PONTE GROSSO DI PONTERICCIOLI (Marche)



MONTECCHINI 1879:

Questo ponte, così denominato per le grosse pietre colle quali è formato, e per le sue robuste proporzioni, è a due archi semicircolari con muri d’ala all’entrare ed al sortire dell’acqua. Ogni arco, ha la luce di m. 7,00, e la pila di mezzo, è di larghezza all’entrare di m. 5,60, ed al sortire di m. 7,45, di modo che i due archi sono divergenti. Le pietre di cui è composto il ponte, sono di calcare compatto del luogo, ed in forma di lastroni collocati a secco combaciantisi perfettamente: il paramento è lavorato a rustico.

La fronte superiore del ponte, è in gran parte rovinata anche per l’azione dei geli, e così gli archi in corrispondenza alla fronte medesima; sicché oggidì non serve al passo che una parte del ponte stesso: la strada vi scorre direttamente sull’estradosso, il quale di più, è stato con barbaro consiglio sensibilmente intaccato, per diminuire la breve e non faticosa salita.

Questo ponte come già se n’ è accorto il lettore, è d’antichissima costruzione, e non esito a giudicarlo, come l’altro dello stesso nome attraverso il fosso della Scheggia, opera etrusca, o fatta dagli etruschi nei primordi del dominio romano in queste parti.

Dalla risega delle spalle e della pila sopra le fondamenta (la qual risega si trova allo stesso livello dell’alveo), ed eziandio dalla forma complessiva del ponte, si deduce chiaramente che, dopo due mila e più anni da che fu costrutta quell’opera, l’alveo del torrente è tuttora inalterato: il che distrugge l’opinione di coloro che pensano i fiumi alzarsi continuamente; opinione che può appena ammettersi ed in strettissimi limiti, laddove si tratti di fiumi scorrenti lentamente, e con insensibile pendio attraverso una vasta pianura
.”

PONTE GROSSO

PONTE GROSSO

Il Ponte Grosso a Pontericcioli (Cantiano), nella valle del Metauro, è un antico ponte romano, ancora in piedi, che attraversa la gola del Burano come prosecuzione della Via Flaminia, ed è a due arcate. Esso è una prosecuzione della nuova Flaminia che supera il fiume Burano da circa 2.000 anni. Il ponte è stato costruito in età augustea come numerose altre minori testimonianze lungo la valle del Burano.

Si tratta del Ponte meglio conservato lungo la via consolare sul versante adriatico, unitamente a quello di Augusto a Rimini ancora in uso per il traffico locale. Costruito in pietra corniola, da cave ancora esistenti nella zona, con materiali messi in opera in modo poco omogeneo; con blocchi di grandi dimensioni e squadrati con estrema regolarità sono edificate sia le ghiere dei due archi, sia parte della muratura dell’intradosso.

Nelle restanti strutture,  il paramento è costituito da filari di diverso spessore di basse lastre in opera a secco e a grezzo bugnato. La lavorazione è assai accurata nelle strutture fondamentali per la funzionalità del monumento e meno elaborata nel resto.

Il ponte è diviso in due arcate di circa 7 metri con pila centrale munita di frangiacque di m. 5,60, edificato a pesanti blocchi di pietra corniola, provenienti dalle vicine cave, disposti a secco, ben tagliati e lavorati per la perfetta aderenza. La sede stradale e i parapetti danno una larghezza di 32 piedi romani (m. 6,5 circa).



LA VIA DI RACCORDO

Roma sconfisse Galli e Sanniti nella battaglia di Sentinum (294 a.c.), e gli Etruschi a Sarsina (265 a.c.) 
e pure Volsinium (244 a.c.) portando i confini fino alle rive del Rubicone. Occorreva ora una via di comunicazione sicura ed affidabile per raggiungere le rive dell'Adriatico.

Fu il Censore Caio Flaminio nel 219 a.c. a collegare e migliorare quella via, in parte già esistente, che dal suo nome si chiamerà Via Flaminia e sarà oggetto di assidue cure da parte del Senato. Caio Gracco vi aveva posto le pietre miliari (123 a.c.) e Augusto fece poi realizzare ponti, muraglioni e fondamenta lungo il tratto da Helvillum ad Intercisa.

Tiberio volle costruito un ponte alle porte di Rimini, Vespasiano fece aprire la grande galleria del Furlo nel 76 d.c. e l'imperatore Adriano fece sorgere le "mutationes" dove sostare e cambiare gli animali e le "mantiones" per albergare nei viaggi.

Nel 305 d.c. la via era sotto le cure dei Cesari Flavio Valerio Severo e Galerio Valerio Massimino come testimoniato dalle incisioni su una colonna miliare (CXL miglia dall' Urbe) ritrovata in territorio di Cantiano e conservata all'interno del Palazzo Comunale. 



AREA ARCHEOLOGICA DI PONTERICCIOLI

Pontericciòli è una frazione di Cantiano dove stanno emergendo importanti testimonianze dell'antica via Flaminia che qui si discosta dall'originario tracciato consolare, però ambedue le strade iniziano a salire per raggiungere il passaggio del passo di Scheggia.

Una massiccia costruzione chiamata "Pontone" segnala il bivio sulla destra per entrare nella zona archeologica e poco più avanti si trova il Ponte Grosso: due fornici di m. 3,40 di luce con piccolo frangiacque; possenti i conci della ghiera alti fino ad un metro in pietra corniola, con ammorsature ad andamento spezzato.

Solo la fiancata a monte presenta numerose sbrecciature e rifacimenti, specie allo spartiacque centrale, che ha dovuto resistere alle piene invernali per due millenni. La massiccia pila centrale è larga sul lato 
a monte m 5,40 e su quello a valle m 7,45; essa affronta pertanto la corrente nel modo più favorevole e determina ai lati due archi non disposti con continuità ma divergenti tra loro, così realizzati per assecondare al massimo possibile il fluire della corrente e per non contrastare la spinta dirompente dell’acqua. 

Ancora un km più avanti la terza localizzazione, dove recenti scavi hanno iniziato con successo il recupero di un complesso composto da almeno due ponti, vari chiavicotti e muri di sostegno. Risorge l'Impero Romano con la sua splendida architettura.



BIBLIO

- Vittorio Galliazzo - I ponti romani - Vol I - Treviso - Edizioni Canova - 1995 -
- A. Seppilli - Sacralità dell'acqua e sacrilegio dei ponti - Sellerio Editore - Palermo -
- Sabrina Laura Nart -  Architettura dei ponti storici in muratura - Strade e Autostrade - n. 76 - 2009 -
- Robert S. Cortright -  Bridging the World. Bridge Ink - Wilsonville (USA) - 2003 -
- Marcel Prade - Les grands ponts du monde: Ponts remarquables d'Europe - Brissaud - Poitiers - France - 1990 -
- Colin O'Connor - Roman Bridges - Cambridge University Press - 1993 -
- Vittorio Galliazzo - I ponti romani - Catalogo generale - Vol. 2 - Treviso - Edizioni Canova - 1994 -



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