MANUELE II PALEOLOGO

MANUELE II

Nome:
Manuele II Paleologo, Manouēl ho déyteros Palaiologos;
Nascita: Costantinopoli, 27 giugno 1350
Morte: Costantinopoli, 21 luglio 1425
Regno: 16 Febbraio 1391 – 21 Luglio 1425
Padre: Giovanni V Paleologo (1341-1391) 
Madre: Elena Cantacuzena
Moglie: Elena Dragaš, dalla quale ebbe undici figli, otto maschi e tre femmine:
Figli:
- Giovanni VIII Paleologo, (1392-1448), il penultimo imperatore bizantino, dal 1425 al 1448;
- Costantino Paleologo, morto di peste da bambino a Monemvasia;
- Teodoro II Paleologo, (1396-1448) despota della Morea dal 1407 al 1443;
- ? Paleologa, morta di peste tra il 1398-1399, a Monemvasia;
- ? Paleologa, morta di peste tra il 1398-1399, a Monemvasia;
- Andronico Paleologo (1400-1429), despota di Tessalonica (1408-1423);
- Costantino XI Paleologo (1405-1453), imperatore bizantino dal 1449 fino al 1453;
- Demetrio Paleologo (1407-1470), despota della Morea dal 1448 al 1460;
- Tommaso Paleologo (1409-1465), despota della Morea dal 1429 al 1460, legittimo erede al trono dei Basileis.
- Michele Paleologo, nato nel 1410, morto bambino;
- Zampia Paleologa, ribattezzata Isabella, nata dopo il 1410, sposò Ilarione Doria. 


 «Anche chi non conosce l'imperatore, soltanto dal suo aspetto dirà: questo dev'essere un re
(Bajazet I, sultano dell'Impero ottomano, parlando di Manuele II Paleologo) 

Manuele II Paleologo greco: Μανουήλ Β΄ Παλαιολόγος, Manouēl ho déyteros Palaiologos è stato un imperatore bizantino. Fu basileus dei romei dal 17 febbraio 1391 fino alla sua morte. È ricordato anche per i suoi scritti teologici. 

Il primo incarico di Manuele II fu quello di despota di Tessalonica 1369-1387. Fu coimperatore dal 1376, dopo che il fratello maggiore Andronico IV Paleologo si era ribellato al padre Giovanni V Paleologo, fino al 1380, anno in cui Andronico fu perdonato, nonostante avesse tenuto prigionieri il padre ed il fratello dal 1376 al 1379. 

Dal 1385 tornò ad essere coimperatore, a seguito del decesso di Andronico. Nel 1390 aiutò il padre a sventare il tentativo di usurpazione del trono da parte del nipote Giovanni VII Paleologo. Nel 1391 l'anziano genitore morì e Manuele II divenne imperatore. Quando nel 1394 il sultano ottomano Bajazet I aprì le ostilità contro i Bizantini, isolando Costantinopoli in modo da impedirle l'approvvigionamento alimentare, Manuele invocò l'aiuto dell'Occidente e fu ascoltato. 

GIOVANNI V PALEOLOGO


VIAGGIO IN OCCIDENTE


Ungheria

Giovanni lasciò momentaneamente il governo dell'impero al figlio Andronico IV Paleologo, futuro erede al trono, e portò con sé i figli Manuele e Michele. Nei primi mesi del 1366 Giovanni V si recò in Ungheria per chiedere aiuti contro i Turchi ottomani, che si facevano sempre più minacciosi.  

Le sue richieste d'aiuto però non furono ascoltate da Luigi I il Grande che impose come condizione la conversione dell'imperatore al cattolicesimo. Così Giovanni V decise di fare ritorno in patria, ma passando per il regno di Bulgaria fu fatto prigioniero insieme ai suoi figli. I tre furono liberati nella primavera del 1367, grazie all'intervento di Amedeo VI di Savoia 1343-1383, giunto in soccorso del cugino Giovanni.

