BARZELLETTE E MOTTI ROMANI



LO SPIRITO UMORISTICO DEI ROMANI

Si dice che gli antichi romani avessero un forte senso dello humor, che amassero battute e barzellette, il che era vero, ma che fossero sempre raffinate non è vero, perchè spesso nel teatro le battute erano dirette al popolino, gli uomini colti preferivano invitare a cena scrittori e poeti o attori di valore, perchè spesso in teatro le battute erano scontate o volgari.

Si dice anche che gli stessi imperatori accettassero proprio per il loro spirito ilare di esser presi in giro da gente di classi sociali umili ma mal volentieri dai nobili. In realtà ci furono imperatori di spirito ed altri meno, tanto è vero che più volte ripristinarono il reato di lesa maestà "maiestatis".

La Lex Iulia maiestatis venne emanata nell'8 a.c. per volere dell'imperatore Augusto, il quale riordinò l'intera materia circa il crimine di lesa maestà, cioè di qualunque offesa o minaccia arrecata alla figura dell'imperatore e quindi alla sua auctoritas.

Ben diverso fu lo spirito di Giulio Cesare che accettava le frecciate e rispondeva scambiando arguzie e frecciatine a sua volta spesso più argute e salaci di quelle a lui dirette, senza comunque aversene a male. 
C'era in questo una precisa ragione, un imperatore poteva fare rappresaglie sui patrizi ma sui plebei che costituivano circa un milione di persone a Roma la faccenda diventava pericolosa. Diversi imperatori se la presero col senato ma si tennero sempre buono il popolo, regalando cibo e spettacoli.

SPETTACOLI COMICI ROMANI

SUGLI ABDERITI

Abdera era una città della Tracia, i cui abitanti hanno sopportato il peso degli scherzi muto-etnici almeno dai tempi di Cicerone nel primo secolo a.c..

- Un Abderita vide un eunuco e gli chiese quanti figli avesse. Quando quello rispose che non aveva le palle, per poter avere figli, l'Abderita chiese quando avrebbe avuto le palle.

- Un abitante di Abdera, dato che era venuto a sapere che cipolle e fagioli gonfiano, durante una navigazione in cui c’era una gran bonaccia ne riempì un sacco e lo appese alla poppa. Un timoniere spiritoso, quando gli chiesero che aria tirava, rispose: “Aria di fave e cipolle….”. 

- Un abderita vide un eunuco parlare con una donna e gli chiese se fosse sua moglie. Quando lui rispose che gli eunuchi non possono avere mogli, l'abderita chiese: "Allora è tua figlia?"

- Un abderita divideva il materasso con un uomo che soffriva di ernia. Durante la notte, egli si alzò per liberarsi. Quando tornò, accidentalmente (dato che era ancora buio) calpestò proprio il punto dell'ernia. Quando l'uomo emise un urlo, l'Abderita chiese: "Perché non eri sdraiato a testa in su?".

- Un abderita seguì l'usanza e cremò suo padre morto. Corse a casa e disse alla madre malata: "Ci sono ancora alcuni ceppi di fuoco. Se vuoi smettere di soffrire, fatti cremare su di essi".


SULL'ARGUZIA

- A un barbiere chiacchierone che gli chiedeva “Come te li taglio?” un arguto misantropo rispose “Stando zitto”.

- Ad un insegnante incompetente fu chiesto chi fosse la madre di Priamo. Non conoscendo la risposta, disse: "È educato chiamarla signora". (Non c'è da stupirsi che fosse in difficoltà: c'erano sei nomi diversi correnti per la madre del re di Troia.)

- Quando il console Galba, che era gobbo, invitò Augusto a correggerlo nel caso in cui avesse commesso degli errori, l'imperatore rispose che avrebbe anche potuto correggerlo, ma non certo raddrizzarlo.

