LA PIRAMIDE SULL' APPIA ANTICA


La piramide sull'Appia Antica è per grandezza il secondo mausoleo fatto a piramide di Roma, dopo quella di Caio Cestio posta a piazzale Ostiense, eppure se ne parla poco, forse perchè è stata talmente depredata e deturpata che la sua forma piramidale quasi non si riconosce.

All'altezza del IV miglio, già riprodotto nel '700 dal Piranesi, giace il grande mausoleo alto circa 20 metri costituito da un alto dado di pietra calcarea col diametro di 15 metri, su cui poggiava una gigantesca piramide di blocchi di marmo, coronata da quattro sfingi. 

La piramide giace presso i tumuli degli Orazi e Curiazi nell'Appia Antica, prima del tumulo degli Orazi
e dopo il tumulo dei Curiazi, a lato della villa dei Quintili. Che il rudere di conglomerato cementizio, composto da malta pozzolanica e scaglioni di pietra lavica, sia un mausoleo è chiaro, ma chi vi sia stato sepolto molto meno.

Poichè il monumento affianca la Villa dei Quintili, i grandi proprietari terrieri che avevano la villa poco più avanti, potrebbe appartenere ai nonni dei fratelli Quintili fatti assassinare poi da Commodo nel II secolo dc., ma potrebbe trattarsi anche della tomba di Quinto Cecilio Metello, fratello di Cecilia Metella e zio di Tito Pomponio Attico, che aveva la sua proprietà al V miglio, come riporta Cornelio Nepote (Attico, XXII). 

PIRAMIDE DI CESTIO

Qui sopra c'è l'immagine della piramide Cestia, che si avvale di una splendida copertura di lastre di marmo di Carrara; è alta 36,40 metri con una base quadrata di circa 30 metri di lato e si leva su una piattaforma di cementizio. Essa dà l'idea di come grosso modo dovesse essere la Piramide sull'Appia antica.

Sappiamo comunque che la Piramide fu oggetto di una proposta del Borromini per trasformare la tomba in chiesa, che però fortunatamente non ha mai avuto un seguito, altrimenti avrebbe stravolto il monumento e cancellato le bellissime pitture all'interno. 

Per ciò che riguarda la tomba a piramide dell'Appia antica, essa fu scavata dal Canina, nella prima metà dell' '800, si trovarono grandi sculture di grifoni e sfingi, che dovevano ornare la tomba in modo superbo. Dietro, il casale medievale di Santa Maria Nova è ancora oggi una villa privata per quelle misteriose ragioni che impediscono al governo di requisire terreni e costruzioni antiche o che poggiano su strutture antiche. Qui, sempre lungo il lato sinistro, è stata trovata l'epigrafe in verso saturnio di Marco Cecilio, ora custodita nel castello Caetani.


La antica sede stradale lastricata è larga 4,30 metri, mentre le crepidini sono larghe 3,10 metri dal lato della villa, e 3,80 metri dal lato opposto (distanza tra il bordo stradale e il recinto del sepolcro con la scala a chiocciola che sta più avanti). Quel che è certo è che sulla piramide è stata rinvenuta un'infinità di chiodi di ferro con la testa a sezione quadrata serviti per legare le corde e arrampicarsi per operare la spoliazione dei marmi.

Nei più recenti restauri sono stati rinvenuti ai piedi del mausoleo e sotto strati di terra dei blocchi di marmo scolpiti con la rappresentazione di una sfinge, non che frammenti di statue, probabilmente fatte a pezzi per l'odio contro i pagani e/o per bruciarle onde farne calce.

MENSA ISIACA


LA MODA EGIZIA

Già all'epoca di Cleopatra, l'affascinante regina amante di Giulio Cesare che venne a Roma dettando moda nei salotti patrizi di Roma, la città eterna ne adottò l'arte e lo stile egizi. Quando poi l'Egitto dopo la battaglia di Azio divenne una provincia romana, molte sculture antiche egizie del periodo tardo, in particolare obelischi e statue, che furono portati a Roma quale prezioso bottino di guerra. Inoltre molti artisti, alcuni dei quali provenienti dall'Egitto, crearono o imitarono la stilistica egiziana.

L'opera più famosa del I secolo. divenne una tavola intarsiata, detta Mensa Isiaca, raffigurante divinità egizie con segni geroglifici. Questa tavola è stata scoperta nel 1537. ed è stato a lungo un modello per gli artisti dell'Europa occidentale.

Anche il tempio di Iside ha influenzato l'arte romana. Diverse piramidi furono costruite a Roma, di cui è sopravvissuta la Piramide Cestia. Il più grande fan della cultura egizia nell'impero romano sembra essere stato l'imperatore Adriano (r. 117-138 ). Una sezione di Canopo con un Nilo in miniatura è stata trovata nella villa di Adriano a Tivoli, un gruppo scultoreo e almeno un tempio dedicato agli Dei egizi.

Questi reperti sono serviti per secoli agli artisti europei per capire come raffigurare gli antichi egizi anche prima del XIX secolo, sebbene a quel tempo fosse già compresa la differenza tra le sculture veramente egiziane e le loro versioni romane.

IL MONUMENTO SPOLIATO E DETURPATO

La Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma ha completato, sotto la cura di un team di esperti e in soli quattro mesi, i lavori di consolidamento e restauro dei due monumenti noti come Sepolcro a Piramide presso la Villa dei Quintili, e Torre Selce.

Gli interventi, di cui avevamo dato notizia nel mese di ottobre, si erano resi necessari per evitare il rischio di parti consistenti di questi due importanti monumenti funerari della Via Appia Antica. Per questo motivo, la Soprintendenza ha investito, con un intervento straordinario, la somma di 200.000 Euro.

Il restauro è stato svolto con sistemi tradizionali, mediante “sottomurazioni” e riprese murarie con tecnica “scuci-cuci”, evitando l’utilizzo di materiali estranei che avrebbero compromesso l’immagine storicizzata dei monumenti. I lavori sono stati eseguiti anche con l’uso di piattaforme aeree.
Comunque; informano gli addetti ai lavori: «il monumento non ha restituito nei secoli fregi, né iscrizioni, né elementi architettonici che ci possano dire l'identità del suo proprietario committente»



BIBLIO

- Giovanni Battista Piranesi - Le antichità Romane -
- Francesco Maria Pratilli - Della Via Appia riconosciuta e descritta da Roma a Brindisi. Libri IV - Napoli - 1745 -
- B. Overbeke - Degli avanzi delle antichità - a cura di P. Rolli - Tommaso Edlin - Londra - 1739 -
- Antonio Nibby - Roma antica di Fabiano Nardini - Stamperia De Romanis - Roma - 1818 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Arnoldo Mondadori Editore - Verona - 1984 -
- Jona Lendering - Stad in marmer. Gids voor het antieke Rome aan de hand van tijdgenoten (The Marble City. Literary - Guide of Ancient Rome) - La città di marmo -
- Pyramid of Cestius (Sepulchrum C. Cestii) -
- Rodolfo Lanciani - La distruzione dell'antica Roma - Roma - A. Curcio - 1986 -

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