Erano dei portici fatti edificare dalla sorella di Marco Vipsanio Agrippa, Polla, che possedeva una villa nei dintorni, e che furono poi terminati da Augusto. Si trovavano nella VII regio augustea alle pendici del Pincio, lungo le arcate dell'Acqua Virgo.
Il porticus si estendeva lungo il lato est della via Lata, che occupava la parte occidentale dell'Agrippae Campus (Campo di Agrippa). Il suo giardino era ricco di allori, e accoglieva distaccamenti dell'esercito illirico lì accampati dal 69 dc.
Nel Portico di Vipsania si trovava esposta al pubblico la monumentale carta del mondo eseguita per volontà di Agrippa. Sebbene la mappa stessa non sia sopravvissuta, possiamo immaginarla dalle descrizioni contenute nella "Naturalis Historia" scritta da Gaio Plinio Secundus Maior e dalla Tabula Peutingeriana.
GALLERIA SCIARRA SU PORTICUS VIPSANIAE |
CAMPO DI AGRIPPA
Il Campo di Agrippa era una sezione del Campus Martius, trasformato in parco da Marcus Agrippa, posto nella VII regio e dedicato, come riporta Cassio Diodoro, da Augusto il 7 a.c., che lo aprì al pubblico romano.
Agrippa vi fece erigere il Pantheon, le terme, portico e giardini e una fabbrica terminata da Augusto detta Diribilorium cioè piazza dove si pagavano i soldati.
Il suo giardino era ricco di allori, e accoglieva distaccamenti dell'esercito illirico lì accampati dal 69 dc.
"Fra il descritto edifizio esistente sotto il Palazzo Piombino ed il mentovato tempio d'Iside si doveva trovare il Campo di Agrippa, registrato in questa regione da tutti i Regionarj; poichè in tale località veniva a trovarsi di faccia al grande portico chiamato di Pola dalla sorella dello stesso Agrippa, che lo portò a compimento dopo la di lui morte.
A qualche parte dei fabbricati, che stavano intorno a questo Campo, dovevano appartenere le rovine di camere scoperte nel giardino del palazzo di Sciarra Colonna; come pure avranno probabilmente servito al suo ornamento i grandi piedistalli, con sculture di figure rappresentanti Provincie diverse, trovati nel fondare il palazzo Muti alla Pilotta, ed i marmi, colonne, e statue rinvenute nel fare i fondamenti della parte del convento di S. Marcello, che è rivolta verso il detto palazzo Muti."
(Giuseppe Vasi)
(Giuseppe Vasi)
POSIZIONE DEL PORTICO DI VIPSANIA |
"Nella regione VII, a destra e affatto presso alla via Lata, forse nelle vicinanze della piazza Sciarra al Corso, fu impiantato da Agrippa, senza dubbio per la stessa destinazione del Campus Martins, ed era circondato forse da passeggiate, certamente da portici, fra cui è specialmente ricordato quelle, che dal nome della sorella di Agrippa si disse Porticus Polae, e nel quale dovea esser collocata la carta del mondo da lui ordinata. (Die Cass. 55, 8. Mart. 1, 108, 3; 4, 18, 1. Gell. 14, 5, 1 cf. Tac. hist. 1, 31. Plin. nat. hist. 3, 17)"
(Dizionario Epigrafico di Antichità Romane - Ettore De Ruggiero - 1886)
(Dizionario Epigrafico di Antichità Romane - Ettore De Ruggiero - 1886)
Il campus si trovava all'incirca nell'area dell'odierna piazza S. Silvestro, con alberi, statue, siepi, piante e fontane, circondato da un grande porticato. Come informa Gellio, era la passeggiata preferita dei romani che si estendeva all'incirca dalla linea dell'Aqua Virgo a sud fino all'attuale via S. Claudio a nord, e dalla via Lata attraverso le pendici del Quirinale, mentre i suoi confini ad est sono incerti.
IL PORTICUS COME LA SEPTA
Come costruzione il Porticus Vipsania somigliava alla Saepta posta sul lato esterno della via Lata, un po' più a sud, ma subì diverse modifiche più tardi, infatti parte dei resti risalgono al periodo dei Flavi. Durante il II sec. gli spazi tra le colonne, intercolumni, furono chiusi con muri di mattoni a vista. Nel IV secolo il suo nome fu corrotto in porticus Gypsiani.
In vari punti dell'area si sono rinvenuti parti delle arcate semicircolari, con pilastri in travertino e lesene, con capitelli dorici, una pavimentazione in travertino e colonne di cipollino con capitelli corinzi. Probabilmente si tratta dei resti scoperti durante la costruzione della Galleria Sciarra.
BIBLIO
- Platener e Ashby - Topographical Dictionary of Ancient Rome - 1929 -
Come costruzione il Porticus Vipsania somigliava alla Saepta posta sul lato esterno della via Lata, un po' più a sud, ma subì diverse modifiche più tardi, infatti parte dei resti risalgono al periodo dei Flavi. Durante il II sec. gli spazi tra le colonne, intercolumni, furono chiusi con muri di mattoni a vista. Nel IV secolo il suo nome fu corrotto in porticus Gypsiani.
In vari punti dell'area si sono rinvenuti parti delle arcate semicircolari, con pilastri in travertino e lesene, con capitelli dorici, una pavimentazione in travertino e colonne di cipollino con capitelli corinzi. Probabilmente si tratta dei resti scoperti durante la costruzione della Galleria Sciarra.
SIMILE A QUESTA DI POMPONIO MELA DATATA AL 43 D.C.
BIBLIO
- F. Coarelli et al. - Lexicon topographicum urbis Romae - Supplementum II. 2 - Gli scavi di Roma, 1922-1975 - Edizioni Quasar - Roma - 2006 -
- Elisabetta Carnabuci - Lexicon topographicum urbis Romae - Suppl. V - nuovi dati archeologici dagli appunti inediti di Giacomo Boni - Edizioni Quasar - Roma - 2012 -
- Lexicon topographicum urbis Romae - Supplementum VII - scritti in onore di Lvcos Cozza - Edizioni Quasar - Roma - 2014 -
- Elisabetta Carnabuci - Lexicon topographicum urbis Romae - Suppl. V - nuovi dati archeologici dagli appunti inediti di Giacomo Boni - Edizioni Quasar - Roma - 2012 -
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