SOTTO SAN SALVATORE IN LAURO




La chiesa di San Salvatore in Lauro è una chiesa cattolica posta nel centro storico di Roma, situato nell'omonima piazza nel rione Ponte. È la chiesa nazionale dei marchigiani residenti a Roma e sede della diaconia omonima. Al suo interno conserva varie reliquie di santi tra le quali il braccio di San Giuda-Taddeo.

La chiesa sorge sulle fondamenta di un antico tempio dedicato a Diana, vicino a un boschetto di allori a cui deve il suo nome, e l'archeologo Antonio Nibby riferisce di un Portico di Europa che sorgeva in Campo Marzio, nei pressi del tempio, ed ospitava al proprio interno, secondo Marziale, diversi boschetti di alloro. 



IL TEMPIO DI DIANA DAFNIA

Esisteva in effetti Diana Dafnia, Dea dell'alloro, derivata sicuramente dal mito greco della ninfa Dafne, sacerdotessa del Tempio della Madre Terra dove il ferale Dio del Sole uccise il serpente pitone sacro alla Dea. Dafne, concupita e inseguita da Apollo per possederla, corre a lungo per sfuggirlo. 

Le versioni sono diverse, nelle metamorfosi di Ovidio, Dafne invoca il padre Peneo, fiume sacro della Tessaglia che la trasforma in albero di alloro. Apollo commosso ne stacca un ramo e se ne cinge la fronte, da quel momento serto destinato ai vincitori.

Evidentemente a Roma la ninfa, che secondo un altro mito era una naiade, quindi vicina alle acque dolci, era stata assorbita dalla Dea Diana che era diventata a sua volta Dea dell'alloro, pertanto incoronatrice dei vincitori nei giochi atletici o poetici in cui usavano competere i giovani romani, ma soprattutto, considerando l'animo guerriero dei Romani, era colei che incoronava i generali romani vincitori in battaglia.

Sicuramente il Tempio di Diana Dafnia doveva conservare al suo interno molte corone di alloro deposte dai vincitori nel tempio, insieme ad armi, elmi, mantelli e oggetti preziosi, in ringraziamento delle vittorie ottenute o delle grazie accordate dalla Dea Vergine (ricorda qualcosa?).



L'EDIFICIO

L'edificio è ricordato come Salvatori de Lauro nel Catalogo di Cencio Camerario del 1192, con una rendita presbiteriale di 6 denari. La chiesa di San Salvatore in Lauro ha un aspetto tardo-cinquecentesco, in parte dovuto al rifacimento dell'alluvione nel 1599.

La facciata è una tarda opera di architettura purista (1857-1862) di Camillo Guglielmetti e presenta un protiro a colonne corinzie sormontato da un bassorilievo raffigurante la Santa Casa di Nazareth che, come vuole la tradizione, viene trasportata dagli angeli verso Loreto. Sul tetto della Casa siede la Madonna con il Bambino e c'è l'iscrizione, sul fregio della facciata:
«Mariae Lauretanae Piceni Patronae» 
«A Maria di Loreto patrona del Piceno»



L'INTERNO

All'interno la chiesa, di impianto cinquecentesco, si presenta a croce latina e a navata unica, con trentaquattro colonne corinzie con alti e larghi fusti di travertino abbinate e discoste dalla pa­rete, con robusta trabeazione, su cui poggiano le arcate della volta a crociera. Annesso alla chiesa fu fatto costruire dal cardinale Latino Orsini, nel XV secolo, un convento di San Giorgio, affidato ai Canonici Regolari di San Giorgio in Alga.

La chiesa originale, che papa Sisto V aveva eretto in titolo cardinalizio nel 1587, andò però distrutta in un incendio (che lasciò intatto il convento), nel 1591. Il titolo fu soppresso da papa Clemente X Altieri nel 1670, ma nel 1668 il complesso era passato in proprietà del Pio Sodalizio dei Piceni, tra le più antiche istituzioni marchigiane, al quale ancora appartiene, divenendo la "chiesa nazionale" dei marchigiani a Roma, mentre il convento veniva destinato a collegio per venticinque alunni di medicina e legge.

L'associazione, che si avvale delle cospicue rendite accumulate grazie alle donazioni di immobili da parte di illustri e abbienti marchigiani, venne istituita con il precipuo compito di aiutare i giovani marchigiani di disagiate condizioni economiche ma intellettualmente dotati che ambivano proseguire in Roma gli studi superiori.



