DENARIO DI BRUTO ALBINO |
Nome: Decimo Giunio Bruto Albino, Decimus Iunius Brutus Albinus
Nascita: 85/80 a.c. ca.
Morte: 43 a.c
Padre: Decimo Bruto xonsole nel 77 a.c.
Professione:
Professione:
- politico e militare romano,
- pretore nel 45 - 44 a,c.
- legatus legionis dal 56 al 52 a.c. in Gallia
- propretore 43 a.c. in Gallia cisalpina
- consul designatus da Cesare per il 42 a.c.
- proconsole 48-46 a.c. in Gallia Comata
- pretore nel 45 - 44 a,c.
- legatus legionis dal 56 al 52 a.c. in Gallia
- propretore 43 a.c. in Gallia cisalpina
- consul designatus da Cesare per il 42 a.c.
- proconsole 48-46 a.c. in Gallia Comata
DECIMO GIUNIO BRUTO ALBINO
Giunio Albino fu uno dei congiurati che assassinarono Cesare alle idi di marzo del 44 a.c.. Egli era figlio del Decimo Bruto che era stato console nel 77 a.c. ed era forse stato adottato da un certo Postumio Albino. Decimo Bruto sarebbe nato tra l'85 e l'80 a.c., poiché nel De bello Gallico Cesare lo definisce adulescens, termine spettante a chi non avesse ancora raggiunto l'età per diventare questore. In gioventù fu amico, tra gli altri, di Publio Clodio Pulcro e di Marco Antonio.
- Nel 56 a.c. Decimo fu uno dei legati di Cesare durante le guerre in Gallia e comandò la flotta durante la guerra contro i Veneti, pertanto Cesare ebbe molta fiducia in lui. concedendogli anche il comando della flotta romana durante gli scontri decisivi che causarono la distruzione della flotta dei Veneti.
Ciò anche grazie all'utilizzo delle passarelle uncinate, ideate dall'immensa creatività di Cesare, che permettevano ai romani di trasformare una battaglia navale in un corpo a corpo tra i soldati.
- Nel 52 a.c., nel corso della sollevazione generale guidata da Vercingetorige, dapprima comandò la cavalleria e poi due coorti.
Ciò anche grazie all'utilizzo delle passarelle uncinate, ideate dall'immensa creatività di Cesare, che permettevano ai romani di trasformare una battaglia navale in un corpo a corpo tra i soldati.
- Nel 52 a.c., nel corso della sollevazione generale guidata da Vercingetorige, dapprima comandò la cavalleria e poi due coorti.
LA GUERRA CIVILE - 10 gen 49 a.c. – 17 mar 45 a.c.
Ancora nella guerra civile tra ottimati e popolari. cioè tra Pompeo e Cesare, Decimo si schierò con i popolari di Cesare, e ancora una volta gli furono affidate operazioni navali. Fu infatti Decimo a comandare alla vittoria la flotta romana nelle due battaglie navali di Marsiglia e di Tauroento, vittorie che permisero ai cesariani di mantenere il blocco sulla città di Massalia e di ottenerne la resa.
- Risulta inoltre che dal 48 al 46 a.c. sia stato governatore della Gallia Comata.
- Fu nominato pretore nel 45 a.c.
- Risulta inoltre che dal 48 al 46 a.c. sia stato governatore della Gallia Comata.
- Fu nominato pretore nel 45 a.c.
IDI DI MARZO |
IDI DI MARZO
Quando Cesare, ormai vincitore della guerra civile, tornò a Roma e si fece nominare dictator, Decimo Bruto. fino ad allora fedele a lui, si lasciò convincere da Marco Giunio Bruto, e si unì alla cospirazione contro Cesare, senza che Cesare lo sospettasse minimamente, tanto che aveva menzionato Decimo Bruto nel suo testamento.
Nel 44 a.c. Decimo fu anzi nominato pretore peregrino da Cesare, per diventare governatore romano della Gallia Cisalpina nell'anno successivo e designato dal dittatore stesso al consolato del 42 a.c. al cui posto si insediò poi il triumviro Marco Emilio Lepido. Ma Decimo rinunciò a tutto questo soggiacendo ai condizionamenti di Marco Giunio Bruto, figlio di Servilia Cepione, che era stata per una vita l'amante di Cesare.
Alle Idi di marzo, quando Cesare sembrava deciso a non recarsi al Senato su pressione della moglie Calpurnia, che aveva avuto cattivi presagi, fu proprio Decimo Bruto a convincere il dittatore ad andare in Senato, minimizzando le preoccupazioni della moglie. Quando Cesare arrivò nell'aula del Senato, fu attaccato e assassinato dai cospiratori. Secondo Nicolao di Damasco, Decimo Bruto fu il terzo a colpire Cesare, pugnalandolo di lato.
