M. V. MASSIMO MESSALLA - MANIUS VALERIUS MAXIMUS MESSALLA



ASSEDIO DI MESSANA

Nome: Manio Valerio Massimo, detto Corvino Messalla, in latino Manius Valerius Maximus, Anneo Seneca informa che l'agnomen Messalla viene dalla corruzione di Messana (Messina), la città che il console liberò nella sua spedizione in Sicilia. Divenne un cognomen dei discendenti di Messalla per circa otto secoli.
Nascita: Roma ...
Morte: ...  III secolo a.c.
Padre: Marco Valerio Massimo Corvino
Gens: Valeria
Professione: generale e magistrato


Console della Repubblica romana nel 263 a.c. con Manio Otacilio Crasso. Censore nel 252 a.c. con Publio Sempronio Sofo. Faceva parte della gens Valeria ed era figlio di Marco Valerio Massimo Corvino, console nel 312 e nel 289.

Durante la I guerra punica (264 - 241 a.c.), i due consoli scesero in Sicilia al comando di una legione ciascuno. I Fasti trionfali riportano che Messalla riportò delle grandi vittorie, conquistando 67 cittadine, tra cui Messina e Catania, e vincendo un'importante battaglia contro i cartaginesi ad Imera.

I siciliani, scontenti del governo dei cartaginesi e dei greci, non opposero resistenza all'arrivo dei romani. Quando i Romani sbarcarono quattro legioni nell'isola, Gerone II, tiranno di Siracusa si ritirò da Messina e, incalzato da Marco Valerio, grazie alle capacità diplomatiche e carismatiche di Manio Valerio, stabilì con lui un'alleanza, promettendo di aiutare Roma contro Cartagine. 

GERONE II


IL TIRANNO DI SIRACUSA

A questa promessa rimase sempre fedele durante la I e la II guerra punica, e spesso assistette i romani con uomini e vettovaglie durante la guerra punica, cosa che gli assicurò in cambio la sua carica di tiranno a vita.
 
A questa politica filoromana di Gerone si deve un periodo di pace e di grande splendore per Siracusa,  anche se preparò l'asservimento della Sicilia greca ai Romani, ma si sa che questa era inevitabile.

Messalla accettò l'offerta del tiranno (dittatore) facendogli firmare un trattato di pace che però limitava la sovranità siracusana sulla Sicilia sud orientale. Comunque Messalla ebbe il principale merito dei successi riportati, tanto che il senato concesse a lui solo il trionfo «De Paeneis et Rege Siculorum Hierone» (Fasti).

Al suo ritorno a Roma, portò con sé la prima meridiana, presa a Catania, e la fece posizionare su una colonna nel Foro. Fece dipingere un affresco nella Curia Hostilia, il più antico luogo di riunione del Senato romano, raffigurante la battaglia tenutasi ad Imera, opera considerata da Plinio come uno dei primi stimoli dell'arte pittorica a Roma.

Nelle sue cariche fu uomo severo ma giusto, come lui stesso era, fino all'intransigenza. Infatti durante la sua censura degradò 400 uomini da equites ad aerari per negligenza in Sicilia.


BIBLIO

- Gaio Plinio Secondo - Naturalis Historia - XXXV -
- Lucio Anneo Seneca - De brevitate vitae -
- Polibio - Storie I -
- Diodoro siculo - Ecloghe XXIII -
- Livio - XVI. Epitome -
- Macrobius - Saturnalia - I -
- William Smith (a cura di) - Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology - vol. 2 - Boston - Little, Brown and Company -


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