Successivamente, tra il 1367 ed il 1370, Manuele fu nominato dal padre despota di Tessalonica, la seconda città più importante dell'impero. Nell'agosto del 1369 Giovanni V si recò nuovamente in Occidente e nell'ottobre dello stesso anno solennemente abiurò la fede ortodossa e si convertì al cattolicesimo. Sperava, in questo modo, di ricevere l'aiuto promesso da Roma, ma anche questa volta le sue richieste di soccorso rimasero inascoltate. 


Venezia

Nel maggio dell'anno seguente, Giovanni fu a Venezia, dove doveva riscattare i gioielli della corona, consegnati ai Veneziani nel 1343 dalla madre, Anna di Savoia, in cambio di 30.000 ducati. Non avendo però il corrispettivo per riscattare i gioielli, Giovanni fece una generosa proposta alla repubblica di Venezia: avrebbe ceduto l'isola di Tenedo, che controllava l'ingresso allo stretto dell'Ellesponto, in cambio dei gioielli, di 25.000 ducati e di 6 navi da guerra. 

Il doge Andrea Contarini (1368-1382) accettò la proposta, ma Andronico IV, che nel frattempo governava l'impero al posto del padre con l'appoggio dei Genovesi, si rifiutò di consegnare l'isola ai Veneziani. Questi ultimi non dettero quindi alcun ducato a Giovanni che, non avendo neppure il denaro necessario per pagarsi il viaggio di ritorno a Costantinopoli, si trovò di fatto loro prigioniero. 

Andronico non intervenne e fu dunque Manuele che recuperò i fondi richiesti per liberare il padre. Nonostante le difficoltà causate dalla neve, Manuele riuscì ad attraversare velocemente la via Egnazia per arrivare finalmente a Venezia nel marzo del 1371 e Giovanni fu così di nuovo libero.

MURAD I

 LA RIBELLIONE DI ANDRONICO IV 

Il 26 settembre 1371 i Serbi guidati dai fratelli Jovan Uglješa, despota di Serres e Vukašin Mrnjavčević, re di Serbia, furono sconfitti dagli Ottomani nella battaglia della Marizza. Approfittando della debolezza serba Manuele attaccò i possedimenti di Uglješa e li conquistò e anche Serres tornò bizantina. 

Ma verso la fine dell'anno e l'inizio del 1372 l'impero bizantino, sebbene non avesse preso parte alla battaglia della Marizza, fu obbligato a pagare un tributo al sultano Murad I (1359-1389) e ad offrire il servizio di guerra. 

Due anni dopo, nel maggio del 1373 Giovanni V fu chiamato a combattere insieme al sultano in Asia Minore. Andronico, contrario alla sottomissione del padre a Murad, si ribellò ad entrambi, ma la sua rivolta fu soffocata ed egli fu incarcerato nella torre Anema, diseredato e semi accecato insieme al figlio Giovanni VII, che era ancora bambino.

Nel 1376 i Genovesi fecero evadere di prigione Andronico, che si presentò a Murad chiedendo truppe per prendere Costantinopoli, in cambio gli avrebbe ceduto Gallipoli. Il sultano accettò e subito Andronico assaltò la capitale, difesa da Giovanni e Manuele, che dopo un assedio durato trentadue giorni furono catturati. 

Andronico li fece rinchiudere, insieme a tutta la famiglia imperiale, nella torre Anema. Nel 1379 la famiglia imperiale riuscì a liberarsi e si rifugiò presso Murad, accampato a Crisopoli. Manuele ed il sultano si accordarono che se li avesse aiutati a riconquistare il potere, i Bizantini avrebbero aumentato il tributo agli Ottomani, oltre a consegnare loro la città di Filadelfia, ultima città bizantina in Asia Minore.

Murad accettò e consegnò un esercito a Manuele e Giovanni. Costoro furono anche appoggiati dai Veneziani, che volevano togliere il potere ad Andronico, perché filo-genovese, e quindi fornirono all'Imperatore e al coimperatore una piccola flotta. Così il I luglio 1379 Manuele e Giovanni entrarono vincitori a Costantinopoli, mentre Andronico scappava nella colonia genovese di Galata. 

