AUREO DI AUGUSTO |
LE MONETE ROMANE
Le monte romane più belle furono indubbiamente quelle imperiali dove i rilievi erano eseguiti magistralmente da scultori provetti, in parte da scultori greci, in parte da scultori romani copiando dall'arte greca ma pure costituendo costituendo, soprattutto in seguito, uno stile splendido, tutto romano, che investì pian piano tutta la penisola.
«Sotto il regno di Aureliano a Roma anche i lavoratori della zecca si ribellarono per le monete false, e il responsabile della zecca di Roma, Felicissimo rimase ucciso. Aureliano, avendoli vinti, li domò con l'estremo rigore.»
(Eutropio, Breviarium ab Urbe condita)
Ed ecco le personificazioni monetali usate soprattutto dalla zecca di Roma da Ottaviano fino al III secolo.
Aequitas: equità. Fig. femm. con bascula, cornucopia o scettro.
Aeternitas: eternità. Fig. femm. che regge una sfera, una torcia, la fenice e uno scettro, o le teste del sole e della luna.
Annona: raccolto del grano. Fig. femm. che regge spighe di grano e cornucopia, di solito con una polena e un modio accanto.
Bonvs Eventvs: un giovane nudo con una cornucopia con spighe nella mano sinistra e una patera nella destra che versa su un'ara accesa.
Caritas: due mani in segno di saluto.
Clementia: clemenza. Fig. femm. che regge ramo e scettro e spesso appoggiata su una colonna.
Concordia: armonia. Fig. femm. che regge patera cornucopia e scettro o due stendardi.
Fecunditas: fertilità. Fig. femm. con scettro e bambini che stanno ritti vicino a lei o tra le sue mani.
Felicitas: prosperità. Fig. femm. che regge caduceo e cornucopia o scettro.
Fides: fiducia. Fig. femm. che regge patera o cornucopia e spighe di grano.
Fides Militum: fedeltà militare. Fig. femm. che regge stendardi e scettro.
Fortuna: fig. femm. che regge un timone, su una sfera a fianco di una cornucopia, o regge un ramo d'olivo o una patera.
Genius: fig. maschile nuda o con mantello con modio in testa e una cornucopia. Appare per la prima volta sotto Nerone e l'ultima sotto Elena, moglie di Giuliano il Filosofo.
Hilaritas: allegria. Fig. femm. con palma e cornucopia, scettro o patera, a volte con bambini.
Honos: onore. Uomo seminudo con cornucopia, accompagnato da virtus col piede posato su un elmo. La raffigurazione inizia con Vitellio per finire con Antonino Pio.
Indulgentia: indulgenza. Fig. femm. che regge patera e scettro.
Iustitia: giustizia. Matrona seduta con patera e scettro. Appare sotto Livia Drusilla e per ultimo da Costantino il grande con il titolo venerabilis.
Iuventas/us: giovinezza. Inizia sotto Marco Aurelio come una giovinetta seminuda che getta da una patera l'offerta di grano e incenso. Caracalla si raffigura con la legenda juventa imperii. Claudio il Gotico e Vaballato, rappresentarono Ercole con la clava e pelle da leone.
Jucunditas: giocondità. unico esemplare di Alessandro Severo, affine all'Hilaritas e alla Laetitia.
Laetitia: contentezza. Fig. femm. che regge ghirlanda e scettro.
Liberalitas: liberalità. Fig. femm. con tavoletta e cornucopia.
Libertas: libertà. Fig. femm. che regge il pileo e scettro.
Nobilitas: nobiltà. Fig. femm. che regge palladio e scettro.
Ops: opulenza. Fig. femm. che regge spighe di grano e scettro.
Patientia: tolleranza. Fig. femm. che regge uno scettro.
Pax: pace. Fig. femm. che regge ramo d'olivo e scettro.
Pietas: pietà. Fig. femm. che regge spesso velata, oppure rappresentata sotto forma di recipienti.
Providentia: provvidenza. Fig. femm. che regge un bastone con il quale indica la sfera ai suoi piedi.
