NEPOZIANO |
LUCIO DOMIZIO ALESSANDRO (308)
Nome: Lucio Domizio Alessandro, Lucius Domitius Alexander
Nascita: ...
Morte: 311
Professione: vicario del prefetto del pretorio in Africa
Regno: 308 - 311
Domizio era il vicario del prefetto del pretorio in Africa e controllava anche la Sardegna. Quando l'imperatore romano Massenzio gli ordinò di inviare a Roma il proprio figlio come ostaggio, Alessandro si rifiutò e i suoi soldati lo proclamarono imperatore (308), malgrado fosse già in età avanzata. Fu sconfitto e ucciso nel 311.
Regno: 308 - 311
Domizio era il vicario del prefetto del pretorio in Africa e controllava anche la Sardegna. Quando l'imperatore romano Massenzio gli ordinò di inviare a Roma il proprio figlio come ostaggio, Alessandro si rifiutò e i suoi soldati lo proclamarono imperatore (308), malgrado fosse già in età avanzata. Fu sconfitto e ucciso nel 311.
Nome: Calocero, o Calogero, Calocaerus
Nascita: ...
Morte: 334
Fu un usurpatore durante il regno dell'imperatore Costantino I.
Calocaerus era Magister pecoris camelorum (Amministratore della mandria dei cammelli) a Cipro. Nel 333-4 si ribellò, proclamandosi imperatore. Costantino inviò Flavio Dalmazio, censore e console del 333, a sedare la rivolta, e Calocaerus fu sconfitto, processato e giustiziato a Tarso in Cilicia.
Nascita: -
Morte: Roma, 30 giugno 350
Predecessore: Costanzo II
Successore: Costanzo II
Dinastia: Costantiniana
Padre: Virio Nepoziano
Madre: Eutropia
Regno: 3 giugno - 30 giugno 350
VETRANIONE (350)
Nome: Vetranione, latino: Vetranio
Nascita; Mesia, ...
Morte: 356 circa
Professione: militare
Fu un generale romano, usurpatore nel 350 sotto l'imperatore Costanzo II. Fu uomo di umili origini, un valoroso soldato e un ufficiale esperto, che servì sotto Costantino (274 - 337) I diventando magister militum sotto il figlio Costante I (320 - 350).
Quando l'usurpatore Magnenzio uccise Costante nel 350, Costantina, sorella di Costanzo II e Costante I, chiese a Vetranione di proclamarsi augusto per proteggere la sua famiglia, poichè le truppe danubiane sarebbero state più fedeli ad un usurpatore vicino che a un imperatore nel lontano Oriente.
Vetranione fu proclamato augusto a Sirmio il I marzo 350 in Illirico: Costanzo accettò il collega, inviandogli un diadema.
Nome: Vetranione, latino: Vetranio
Nascita; Mesia, ...
Morte: 356 circa
Professione: militare
Fu un generale romano, usurpatore nel 350 sotto l'imperatore Costanzo II. Fu uomo di umili origini, un valoroso soldato e un ufficiale esperto, che servì sotto Costantino (274 - 337) I diventando magister militum sotto il figlio Costante I (320 - 350).
Quando l'usurpatore Magnenzio uccise Costante nel 350, Costantina, sorella di Costanzo II e Costante I, chiese a Vetranione di proclamarsi augusto per proteggere la sua famiglia, poichè le truppe danubiane sarebbero state più fedeli ad un usurpatore vicino che a un imperatore nel lontano Oriente.
Vetranione fu proclamato augusto a Sirmio il I marzo 350 in Illirico: Costanzo accettò il collega, inviandogli un diadema.
Inoltre poichè Costanzo era ad Antiochia di Siria impegnato contro i Sasanidi, gli inviò denaro mettendolo a capo delle truppe del Danubio, per combattere Magnenzio. Vetranione richiese più volte denaro e truppe a Costanzo, ma gli fu fedele finchè i loro rapporti non si deteriorarono, per cui decise di allearsi con Magnenzio.