- Un giovane uomo disse alla sua moglie assetata di libido: "Cosa dovremmo fare, tesoro? Mangiare o fare sesso?" E lei rispose: "Puoi scegliere. Ma non c'è una briciola in casa".

- Un mendicante di professione aveva lasciato credere alla sua ragazza che fosse ricco e di nobile nascita. Una volta, mentre stava ricevendo un'elemosina a casa del vicino, la vide improvvisamente. Si voltò e disse: "Fate mandare qui i miei vestiti per la cena".

- Un medico scorbutico e guercio chiese ad un malato: “Come stai?” E lui rispose “Come mi vedi”. Allora il medico dice “Se stai come ti vedo, sei mezzo morto”. 

- Un tale con l’alito cattivo incontra un medico e gli dice: “Dottore guardi: mi è scesa l’ugola”. Non appena apre la bocca, il medico si volta dall’altra parte ed esclama: “Non ti è scesa l’ugola, ma ti è salito il culo”. 

- Cicerone durante la Guerra Civile, giungendo  nell'accampamento di Pompeo dopo molte esitazioni, disse "Non sono in ritardo, vedo che non c'è nulla di pronto per cena".

- Quando Tiberio era ancora un soldato i suoi commilitoni lo prendevano in giro storpiando il suo nome da Tiberius Claudius Nero a "Biberius Caldius Mero", (bevitore del vino caldo e puro).

- C'era un uomo, un gran chiacchierone, ma in realtà impoverito. Per caso si ammalò, e la sua ragazza, entrando in casa sua senza preavviso, lo trovò disteso su un'umile stuoia di canne. Girandosi, sostenne che i responsabili erano i medici: "I migliori e più famosi medici della città mi hanno ordinato di dormire su una stuoia come questa".

- Un buontempone ruba un maiale e si dà alla fuga. Quando viene raggiunto, lo posa e lo picchia dicendo: “Grufola sulle terre altrui, non sulle mie!

- "Ermete, caro Ermete, figlio di Maia, Cilleno, ascolta la mia preghiera, perché sono dannatamente congelato, i miei denti battono. . . Concedi a Hipponax un mantello e una bella tunica e dei bei sandali e dei bei stivali di pelliccia, e sessanta sovrane d'oro per bilanciarmi..."

- Il filosofo Crates, quando ebbe visto un giovane che camminava da solo, gli chiese cosa stesse facendo da solo in quel luogo. "Parlavo da solo". Al che Crates disse: "Attento, stai molto attento: sei in cattiva compagnia".


SUI BURLONI

- Quando un burlone che faceva il negoziante trovò un poliziotto che si scopava sua moglie, disse: "Ho ottenuto qualcosa che non avevo contrattato".

- Quando un burlone vide un pappone che affittava i servizi di una prostituta nera, disse: "Qual è la tua tariffa per la notte?"

- Quando vide suo genero Lentulo, che era basso di statura, con una lunga spada appesa in vita, Cicerone esclamò: «Chi ha legato mio genero a quel ferro?».

- Quando un burlone vide un oculista impegnato a strofinare una ragazza nel fiore degli anni, disse: "Non rovinare le sue profondità nel curare la sua vista".

Un burlone andò all'estero; lì gli venne un'ernia. Tornando a casa, gli fu chiesto se aveva portato un regalo. "Niente per te - solo un poggiatesta per le mie cosce". (Nel tipo più comune di ernia sofferta dagli uomini, una parte dell'intestino inferiore entra nello scroto distendendolo).

- Un attore burlone era amato da due donne, una con l'alito cattivo e l'altra con le ascelle puzzolenti. Una disse: "Dammi un bacio". E una disse: "Abbracciami". Ma lui declamava: "Ahimè, cosa devo fare? Sono diviso tra due mali!".

- Un ghiottone aveva promesso sua figlia a un altro ghiottone. Alla domanda su cosa le desse in dote, rispose: "Una casa le cui finestre si affacciano sul forno".


