ORIGINI ROMANE DELL'ITALIA


LE PIU' ANTICHE CIVILTA' SUL SUOLO ITALICO

- I Camuni in val Camonica, (dal VIII-VI millennio a.c. al I millennio a.c.) con incisioni rupestri che vanno dal Neolitico all'età del Ferro, in oltre 180 località comprese in 24 comuni, il primo Patrimonio dell'umanità riconosciuto dell'UNESCO in Italia, che ha riconosciuto oltre 140 000 figure, anche se nuove scoperte ne hanno progressivamente aumentato il numero a quasi 300.000.
- In Sardegna si sviluppò dal IV millennio a.c. il Megalitismo delle culture prenuragiche e la successiva civiltà nuragica, vengono considerate fra le più importanti culture megalitiche mai esistite, con monoliti isolati, in allineamenti rettilinei o in circolo. Nel III millennio a.c. la Cultura di Ozieri unificò i Sardi e durante il II millennio a.c. la civiltà nuragica si estese su tutta l'isola e influenzò la Corsica del Sud (dove si sviluppò la civiltà torreana) entrando in contatto, per via marittima, con i principali popoli del bacino del Mediterraneo.
- Tra il III millennio e il 1500/1200 a.c. si ha la comparsa della cultura di Polada, una civiltà palafitticola diffusa nell’Italia settentrionale dell’epoca e particolarmente radicata in Veneto nelle zone del Lago di Garda, dei Colli Euganei e nella Valle dell’Adige.
- I Liguri (daII millennio a.c. fino al II sec. a.c.) svilupparono sin dai tempi più remoti una cultura marinara per gli scambi commerciali.
VASI VILLANOVIANI

- I Reti (II millennio - I millennionelle Alpi Centro-orientali, tra Italia e Austria.
- I Latini si stabilirono nel Lazio centro-meridionale, ma dal II millennio a.c. avevano varie comunità (menzionate da Plinio il Vecchio) con il centro principale di Alba Longa.
Castellieri nel nord-est italico, dal XV al III secolo a.c. dall'Istria si espanse nel resto della Venezia Giulia, in Friuli, Dalmazia e Veneto.
- Gli Euganei occuparono le valli e il piano tra le Alpi Orientali e l'Adriatico nel X-IX a.c.
- In Toscana fiorì la cultura Villanoviana (X - VIII secolo a.c.
- La civiltà di Golasecca, (IX - IV secolo a.c.) collegata alle culture proto-celtiche dell'Europa centrale, si estese tra Lombardia, Canton Ticino, Piemonte, ed Emilia-Romagna.
- Gli Etruschi nel IX fino al I secolo a.c. emergono in epoca protostorica nella Toscana meridionale, nel Lazio settentrionale, e in alcune aree della nord Italia e Campania, nella parte a ovest del fiume Tevere.
Tra VIII e VII secolo compare la civiltà dei Veneti (vincitori), proveniente dall’Europa orientale che parla una lingua indoeuropea vicina al latino e un alto livello artistico e tecnologico.
- Nel corso del VII sec. a.c. gli Interamnates Nahartium precorsero le altre popolazioni umbre, fondando la città di Interamna Nahars nel 672 a.c.. Si trattava della cultura degli Umbro-Naharti nella valle di Terni, con la necropoli delle Acciaierie di circa tremila tombe, scoperte a fine Ottocento piene di corpi umani, cavalli, armi e fibule.


- Dauni (dell'età del bronzo e del ferro), L'antica Daunia corrispondeva a buona parte dell'ex-Capitanata e dell'attuale provincia di Foggia, nonché alla parte occidentale della nuova provincia di Barletta-Andria-Trani e all'estremo margine settentrionale della moderna provincia di Potenza in Basilicata.
- Sanniti, stanziati in AbruzzoMolise, Campania nonché a talune aree marginali di Lazio, Puglia e Basilicata. 
- Volsci (si inserirono nel V secolo a.c.)  sui monti Lepini ed Ausoni del Lazio.
- Ernici, Equi e Aurunci si stanziarono nell'Italia Centrale, sia nelle pianure che nelle montagne, tutte popolazioni Osche che hanno lasciato varie fortificazioni.
- Osco-umbri e gruppi di Illiri (Puglia) erano stanziate nel meridione della penisola.
- I Sicani abitavano nell'età del Ferro la parte centrale della Sicilia, gli Elimi abitavano la parte occidentale e i Siculi la parte orientale.