I due mandarono a Costanzo, ad Eraclea Sintica in Tracia, una proposta di pace e i matrimoni di Magnenzio e Costantina e di Costanzo e la figlia di Magnenzio, ma Costanzo rifiutò. Allora Vetranione si incontrò con Costanzo a Serdica, e poi a Naissus, dove Vetranione venne deposto il 25 dicembre 350. Costanzo riuscì a farsi acclamare imperatore dalle truppe, tolse la porpora a Vetranione ma lo accompagnò alla tavola da pranzo. Costanzo permise a Vetranione di vivere con una pensione di stato a Prusa ma questi si suicidò nel 356.
Nome: Magno Decenzio,Magnus Decentius
Nascita: ...
Morte: Senonae, 18 agosto 353
Fratello: Magnenzio
Professione: Politico e militare: Console nel 352 e 353.
Fu un usurpatore che si rivoltò contro l'imperatore Costanzo II (337-361). Probabile fratello dell'usurpatore Magnenzio, da lui fu elevato a cesare nel 350, quando Magnenzio ebbe posto fine alla rivolta di Nepoziano a Roma e i Germani iniziarono le invasioni o nel 351, quando Costanzo elevò a cesare il cugino Gallo per proteggere la Gallia dai Germani, sobillati da Costanzo II, mentre Magnenzio era nella parte orientale del proprio territorio per tenere sotto controllo Costanzo.
Dopo la sconfitta nella battaglia di Mursa Maggiore, nel 352 Decenzio fu sconfitto da un contingente di Alamanni e poco dopo, la città di Treviri abbandonò Magnenzio e si schierò con Costanzo, chiudendo le porte a Decenzio. Quando Magnenzio fu sconfitto da Costanzo nella battaglia di Mons Seleucus (353) e si suicidò, Decenzio, che era alla testa dei rinforzi in arrivo, si impiccò a Senonae.
Professione: Politico e militare: Console nel 352 e 353.
Fu un usurpatore che si rivoltò contro l'imperatore Costanzo II (337-361). Probabile fratello dell'usurpatore Magnenzio, da lui fu elevato a cesare nel 350, quando Magnenzio ebbe posto fine alla rivolta di Nepoziano a Roma e i Germani iniziarono le invasioni o nel 351, quando Costanzo elevò a cesare il cugino Gallo per proteggere la Gallia dai Germani, sobillati da Costanzo II, mentre Magnenzio era nella parte orientale del proprio territorio per tenere sotto controllo Costanzo.
Dopo la sconfitta nella battaglia di Mursa Maggiore, nel 352 Decenzio fu sconfitto da un contingente di Alamanni e poco dopo, la città di Treviri abbandonò Magnenzio e si schierò con Costanzo, chiudendo le porte a Decenzio. Quando Magnenzio fu sconfitto da Costanzo nella battaglia di Mons Seleucus (353) e si suicidò, Decenzio, che era alla testa dei rinforzi in arrivo, si impiccò a Senonae.
MAGNENZIO (353)
Nome: Flavio Magno Magnenzio, Flavius Magnus MagnentiusNascita: Samarobriva, 303
Morte: Lugdunum, 10 agosto 353
Predecessore: Costante
Successore: Costanzo II
Coniuge: Giustina
Regno: 350-353 d.c.
CLAUDIO SILVANO (355)
Nome: Claudio Silvano, Claudius Silvanus
Nascita: Gallia …
Morte: Colonia Agrippina, 7 settembre 355
Padre: generale Franco Bonito
Fu un generale cristiano dell’Impero romano, usurpatore in Gallia contro l’imperatore Costanzo II per 28 giorni nel 355.
Silvano nacque in Gallia, figlio di Franco Bonito, generale di Costantino I nella sua campagna contro Licinio. Sostenne l’usurpazione di Magnenzio contro Costante I (350), ma Silvano defezionò in favore di Costanzo II poco prima della battaglia di Mursa Maggiore, in cui l’usurpatore fu sconfitto (351).
Nome: Claudio Silvano, Claudius Silvanus
Nascita: Gallia …
Morte: Colonia Agrippina, 7 settembre 355
Padre: generale Franco Bonito
Fu un generale cristiano dell’Impero romano, usurpatore in Gallia contro l’imperatore Costanzo II per 28 giorni nel 355.
Silvano nacque in Gallia, figlio di Franco Bonito, generale di Costantino I nella sua campagna contro Licinio. Sostenne l’usurpazione di Magnenzio contro Costante I (350), ma Silvano defezionò in favore di Costanzo II poco prima della battaglia di Mursa Maggiore, in cui l’usurpatore fu sconfitto (351).