Nel 1380 le due parti trovarono un accordo per cui Andronico sarebbe tornato ad essere l'erede al trono. Questo trattato toglieva però a Manuele il diritto di ereditare l'Impero e ne fu contrariato, per cui rifiutò di riconoscere il dominio balcanico degli Ottomani, cosa a cui il padre aveva invece consentito.  



IL DESPOTA DI TESSALONICA

Nel 1382 Manuele tornò a essere il despota di Tessalonica, attaccando gli Ottomani che stavano assediando Serres e li sconfisse,  il comandante ottomano però gli inviò un ultimatum in cui chiedeva la resa di Tessalonica o la città sarebbe stata assediata e i suoi cittadini massacrati. Manuele convocò i suoi sudditi incitandoli a difendere la città dagli Ottomani, facendo rinforzare le mura. 

L'assedio di Tessalonica iniziò nel 1383. La città resistette per tre anni e mezzo con la speranza di ricevere rinforzi dall'Occidente latino, che però non arrivarono mai. Manuele partì per Lesbo mentre Tessalonica si consegnava agli Ottomani evitando il massacro dei suoi abitanti. Nel frattempo, nel giugno del 1385 era morto il fratello Andronico per Manuele tornava ad essere l'erede al trono dell'Impero bizantino.

GIOVANNI VII


LA RIVOLTA DI GIOVANNI VII

Caduta Tessalonica, gli ottomani pensarono a Costantinopoli. Nel 1389, inoltre, il sultano ottomano Bajazet I (1389-1402), sottomise i Balcani. Manuele dovette riconoscere di essersi sbagliato, la politica pacifista con i Turchi era giusta quindi si scusò con suo padre Giovanni che però lo obbligò, come penitenza, all'esilio nell'isola di Lemno per quasi due anni.

Nel 1390 Manuele poté tornare a Costantinopoli, in aiuto al padre che difendeva Costantinopoli da un assedio turco, che voleva porre al trono Giovanni VII Paleologo (1390; 1399-1403) figlio di Andronico IV. Nella notte del 13 aprile Giovanni VII, a capo di alcune truppe ottomane fornite dal nuovo sultano Bajazet I, detronizzò Giovanni V. 

L'imperatore però non fuggì da Costantinopoli ma, insieme al figlio Manuele ed ai suoi fedeli, si barricò nella torre della Porta Aurea, dove si preparò a resistere all'assedio. Manuele fu incaricato dal padre di cercare aiuti e tornò con cinque galee, con le quali si presentò a Costantinopoli il 25 agosto. Il 17 settembre Giovanni V ordinò ai suoi uomini di uscire dalla torre silenziosamente per tendere un'imboscata agli uomini del nipote. Quest'ultimo fu preso alla sprovvista e fu costretto a fuggire dalla capitale.



L'INCORONAZIONE

Il 16 febbraio 1391 Giovanni V morì di gotta, Manuele era l'erede, ma si trovava al servizio del sultano Bajazet che avrebbe potuto nominare imperatore Giovanni VII, per cui fuggì dall'accampamento e corse a Costantinopoli, dove fu acclamato dal popolo.

Manuele aveva quarant'anni e un aspetto così regale che persino Bajazet ne era ammirato e altrettanto i Turchi, ai quali sembrava somigliasse al profeta Maometto. Manuele era energico, di ottima salute, amante della letteratura e degli studi di teologia, oltre ad essere un ottimo combattente.

Nel maggio del 1391, Bajazet chiamò Manuele per combattere al suo fianco la sua nuova campagna sul mar Nero. A metà gennaio del 1392 Manuele tornò a Costantinopoli e celebrò il suo matrimonio con Elena Dragaš, figlia del principe serbo di Serres, Costantino Dragaš (1355-1395), anch'egli vassallo di Bajazet. L'11 febbraio ebbe luogo l'incoronazione con grandi feste.



