PALAZZO VENEZIA OGGI |
Per alcuni il palazzo come progetto è da riferire a Leon Battista Alberti (che però fu molto critico sui cantieri romani dell'epoca), per altri a Giuliano da Maiano, che sicuramente scolpì il portone principale del palazzo, per altri a Bernardo Rossellino. È tuttavia più accreditata dalla critica più recente l'attribuzione a Francesco del Borgo, già attivo a Roma come architetto della corte papale presso Niccolò V.
Nel 1564 papa Pio IV dona il palazzo alla Repubblica di Venezia per utilizzarlo come sede dei suoi ambasciatori ed oratori presso la Santa Sede, da cui ne derivò il nome del palazzo.
PIAZZA VENEZIA CON IL DISTRUTTO PALAZZO TORLONIA |
L’ultima sala è la cosiddetta “Sala Regia” (corrispondente alle successive cinque finestre su via del Plebiscito), che costituiva l’originario salone d’accesso e per questo nota come “Aula Prima”. Il suo nome allude alla funzione di ricevimento di reali ed altri potenti personaggi che qui incontravano il pontefice, ma conosciuta anche, per i suoi 37 m di lunghezza, come “Sala Maxima”.
SEPOLCRO DETTO DI CLAUDIO, RINVENUTO VICINO ALLO SMANTELLAMENTO DEL PRIMO PALAZZO VENEZIA |
Dal 1797 passò in proprietà agli austriaci, divenne sede dell'ambasciata austriaca (dal 1867 ambasciata dell'Impero austro-ungarico) presso la Santa Sede, e dal 1916 passò allo Stato italiano in seguito ad espropriazione come rappresaglia per il bombardamento di Venezia da parte dell'esercito asburgico. Il 16 settembre 1929 Mussolini pose qui la sede del proprio quartier generale.
GLI AMBIENTI SOTTERRANEI |
Gli ambienti sotterranei di Palazzo Venezia si trovano al di sotto di una delle due torri di origine quattrocentesca del complesso di Palazzo Venezia e vi si accede tramite una lunga scala realizzata in mattoni che si apre sul pavimento di un ambiente utilizzato per molti anni come magazzino.
Ai piedi della scala si trova un piccolo ambiente che reca le tracce di strutture antiche, soprattutto di origine romana ma anche medioevale. Si osservano muri romani in laterizio, strutture voltate ricoperte di intonaco, una piccola porzione di mosaico e, presumibilmente, la sezione di un condotto a cappuccina, oltre a muri a sacco e riempimenti realizzati con l’utilizzo di numerose scaglie di travertino, anche queste ottenute spaccando i vecchi blocchi romani come era in voga all'epoca, per farne calcina o riempimenti di mura a sacco..
BIBLIO
- Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari - I tempi dell'arte - vol. 2 - Bompiani - Milano - 1999 -
- Giuliana Mosca, Paolo II e il viridarium del palazzo di San Marco a Roma: nuove acquisizioni - in «RR. Roma nel Rinascimento» - 2015 -
- Sara Bova - Il supercoelium di San Marco al Campidoglio tra disegno e costruzione - 2017 -
- Giuliana Mosca, Paolo II e il viridarium del palazzo di San Marco a Roma: nuove acquisizioni - in «RR. Roma nel Rinascimento» - 2015 -
- Sara Bova - Il supercoelium di San Marco al Campidoglio tra disegno e costruzione - 2017 -
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