IL GIORNO DOPO
Gli assassini, il giorno successivo, usufruirono di un'amnistia concessa da Marco Antonio, console collega di Cesare, su proposta di Cicerone che era il princeps senatus. Si pensa che Antonio cercasse di prendere tempo per paura che la congiura prendesse piede tra il popolo e questo si ribellasse. Ma la situazione non si placò, il popolo era infuriato e chiedeva vendetta, ma pure i legionari di Antonio chiedevano tumultuosamente la punizione per i cospiratori.
I cospiratori dal loro canto, che avevano sperato anche sulle affermazioni di Marco Giunio Bruto che il popolo avrebbe esultato per quella morte, riconoscendo il pericolo in corso cercarono di defilarsi. Decimo sfruttò il suo incarico di pretore peregrino per allontanarsi da Roma e all'inizio del 43 a.c., si recò nella provincia assegnatagli della Gallia Cisalpina cominciando ad arruolare un proprio esercito.
IL NEMICO PUBBLICO
Ma le notizie correvano e allora il Senato romano gli ordinò di cedere la provincia a Marco Antonio, ma egli rifiutò e Antonio lo fece dichiarare nemico pubblico, Finalmente i Romani lo applaudirono e Antonio comprese che per avere il favore dei romani doveva punire i cesaricidi con la morte.
Nel 43 a.c. Decimo occupò Mutina (Modena), ma Antonio assediò la città bloccando tutte le uscite, con l'intenzione di prenderle per fame. Intanto, però, in senato, si stavano formando due fazioni: una favorevole a Marco Antonio e una a lui contraria e favorevole ad Ottaviano, il diciannovenne erede di Cesare.
Nel 43 a.c. Decimo occupò Mutina (Modena), ma Antonio assediò la città bloccando tutte le uscite, con l'intenzione di prenderle per fame. Intanto, però, in senato, si stavano formando due fazioni: una favorevole a Marco Antonio e una a lui contraria e favorevole ad Ottaviano, il diciannovenne erede di Cesare.
Anche Cicerone aveva caldeggiato la figura di Ottaviano, forse anche perchè patrizio, anche se per elargizione di Cesare. e con un padre cavaliere, mentre Antonio era plebeo e con una vita sessuale incontinente. Il senato revocò l'assegnazione a Marco Antonio della Gallia Cisalpina e incaricò i consoli di quell'anno, Aulo Irzio e Gaio Vibio Pansa, di marciare contro di lui.
OTTAVIANO
Ottaviano, appositamente nominato alla carica di propretore, accompagnò i consoli con le milizie a lui fedeli, costituite dai veterani di Cesare, tra cui la legione V Macedonica.la legione 6 volte Pia e sei volte Leale.
Il 14 aprile si combatté la battaglia di Forum Gallorum; Marco Antonio vinse inizialmente sul console Vibio Pansa che morirà in breve per le ferite, ma in serata venne sconfitto dalle forze inviate in soccorso dall'altro console Aulo Irzio.
Pochi giorni dopo si svolse la battaglia di Mutina, dove il secondo console, Irzio, trovò la morte mentre combatteva in prima linea all'interno degli accampamenti nemici, ma Antonio fu nuovamente sconfitto e si ritirò, temendo l'assedio nemico.
Decimo Bruto ringraziò Ottaviano, ora comandante delle legioni che avevano sconfitto Antonio e lo avevano liberato dall'assedio, ma questi freddamente rispose che era venuto per opporsi ad Antonio, non per salvare uno degli assassini di Cesare.
Ottaviano chiese allora al senato, e ottenne, di nominare consoli suffetti lui e suo cugino Quinto Pedio, in attesa delle elezioni suppletive del 43 a.c.. Quindi Ottaviano fece approvare la lex Pedia che istituiva un tribunale speciale per gli assassini di Cesare, con la nascita del II triunvirato tra Ottaviano, Antonio e Lepido (settembre 43 a.c.).
LA MORTE
A questo punto le legioni di Decimo disertarono per unirsi a quelle di Antonio e di Ottaviano, per cui decise di fuggire e raggiungere Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino nella provincia romana della Macedonia. Nella fuga venne tuttavia catturato ed ucciso da un capo Gallo fedele ad Antonio, diventando il terzo cesaricida ad essere ucciso dopo Gaio Trebonio e Ponzio Aquila.
A questo punto le legioni di Decimo disertarono per unirsi a quelle di Antonio e di Ottaviano, per cui decise di fuggire e raggiungere Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino nella provincia romana della Macedonia. Nella fuga venne tuttavia catturato ed ucciso da un capo Gallo fedele ad Antonio, diventando il terzo cesaricida ad essere ucciso dopo Gaio Trebonio e Ponzio Aquila.
