HIPPO REGIUS |
La sua posizione geografica ne fece infatti un importante porto, con strade che andavano su e giù per la costa e nell'entroterra, consentendo sia i movimenti delle truppe ma pure lo spostamento delle merciper i commerci.
La città fu colonizzata per la prima volta dai fenici di Tiro intorno al XII secolo a.c. e, come accennato, fu spesso scelta come residenza dai re di Numidia. Fu poi governata dai Berberi, e poi dai Romani, che la crearono prima municipio (una comunità che esercitava diritti parziali di cittadinanza romana) e poi colonia (insediamento romano con pieni diritti di cittadinanza).
Al contrario degli altri popoli germanici, che una volta insediati nel territorio dell’Impero tendevano ad assimilarsi a esso per usi e costumi, i Vandali rimasero sempre attaccati alle proprie rozze usanze tribali e alla loro fede ariana. L'arianesimo era in realtà una religione cristiana solo che vedeva la figura del Cristo non della stessa natura del Padre ma di natura inferiore: ma su questo hanno imbastito persecuzioni.
Nel 380, sotto l'influsso del vescovo di Milano Ambrogio, venne emanato da Teodosio I e Graziano l'editto di Tessalonica che imponeva il credo niceno come religione di Stato pertanto "cattolica" ("universale") e "ortodossa" ("di retta dottrina"), bollando non solo tutti i pagani ma anche tutti gli altri gruppi cristiani come eretici e soggetti a pene e punizioni fino alla pena di morte.
L'imperatore Onorio approvò il risultato del concilio e le chiese e le proprietà donatiste furono confiscate.
L'oggetto più interessante del museo, a parte i mosaici, è un trofeo di bronzo che è stato trovato nel Foro e che molto probabilmente celebra la vittoria a Thapsus in Tunisia di Giulio Cesare contro i sostenitori di Pompeo nel 46 a.c.
Egli fu respinto sulla costa africana da un vento contrario e vide la sua nave in potere del nemico. Si trafisse quindi il corpo con una spada; e quando gli chiesero dove fosse il comandante, rispose: "Tutto va bene per il comandante".
Per distinguerla da Hippo Diarrhytus (la moderna Bizerte, in Tunisia), i Romani la chiamarono Hippo Regius (Hippo reale) perché era una delle residenze dei re numidi, mentre il nome del fiume fu latinizzato in Ubus e la baia ad est venne chiamata Hipponensis Sinus (Baia di Ippona).
Sovrani e coloni libici, punici, greci, romani, vandali e bizantini hanno dato alla città la sua popolazione e il suo modello culturale. Alcuni modelli come quello romano la fecero evolvere culturalmente, altri la fecero involvere.
LA STORIA
Sotto i Romani Hippo Regius conobbe un notevole sviluppo economico in età imperiale e, nel IV secolo, divenne sede episcopale: il più illustre dei suoi vescovi fu Agostino (tra il 396 e il 430) uno dei padri della Chiesa cattolica.
Nel 430 d.c., i Vandali avanzarono verso est lungo la costa nordafricana e assediarono la città fortificata di Ippona Regius. All'interno, Sant'Agostino e i suoi sacerdoti pregarono per essere salvati dagli invasori, sapendo bene che la caduta della città avrebbe significato la morte o la conversione all'eresia ariana per gran parte della popolazione cristiana.
Il 28 agosto 430, a tre mesi dall'inizio dell'assedio, Sant'Agostino (che aveva 75 anni) morì, forse per fame o per stress, mentre i campi di grano fuori dalla città giacevano fermi e senza raccolto. Dopo 14 mesi, la fame e le inevitabili malattie stavano devastando sia gli abitanti della città che i Vandali fuori dalle mura.
Così la città cadde nelle mani dei Vandali e Geiserico, re dei Vandali, degli Alani e di una parte di Visigoti sbandati dalla penisola iberica al Nordafrica, ne fece la prima capitale del Regno Vandalo dal 435 al 439, fino a che la capitale non venne spostata a Cartagine da loro catturata.
BACCO - MUSEO DI IPPONA |
Hippo venne riconquistata dal generale bizantino Belisario nel 533 dopo la battaglia di Ticameron riconquistandola per l'Impero Romano d'Oriente e fu tenuta sotto il dominio romano fino al 698, quando cadde sotto i musulmani; ma fu infine distrutta dagli Arabi nel VII secolo che poi la ricostruirono col nome di Annaba (in italiano Bona).
CONCILI E SINODI DI HIPPO
Tre concili della chiesa si tennero a Ippona (393, 394, 426) e più sinodi - anche nel 397 (due sessioni, giugno e settembre) e nel 401, tutti sotto Marco Aurelio. I sinodi dell'antica chiesa africana (del nord) si tenevano, con poche eccezioni, a Cartagine.
Sappiamo dalle lettere di san Cipriano che, tranne che in tempo di persecuzione, i vescovi africani si riunivano almeno una volta all'anno, in primavera, e talvolta di nuovo in autunno. Sei o sette sinodi, per esempio, furono tenuti sotto la presidenza di San Cipriano durante il decennio della sua amministrazione (249-258), e più di quindici sotto Aurelio (391- 429).