Sotto Costanzo divenne magister peditum dell’esercito di Costanzo per respingere le tribù germaniche che pagò con le tasse che aveva raccolto (352-353).
Costanzo sospettò che Silvano ambisse al regno. Secondo Ammiano Marcellino, il prefetto del pretorio e un ministro alterarono una lettera di Silvano a suoi amici a Roma dove era pronto per un colpo di Stato. Costanzo mise sotto processo Silvano, i suoi alleati lo difesero dalle accuse infondate ma Silvano, non sapendolo, si proclamò imperatore, l’11 agosto 355 a Colonia Agrippina.
Costanzo ordinò a Silvano di venire a Milano, facendolo sostituire da Ursicino. Silvano si fidò del generale che però corruppe alcuni uomini di Silvano, che uccisero la sua guardia e, traendolo fuori dalla chiesa in cui pregava, lo sgozzarono, ponendo fine al suo regno di ventotto giorni. Lasciò un figlio, ostaggio di Costanzo, che però venne risparmiato.
Ma Ammiano potrebbe aver inventato la storia del colpo di Stato per giustificare l’assassinio di Silvano da parte di Ursicino, patrono dello storico. Costanzo, geloso di Silvano ne avrebbe offerto il posto a Ursicino, il quale avrebbe assassinato il collega. In effetti Silvano non ha coniato alcuna moneta a suo nome. Gli studiosi rigettano questa ipotesi e giustificano la mancanza di monete di Silvano col fatto che Treviri, la città più vicina a Colonia con una zecca, avesse chiuso le sue porte a Silvano.
Costanzo ordinò a Silvano di venire a Milano, facendolo sostituire da Ursicino. Silvano si fidò del generale che però corruppe alcuni uomini di Silvano, che uccisero la sua guardia e, traendolo fuori dalla chiesa in cui pregava, lo sgozzarono, ponendo fine al suo regno di ventotto giorni. Lasciò un figlio, ostaggio di Costanzo, che però venne risparmiato.
Ma Ammiano potrebbe aver inventato la storia del colpo di Stato per giustificare l’assassinio di Silvano da parte di Ursicino, patrono dello storico. Costanzo, geloso di Silvano ne avrebbe offerto il posto a Ursicino, il quale avrebbe assassinato il collega. In effetti Silvano non ha coniato alcuna moneta a suo nome. Gli studiosi rigettano questa ipotesi e giustificano la mancanza di monete di Silvano col fatto che Treviri, la città più vicina a Colonia con una zecca, avesse chiuso le sue porte a Silvano.
Nome: Procopio, Procopius
Nascita: Cilicia, 326
Morte: 27 maggio 366
Madre: sorella di Basilina, la madre dell'imperatore Giuliano.
Moglie: l'Artemisia di cui Giovanni Crisostomo narra che l'usurpazione fallita la ridusse in miseria, e nel 380 era cieca e mendicante
Figli: sembra avesse figli piccoli all'epoca dell'ascesa al trono di Gioviano (363).Professione: generale
Regno: 365 - 366
Fu un membro della dinastia costantiniana, usurpatore contro l'imperatore romano Valente dal 365 alla propria morte. Nel 358 Procopio, come tribunus e notarius fece parte dell'ambasciata condotta da Lucilliano per volere di Costanzo II presso i Sasanidi. Prese parte alla campagna contro i Sasanidi del cugino, nel 363: giunto a Carre, Giuliano affidò parte dell'esercito a Procopio e Sebastiano per guidarli verso l'Armenia, unirsi al re Arsace, e ricongiungersi con Giuliano in Assiria, concedendogli, non sappiamo perchè, di vestire la veste imperiale.
Giuliano morì prima del suo ritorno, e quando Procopio arrivò a Tilsafata, tra Nisibi e Singara, l'esercito aveva già scelto Gioviano come nuovo augusto. Secondo Zosimo, Procopio si spogliò della veste imperiale e gli chiese di congedarsi dall'esercito, per potersi dedicare all'agricoltura e all'amministrazione dei propri beni e si recò quindi con tutta la famiglia a Cesarea di Cappadocia, dove aveva una proprietà. Secondo Ammiano Marcellino, Procopio si nascose nelle campagne di Calcedonia per timore di Gioviano, e poi a Costantinopoli in segreto.