LA CROCIATA DI NICOPOLI

Fu indetta infine la crociata di Nicopoli, che tuttavia si risolse in un disastro e non riuscì a risollevare le sorti dell'impero. Nel 1399 Manuele partì personalmente per l'Occidente in cerca di aiuto e vi rimase fino al 1403. Quando ormai la fine sembrava imminente, i Timuridi invasero l'Anatolia e nella battaglia di Ancyra del 1402 Bajazet fu fatto prigioniero. 

In seguito a questi avvenimenti, nell'impero ottomano scoppiò la guerra civile, della quale Manuele, grazie al suo genio diplomatico, riuscì ad approfittare per riacquisire alcuni territori dell'impero, tra cui Tessalonica. Fu capace di a mantenere la pace con gli Ottomani fino al 1422, ma le ostilità ricominciarono perché il figlio di Manuele, Giovanni VIII Paleologo, si era intromesso nella successione ottomana. 

Da ciò derivarono gli assedi di Costantinopoli e di Tessalonica. Nel 1423 quest'ultima città fu ceduta ai Veneziani, poiché l'impero non era più in grado di difenderla. Manuele morì nel 1425. Gli viene riconosciuto il merito di essere riuscito, durante i 34 anni del suo impero, a rallentare la caduta dell'impero bizantino. 

Nell'inverno 1393/1394 Bajazet decise di eliminare i suoi vassalli cristiani: convocò Manuele, Teodoro I Paleologo despota della Morea (1382-1407), Costantino Dragaš, Giovanni VII e il re serbo Stefano III Lazaro (1389-1427) che arrivarono ciascuno per sé ignaro degli altri; quando si ritrovarono insieme capirono che il sultano voleva ucciderli. 

Invece il sultano cambiò idea, forse per paura della reazione delle città marinare italiche e del papa, così si limitò ad ammonirli che qualsiasi disobbedienza sarebbe equivalsa a una dichiarazione di guerra e li congedò.

SIGISMONDO DI UNGHERIA

Battaglia di Nicopoli

Poco tempo dopo Manuele fu richiamato da Bajazet (o Bayezid), ma non andò temendo di venire assassinato confidando che Costantinopoli non fosse inespugnabile via terra, e che gli Ottomani fossero deboli via mare. Bajazet invase e saccheggiò la Tracia e mise sotto assedio Costantinopoli, onde prenderla per fame.

Manuele si rivolse allora a Sigismondo d'Ungheria (1387-1437), e nel 1395 chiese alle potenze dell'Occidente una crociata contro gli Ottomani che giungesse in soccorso dei Bizantini. I paesi occidentali crearono un esercito di 100.000 soldati, comandati dal re ungherese Sigismondo, ma la crociata ebbe un esito sfavorevole e durante la battaglia di Nicopoli, il 25 settembre del 1396, morirono 35.000 crociati.

Bayezid fece uccidere tremila prigionieri per aver perso, nonostante la vittoria finale, circa 25000 uomini. Non uccise i prigionieri più giovani e li integrò nel suo esercito per compensare le perdite. I cavalieri dell'Europa occidentale cominciarono a perdere il loro entusiasmo per le crociate.



I GRANDI RIFIUTI

Manuele nel 1397 inviò ambasciatori presso lo Stato Pontificio, e Papa Bonifacio IX chiese alle nazioni occidentali una nuova crociata o che gli Stati occidentali inviassero soldati, soldi e viveri a Costantinopoli. 

Il re di Francia Carlo VI inviò 12.000 franchi aurei e 1.200 soldati, comandati dal più grande stratega francese dell'epoca, il maresciallo di Francia Jean II Le Meingre detto Boucicault II, che aveva già combattuto contro gli Ottomani a Nicopoli.

Nel 1399 questi arrivò a Costantinopoli e riuscì a togliere momentaneamente il blocco ottomano ma la città non era difendibile con le poche truppe di cui disponeva per cui si rivolse a Manuele affinchè andasse a Parigi da Carlo VI onde chiedere altri soldati.