I 22 CESARICIDI E LA LORO FINE
- Gaio Cassio Longino, repubblicano, suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
- Marco Giunio Bruto, repubblicano, ucciso o suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
- Quinto Ligario, repubblicano, fine ignota.
- Lucio Cassio Longino (fratello di Gaio Cassio Longino) repubblicano.
- Gaio Cassio Parmense, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano ad Atene (catturato dopo Azio, 31 a.c.).
- Domizio Enobarbo, repubblicano.
- Cecilio Bucoliano (fratello di Bucoliano), repubblicano. Fine ignota probabilmente assassinato con il fratello.
- Bucoliano Cecilio (fratello di Cecilio), repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Rubrio Ruga, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Marco Spurio, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Publio Sesto Nasone, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Lucio Ponzio Aquila, repubblicano. Ucciso nella battaglia di Modena 43 a.c.
- Petronio, repubblicano. Ucciso a Efeso per ordine di Marco Antonio nel 41 a.c.
- Publio Decimo Turullio, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano dopo Azio nel 31 a.c.
- Pacuvio Antistio Labeone, repubblicano. Probabilmente suicida dopo sconfitta battaglia di Filippi.
CESARIANI
- Servio Sulpicio Galba (pretore 54 a.c.), cesariano, fine ignota (probabilmente assassinato).
- Lucio Minucio Basilo, cesariano. Assassinato nel 43 a.c..
- Publio Servilio Casca, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
- Gaio Servilio Casca (fratello del precedente), cesariano. Fine ignota.
- Decimo Giunio Bruto Albino, cesariano. Ucciso in Gallia per ordine di Marco Antonio 43 a.c.
- Lucio Tillio Cimbro, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
- Gaio Trebonio, cesariano, ucciso in Asia per ordine di Publio Cornelio Dolabella 43 a.c..
- Publio Servilio Casca, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
- Gaio Servilio Casca (fratello del precedente), cesariano. Fine ignota.
- Decimo Giunio Bruto Albino, cesariano. Ucciso in Gallia per ordine di Marco Antonio 43 a.c.
- Lucio Tillio Cimbro, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
- Gaio Trebonio, cesariano, ucciso in Asia per ordine di Publio Cornelio Dolabella 43 a.c..
REPUBBLICANI
- Gaio Cassio Longino, repubblicano, suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
- Marco Giunio Bruto, repubblicano, ucciso o suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
- Quinto Ligario, repubblicano, fine ignota.
- Lucio Cassio Longino (fratello di Gaio Cassio Longino) repubblicano.
- Gaio Cassio Parmense, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano ad Atene (catturato dopo Azio, 31 a.c.).
- Domizio Enobarbo, repubblicano.
- Cecilio Bucoliano (fratello di Bucoliano), repubblicano. Fine ignota probabilmente assassinato con il fratello.
- Bucoliano Cecilio (fratello di Cecilio), repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Rubrio Ruga, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Marco Spurio, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Publio Sesto Nasone, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Lucio Ponzio Aquila, repubblicano. Ucciso nella battaglia di Modena 43 a.c.
- Petronio, repubblicano. Ucciso a Efeso per ordine di Marco Antonio nel 41 a.c.
- Publio Decimo Turullio, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano dopo Azio nel 31 a.c.
- Pacuvio Antistio Labeone, repubblicano. Probabilmente suicida dopo sconfitta battaglia di Filippi.
BIBLIO
- Appiano di Alessandria - Historia Romana -
- Cesare - Commentarii de bello Gallico -
- Cesare - Commentarii de bello civili -
- Dione Cassio - Storia romana -
- Floro - Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC libri duo -
- Plutarco - Vite parallele -
- Svetonio - De vita Caesarum libri VIII -
- Velleio Patercolo - Historiae romanae ad M. Vinicium libri duo -
- Luciano Canfora - Giulio Cesare. Il dittatore democratico - Laterza - 1999 -
- J. Carcopino - Giulio Cesare - trad. Anna Rosso Cattabiani - Rusconi Libri - 1981 -
- T.A.Dodge - Caesar - New York - 1989-1997 -
- Piganiol André - Le conquiste dei romani - Milano - Il Saggiatore - 1989 -
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- Cesare - Commentarii de bello civili -
- Dione Cassio - Storia romana -
- Floro - Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC libri duo -
- Plutarco - Vite parallele -
- Svetonio - De vita Caesarum libri VIII -
- Velleio Patercolo - Historiae romanae ad M. Vinicium libri duo -
- Luciano Canfora - Giulio Cesare. Il dittatore democratico - Laterza - 1999 -
- J. Carcopino - Giulio Cesare - trad. Anna Rosso Cattabiani - Rusconi Libri - 1981 -
- T.A.Dodge - Caesar - New York - 1989-1997 -
- Piganiol André - Le conquiste dei romani - Milano - Il Saggiatore - 1989 -
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