Altri lo vogliono a supervisionare il trasporto del corpo di Giuliano a Tarso e il funerale, per poi nascondersi a Cesarea e riemergere a Calcedonia, di fronte alla casa del senatore Strategio, affamato e ignaro degli eventi.
Procopio era considerato da molti il legittimo successore di Giuliano al trono, e la sua propaganda si basò molto sulla sua appartenenza alla dinastia costantiniana. Quando Valente lasciò Costantinopoli (inverno 365/366), Procopio corruppe due legioni, armò schiavi e volontari e prese la capitale, senza spargimento di sangue, tra la sorpresa degli abitanti, che lo sostennero in odio al patricius Petronio. Il 28 settembre 365 fu incoronato imperatore dal senato di Costantinopoli. Valente rispose muovendosi verso la Galazia: ma suo fratello Valentiniano I, impegnato in una campagna contro i Germani, non poté aiutarlo.
Procopio inviò un messaggio al re dei Goti, ricordandogli l'impegno con la famiglia di Costanzo. Avendo come ostaggi la moglie e la figlia di Costanzo II, Faustina e Costanza, riuscì a convincere alcune truppe di passaggio a unirsi a lui; ma non gli riuscì con le truppe dell'Illiria.
Procopio resistette a Valente a Nicea, Calcedonia ed Elenopoli costringendo l'imperatore ad lasciare la Bitinia e fuggire ad Ancyra. Procopio nell'inverno 365/366 raccolse denaro e truppe ma perse l'appoggio di un generale di Costanzo, Flavio Arbizione, così alcune truppe lo abbandonarono. Nella decisiva Battaglia di Tiatira. Procopio fu sconfitto, soprattutto per il tradimento del suo generale Gomoario e un'altra sconfitta la ebbe dal tradimento del generale Agilone.
Procopio fuggì con due collaboratori, ma fu tradito anche da loro e consegnato a Valente, che lo uccise il 27 maggio 366. Alcune fonti lo danno decapitato all'istante, con i traditori che lo accompagnavano anche loro uccisi; altre affermano che Valente lo fece legare a degli alberi legati che rilasciati, lo squartarono.
Fu un membro della dinastia costantiniana, usurpatore contro l'imperatore romano Valente dal 365 alla propria morte. Nel 358 Procopio, come tribunus e notarius fece parte dell'ambasciata condotta da Lucilliano per volere di Costanzo II presso i Sasanidi. Prese parte alla campagna contro i Sasanidi del cugino, nel 363: giunto a Carre, Giuliano affidò parte dell'esercito a Procopio e Sebastiano per guidarli verso l'Armenia, unirsi al re Arsace, e ricongiungersi con Giuliano in Assiria, concedendogli, non sappiamo perchè, di vestire la veste imperiale.
Giuliano morì prima del suo ritorno, e quando Procopio arrivò a Tilsafata, tra Nisibi e Singara, l'esercito aveva già scelto Gioviano come nuovo augusto. Secondo Zosimo, Procopio si spogliò della veste imperiale e gli chiese di congedarsi dall'esercito, per potersi dedicare all'agricoltura e all'amministrazione dei propri beni e si recò quindi con tutta la famiglia a Cesarea di Cappadocia, dove aveva una proprietà. Secondo Ammiano Marcellino, Procopio si nascose nelle campagne di Calcedonia per timore di Gioviano, e poi a Costantinopoli in segreto.
Altri lo vogliono a supervisionare il trasporto del corpo di Giuliano a Tarso e il funerale, per poi nascondersi a Cesarea e riemergere a Calcedonia, di fronte alla casa del senatore Strategio, affamato e ignaro degli eventi.
Procopio era considerato da molti il legittimo successore di Giuliano al trono, e la sua propaganda si basò molto sulla sua appartenenza alla dinastia costantiniana. Quando Valente lasciò Costantinopoli (inverno 365/366), Procopio corruppe due legioni, armò schiavi e volontari e prese la capitale, senza spargimento di sangue, tra la sorpresa degli abitanti, che lo sostennero in odio al patricius Petronio. Il 28 settembre 365 fu incoronato imperatore dal senato di Costantinopoli. Valente rispose muovendosi verso la Galazia: ma suo fratello Valentiniano I, impegnato in una campagna contro i Germani, non poté aiutarlo.