Manuele partì e lasciò il comando al nipote Giovanni VII, facendo porre al riparo la moglie, Elena Dragas, e i due figli ancora bambini (Giovanni Paleologo 1425-1448, futuro imperatore, e Teodoro Paleologo 1407-1447, futuro despota della Morea) a Mistra, presso la corte del fratello Teodoro I.

Manuele arrivò a Parigi, dove Carlo VI lo accolse con tutti gli onori ma non aderì alla crociata. Nel 1401 negoziò con il regno d'Aragona, il regno del Portogallo, il papa di Roma e l'antipapa di Avignone. Tutti rifiutarono e Carlo VI, che avrebbe dovuto guidare la crociata, era diventato folle. Manuele chiese al doge veneziano di assumere il comando della futura crociata, ma questi rifiutò. Si diresse allora a Londra, presso Enrico IV (1399-1413) che gli consegnò 4.000 sterline, non potendo far altro.

BAJAZET

LA SCONFITTA DEGLI OTTOMANI

Tuttavia giunse la notizia che Bajazet fosse stato sconfitto e catturato dai Timuridi (turchi), comandati dal condottiero e mecenate Tamerlano (1369-1405), nella battaglia di Ancyra del 28 luglio 1402. Inoltre era scoppiata una guerra civile tra i figli di Bajazet.

Manuele si diresse allora a Venezia, dove gli dettero tre navi da guerra, con le quali poté tornare a Costantinopoli nel 1403. Il 9 giugno Manuele  sbarcò a Gallipoli, dove ad attenderlo c'era Giovanni VII, che era giunto fin là a cavallo, per riconsegnare il potere nelle mani di Manuele.

intanto Solimano Çelebi, il figlio maggiore di Bajazet, che divenne sultano dei domini ottomani europei, aveva firmato il trattato di Gallipoli con Giovanni VII, ove si stabiliva che l'Impero bizantino non era più vassallo degli Ottomani, sicché Tessalonica, con tutta la penisola Calcidica, la costa del mar Nero e molte isole egee tornavano ad essere territori bizantini. In più furono liberati tutti i prigionieri bizantini, in cambio del riconoscimento della sovranità di Solimano su Adrianopoli.

A questo punto Manuele nominò Giovanni VII despota di Tessalonica. Nel 1407 morì il fratello di Manuele II.Teodoro I, senza eredi per il despotato di Morea, per cui l'anno dopo, Manuele nominò il suo secondogenito, Teodoro II (1408-1445), nuovo despota di Morea.

A settembre morì Giovanni VII, senza eredi, visto che suo figlio Andronico V Paleologo era morto infante l'anno prima. L'imperatore nominò quindi il figlio terzogenito Andronico Paleologo (1408-1423) despota di Tessalonica.

Nel 1411 Solimano fu assassinato dal fratello Musa che, ostile ai Bizantini, annullò tutte le concessioni che Solimano aveva fatto all'Impero bizantino. Cinse d'assedio Tessalonica e con il grosso dell'esercito assediò Costantinopoli, massacrando la popolazione bizantina che incontrava.

MEHEMET I

MEHEMET I L'ALLEATO

Manuele nel 1412, spedì un'ambasceria a Mehmet I (1413-1421), sultano ottomano dell'Asia Minore, offrendogli l'alleanza dei Bizantini in cambio della conferma delle concessioni fatte da Solimano. Il sultano accettò, e l'anno dopo si scontrò a Chamurli, in Serbia, con Musa, che venne sconfitto e ucciso. Ora Mehmet era l'unico sultano ottomano e doveva quella sua vittoria a Manuele, a cui mandò un emissario con la notizia della sua vittoria:

«Va a dire a mio padre, l'imperatore dei Romani, che da questo giorno in poi io sono e sarò il suo suddito, come un figlio con il padre. Che mi comandi di eseguire la sua volontà e io ne esaudirò i desideri con il più grande piacere, come servo suo
(Mehmet I - sultano dell'Impero ottomano)



MUSTAFA'

Ma nell'Impero ottomano comparve un nuovo pretendente al trono che diceva di essere Mustafà, il fratello maggiore di Mehmet. L'impostore comandò un esercito contro Mehmet, che però riuscì a sedare la rivolta. Mustafà venne salvato dai Veneziani e portato a Tessalonica, presso la corte di Andronico, che lo prese sotto la sua protezione. Mehmet si lamentò di ciò con Manuele, che condannò Mustafà al carcere a vita, pena che sarebbe stata scontata nell'isola di Lemno.