Pudicitia: modestia. Fig. femm. che regge lo scettro ed è generalmente velata.
Salus: salute. Fig. femm. che regge scettro e patera dalla quale nutre serpenti.
Securitas: sicurezza. Fig. femm. che regge patera o scettro.
Spes: speranza. Fig. femm. che regge un fiore.
Uberitas - Ubertas: fertilità. Fig. femm. che regge cornucopia o borsa oppure un grappolo d'uva.
Victoria: vittoria. Fig. femm. alata che regge ghirlanda e palma (esistono molte varianti).
Virtus: coraggio. Fig. femm. in armatura che regge lancia o scudo.
MONETAZIONI EMESSE DA IMPERATORI, USURPATORI E ALTRI
MONETA DI BRUTO CHE CELEBRA L'ASSASSINIO DI CESARE |
PERIODO REPUBBLICANO - LA I ZECCA
Mentre Grecia e Asia Minore avevano introdotto le monete nel VII secolo a.c. a Roma circolava solo minerale di bronzo e raramente di argento. Prima dell'introduzione della moneta nell'Italia centrale si usavano le pecore (pecus), da cui il nome latino del denaro, "pecunia", e pezzi di bronzo grezzi detti poi "aes rude" (bronzo grezzo) che funzionarono come moneta per centinaia di anni, anche se disagevoli da pesare ogni volta.Roma produsse un proprio aes signatum verso il 300 a.c., con l'inscrizione "ROMANOM" (dei Romani).
MASSIMO CESARE - ASSE |
Semiasse (6 once)
Triente (4 once)
Quadrante (3 once)
Sestante (2 once)
Oncia (1 oncia)
Semioncia (1/2 oncia)
AUREO DI ADRIANO |
La prima Zecca sorse a Roma, prima sull'Arx in Campidoglio (Basilica di S. Maria in Aracoeli), nei pressi del tempio di Giunone Moneta. Sotto Domiziano, a causa di un incendio, la Zecca fu spostata sul Celio, dove rimase fino alla fine del III secolo. Dopodiché venne spostata più volte. Erano addetti alla coniazione tre magistrati i "Tresviri monetales".
Le monete reperite hanno le seguenti carenze: monete spaccate o con fessure sui bordi, monete fuori centro o spostamento dell'orientamento tra le due facce, o rilievo scarso dovuto all'usura dei conii.
Per le leghe di rame ed argento si coniano i tondelli mescolando il rame parzialmente indurito con argento ancora fluido per ottenete monete con la superficie argentata.
ARA COELI - LA ZECCA ROMANA |
Le monete recavano il nome di una città o regione oppure stavano in un'area determinata, perciò è spesso semplice identificare dove sono state coniate. Siccome recano il ritratto dell'imperatore è anche possibile identificare sotto quale principe sono state emesse le singole monete e ricaverne una datazione spesso molto accurata.
Dal IV secolo i segni di zecca si complicarono con l'impiego di prefissi o di suffissi.
- Antiochia (Antakya), Siria, zecca prov. fino al 240, zecca imp. da Diocleziano-Galerio (285/296) al VII secolo
- Aquileia, Italia, dopo 294 al 452
- Arelate (Arles), Gallia Narbonese, 313 a 475
- Augusta Treverorum (Treviri), Germania inferiore, da 293 a 411
- Barcino (Barcellona), Hispania Tarraconensis, da 409 a 411
- Camulodunum (Colchester), Britannia, 286 al 29
- Carnuntum, (Petronell-Carnuntum), Pannonia superiore, 260
- Carthago (Cartagine), Africa, 296 al 311
- Colonia Agrippinensium (Colonia), Germania inferiore, dal 257 al 274
- Costantinopolis (Istanbul), Tracia, dopo 330
- Cyzicus, Asia, da Gallieno 291 a Numeriano
- Nicomedia, Asia, dopo 294
- Ostia, Italia, 308 a 313
- Roma, Italia (sigle: R RM ROM ROMA ROMOB SMR VRB)
- Sirmium, Sremska Mitrovica, Pannonia, 320/326 al 397
- Siscia, Sisak, Pannonia Sava, 262 a 387
- Serdica, Sofia, Tracia, attiva sotto Aureliano da 303 a 308
- Tessalonica, Salonicco, macedonia, 302 fino al VI secolo
- Ticinum, Pavia, Italia, 274 a 326/327
MONETA REPUBBL. CON IMMAGINE DI ROMA |
MONETE REPUBBLICANE (289 - 225 a.c.)