SUI CUMANI

Strabone parla della proverbiale stupidità dei Cumani.

- A Cuma viene portato alla sepoltura un personaggio illustre; un tale che viene da fuori chiede a quelli che lo portano in processione: “Chi è il morto?” Un cumano si volta, lo indica e dice: “Quello steso nella bara”. 

- Un cumano che vende casa, leva da un muro una pietra e la porta in giro a scopo dimostrativo. 

- Un cumano cerca un amico e lo chiama per nome davanti a casa. Dato che un passante gli suggerisce: “Chiamalo più forte se vuoi che ti senta!” allora grida: “Più forte!” (Moralia di Plutarco riferito ad Archelao di Macedonia). 

- Un cumano a cui è morto il padre ad Alessandria affida il corpo agli imbalsamatori. Dopo qualche tempo cerca di recuperarlo. Siccome questi hanno anche altre salme e chiedono quale segno di riconoscimento abbia suo padre, lui risponde: “Tossiva”. 

- Un cumano vende del miele. Arriva un tale, lo assaggia e dice “Mmmh, che buono!”, allora lui risponde: “Eh già…. Se un topo non ci fosse caduto dentro, non lo avrei messo in vendita!

- Un cumano costruì un'enorme aia e pose sua moglie all'estremità opposta. Le chiese se poteva vederlo. Quando lei rispose che era difficile per lei vederlo, lui scattò: "Verrà il tempo in cui costruirò un'aia così grande che io non potrò vederti e tu non potrai vedere me".


SUGLI INDOVINI

- Un indovino incompetente predice a un uomo il suo futuro e gli dice che non potrà avere figli. Quando l’uomo ribatte di averne già sette, l’indovino replica: «Ma li hai guardati bene?» (non avrebbe potuto avere altri figli se i suoi dovessero morire).

- Un astrologo incompetente fece l'oroscopo di un ragazzo e disse: "Sarà un avvocato, poi un funzionario della città, poi un governatore". Ma quando questo bambino morì, la madre affrontò l'astrologo: "È morto... quello che avevi detto che sarebbe stato un avvocato e un funzionario e un governatore". "Per la sua santa memoria", rispose, "se fosse vissuto, sarebbe stato tutte queste cose!"

- Un uomo, appena tornato da un viaggio all'estero, andò da un indovino incompetente. Chiese della sua famiglia e la cartomante rispose: "Stanno tutti bene, specialmente tuo padre". Quando l'uomo obiettò che suo padre era morto da dieci anni, la risposta arrivò: "Tu non hai idea di chi sia il tuo vero padre".

- Un rude astrologo fece l'oroscopo di un bambino malato. Dopo aver promesso alla madre che il bambino aveva molti anni davanti a sé, chiese il pagamento. Quando la madre disse: "Pagherò domani", lui obiettò: "Ma cosa succede se il bambino muore durante la notte? Perdo il mio compenso?".


SUGLI INTELLETTUALI

Nell'antica Roma i veri intellettuali erano considerati i Greci, molto spesso intenti a discutere di filosofia ma con un tale accanimento che spesso erano oggetto di scherno da parte dei Romani.

- Un intellettuale, ammalatosi, aveva promesso di pagare il medico se si fosse ripreso. Quando sua moglie lo rimproverò per aver bevuto vino mentre aveva la febbre, disse: "Vuoi che guarisca e sia costretto a pagare il medico?"

- Quando qualcuno disse a un intellettuale: "Ora sta venendo a te la tua barba", questi andò nell'ingresso posteriore e lo aspettò. Un altro intellettuale gli chiese cosa stesse facendo. Una volta ascoltata l'intera storia, replicò: "Non mi sorprende che la gente dica che ci manca il buon senso. Come fai a sapere che non arrivi dall'altra porta?"