Questa è solo una parte degli abitanti più antichi della penisola italica e come in tutti i paesi del mondo questi antichi abitanti o sono scomparsi o si sono amalgamati tra loro fornendo una nuova etnia, nuovi costumi e nuovi sistemi di vita. 

Dunque questi popoli sono i progenitori del popolo romano, e non si potrebbe dire che i romani non siano i loro discendenti solo perchè sono culture diverse e magari etnie diverse, perchè questi popoli assunsero col tempo caratteri simili, divennero molto razionali, molto combattivi, molto organizzati, molto democratici e con grade senso dell'arte.

ROMA ALLE ORIGINI

ROMA ALLE ORIGINI

Roma ebbe come primi abitanti contadini e pastori che conducevano una vita semplice e modesta, ma pure contrastata, perchè le tribù vicine tendevano a invadere i loro territori. In epoca protostorica si trovavano nella penisola italiana e nelle isole maggiori varie popolazioni, sia di lingua indoeuropea che pre-indoeuropea, che avevano raggiunto l'Italia in varie ondate migratorie prodottesi nel corso del III e del II millennio a.c..

Nell'Età del Ferro Roma conobbe l'arrivo dei Latini di stirpe indoeuropea, dunque non autoctoni, prima un gruppo latino-falisco e poi uno umbro-sabello. Dovette trattarsi dei Latini che incontrarono Enea in fuga da Troia quando sbarcò nel Lazio. Gli Italiani hanno raccolto molte culture locali confluite poi in quella latina, fra cui quella etrusca e quella degli italioti e dei sicelioti, di matrice ellenica. 

Roma si formò con la fusione di genti diverse, perchè là dove confluiscono culture differenti c'è uno scambio che amplifica la conoscenza. Con il passaggio dalla civiltà neolitica a quella dei metalli, nella penisola sorsero le culture padane delle palafitte e quelle mediterranee sviluppate delle isole e del Mezzogiorno. 

(WORK BY: Fulvio314 RomanItaly)


ITALIA ROMANA

Infatti i Romani del periodo monarchico erano i cittadini di Roma, ma nel suolo italico più stirpi si lamentavano di difendere Roma con le armi, sin dalle guerre puniche, senza vedersi riconoscere i diritti della cittadinanza.

Infatti mentre i primi territori conquistati, quelli confinanti con Roma, vennero annessi alla città, le città italiche conquistate in seguito furono ordinate in:
• municipi, comunità cittadine dipendenti da Roma, che si distinguevano in municipi con suffragio, quando ai loro cittadini erano riconosciuti gli stessi diritti dei cittadini romani, compreso quello di
voto (suffragio) nei comizi romani; e in municipi senza suffragio se i loro cittadini continuavano a votare a casa propria magistrature locali;
• colonie, abitate da cittadini romani trasferiti nei territori conquistati, che avevano il diritto di votare a Roma;
• città alleate, che conservavano la loro autonomia, ma erano unite a Roma da vincoli federali di natura diversa.

Dunque se i Romani del periodo repubblicano furono essenzialmente gli abitanti della città di Roma, gli abitanti delle colonie dedotte e quelli dei "municipia optimo iure", dopo la Guerra sociale con la Lex Iulia del 90 a.c., la Lex Plautia Papiria dell'89 a.c., e la Lex Roscia del 49 a.c., divennero cittadini romani non solo quelli di Roma ma tutti gli abitanti della penisola italica. E' dunque dal I secolo a.c. che consideriamo gli antenati romani, come ha senso che sia, altrimenti dovremmo risalire agli indoeuropei e ai pre-indoeuropei.

Quindi già in età tardo repubblicana il termine "Romano" non riguardava più solo gli abitanti dell'Urbe, bensì quelli dell'Italia, una specie di "consanguineitas", che creava un confine tra i Romani delle province (Gallia, Hispania, Illiria, etc.) ed i Romani d'Italia che però non era una provincia, ma il territorio metropolitano di Roma, con un suo status privilegiato. L'integrazione romana dell'Italia, è alla base delle eredità storiche degli italiani ed è il momento in cui l'Italia ha un suo connotato territoriale preciso. Prima conteneva in sè diversi popoli, dal I secolo a.c. diviene la culla della romanità.

CARTINA ETNOLINGUISTICA DELL'ITALIA (work by: Homo lupus - Iron Age italy)

GLI ITALICI ROMANIZZATI

La storia dell'Italia romana ebbe inizio con la graduale unificazione delle popolazioni italiche centro-meridionali, che iniziò durante l'età regia di Roma (VIII secolo a.c.), completandosi con la conquista della Gallia Cisalpina, corrispondente alla Pianura Padana, che avvenne tra il III e il II secolo a.c.

