VILLA ROMANA DI CAPO CASTELLO (Isola d'Elba)




La Villa romana di Capo Castello, posta sopra un promontorio all'estremità nordorientale dell'isola d'Elba nei pressi della frazione geografica di Cavo (Rio), prende il nome dal promontorio che separa la spiaggia del Frugoso (o spiaggia di Capo Castello) da Cala delle Alghe.

Costruita probabilmente tra il I secolo a.c. e la metà del I sec. d.c., è contemporanea a molte altre ville presenti nelle isole toscane, compresa la Villa Romana delle Grotte e la Villa Romana della Linguella a Portoferraio.

La villa si trova in posizione panoramica, una collocazione invidiabile che permette di godere di una splendida vista sul mare e su tutta la costa tirrenica, strutturata con ambienti digradanti verso il mare realizzati in opus reticulatum e contraddistinta da tre complessi a sé stanti: la casa di abitazione padronale sul Capo Castello, un'appendice sul Capo di Mattea e una cisterna sul Colle del Lentisco.


La villa, a pianta rettangolare, era contraddistinta da edifici posizionati su sei terrazze degradanti verso il mare nelle quattro direzioni nord, sud, est, ovest.

L’ampio edificio, circondato su tre lati da giardini con aiuole di fiori, sempreverdi, statue e fontane, doveva essere composto dalle parti tipiche della villa romana e possedeva pavimenti marmorei di forme ricche e variate spesso a mosaico, mentre le pareti erano riccamente decorate.

Sulla terrazza più elevata era stata costruito il nucleo abitativo con i resti di sette vani: tre di essi conservano ancora i pavimenti in mosaico e un altro i resti di una scala. 

Oggi ne rimangono solo i resti del muro perimetrale e della cisterna, mentre le due terrazze sottostanti erano destinate al giardino, infatti in esse mancano strutture murarie interne, mettendo in collegamento la terrazza più alta con la quarta, e ospitavano l'hortus. 


I muri perimetrali sono anch'essi in opus reticulatum, tranne un tratto in opus spicatum. Purtroppo questa parte è in gran parte difficilmente leggibile per i danneggiamenti causati da strutture moderne e l'apertura di strade e vialetti.

Sulle terrazze ancora inferiori sorgeva invece il nucleo della casa signorile, di cui si sono mantenuti i resti delle stanze in cui si possono osservare i pavimenti in mosaico e i resti di una scala. Purtroppo questa porzione della Villa è per buona parte difficilmente visibile per i danneggiamenti causati da strutture moderne.

Oggi la punta è occupata da case e villette, in mezzo a selvaggia macchia e giardini, tanto che il sito archeologico si può dire ormai all'interno del centro urbano di Cavo. L'area stata irrimediabilmente compromessa dalla costruzione di villette, l'apertura di una strada e interventi recenti. 


La lunghezza della villa è di 88 metri, la larghezza di 44. Ma ne rimane poco, dato che in tempi moderni vi è stato costruito sopra l'edificio moderno che ancor oggi si vede. Uniche tracce antiche sono sul lato sud: resti del muro perimetrale in opus reticulatum e, all'esterno di esso, una cisterna in opus signinum.

Nei dintorni della villa erano presenti altre strutture facenti parte del complesso: un edifico su Capo di Mattea, che con tutta probabilità era la casa della servitù e la cisterna di Colle del Lentisco, anch'essa non visitabile in quanto proprietà privata e inglobata all'interno di una nuova costruzione.

All'interno della Villa sono stati rinvenuti diversi reperti archeologici esposti al Museo archeologico di Portoferraio, tra questi: una lastra decorativa in terracotta con gorgoneion, una piccola scultura in bronzo con l'iscrizione "kronos", un frammento di capitello in marmo ornato da foglie d'acanto e girali contrapposti, lucerne frammentarie, bolli laterizi, un vaso. bolli laterizi insieme a pavimentazioni in mosaico (opus sectile) a losanghe in marmo cipollino e palombino.

Presso il Museo Archeologico del distretto minerario di Rio nell'Elba è conservata una vasca con i relativi tubi che faceva parte del sistema di vasche e tubi per l'acquedotto che serviva per alimentare la cisterna ad uso della villa.



INDAGINI SULLA VILLA ROMANA 
(Fonte)

"Si torna ad indagare sui resti della villa romana di Capo Castello e di Capo Mattea a Cavo, nel Comune di Rio, ed il riordino dei relativi reperti rinvenuti. Infatti con determina del 30 Dicembre 2019 la responsabile dell'Area Assetto del territorio del Comune di Rio, su richiesta della Soprintendenza, ha affidato un incarico per "interventi di predisposizione di documentazione per la valorizzazione del sito archeologico di Cavo consistenti nella individuazione dei ruderi della villa romana di Capo Castello".

Come si legge nella determina di incarico "la villa risale all’età augustea ed i reperti rinvenuti, (oltre a Capo Castello, la villa delle Grotte e quella della Linguella) le evidenziano con decori sfarzosi, rivestite di marmi e adorne di statue. La villa di Capo Castello sorge sulla punta nord-orientale dell’isola, protesa verso il mare.

Sebbene nominata e descritta nella letteratura antiquaria tra Sette e Ottocento, solo gli sterri effettuati alla fine del secolo XIX, permisero di mettere in pianta e descrivere più strutture di quante ne siano adesso visibili; purtroppo la pianta andò distrutta durante la guerra.

L'incarico comprensivo di Iva per un importo totale di 12.200,00 euro è stato affidato all'archeologo Marco Firmati e la previsione è che le attività dell'incarico richiedano 90 giorni di tempo."
Certe tardive iniziative fanno o arrabbiare o ridere.


OGGI

La villa attualmente non è visitabile in quanto proprietà privata e inglobata all'interno di una nuova costruzione.


BIBLIO

- Vincenzo Mellini - Memorie storiche dell'isola dell'Elba, manoscritto - 1870 -
- Michelangelo Zecchini - Isola d'Elba - Le origini - Lucca 2001 -
- Michelangelo Zecchini - L’archeologia dell’Arcipelago Toscano - Ed. Pacini.- 1971 -




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