Procopio inviò un messaggio al re dei Goti, ricordandogli l'impegno con la famiglia di Costanzo. Avendo come ostaggi la moglie e la figlia di Costanzo II, Faustina e Costanza, riuscì a convincere alcune truppe di passaggio a unirsi a lui; ma non gli riuscì con le truppe dell'Illiria.
Procopio resistette a Valente a Nicea, Calcedonia ed Elenopoli costringendo l'imperatore ad lasciare la Bitinia e fuggire ad Ancyra. Procopio nell'inverno 365/366 raccolse denaro e truppe ma perse l'appoggio di un generale di Costanzo, Flavio Arbizione, così alcune truppe lo abbandonarono. Nella decisiva Battaglia di Tiatira. Procopio fu sconfitto, soprattutto per il tradimento del suo generale Gomoario e un'altra sconfitta la ebbe dal tradimento del generale Agilone.
Procopio fuggì con due collaboratori, ma fu tradito anche da loro e consegnato a Valente, che lo uccise il 27 maggio 366. Alcune fonti lo danno decapitato all'istante, con i traditori che lo accompagnavano anche loro uccisi; altre affermano che Valente lo fece legare a degli alberi legati che rilasciati, lo squartarono.
Nome: Marcello, Marcellus
Nascita: ...
Morte: 366
Professione: militare
Fu un ufficiale dell'Impero romano, sostenitore dell'usurpatore Procopio e per poco usurpatore lui stesso. Ne parlano Ammiano Marcellino (330 - 397), storico suo contemporaneo, e Zosimo (... - 507-518), che visse all'inizio del VI secolo, ma con versioni diverse.
Secondo Ammiano, Marcello, parente di Procopio, ne divenne protector nel 365 quando si rivoltò contro l'imperatore Valente. Sereniano, fedele a Valente, era a Cizico; interessato al tesoro da lui custodito per le paghe dei soldati, Procopio attaccò Sereniano, catturandolo e inviandolo a Nicea sotto la custodia di Marcello; quando Procopio ucciso da Valente, Marcello uccise Sereniano.
Secondo Ammiano, Marcello, parente di Procopio, ne divenne protector nel 365 quando si rivoltò contro l'imperatore Valente. Sereniano, fedele a Valente, era a Cizico; interessato al tesoro da lui custodito per le paghe dei soldati, Procopio attaccò Sereniano, catturandolo e inviandolo a Nicea sotto la custodia di Marcello; quando Procopio ucciso da Valente, Marcello uccise Sereniano.
Secondo Zosimo, Marcello fu inviato da Procopio in Bitinia, a neutralizzare il contingente di cavalleria di Sereniano, il quale occupò Cizico. Assediando e catturando la città, Marcello obbligò Sereniano alla fuga, ma, inseguitolo in Lidia, lo uccise.
Marcello, essendo imparentato con Procopio, pensò di poter sfruttare lo stesso legame con la dinastia costantiniana, come pure l'alleanza con le tribù gote, e si proclamò imperatore. Ma il magister militum di Valente, Equizio, saputo della morte di Procopio, attaccò Marcello e lo giustiziò con alcuni dei suoi collaboratori.
In una seconda versione: morto Procopio, Valente catturò Marcello che secondo Zosimo, fu sospettato di aver tentato l'usurpazione: avendo in suo possesso una veste imperiale che gli aveva dato Procopio per cui lo fece uccidere con la sua famiglia e i suoi collaboratori.
In una seconda versione: morto Procopio, Valente catturò Marcello che secondo Zosimo, fu sospettato di aver tentato l'usurpazione: avendo in suo possesso una veste imperiale che gli aveva dato Procopio per cui lo fece uccidere con la sua famiglia e i suoi collaboratori.
Nome: Valentino, Valentinus
Nascita: in Pannonia ...
Morte: 368
Fu un usurpatore romano contro l'imperatore Valentiniano I.