- Un intellettuale durante la notte ha violentato sua nonna e per questo è stato picchiato da suo padre. Egli si lamentò: "Hai montato mia madre per molto tempo, senza subire alcuna conseguenza da parte mia. E ora sei arrabbiato perché mi hai trovato a scopare tua madre per la prima volta in assoluto!".

- Un intellettuale vide un pozzo profondo nella sua proprietà di campagna e chiese se l'acqua era buona. I contadini gli assicurarono che era buona, e che i suoi stessi genitori bevevano da quel pozzo. L'intellettuale espresse il suo stupore: "Quanto erano lunghi i loro colli, se potevano bere da qualcosa di così profondo!"

- Un intellettuale stava cenando con suo padre. Sulla tavola c'era una grande lattuga con molti germogli succulenti. L'intellettuale suggerì: "Padre, tu mangia i bambini; io prendo la madre". (Il gambo principale della lattuga è la "madre" e i suoi germogli sono i "figli": Crono ha ingoiato i suoi stessi figli; Edipo ha sposato sua madre)

- Un intellettuale mise incinta una schiava. Alla nascita, il padre suggerì di uccidere il bambino. L'intellettuale rispose: "Prima uccidi i tuoi figli e poi dimmi di uccidere i miei".

- Un intellettuale comprò un paio di pantaloni. Ma non riusciva a metterli perché erano troppo stretti. Così si sbarazzò dei peli intorno alle gambe.

- Un intellettuale ha fatto visita ai genitori di un compagno di classe morto. Il padre si lamentava: "O figlio, mi hai lasciato uno storpio!" La madre piangeva: "O figlio, hai tolto la luce dai miei occhi!". Più tardi, l'intellettuale suggerì ai suoi amici: "Se fosse stato colpevole di tutto ciò, avrebbe dovuto essere cremato mentre era ancora vivo".

- Un intellettuale era stato a un ricevimento di nozze. Mentre se ne andava, disse: "Prego che voi due continuiate a sposarvi così bene".

- Lo stesso intellettuale disse che la tomba di Scribonia era bella e sontuosa, ma che era stata costruita su un sito malsano.

- Alla morte di sua moglie, un intellettuale era in giro a comprare una bara e si mise a litigare per il prezzo. Quando il venditore giurò che non poteva venderla a meno di cinquantamila, l'intellettuale disse: "Visto che sei sotto giuramento, eccoti i cinquantamila. Ma ci metta in omaggio una piccola bara, nel caso mi servisse per mio figlio".

- Un amico ha incontrato un intellettuale e gli ha detto: "Congratulazioni! Hai un bambino!". L'intellettuale rispose: "Grazie ad amici come te!"

MASCHERE DA TEATRO


SULL'IRONIA

- Avendo una tale faccia, Olimpico, non andare a una fontana e non guardare in nessuna acqua trasparente, perché tu, come Narciso, vedendo la tua faccia chiaramente, morirai, odiandoti fino alla morte. 

- Vedendo che tu solo porti il peso di tanti grandi oneri, custodendo il nostro stato italiano con le armi, abbellendolo con la morale e riformandolo con le leggi, dovresti peccare contro il pubblico interesse se con lunghi discorsi, Cesare, ritardassi le tue ore di lavoro. (Queste sono le prime quattro righe dell'Epistola ad Augusto)

- Marziale su amore e matrimonio: "Paula vuole sposarmi, io non sono disposto a sposare Paula: è vecchia. Sarei disposto, se fosse più vecchia. Devo spiegare questo?" 


SUI MISOGINI 

- Un misogino a cui è morta la moglie la porta a seppellire. Quando un tale gli chiede: “Chi riposa in pace?”, lui risponde: “Io… che mi sono liberato di lei!”. 

- Un censore provvedeva al giuramento formale sulle mogli; la formula era la seguente:
"Se ti fa piacere, hai una moglie?"
l'uomo volle essere spiritoso:
"Sì, ho una moglie, ma per Ercole! non mi piace."