L'imperatore condannando il ribelle al carcere a vita nell'impero bizantino lo salvava da morte certa per opera di Mehmet. Manteneva in tal modo buoni rapporti con gli Ottomani e in più aveva sempre pronto un possibile pretendente al trono ottomano.

Manuele decise di far sposare il suo primogenito Giovanni con la figlia del Gran Principe di Mosca Basilio I (1389-1425), Anna. Basilio I accettò e nel 1414 Anna, una bambina di soli undici anni, arrivò a Costantinopoli e il matrimonio fu celebrato. Ma nel 1417 a Costantinopoli scoppiò la peste che uccise un alto numero di nobili, tra cui la nuora Anna, molto pianta nella capitale.

Nel 1420 Manuele fece sposare a Giovanni Sofia Paleologa, figlia del marchese del Monferrato Gian Giacomo Paleologo e a Teodoro fece sposare Cleofe Malatesta, figlia di Malatesta dei Malatesti. I matrimoni furono celebrati nel 1421 e i figli furono incoronati coimperatori.

Tuttavia il matrimonio tra Giovanni e Sofia fu un disastro, nonostante Manuele andasse assai d'accordo con la nuora. Il coimperatore, infatti, non volle mai consumare il matrimonio perché riteneva Sofia troppo brutta. Dopo la morte di Manuele, Sofia scappò da Costantinopoli e, ritornata nel Monferrato, si fece suora.

MURAD II

MURAD II

Il 21 maggio morì Mehmet, e salì sul trono suo figlio Murad II. che riprese invece la politica aggressiva di Bajazet. Giovanni disse a suo padre che non aveva intenzione di riconoscere Murad come sultano, ma di contrapporgli Mustafà, che era ancora nelle prigioni di Lemno. 

Manuele era contrario, ma essendo malato disse al figlio: « Io sono vecchio e malato, figlio mio, e prossimo alla morte: la sovranità e le prerogative le ho cedute a te. Fa come vuoi tu
(Manuele II Paleologo)

Mustafà fu quindi liberato e gli fu affidato un piccolo esercito con cui si impossessò della parte europea dell'Impero ottomano. Nel 1422 invase l'Asia Minore ma fu sconfitto, dovette così ritirarsi in suolo europeo. Due settimane dopo Murad arrivò in Europa con un esercito, sconfisse e uccise Mustafà. Diventava così il sultano indiscusso dell'Impero ottomano e voleva distruggere l'Impero bizantino, che aveva tentato di togliergli il potere.

Il grosso dell'esercito andò ad assediare Costantinopoli, mentre il rimanente avrebbe assediato Tessalonica. Egli disponeva, oltre che di un ottimo esercito dei nuovi cannoni. Murad il 24 agosto schierò tutto il suo esercito davanti alle mura di Costantinopoli. Si combatté finché non si era fatta notte e i Bizantini riuscirono a resistere. A quel punto il sultano decise di ritirarsi e togliere l'assedio a Costantinopoli. Si narrò che era apparsa sulle mura di Costantinopoli la Vergine Maria, protettrice della città di Costantinopoli,  il che avrebbe fatto fuggire gli ottomani.

In realtà Manuele, nonostante l'età, aveva tramato perché Mustafà, secondogenito di Mehmet, usurpasse il trono al fratello. Saputo ciò, Murad tolse subito l'assedio: non poteva permettersi un'altra guerra civile. Ma nei primi mesi del 1423 Murad fece strangolare il fratello.