CONCILI E SINODI DI HIPPO
Sappiamo dalle lettere di san Cipriano che, tranne che in tempo di persecuzione, i vescovi africani si riunivano almeno una volta all'anno, in primavera, e talvolta di nuovo in autunno. Sei o sette sinodi, per esempio, furono tenuti sotto la presidenza di San Cipriano durante il decennio della sua amministrazione (249-258), e più di quindici sotto Aurelio (391- 429).
Solo uno era richiesto da Tripoli (in Libia), a causa della povertà dei vescovi di quella provincia.
Il sinodo di Ippona del 393 ordinò una riunione generale annuale, ma questo fu trovato troppo oneroso per i vescovi, e nel sinodo di Cartagine (407) fu deciso di tenere un sinodo generale solo quando necessario per i bisogni di tutta l'Africa, e doveva essere tenuto in un luogo più conveniente per lo scopo.
Non tutti i vescovi del paese erano tenuti ad assistere al sinodo generale. Al sinodo di Ippona (393) fu ordinato che fossero inviate "dignità" da ogni provincia ecclesiastica.
Al sinodo di Ippona e di nuovo al sinodo del 397 a Cartagine, fu stilata una lista dei libri della Sacra Scrittura, e questi libri (compresi alcuni considerati apocrifi dai protestanti) sono ancora considerati come i costituenti del canone cattolico.
Al sinodo di Ippona e di nuovo al sinodo del 397 a Cartagine, fu stilata una lista dei libri della Sacra Scrittura, e questi libri (compresi alcuni considerati apocrifi dai protestanti) sono ancora considerati come i costituenti del canone cattolico.
Sant'Agostino era un feroce oppositore dei Donatisti e nel 411 un concilio a Cartagine dichiarò eretiche le loro opinioni teologiche, pur sapendo a quali persecuzioni venissero condannati gli eretici.
ERCOLE - MUSEO DI IPPONA |
Nel 1958 Erwan Marec, un archeologo francese che condusse degli scavi nel 1947-1963, giunse alla conclusione che una grande basilica nella parte nord della città antica fu eretta da Agostino per celebrare la nuova concordia della comunità cristiana.
La chiamò Basilica della Pace a causa di molte iscrizioni con la frase Fidelis in pace (Fedeli in Pace).
Si basò anche sulla Basilica del vescovo Cresconio a Cuicul che fu chiaramente costruita per riunire le due comunità.
Si basò anche sulla Basilica del vescovo Cresconio a Cuicul che fu chiaramente costruita per riunire le due comunità.
Ma quale pace? Veramente Costantino ordinò che le chiese che avevano preso i donatisti venissero consegnate ai cattolici, che i loro altri luoghi di riunione fossero confiscati, e che coloro che venissero condannati perdessero tutti i loro beni finendo in miseria.
I soldati scacciarono alcuni donatisti dalle loro case.
Un antico sermone sulla passione dei martiri donatisti Donato ed Avvocato, narrava che durante una di queste incursioni si perpetrò sui donatisti un vero massacro e fra i morti ci fu persino un vescovo.
IL MUSEO
Un museo all'interno dell'area archeologica ospita molte belle statue che decoravano il Foro, le terme e le case private di Ippona Regio. Tutte rispecchiano modelli conosciuti e molto probabilmente sono state importate, anche se in alcuni casi l'analisi del loro marmo indica che sono state fatte in loco.
L'oggetto più interessante del museo, a parte i mosaici, è un trofeo di bronzo che è stato trovato nel Foro e che molto probabilmente celebra la vittoria a Thapsus in Tunisia di Giulio Cesare contro i sostenitori di Pompeo nel 46 a.c.
Questi ultimi erano guidati da Metello Scipione, suocero di Pompeo, che, secondo la tradizione, si suicidò a Ippona Regio, come fece Catone il Giovane, un altro leader del suo partito, a Utica.
(Seneca - Epistulae Morales - XXIV)
GLI SCAVI
Gli scavi hanno portato alla luce una piccola ma importante parte di Ippona con insediamenti sia preromani che romani, tra cui:
LA BASILICA
Un isolato a cinque lati, occupato da edifici cristiani confinava con la costa a circa un ottavo di miglio a est del foro, un po' a sud delle terme settentrionali e del tempio e vicino alla piazza del mercato. Conteneva una basilica a tre navate con pilastri la cui navata era lunga circa 107 piedi e larga 49 piedi e aveva un'abside semicircolare rialzata, circa 27 per 21 piedi; era preceduto da un nartece.
- E. Marec, Hippone la Royale - Algiers - 1954 -
- Monuments chrétiens d'Hippone - Paris - 1958 -
I MOSAICI
Nonostante l'aspetto variegato ed allegro, molti mosaici di Hippo Regius sono ritenuti di argomento cristiano. Una scena per esempio è popolata da dodici Amorini intenti a raccogliere l'uva. Quindi gli amorini diventerebbero angioletti e la trasformazione da uva in vino sarebbe la promessa della vita eterna. però i romani raffiguravano spesso queste scene considerando gli amorini dei genietti lavoratori.
