GLI HORTI DI CESARE
La chiesa di San Giuseppe alla Lungara è un luogo di culto cattolico di Roma, nel rione Trastevere, in via della Lungara, 45, piuttosto vicina al Tevere, dove Giulio Cesare aveva fatto sorgere i suoi bellissimi Horti, detti Horti di Cesare o Horti Tiberini, così chiamati perchè giungevano fino alle rive del fiume.
Gli Horti proseguivano perfino sull'altra riva, e Cesare aveva addirittura tutto per sè un pezzo di costa di fiume con relativo approdo, di modo che poteva partire in qualsiasi istante dalla sua nave personale. I suoi Horti erano pieni di viali, scalinate, statue, colonnati, fontane, siepi e boschi che prima della sua morte aveva già lasciato per testamento al popolo di Roma che evidentemente aveva molto amato.
I romani poterono così alla morte di Cesare passeggiare nei suoi fantastici giardini e nessuno osò depredare le statue e i decori di quegli Horti, nè Augusto suo figlio adottivo, nè Tiberio, figlio adottivo di Augusto.
E' vero che Tiberio ci provò e fece prelevare una splendida statua dei pubblici giardini per adornarne la sua reggia, ma dovette farla rimettere al suo posto, perchè ogni volta che appariva in pubblico, in teatro o nel circo, il popolo gli richiedeva a gran voce la statua. Con il popolo romano non si scherzava ma con la Roma papalina il registro cambiò, il popolo perse i suoi giardini e le statue vennero accaparrate dentro i palazzi nobiliari o peggio calcinate per fare calce.
VIA DELLA LUNGARA
Via della Lungara è una strada romana che collega via di Porta Settimiana e piazza della Rovere, un tempo chiamata sub Janiculensis o sub jano, cioè sotto il colle gianicolense, molto trafficata soprattutto dai pellegrini che giungevano a Roma per recarsi a San Pietro e guadagnare indulgenze.
Al tempo era conosciuta come via Sancta, per il suo scopo essenzialmente religioso. Successivamente fu nota come via Julia, come l'omonima via dall'altra parte del Tevere, sebbene non venne edificata ma solamente sistemata da papa Giulio II (a iniziarla, infatti, fu Alessandro VI). Infine, il nome fu cambiato in quello attuale per la sua lunghezza in rettifilo.
Via della Lungara è una strada romana che collega via di Porta Settimiana e piazza della Rovere, un tempo chiamata sub Janiculensis o sub jano, cioè sotto il colle gianicolense, molto trafficata soprattutto dai pellegrini che giungevano a Roma per recarsi a San Pietro e guadagnare indulgenze.
Al tempo era conosciuta come via Sancta, per il suo scopo essenzialmente religioso. Successivamente fu nota come via Julia, come l'omonima via dall'altra parte del Tevere, sebbene non venne edificata ma solamente sistemata da papa Giulio II (a iniziarla, infatti, fu Alessandro VI). Infine, il nome fu cambiato in quello attuale per la sua lunghezza in rettifilo.
La chiesa di san Giuseppe venne eretta durante il pontificato di Clemente XII nel 1734, su progetto di Ludovico Rusconi Sassi; subì notevoli restauri nel corso dell'Ottocento, in particolare la ricostruzione della cupola (1872), che era letteralmente crollata.
La facciata della chiesa è a due ordini; l'interno si presenta a pianta ottagonale e sull'altare maggiore domina il dipinto di Mariano Rossi (1731 - 1807) "Il sogno di san Giuseppe". Sulle pareti laterali del piccolo presbiterio stanno due dipinti ad olio su tela entro semplici cornici marmoree, anch'esse di Mariano Rossi.
Il quadro di sinistra rappresenta "L'Adorazione dei Magi" e quello della parete destra "La strage degli innocenti". La sacrestia conserva un busto marmoreo di Clemente XI e nel soffitto un dipinto raffigurante Il trionfo della Chiesa del Rossi (1768).
La chiesa, insieme all'annesso convento dei Padri Pii Operai, costituisce un insieme architettonico settecentesco che un tempo si imponeva nella parte alta di via della Lungara, danneggiato dalla demolizione delle case d'epoca che si affacciavano sul fianco destro della strada, avvenuta alla fine dell'ottocento per l'apertura dei lungotevere.
La facciata è di architettura piuttosto semplice, mentre l'interno, a pianta ottagonale, è una sensibile reminiscenza dell'architettura borrominiana in S. Carlino alle Quattro Fontane, con una pianta assai mossa dall'alternarsi di superfici piane e convesse.
- Mariano Armellini - Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX - Roma - 1891 -
- Claudio Rendina - Le Chiese di Roma - Roma - Newton & Compton Editori - 2000 -
- Giorgio Carpaneto - Rione XIII Trastevere - in I rioni di Roma - Roma - Newton & Compton Editori - 2000 -
- Domenico Vizzari - La chiesa di San Giuseppe alla Lungara - Roma - Ardor - 1986 - esistente.
Annesso alla chiesa vi è il convento con il chiostro, affidato alla congregazione dei Pii Operai, costruito negli anni 1760-1764 da Giovanni Francesco Fiori, con una bella facciata ricca di elementi decorativi. Sopra il portale d'ingresso troviamo questa iscrizione: " D.O.M. Domum hanc Piorum Operariorum Clementis PP. XIII pietas a fundamentis erexit anno MDCCLXIII "
La congregazione dei Padri Pii Operai era stata fondata nel 1621 da Carlo Carafa per diffondere l'attività missionaria tra il popolo delle campagne e dei borghi rurali. La chiesa su via della Lungara, progettata da Ludovico Rusconi Sassi, fu costruita nel 1730, mentre l'annesso convento risale al 1760-64.
La facciata è di architettura piuttosto semplice, mentre l'interno, a pianta ottagonale, è una sensibile reminiscenza dell'architettura borrominiana in S. Carlino alle Quattro Fontane, con una pianta assai mossa dall'alternarsi di superfici piane e convesse.
Non vi si trovano opere d'arte rilevanti, ma nell'insieme di architettura, pitture e decorazioni offre un insieme equilibrato e gradevole. L'adiacente convento, opera di Giovanni Francesco Fiori, ha un bel portale, sull'asse del quale sono poste le tre finestre principali dei tre piani superiori che costituiscono un insieme unificato da ricchi motivi decorativi.
BIBLIO
- Claudio Rendina - Le Chiese di Roma - Roma - Newton & Compton Editori - 2000 -
- Giorgio Carpaneto - Rione XIII Trastevere - in I rioni di Roma - Roma - Newton & Compton Editori - 2000 -
- Domenico Vizzari - La chiesa di San Giuseppe alla Lungara - Roma - Ardor - 1986 - esistente.
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