La Roma del II secolo a.c. infatti, dominante l'Italia intera e forte delle sue capacità di assimilazione culturale, si inventò diversi metodi di integrazione etnica e culturale, dalle scuole pubbliche ai maestri privati per l'insegnamento della lingua, dalle vesti ai divertimenti, alle terme e agli spettacoli, ai beni di importazione, diffondendo cultura, lingua e valori comuni, insomma il processo di romanizzazione.

La romanizzazione degli abitanti dell'Italia, si articolò in numerose colonie romane e latine in tutta Italia, diffondendo usi e costumi, e lo spostamento volontario o coatto di popolazioni nella Penisola: solo nel I secolo a.c., il 10% della popolazione libera fu spostata dai luoghi d'origine e ricollocata in altre zone d'Italia. C'era poi la colonizzazione veterana, con la distribuzione di terra in varie zone ai legionari pensionati.

Col procedere dell'espansione territoriale, la cittadinanza fu concessa anche ad una piccola parte di abitanti delle province romane, pertanto non italici, per esempio come ricompensa dopo un lungo servizio militare, si che circa il 20% della popolazione dell'Impero nel I secolo d.c. ottenne la cittadinanza romana. In molte colonie ed in molte città interagivano popolazioni diverse che per comunicare tra loro usavano il latino e gli stessi luoghi di commercio e intrattenimento adottando la vigente romanitas.

Poi nel 212 d.c., quando con la Constitutio Antoniniana fu estesa la cittadinanza a tutti gli abitanti dell'Impero, venne meno effettivamente la coincidenza etnica con quella giuridica di "romano", considerando giuridicamente "romani" anche gli abitanti della parte orientale sino al 1453, e questi effettivamente non furono romani.


L'EREDITA' DEI ROMANI AGLI ITALICI

Dei 60 milioni di italiani attuali, a parte gli immigrati degli ultimi decenni che hanno acquisito la cittadinanza, la netta maggioranza degli italiani ha origini genetiche negli antichi Romani (intesi come gli italici romanizzati) e le ha in misura maggiore degli abitanti di qualsiasi altro Stato al mondo.

Gli Italiani hanno ereditato dai Romani la capacità artistica tanto è vero che l'Italia è il paese con maggiori titoli di Patrimonio Unesco al mondo. E' dagli antichi romani che hanno appreso la pittura, la scultura e l'architettura, un patrimonio culturale che ha portato all'Umanesimo, al Rinascimento, al Manierismo e al Barocco, tutti stili prettamente italiani poi diffusi nel mondo.

La civiltà romana ha lasciato innumerevoli meraviglie architettoniche e artistiche in tutto il territorio imperiale, che fu molto più vasto rispetto all'Italia, ma la sua culla geografica fu la penisola italiana, a sua volta culla di Roma. In Italia è quasi impossibile trovare un comune o una provincia priva di monumenti o almeno tracce dell'epoca romana.

Sempre tramite il processo di romanizzazione, in Italia si diffuse la lingua latina, che in Età imperiale sostituì definitivamente ogni linguaggio preromano, cosicché il latino rimase indelebile nella popolazione romana d'Italia e del resto dell'Europa romanza, trasformandosi nei diversi secoli, nei vari volgari neolatini fra cui il futuro volgare toscano e quindi italiano, nonché i suoi vari dialetti.

Prova ne sia che né i Longobardi né i Franchi (germanofoni), né i Romano-orientali (ellenofoni) riuscirono mai ad imporre le proprie lingue alle popolazioni italiane: i Longobardi finirono con l'adottare il latino (che oltretutto era sempre stata l'unica lingua scritta del proprio regno).

Nella stessa Italia medioevale, si conservò l'eredità culturale giuridica romana, che ricordavano anche nei termini la Repubblica romana (repubblica, consoli, magistrati, senato, questore, candidati, magistrati etc).