I Kantharos furono comunque adottati dai primi cristiani come simbolo di vita e la vendemmia continuò ad essere un motivo decorativo popolare negli edifici cristiani come a S. Costanza a Roma.
I mosaici raffiguranti attività di pesca erano un altro soggetto popolare; molto spesso amorini (come a Leptis Magna) o bambini (come ad Antiochia) erano ritratti come pescatori.
In questo mosaico invece i pescatori abbronzati sono ritratti in maniera realistica, simile a quanto si può vedere in un mosaico proveniente da Thugga in Tunisia; inoltre non stanno pescando in un mare generico, ma in quello di Hippo Regius, i cui monumenti sono raffigurati con precisione anche se isolati.
Però il mosaico più spettacolare trovato a Hippo Regius non è di ispirazione cristiana, perchè raffigura una serie di scene di caccia in un paesaggio di ulivi e palme. La caccia è molto particolare perché è finalizzata alla cattura di animali selvatici vivi.
Questa attività era un'importante risorsa economica per la regione perché gli animali venivano spediti a Cartagine, Roma e altre grandi città dell'Impero per le venationes negli anfiteatri. Questi combattimenti potevano essere tra due animali o un animale e un gladiatore.
La scena centrale mostra come leoni e leopardi vengano catturati vivi. Gli animali selvatici erano attratti in un luogo designato da alcuni bovini offerti come esca; poi i cacciatori con le torce li spaventarono e li costringevano verso le reti dove alla fine venivano catturati.
Questa crudele cattura divenne un lucroso commercio, anzitutto per la spedizione degli animali alla loro destinazione finale, e poi la vendita ai circhi per gli spettacoli.
Nel VII secolo gli Arabi ne presero possesso e fondarono Bona-el-Hadida in un'area naturalmente protetta distante circa un miglio. Questa è la posizione del moderno porto di Bone, che si estende fino al sito dell'antica città.
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GLI SCAVI
Gli scavi hanno portato alla luce una piccola ma importante parte di Ippona con insediamenti sia preromani che romani, tra cui:
- un grande foro,
- un teatro,
- bagni pubblici a nord e a sud,
- templi,
- una piazza del mercato,
- un porto,
- ville romane,
- molti mosaici,
- iscrizioni,
- sculture,
- lampade,
- gioielli monete.
LA BASILICA
Un isolato a cinque lati, occupato da edifici cristiani confinava con la costa a circa un ottavo di miglio a est del foro, un po' a sud delle terme settentrionali e del tempio e vicino alla piazza del mercato. Conteneva una basilica a tre navate con pilastri la cui navata era lunga circa 107 piedi e larga 49 piedi e aveva un'abside semicircolare rialzata, circa 27 per 21 piedi; era preceduto da un nartece.
In fondo all'abside si trovano la cattedra vescovile ei banchi per i sacerdoti. L'altare con il presbiterio si trovava prima dell'abside. Il battistero, con anticamera e consignatorium (per la Cresima), era situato sul lato est vicino all'ingresso principale. Intorno alla basilica erano raggruppati l'amministrazione e i soggiorni, una cappella con tre absidi e un secretarium (sagrestia, sala di ricevimento e aula per i sinodi), decorato con abside e peristilio e conteneva una biblioteca.
Sotto la basilica si trovano i resti probabilmente di una chiesa domestica precostantiniana, non si sa se cattolica o donatista. Si pensa sia stata la basilica dei Cattolici che ai tempi di Agostino fungeva da chiesa vescovile e che la cappella fosse quella di Santo Stefano, con l'abitazione del vescovo e il monastero nel giardino.
Ad est di questa insula, E. Marec crede di aver scoperto un'altra basilica a cinque navate; potrebbe essere la "chiesa vecchia" di cui parla Agostino (Epist. 99,3). Dopo il 411 tutte le chiese appartenevano alla comunità cattolica.
BIBLIO
- Holmes V. M. Dennis - Another Note on the Vandal Occupation of Hippo Regius - Published By Society for the Promotion of Roman Studies - 1925 -- E. Marec, Hippone la Royale - Algiers - 1954 -
- Monuments chrétiens d'Hippone - Paris - 1958 -
- Hippone," Libyca 7 - 1959 -
- Havey, Francis Patrick - "African Synods In Herbermann, Charles (ed.) - Catholic Encyclopedia. 1. New York: Robert Appleton Company - 1907 -
- Merrills, Andrew; Miles, Richard - The Vandals - John Wiley & Sons - 2009 -
- Pétridès, Sophron - "Hippo Regius" - In Herbermann, Charles (ed.) - Catholic Encyclopedia - New York: Robert Appleton Company - 1910 -
- Mommsen, Theodore - The Provinces of the Roman Empire Section: Roman Africa - Barnes & Noble. - New York - 1996 -
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