Oriente, inviò una flotta in soccorso dell'Impero d'Occidente, allarmando Genserico che decise di aprire le trattative.

- Gli Unni di Attila però invasero i Balcani, per cui Teodosio II dovette richiamare la flotta nei Balcani, negoziando una pace sfavorevole con Genserico. Il trattato di pace del 442 dava ai Vandali Byzacena, la Proconsolare e parte della Numidia, in cambio della restituzione ai Romani delle Mauritanie e del resto della Numidia, molto danneggiate dall'occupazione vandala e di scarso gettito fiscale.

I Vandali posero la capitale a Cartagine e si appropriarono dei possedimenti dei proprietari terrieri, essendo ariani, i Vandali perseguitarono la fede cattolica, inoltre allestirono una flotta pirata e saccheggiarono le province dell'Impero. 

- Nel 455 giunsero al sacco di Roma, poi si impadronirono delle Mauritanie, della Sardegna, della Corsica e delle Isole Baleari.

- Fino al 461 non si ottennero risultati, quando l'Imperatore d'Occidente Maggioriano prima e i due imperi congiunti poi, nel 468 iniziarono a riconquistare l'Africa. I Vandali di Genserico mantennero il possesso dell'Africa fino al 533-534, quando il generale dell'Impero romano d'Oriente Belisario riuscì a riconquistare l'Africa e ad annetterla all'Impero. Verso la fine del V secolo lo Stato vandalo cadde in declino, a favore dei  Mauri e di altre tribù del deserto. 



GIUSTINIANO

- Nel 533, l'imperatore Giustiniano, approfittando di una disputa dinastica vandala, inviò un esercito al comando del generale Belisario che sconfisse i Vandali e riprese il potere dell'impero d'Oriente sulla provincia. 

- Nel 534 tutta la Mauretania Tingitana, la maggior parte della Mauretania Caesariensis e molto dell'entroterra della Numidia e della Byzacena, erano perdute a causa delle incursioni delle tribù dei Mauri (Berberi). Giustiniano istituì la Prefettura del Pretorio d'Africa, formata da sette province: la Zeugitana (o Proconsolare), la Byzacena e la Tripolitania vennero governate da consulares; mentre a Numidia, le Mauritanie e la Sardegna vennero governate da praesides.

Venne restaurato il cattolicesimo nelle nuove province, gli Ariani vennero perseguitati e venne recuperata la proprietà terriera. A capo dell'amministrazione militare venne posto il magister militum Africae, con un subordinato magister peditum e quattro comandi regionali di frontiera (Tripolitania, Byzacena, Numidia e Mauretania) sotto il comando di un dux. Il valente magister militum Giovanni Troglita riuscì a respingere i berberi.

Le province nordafricane, insieme ai possedimenti romani in Spagna, vennero riunite nell'Esarcato d'Africa dall'imperatore Maurizio mentre la Tripolitania venne trasferita nella diocesi d'Egitto. Secondo Giorgio Ciprio all'epoca l'Africa bizantina era suddivisa in sei eparchie: Byzacena, Carthago Proconsularis, Numidia, Mauritania I, Mauritania II, Sardinia (Sardegna). All'epoca probabilmente la provincia di Sardegna comprendeva anche la Corsica, mentre la Mauritania II comprendeva la fortezza di Septem in Mauritania Tingitana, la Spagna bizantina e le Isole Baleari.

- Nel 610 grazie al potere dell'esarcato Eraclio rovesciò il tirannico imperatore Foca e divenne il nuovo imperatore.

- Nel 698 un esercito musulmano proveniente dall'Egitto saccheggiò Cartagine e conquistò l'esarcato, mettendo fine al dominio cristiano e romano sul Nordafrica.


 
LEPTIS MAGNA

Fu la città più importante delle province africane, di cui il porto era fonte di sostentamento e ricchezza, costituito da un grande bacino di circa 102 000 m² (390 x 410 m), con una circonferenza di quasi 1 300 metri. Del faro non restano oggi che le fondamenta, ma un tempo esso era alto più di 35 metri. Ai lati aveva due banchine di 1 000 metri ciascuna, con numerosi ormeggi.

Le zone meglio conservate sono il molo orientale, i magazzini, le rovine di una torre di osservazione e una parte delle banchine per il carico merci. Si è conservata l'imponente scalinata del Tempio di Giove Dolicheno, una divinità siriana poco conosciuta all'epoca di Settimio Severo, per cui si pensa che la moglie dell'imperatore fosse siriana.


BIBLIO

- Appiano di Alessandria - Historia Romana -
- Plinio il Vecchio - Naturalis historia - libro V -
- Tacito - Historiae - IV -
- Cassio Dione Cocceiano - Storia romana - LIX -
- Procopio - Guerra vandalica - I -  
- Lennox Manton - Roman North Africa - 1988 -
- Lidiano Bacchielli - La Tripolitania - Storia dei Greci e dei Romani - Milano - Einaudi - 2008 -
- C. Daniels - Africa - Il mondo di Roma imperiale: la formazione - Bari - 1989 -
- Arthur De Graauw - La côte Nord de Leptis Magna -
- Hodgkin - Italy and its invaders: the visigothic invasion -


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