PIO SODALIZIO DEI PICENI

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Dall'anno 1963, a seguito di modifica dello Statuto, il Pio Sodalizio ha perduto la sua qualità di opera pia pur conservandone tutte le ricchezze e divenendo una Fondazione scolastica, di impronta cattolica e con lo stesso patrimonio, come la chiesa di San Salvatore in Lauro di cui il Pio Sodalizio è proprietario e custode.

La sede storica del Pio Sodalizio è nel Palazzetto di Sisto V, in via di Parione dove si conserva la biblioteca del sodalizio, con luogo principale di ritrovo e di svolgimento delle sue attività sociali nella chiesa di San Salvatore in Lauro e nell'annesso ex convento (entrambi nell'omonima piazza presso via dei Coronari). 

Oggi dispone di numerosi ambienti quali il salone delle adunanze "Salone dei Piceni", il chiostro, l'anfiteatro, spazi espositivi e una collezione di ceramiche e reperti.

FONTANA DEL LEONE

LA FONTANA DEL LEONE

Fuori dal convento, la fontana del leone è esposta sulla piazza di San Salvatore a Lauro, risalente al XVI secolo, ed è una semplice nicchia in una roccia incorniciata da pilastri, con al centro una testa di leone in marmo bianco, peraltro molto danneggiata.

Sopra la cornice dell’architrave, una bella ed imponente targa marmorea con decorazione contiene una iscrizione in eleganti distici latini, del 1579 e si legge:

UT LUPUS IN MARTIS CAMPO MANSUETIOR AGNO
VIRGINEAS POPULO FAUCE MINISTRA AQUAS
SIC QUOQUE PERSPICUAM CUI VIRGO PRAESIDET AQUAM
MITIOR HIC HAEDO PUNDIT AB ORE LEO
NEC MIRUM:DRACO QUI TOTI PIUS IMPERAT ORBI
EXEMPLO PLACIDOS REDDIT UTROSQUE SUO
MDLXXIX
(Come il lupo più mansueto dell’agnello, nel Campo Marzio somministra dalle fauci l’Acqua Vergine al popolo, così anche qui un leone, più mite di un capretto, versa dalla bocca la limpida acqua cui presiede la Vergine. E non c’è da meravigliarsi poichè il pio drago che domina in tutto il mondo, con il suo esempio li ha resi ambedue mansueti).

Ne deriva che “l’acqua cui presiede la Vergine” è semplicemente l’Acqua Vergine, mentre il pio drago è l’animale araldico che campeggia sullo stemma di Papa Gregorio XIII, Boncompagni (1572-1585), che regnava in quel periodo. 

Per quanto riguarda il lupo "del Campo Marzio", si tratta del riferimento alla fontanina, quasi gemella, allora esistente forse nell’attuale via della Lupa e poi scomparsa,  raffigurante un lupo e datata 1578, ma la cui epigrafe cinquecentesca, fortunatamente sopravvissuta, è conservata nell’atrio del palazzo Valdina Cremona in via dei Prefetti.



LE OPERE D'ARTE

Nelle cappelle vi sono diverse opere d'arte, di Antoniazzo Romano, Camillo Rusconi, François Duquesnoy e una Natività di Pietro da Cortona. A San Salvatore era anche originariamente destinata la Visione di san Girolamo del Parmigianino, oggi ceduta chissà come alla National Gallery di Londra.

La chiesa contiene poi i monumenti funebri dei cardinali Prospero Marefoschi e Raniero Felice Simonetti, opere dello scultore Carlo Monaldi su disegno dell'architetto Girolamo Theodoli.

Il refettorio, decorato da un ciclo di affreschi manieristi di Francesco Salviati (1550), custodisce la tomba quattrocentesca di papa Eugenio IV (opera di Isaia da Pisa), proveniente dall'antica basilica di San Pietro e il monumento funebre di Maddalena Orsini attribuito a Giovanni Dalmata.


BIBLIO

- Carlo Pietrangeli - Rione V Ponte, parte I - Roma - Palombi -1968 -
- Paola Hoffmann, San Salvatore in Lauro: precisazioni sul complesso dei Piceni, Roma, Carucci, 1979,
- Renato Del Ponte - Nostra Signora delle selve - in Dei e miti italici - cap. V - Genova - ECIG - 1985 -
- Roberta Bernabei - Chiese di Roma - Milano - Electa - 2007 -
- Giuliano Farnedi - Guida alle chiese di Roma: Storia, arte e architettura, celebrazioni liturgiche, culto dei santi ed indulgenze particolari, visite guidate ed eventi religiosi - Casale Monferrato - Piemme - 1999 -



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