Le monete repubblicane non sono di splendida fattura pur avendo una loro bellezza per il tratto mobile ed espressivo che diventerà splendido nel periodo imperiale per decadere in uno stile rozzo e statico nel periodo bizantino.MONETE REPUBBLICANE (234 - 212 a.c.)
AE didracma d'argento o quadrigato testa di Giano bifronte laureato, Giove su una quadriga al galoppo verso destra, seguito da una Vittoria, 225-212 a.c. Zecca di Roma.
DENARIO D'ARGENTO DI FAUSTINA |
Il denario fu introdotto intorno al 211 a.c., fu valutato pari a 10 assi e pesava circa 4,5 g (1/72 di una libbra romana). I primi denari presentavano la testa elmata di Roma al dritto, e al rovescio o una Vittoria che guida una biga oppure i Dioscuri. Il peso del denario si stabilizzò a circa 4 g. Furono introdotti anche il mezzo denario, cioè il quinario (V), ed il quarto di denario, cioè il sesterzio (IIS).
Fu introdotta anche un'altra moneta d'argento, il vittoriato, equivalente ad una dracma greca che continuò fino al II secolo a.c. I denari furono contrassegnati da speciali simboli, come una stella o un'ancora, ed in seguito da monogrammi che indicavano il triumviro monetale che era responsabile per l'emissione. Verso il 118 a.c. il denario fu ritariffato a 16 assi. I tipi al dritto ed al rovescio variano moltissimo, mentre i tipi dei bronzi rimangono sostanzialmente costanti per tutta la repubblica.
Denario, testa elmata capitolina, lupa capitolina allatta Romolo e Remo sotto al fico ruminale, sul fico un uccello. a sinistra il pastore Faustolo. 137 a.c. Zecca di Roma.
Quinario, testa elmata di Roma, lupa capitolina allatta Romolo e Remo otto al fico ruminale, sul fico un uccello. a sinistra il pastore Faustolo. 137 a.c. Zecca di Roma.
Denario serrato di Quinto Antonio Balbo, testa laureata di Giove, Vittoria su quadriga a destra; lettera (E) sotto i cavalli; 83-82 a.c. Zecca di Roma.
Le monete d'argento che avevano il valore di dracma, stateri e tetradracmi. Una delle monete d'argento più note nella monetazione provinciale è il cistoforo. Era una moneta del valore di quattro dracme, emessa nell'Asia minore ellenistico-romana, soprattutto a Pergamo, dal 200 a.c. sotto il regno di Attalo I. Pesava circa 12 g e, grazie alle sue ampie dimensioni, costituiva un ottimo veicolo di propaganda.
MONETA PROVINCIALE |
Dette anche Monete Coloniali, sono le monete emesse da colonie ed alleati di Roma, come sussidiarie di quelle romane oppure emesse per essere più comprensibili dalle popolazioni di lingua greca. Vennero emesse in aree conquistate da Roma e usate soprattutto in oriente.
La maggior parte di queste monete erano di bronzo ed ottone, e solo una minima parte in argento, poiché le emissioni in argento erano controllate direttamente da Roma ed il monopolio del denario era utilizzato per controllare ed indirizzare l'economia di tutte le zone dell'impero.
Con la riforma di Augusto, il Senato emette le monete di bronzo (da cui il segno SC = Senatus Consulte), mentre la zecca imperiale emette quelle d'oro e d'argento, e viene creata una seconda zecca imperiale a Lugdunum (Lione), nelle Gallie, che viene durerà fino al 78.