Proseguendo l'assedio di Tessalonica, difesa da Andronico, nel 1423 la città venne offerta alla Repubblica di Venezia, che aveva truppe per difenderla. Manuele e Giovanni appoggiarono la decisione di Andronico, i Veneziani accettarono e Tessalonica fu venduta ai Veneziani per 50.000 ducati. Il 14 settembre la bandiera veneziana veniva issata sulle mura di Tessalonica: era la prima volta che Veneziani e Ottomani si scontravano in guerra.



LA MORTE

Nel 1423 le condizioni di salute di Manuele peggiorarono, subì due ictus ma la ragione non lo abbandonò mai. Giovanni partì per l'Italia in cerca di aiuti. Il 22 febbraio 1424 Manuele firmò con Murad la pace. 

In Occidente Giovanni non fu aiutato, perché gli Stati italiani non volevano soccorrere i Bizantini, che erano cristiani ortodossi, e quindi Giovanni tornò senza aiuti. Lo storico Giorgio Sfranze, tramanda che Giovanni voleva convincere il padre a riunire le Chiese di Roma e di Bisanzio, in modo da poter ricevere aiuti dai latini occidentali. Manuele rispose:

«Figlio mio, noi sappiamo degli infedeli con assoluta certezza e dal profondo del cuore, che molto li spaventa il nostro accordo e la nostra unificazione con i Franchi, perché sanno che, se ciò avvenisse, ne verrebbe ad essi gran danno dai cristiani d'occidente a causa nostra. Perciò, quanto al concilio, progettalo pure e datti da fare, specialmente quando hai bisogno di far paura agli infedeli. Quanto però al farlo, non ti ci mettere, perché non vedo che i nostri siano capaci di trovare un modo per realizzare l'unione in pace e concordia, anzi vorranno convertire costoro per essere come eravamo prima. Poiché ciò è quasi impossibile, ho paura che ne verrà uno scisma anche peggiore ed ecco che saremo allo scoperto dinanzi agli infedeli.»
(Manuele II Paleologo)

Poi Manuele prese i voti e morì il 21 luglio 1425; gli succedette il figlio Giovanni VIII Paleologo. Sfranze ci racconta che fu pianto molto dai Bizantini.



LE OPERE

Manuele II Paleologo fu autore di numerose opere in campi differenti, tra cui :

- lettere,
- poemi,
- la Vita di un Santo,
- trattati di teologia (tra cui l'Orazione per la Dormizione della Santissima Vergine)
- trattati di retorica
- un epitaffio per il fratello Teodoro I Paleologo.
- un trattato in 157 capitoli sulla Processione dello Spirito Santo, uno dei problemi fondamentali della teologia dell'Oriente greco.
- I Dialoghi con un Persiano, è la sua opera più importante, del 1397, in 26 dialoghi, sui dialoghi avvenuti nel 1391 ad Ankara, l'opera è dedicata al fratello Teodoro I Paleologo. Manuele tenta di comprendere la religione islamica, perché prevedeva che gli Ottomani avrebbero conquistato Costantinopoli e sostituito l'impero bizantino.


BIBLIO

- Giorgio Sfranze - Paleologo. Grandezza e caduta di Bisanzio - Palermo - Sellerio - 2008 -
- Rino Fisichella - Manuele II Paleologo, Dialoghi con un persiano - a cura di Francesco Colafemmina - Cosenza - Rubbettino - 2007 -
- Ivan Djuric - Il Crepuscolo di Bisanzio. I tempi di Giovanni VIII Paleologo (1392–1448) - Roma - Donzelli - 2009 -
- B. Forbes Manz - Tamerlane and the Timurids - Oxford Research Encyclop. of Asian History - 2018 -
- Stephen Turnbull - The Walls of Constantinople, AD 324–1453 - Osprey Publishing -
- Ducas - Historia turco-bizantina 1341-1462 - a cura di Michele Puglia - il Cerchio - Rimini - 2008 -

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