Valentinus fu condannato a morte nel 368 per non si sa quale crimine, ma su richiesta del cognato Maximinus, fu graziato dall'imperatore Valentiniano ed esiliato in Gran Bretagna dove però Valentinus raccolse altri esuli intorno a lui e istigò una cospirazione, alla quale si unirono anche i capi delle truppe locali. L'imperatore inviò il suo magister equitum Flavio Teodosio, che represse la ribellione ormai estesa ai Pitti, agli Scozzesi e ai Sassoni insorti. Valentino e i suoi seguaci furono consegnati al nuovo Dux Britanniarum Dulcitius e giustiziati.
FIRMO (375)
Nome: Firmus, Firmo
Nascita: ...
Morte: 375
Fratelli: Zammac, Gildone, Mazuca, Mascezel, Dius e Cyra
Padre: Nubel principe di Mauretania
Regno: 372-375
Nascita: ...
Morte: 375
Fratelli: Zammac, Gildone, Mazuca, Mascezel, Dius e Cyra
Padre: Nubel principe di Mauretania
Regno: 372-375
Firmo fu un usurpatore contro l'imperatore Valentiniano I, che si rivoltò in Africa, suicida. Egli era un berbero, figlio del principe di Mauretania Nubel, un potente ufficiale romano, di fede cristiana; Quando Nubel morì, Firmo uccise il fratellastro Zammac, che si era appropriato dei beni di Nubel, e divenne erede e successore del padre ma entrò in contrasto con il comes Africae Romano, sostenitore di Zammac.
Romano aveva rifiutato la protezione dalle incursioni delle tribù africane alle città romane che si erano rifiutate di pagargli tangenti. Firmo provò ad avere udienza da Valentiniano, ma Romano, con il supporto del magister officiorum Remigio, riuscì a farglielo negare. Allora Firmo iniziò una rivolta che durò dal 372 al 375.
La rivolta di Firmo contro Romano obbligò Valentiniano ad agire contro di lui, ma pure contro Romano e inviò in Africa il proprio magister militum, Teodosio (padre dell'imperatore Teodosio I). Firmo cercò di trattare con Teodosio che però si rifiutò. Sostenuto dalle tribù africane, Firmo costrinse Teodosio ad una campagna sanguinosa, interrotta solo per il tradimento di uno dei suoi sostenitori, per cui si suicidò.
Firmo sostenne i donatisti (che non perdonavano ai lapsi) contro i sostenitori del Credo di Nicea: ordinando la morte degli abitanti di Rusuccuru che professavano il credo. Dopo la sua morte, Valentiniano emanò leggi contro i donatisti.
La rivolta di Firmo contro Romano obbligò Valentiniano ad agire contro di lui, ma pure contro Romano e inviò in Africa il proprio magister militum, Teodosio (padre dell'imperatore Teodosio I). Firmo cercò di trattare con Teodosio che però si rifiutò. Sostenuto dalle tribù africane, Firmo costrinse Teodosio ad una campagna sanguinosa, interrotta solo per il tradimento di uno dei suoi sostenitori, per cui si suicidò.
Firmo sostenne i donatisti (che non perdonavano ai lapsi) contro i sostenitori del Credo di Nicea: ordinando la morte degli abitanti di Rusuccuru che professavano il credo. Dopo la sua morte, Valentiniano emanò leggi contro i donatisti.
MAGNO MASSIMO (388)
Nome: Magnus Clemens MaximusNascita: Hispania, 335 circa
Morte: Aquileia, 28 agosto 388
Figli: Sevira Maxima, Flavio Vittore
Regno: 383-388
Fu usurpatore in occidente contro Teodosio (379-395).
Nome: Flavio Vittore, Flavius Victor
Nascita: ...
Morte: Treviri, 388
Regno: 384 - 388
Fu il figlio di Magno Massimo, usurpatore dell'Impero romano d'Occidente.
Fu nominato Augusto dal padre nel 384 e morì nel 388, ucciso a da Arbogaste, generale di Valentiniano II. Usurpato il potere, Magno Massimo tentò inutilmente di essere riconosciuto dai legittimi imperatori, Valentiniano II e Teodosio I.