Tardo Impero
La crisi del III secolo dell'Impero romano e la sua militarizzazione moltiplicarono le zecche vicine alle zone militari, in cui il pagamento dei legionari era basilare che fosse veloce e sicuro. Inoltre le usurpazioni provocarono la nascita di zecche effimere, come Ambianum (Amiens) durante l'usurpazione di Magnenzio o Rotomagus (Rouen) con quella di Alletto.
Nel III e nel IV secolo, l'usanza delle donazioni ai soldati dal nuovo imperatore o per ogni avvenimento importante provoca l'emissione di nuove monete, come forma di propaganda imperiale:
- divinità cara all'imperatore,
- virtù da perseguire come la Concordia Augusta: la concordia portata dall'imperatore, Concordia Militum: la concordia dei soldati, la Fides Exercitus: la fedeltà dell'esercito; Pax Aeterna: pace eterna, etc.
La riforma monetaria di Aureliano del 274, volle frenare la svalutazione della moneta agendo principalmente su due leve: sul valore dei nominali e sull'organizzazione delle zecche, che si erano affiancate a quella principale di Roma. Ciò ridusse i volumi della zecca di Roma, ormai elefantiaca chiudendo 7 officine su 12.
La riforma monetaria di Diocleziano del 294 cerò nuove zecche nelle diverse province, ad eccezione della Hispania: Londra, Cartagine, Aquileia, Tessalonica, Nicomedia e Alessandria. Infine le successive capitali imperiali della tetrarchia aprirono qualche zecca supplementare.
Le invasioni del V secolo posero fine all'attività delle zecche occidentali e della zona danubiana.
MONETA DI NERONE |
Era un'abitudine tutta romana quella di ritrarre un imperatore in modo estremamente impietoso, addirittura in modo caricaturale ma ciò non sollevava l'ira degli effigiati, spesso lo stesso Augusto venne effigiato in modo ridicolo nonostante i suoi lineamenti molto regolari. Era un modo per rendere gli imperatori più vicini al popolo.
In fondo era una benevola presa in giro proprio perchè l'imperatore era caro al popolo. Lo stesso Nerone, che bello non era, ma che qui viene reso nella massima bruttezza, era molto caro al popolo, anche se non era caro al senato.
BASILEO II |
- MONETE DI:
- Basileo II - Ioannes II Komnenos - Ioannes III Vatatzes - Irene di Athens - Konstantinos III - Konstantinos IV - Konstantinos IX Monomachos - Konstantinos V - Konstantinos VI - Konstantinos VII Porphyrogennetos - Konstantinos VIII - Konstantinos X Doukas - Leon IV - Leon V - Leon VI - Leontius - Maurikios - Michael II - Michael III - Nikephoros I - Nikephoros II Phokas - Phocas - Romanos I Lekapenos - Romanos II - Romanos III Argyros - Romanos IV Diogenes - Stauracius - Theodosios III - Tiberios II - Tiberios III - Zoe -
-
DOPO LA CADUTA DELL'IMPERO
La zecca di Roma resta attiva, anche dopo la caduta dell' Impero d'Occidente, sia pure con emissioni più scarse e di qualità più scadente. I Goti nel 490 occupano Roma e ne utilizzano la zecca; coniano solidi e tremissi d'oro, argento e bronzo. Successivamente, dopo la presa della città da parte del comandante Belisario (553), iniziano le coniazioni dell` Impero bizantino che durano fino alla morte di Eraclio (641).
Da allora il Papato si afferma sempre sul piano politico, nonostante l'invito cristico alla povertà entrando in contrasto col potere dell'Impero. Il Papa Sergio I (687-695) è il primo ad apporre l'iniziale del suo nome sul rovescio della moneta mentre sul dritto si trova il busto dell'Imperatore bizantino. Hanno dunque inizio le coniazioni papali-bizantine, che cessano verso la fine del regno di Costantino V (741-775).
- Ermanno A. Arslan - La moneta a Milano in età costantiniana: una città al centro dell'Impero e una zecca chiusa - Milano - 2012 -
- Maila Chiaravalle - La produzione delle zecche di Milano e di Ticinum - 1990 -
- Michael F. Hendy - Studies in the Byzantine Monetary Economy C.300-1450 - Cambridge University Press - 2008 -
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