- Quando un misogino si ammalò e sua moglie gli disse: "Se muori, mi impicco", lui alzò lo sguardo verso di lei e disse: "Fammi il favore finché sono ancora vivo".

- A proposito di una matrona romana piuttosto in là con gli anni che dichiarava di averne solo una trentina, Cicerone commentò: «Dev’essere senz’altro vero, sono già vent’anni che glielo sento ripetere».

- Ad un giovane uomo fu chiesto se prendeva ordini da sua moglie o se lei obbediva ad ogni suo comando. Lui si è vantato: "Mia moglie ha così paura di me che se io sbadiglio, lei caga".

- Un misogino aveva una moglie che non smetteva mai di parlare o di litigare. Quando lei morì, lui fece portare il suo corpo su uno scudo fino al cimitero (come si faceva per i guerrieri spartani). Quando qualcuno lo notò e gli chiese perché, lui rispose: "Era una combattente".

- Qualcuno ha fatto uno scherzo a un burlone: "Ho avuto tua moglie, senza pagare un centesimo". Lui rispose: "È mio dovere di marito accoppiarmi con una tale mostruosità. Cosa ti ha spinto a farlo?"

- Un misogino si presentò al mercato e annunciò: "Metto in vendita mia moglie, esentasse!". Quando la gente gli chiese perché, disse: "Così le autorità la sequestreranno".

- Un giovane uomo ospitava vecchie donne vivaci. Disse ai suoi schiavi: "Preparate una bevanda per quella che la vuole e fate sesso con quella che la vuole". E le donne dissero: "Non ho sete".

Mentre un intellettuale stava bevendo in una taverna, qualcuno si avvicinò e gli disse: "Tua moglie è morta". L'intellettuale disse: "È ora, mio buon uomo, di prepararmi un po' di vino scuro".


SUI PIGRI 

- Mentre due pigri dormono insieme, un ladro entra e ruba la coperta tirandola via. Uno dei due se ne accorge e dice all’altro: “Alzati e insegui il ladro”. L’altro risponde: “Lascia stare. Lo acciuffiamo caso mai tornasse a portare via il materasso”

- Un pigro deve un denario a un altro pigro e non appena lo incontra gli chiede il denario. Pigro I: “È legato dentro alla mia bisaccia. Aprila e prenditelo”. Pigro II: “Lascia stare, sono a posto così”. 


SUI SIDONII

- Un cervellone di Sidone che aveva un terreno lontano molte miglia e voleva avvicinarlo distrusse sette cippi miliari per renderlo più vicino. 

- Un commerciante di Sidone viaggiava con un altro. Costretto da esigenze fisiologiche a restare un po’ indietro rimase lì a lungo. Il compagno di viaggio lo lasciò lì e scrisse su un cippo miliario “Sbrigati a raggiungermi!” Quello, non appena lo lesse, incise sotto “E tu aspettami!”. 

- Un grammatico di Sidone chiede all’insegnante: “Quanto tiene una boccetta da un litro?” E lui risponde: “Ma intendi di vino o di olio?” 

- Un tale dice a un cuoco di Sidone: “Prestami un coltello fino a Smirne”. E l’altro risponde “Io non ho un coltello che arrivi fin là”.


SULLA STUPIDITA'

- Un cervellone durante una nuotata per poco non affogò; giurò che non sarebbe mai più entrato in acqua se prima non avesse imparato a nuotare bene.  

- Un tizio, recatosi da un medico cervellone, disse: “Dottore, quando mi sveglio al mattino per mezz’ora mi gira la testa e dopo mi riprendo”. E il dottore: “Svegliati mezz’ora dopo!”. 