Allora proclamò Augusto il figlio Vittore. e insieme vennero infine riconosciuti da Teodosio nel 386. Ma nel 387, Massimo attaccò l'Italia, che era in mano a Valentiniano II. lasciando il figlio Vittore a Treviri. Massimo sconfisse Valentiniano, ma venne battuto e ucciso nel 388 ad Aquileia da Teodosio, che poi inviò a Treviri il magister peditum Arbogaste, che uccise Vittore.
FLAVIO EUGENIO (394)
Nome: Flavio Eugenio, Flavius Eugenius
Nascita: 345 circa
Morte: Frigido, 6 settembre 394
Fu un imperatore romano, proclamato augusto d'Occidente alla morte di Valentiniano II; tuttavia, non essendo stato riconosciuto dal collega di questi, Teodosio I, viene considerato un usurpatore. Si sa che all'epoca della sua investitura, ricopriva la carica di magister scriniorum (capo della cancelleria), e che precedentemente fosse stato insegnante di grammatica e retorica latine.
Vicino alle posizioni del magister militum germanico Arbogaste, e appoggiato dalle tribù dei Franchi, fu da questi fatto eleggere imperatore il 22 agosto 392, a Lione. Flavio Eugenio cercò di farsi riconoscere da Teodosio, ma questi rifiutò. Nel 393 giunto a Roma applicò, pur essendo cristiano, una politica di tolleranza verso i "pagani".
Permise la riapertura dei templi pagani come il tempio di Venere e Roma, la restaurazione dell'altare della Vittoria nella curia romana e la celebrazione di feste religiose pagane. Questa politica, in contraddizione con i decreti anti-pagani del 391-392, creò tensioni con Teodosio e con il potente vescovo Ambrogio di Milano, che lasciò la sua sede all'arrivo della corte di Eugenio.
Nel settembre 394 Teodosio sconfisse, nella battaglia del Frigido, l'esercito dei "ribelli", comandato da Arbogaste, che si uccise per sfuggire alla cattura, mentre Flavio Eugenio fu messo a morte per decapitazione come traditore.
Nome: Flavio Eugenio, Flavius Eugenius
Nascita: 345 circa
Morte: Frigido, 6 settembre 394
Fu un imperatore romano, proclamato augusto d'Occidente alla morte di Valentiniano II; tuttavia, non essendo stato riconosciuto dal collega di questi, Teodosio I, viene considerato un usurpatore. Si sa che all'epoca della sua investitura, ricopriva la carica di magister scriniorum (capo della cancelleria), e che precedentemente fosse stato insegnante di grammatica e retorica latine.
Vicino alle posizioni del magister militum germanico Arbogaste, e appoggiato dalle tribù dei Franchi, fu da questi fatto eleggere imperatore il 22 agosto 392, a Lione. Flavio Eugenio cercò di farsi riconoscere da Teodosio, ma questi rifiutò. Nel 393 giunto a Roma applicò, pur essendo cristiano, una politica di tolleranza verso i "pagani".
Permise la riapertura dei templi pagani come il tempio di Venere e Roma, la restaurazione dell'altare della Vittoria nella curia romana e la celebrazione di feste religiose pagane. Questa politica, in contraddizione con i decreti anti-pagani del 391-392, creò tensioni con Teodosio e con il potente vescovo Ambrogio di Milano, che lasciò la sua sede all'arrivo della corte di Eugenio.
Nel settembre 394 Teodosio sconfisse, nella battaglia del Frigido, l'esercito dei "ribelli", comandato da Arbogaste, che si uccise per sfuggire alla cattura, mentre Flavio Eugenio fu messo a morte per decapitazione come traditore.
.:: V SECOLO ::.
MARCO (407)
Nome: Marco, Marcus
Nascita; ...
Morte: 407
Regno: 406 - 407
Fu un usurpatore romano che tenne il potere in Britannia nel 406-407. Usurpò il trono attorno al 406 eletto dalle milizie di stanza in Britannia, forse per le aumentate incursioni dei barbari nei i confini dell'Impero, che costringevano Roma a ritirare le truppe dalle province lontane come la Britannia per proteggere il nucleo dell'Impero. Essendo però poco capace e molto poco combattivo, fu ben presto ucciso dai propri soldati, che lo rimpiazzarono con Graziano.
Nell'Historia Regum Britanniae, Goffredo di Monmouth parla di un Graciano Municeps che tolse il potere al leggendario sovrano britannico Dionoto. Questi due personaggi potrebbero essere stati ispirati dalle figure storiche degli usurpatori Graziano e Marco.