ALCUNI SOSTENGONO CHE GLI ITALIANI NON SIANO I DISCENDENTI DEI ROMANI

Secondo loro gli Italiani deriverebbero da un miscuglio di:

- gli Etruschi dall'VIII secolo al I secolo a.c. da cui i Romani appresero la costruzione degli archi, il modello militare, come base di reclutamento e come tattiche (falange), a loro volta, appresa dagli antichi Greci.
- dagli antichi Greci della Magna Grecia dall'VIII secolo a.c. al 280 a.c., La civiltà greca classica e ancor più quella ellenistica ebbero profonda influenza sulla cultura romana rafforzata ulteriormente dalla successiva conquista romana della Grecia.
- dai Sanniti, un ceppo umbro influenzato dalla cultura etrusca e greca, una bellicosa popolazione dotata di forti strutture politiche e militari relativamente complesse per l'epoca.
dai Celti tra il V e il IV secolo a.c. nella Gallia cisalpina, venendo a contatto con i Liguri della Liguria, parte del Piemonte, dell'Emilia, della Lombardia occidentale fino all'Umbria meridionale, con i cosiddetti Umbro-Naharti.
- dai vari mercanti fenici e punici (di stirpe semita), in fuga dal Libano occupato dagli Assiri, giungevano invece in Sardegna integrandosi, nei villaggi costieri, con la civiltà nuragica.
- dai Romani, dal I secolo a.c. fino alla caduta dell’impero d’Occidente 476 d.c.
- dai Longobardi, nel Nord Italia nel VI-VII Secolo d.c.
- dai Bizantini, nel Sud Italia e a Ravenna nel VI-VII secolo d.c.
- dagli Arabi, in Sicilia, dall’827 fino alla caduta di Noto nel 1091,
- dai Franchi, nell’Italia centrale e settentrionale (VIII – IX secolo),
- dai Normanni, dall’anno 1000 al 1194 in Sicilia e nell'Italia meridionale,
- dagli Svevi (Germania) nel XII secolo e dagli Angioini (Francia), in Sicilia e Italia meridionale,
- dagli Spagnoli dalla II metà del XVI secolo alla fine del XVII secolo in quasi tutta l’Italia,
- dalla dominazione asburgica (austriaca), nel XVIII e nel XIX secolo, in buona parte del Nord Italia,
- dalla dominazione napoleonica, in quasi tutta Italia, dal 1796 al 1814.


CIVES ROMANI ITALICI SUNT

Però per la questione del DNA, la maggioranza degli storici ritengono che durante le invasioni barbariche, non più di 500.000 barbari, tra Eruli, Vandali, Ostrogoti e Longobardi, discesero nella penisola a fronte di una popolazione italica di circa 7 milioni di abitanti.

Nel 489 entrarono nella penisola gli Ostrogoti, stimati da cento a trecentomila persone che formarono un regno romano-barbarico che verrà poi distrutto dai Bizantini, ridotto poi a 30.000 soldati presenti nel 537 nell'esercito goto. Le stime sulla migrazione longobarda vanno dai cento e trecentocinquantamila fra guerrieri, donne, bambini e non combattenti, quindi da 2 all'8% dei Romani.

La seconda ondata di elementi stranieri si trova nella conquista degli Arabi della Sicilia e la calata dei Normanni, ma si parla sempre di decine di migliaia. Tutte le conquiste successive: Spagnoli, Francesi, Austriaci, non furono migrazioni di massa di intere popolazioni, in grado di stravolgere gli equilibri etnici della popolazione, ma occupazioni militari con stanziamenti di eserciti stranieri e delle rispettive élite politico-militari, un numero troppo esiguo per cambiare la composizione etnica.

Nel meridione d'Italia, il Regno di Sicilia ebbe il re Federico II di Svevia, sovrano tedesco-normanno ma italiano per nascita, lingua, e sentimenti che, a capo del Regno di Sicilia, costruì uno stato con una politica tutta "italiana", in conflitto con l'autorità papale e con la Lega Lombarda.

A partire dal XV secolo, l'Italia ebbe il fenomeno dell'Umanesimo che, grazie al recupero di antichi capolavori romani e greci, aveva riscoperto l'arte e la bellezza attraverso la ricerca e la letteratura dei classici. Ciò costituì la premessa culturale del Rinascimento, che si irradiò nell'Europa intera e segnò di fatto, sul piano culturale, artistico e sociale la chiusura dell'oscuro Medioevo e la nascita dell'età moderna.

Attorno alla metà del XVI secolo, il Rinascimento lasciò il posto al Manierismo, con artisti come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello. Mezzo secolo più tardi, seguì il barocco, che, nato anch'esso in Italia, ebbe un riflesso internazionale (in Europa e nelle Americhe) non inferiore all'influenza rinascimentale.