- Dal momento che un cervellone vendeva un cavallo, un tizio chiese se avesse cambiato i primi denti. Poiché quello diceva che aveva cambiato i secondi denti, gli chiese: “Come lo sai?” E lui rispose: “Perché una volta li ha cambiati a me e l’altra li ha cambiati a mio padre” (il cavallo ha gettato a terra il cervellone e il padre)

- Un tale incontra un cervellone e dice: “Dottore, ti ho visto nel sonno”. Ed egli risponde: “Per gli Dei, non ci ho fatto caso, dato che ero sovrappensiero

- Un cervellone incontra un amico e gli dice: “Ti ho visto nel sonno e ti ho salutato”. E l’altro risponde: “Scusami, non ci ho fatto caso”. 

- Un medico prescrisse a un cervellone a cui erano state asportate le tonsille di non parlare. Egli ordinò al proprio servo di ricambiare al suo posto il saluto di chi incontrava. Allora lui diceva a ciascuno: “Non prendertela a male se il mio schiavo ti saluta al posto mio: me l’ha ordinato il medico di non parlare”. 

- Un cervellone che voleva insegnare al suo cavallo a non mangiare molto non gli diede più da mangiare. Quando il cavallo morì di fame disse: “Che sfiga: proprio quando ha imparato bene a non mangiare, allora è morto.” 

- Un cervellone che aveva sognato di calpestare un chiodo e aveva immaginato di soffrire si fasciò il piede. Un altro dopo aver saputo il motivo disse: “Perché diavolo dormi scalzo?” 

- Uno di due fratelli gemelli morì. Un cervellone incontrò quello vivo e gli chiese: “Sei morto tu o tuo fratello?” 

- Un cervellone, un calvo e un barbiere mentre erano in viaggio insieme disposero di fare turni di guardia di quattro ore. Il primo turno toccò al barbiere. Per divertirsi rasò il cervellone addormentato; alla fine del turno lo svegliò. Grattandosi la testa come chi si riprende dal sonno e scoprendo la pelata disse: “Gran stronzo di un barbiere: per sbaglio ha svegliato il calvo al posto mio.” 

- Un maestro delle elementari cervellone lancia un’occhiata verso l’angolo e all’improvviso grida: “Lì nell’angolo Dionisio disturba”. Quando qualcuno gli dice che non è ancora presente, lui risponde: “Quando arriverà…”. 

- Un cervellone durante le celebrazioni per il millenario di Roma vede un atleta sconfitto e in lacrime e per consolarlo gli dice: “Non esser triste, vincerai al prossimo millenario!” (Il millenario di Roma fu celebrato nel 248 d.c. per volontà di Filippo l’Arabo) 

- Un cervellone parte per andare a trovare un amico gravemente malato. Quando sua moglie gli dice che se ne è andato ormai, lui risponde: “Allora quando torna digli che sono passato”. 

- Uno dice a un cervellone: “Prestami un cappotto fino al campo”; lui risponde: “Io ce l’ho fino alla caviglia, non fino al campo

- La padrona di casa aveva uno schiavo sempliciotto. Ma quando riuscì a dare un'occhiata a quanto fosse spessa anche l'altra testa di lui, ne ebbe una gran voglia. Si mise una maschera sul viso perché lui non la riconoscesse, e giocò con lui. Unendosi al suo gioco, lui fece sesso con lei. Poi, sorridendo come faceva di solito, fece rapporto al suo padrone: "Signore, signore, ho scopato la ballerina e la padrona era dentro!"


BIBLIO

- Come ridevano gli antichi (Philogelos) - a cura di T. Braccini - Genova - Il Melangolo - 2008 -
- Philogelos - Cuorcontento. Barzellette greche dei nostri avi, con testo greco a fronte - a cura di Giuseppe Vergara - Grauseditore - Napoli - 2011 -
- Baldwin, Barry, trans. with commentary - The Philogelos or Laughter-Lover - Amsterdam - 1983 -
- Rapp, Albert - "A Greek Joe Miller" - Classical Journal 46 - 1951 -
- Thierfelder, Andreas, German trans. with commentary - Philogelos - Der Lachfreund - Munich -1968 -

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