BIBLIO

- L. Quilici, S. Quilici Gigli - Architettura e pianificazione urbana nell'Italia antica - L'Erma di Bretschneider - 1997 -
- Filippo Coarelli - Storia dell'arte romana. Le origini di Roma - Milano - ed. Jaca Book -
- Andrea Giardini - con F. Pesando - Roma caput mundi. Una città tra dominio e integrazione - Milano - Electa - 2013 -
- Antonietta Dosi - Spazio e tempo - (coautore Francois Schnell) - Vita e Costumi dei Romani Antichi - Quasar - Roma - 1992 -
- Biondo Biondi - Istituzioni di diritto romano - Ed. Giuffré - Milano - 1972 -
- Aldo Schiavone - Ius: l'invenzione del diritto in Occidente - Torino - Einaudi - 2005 -
- Giacomo Devoto - Gli antichi Italici - Firenze - Vallecchi - 1952 -
- G. Gazzetti - Le province romane - ed. Quasar - 2013 -

4 commenti:

  1. Il DNA degli antichi romani nel tempo è andato ovviamente a modificarsi ; questo accadde con l’espansione dell’Impero. Gli scienziati di tre Università: quella di Harvard, quella di Vienna e La Sapienza, hanno lavorato assieme per far luce sul DNA degli antichi romani appunto. La ricerca venne fatta su scheletri umani presenti in 29 siti archeologici. Durante l’Impero Romano, a predominare sul DNA degli abitanti dell’Italia era soprattutto il genoma di uomini proveniente dal Vicino Oriente. Mentre si nota come il genoma proveniente da uomini del nord, appare in modo predominante specialmente con il Sacro Romano Impero, quindi dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
    Già al tempo delle origini di Roma, vi era una forte presenza genetica di persone mediorientale, nord africane e delle aree mediterranee orientali nello studio delle ossa ritrovate.
    L’avanzare dell’Impero portò alla facilitazione degli scambi commerciali e così, con essi, allo scambio e culturale ed economico, favorendo l’immigrazione delle popolazioni, specialmente orientali, verso l’Italia e Roma. Il favorire dell’ascendenza genetica orientale e africana durante la Roma Antica, lo si deve al fatto che le popolazioni di quelle terre erano maggiormente numerose , al contrario delle regioni del nord Europa, come Britannia e Germania. Inoltre, con sbocco sul mare, le genti orientali favorivano il commercio con Roma. Stiamo parlando di popoli che vennero a stabilirsi in Italia , mutando il DNA ancora di più; quel DNA già di stampo orientale.
    Con le malattie e le invasioni barbariche, il DNA dei Romani andò cambiando nuovamente durante il V secolo e poi con il formarsi del Sacro Romano Impero, dove il genoma più rilevante viene trovato in quello del Nord Europa, durante l’Alto Medioevo.
    Quindi direi anche di farla finita di pensare di discendere dai Romani che, a loro volta, avevano origini mediterranee, nordafricane ed orientali. Quindi basta con queste pippe mentali che nel vostro sangue non alberga il sangue di nessun legionario, di nessun imperatore e di nessun Romano dell’epoca presente in Italia.

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  2. L'aplogruppo r1b\s28 era tipico delle popolazioni italiche ed italo-celtiche, di origine indoeuropea come gli Umbri i Latini e anche gli Etruschi e di conseguenza anche i romani, ancora oggi predomina in Italia, quindi si, gli Italiani sono culturalmente e a livello etno-linguistico legati alla romanitas piu' di ogni altro popolo della terra

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  3. "e segnò di fatto, sul piano culturale, artistico e sociale la chiusura dell'oscuro Medioevo e la nascita dell'età moderna"

    Medioevo non poi tanto oscuro, come ama spesso ricordarci il prof Barbero...
    (i liberi comuni... tante invenzioni come la stampa e gli occhiali... le prime università...)

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  4. Il medioevo ha visto un oscurantismo e una retrocessione della civiltà rispetto all'epoca romana, epoca in cui non solo l'economia era ricchissima ma la raffinatezza sul piano sia artistico che tecnologico per l'epoca era inarrivabile. La libertà delle donne rispetto al medioevo, l'impianto delle leggi romane, i milioni di testi che sono stati scritti in epoca romana e distrutti dalla chiesa durante il medioevo, e non ultima la sanità e la pulizia dell'epoca romana con terme ed acqua corrente nelle case, in confronto alla sporcizia e la carenza medievale sia sul piano medico che sanitario, andiamo.. Checchè ne dica Barbero, basta vedere la differenza tra l'epoca romana imperiale e quella medievale per capire quanto si siano fatti passi indietro. Poi qualche invenzione forza di cose si fa in diversi secoli, ma la differenza tra le due epoche citate risulta sempre abissale.

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