GRAZIANO (407)
Nome: Graziano, Gratianus
Nascita: ...
Morte: 407
fu un usurpatore romano che prese il potere in Britannia. Morto il precedente usurpatore, Marco, agli inizi del 407 Graziano fu acclamato imperatore dalle truppe di stanza in Britannia. Paolo Orosio (380 – 420) ricorda che era un aristocratico britanno. Regnò solo quattro mesi, quando la Gallia ebbe una terribile invasione di barbari di barbari. L'esercito di stanza in Britannia voleva attraversare la Manica per fermare l'orda, ma Graziano ordinò di non muoversi.
Nome: Marco, Marcus
Nascita; ...
Morte: 407
Regno: 406 - 407
Fu un usurpatore romano che tenne il potere in Britannia nel 406-407. Usurpò il trono attorno al 406 eletto dalle milizie di stanza in Britannia, forse per le aumentate incursioni dei barbari nei i confini dell'Impero, che costringevano Roma a ritirare le truppe dalle province lontane come la Britannia per proteggere il nucleo dell'Impero. Essendo però poco capace e molto poco combattivo, fu ben presto ucciso dai propri soldati, che lo rimpiazzarono con Graziano.
Nell'Historia Regum Britanniae, Goffredo di Monmouth parla di un Graciano Municeps che tolse il potere al leggendario sovrano britannico Dionoto. Questi due personaggi potrebbero essere stati ispirati dalle figure storiche degli usurpatori Graziano e Marco.
Nome: Graziano, Gratianus
Nascita: ...
Morte: 407
fu un usurpatore romano che prese il potere in Britannia. Morto il precedente usurpatore, Marco, agli inizi del 407 Graziano fu acclamato imperatore dalle truppe di stanza in Britannia. Paolo Orosio (380 – 420) ricorda che era un aristocratico britanno. Regnò solo quattro mesi, quando la Gallia ebbe una terribile invasione di barbari di barbari. L'esercito di stanza in Britannia voleva attraversare la Manica per fermare l'orda, ma Graziano ordinò di non muoversi.
Allora, avendo compreso di avere per comandante un codardo, i soldati lo ucciso e scelsero come suo successore Costantino III. Su questa figura storica, Goffredo di Monmouth modellò quella di Graciano Municeps, che lui definì re della Britannia nella sua Historia Regum Britanniae.
COSTANTINO III (407-411)
Nome: Flavio Claudio Costantino, Flavius Claudius ConstantinusNascita: ,,,
Morte: agosto o settembre 411
Figli: Costante II, Giuliano
Regno: 407-411
Nome: Costante II, Constans
Nascita: ...
Morte: Vienne, 411
Regno: 409 - 411
Figlio dell'usurpatore Costantino III, dal quale fu associato al trono dal 409 al 411.
Costante passò la sua giovinezza in un monastero, fino a che non fu nominato cesare (408) dal padre, Costantino III, che lo mandò col generale Geronzio e col prefetto Apollinare in Hispania per eliminare dei membri della casata di Teodosio, i cugini dell'imperatore Onorio Didimo e Vereniano, ribellatisi all'usurpatore.
Figlio dell'usurpatore Costantino III, dal quale fu associato al trono dal 409 al 411.
Costante passò la sua giovinezza in un monastero, fino a che non fu nominato cesare (408) dal padre, Costantino III, che lo mandò col generale Geronzio e col prefetto Apollinare in Hispania per eliminare dei membri della casata di Teodosio, i cugini dell'imperatore Onorio Didimo e Vereniano, ribellatisi all'usurpatore.
Infine Costante catturò i nemici e lasciati i suoi familiari a Saragozza, sotto la protezione di Geronzio, si recò ad Arles, alla corte del padre, a recargli i prigionieri, che furono subito giustiziati. Nel 409 alcuni barbari, dopo aver devastato la Gallia raggiunsero i Pirenei, travolsero le difese romane ed entrarono in Hispania. Costante fu nominato augusto (co-imperatore), si preparò per la penisola iberica ma giunse la notizia che Geronzio aveva fermato le tribù, e aveva nominato imperatore un suo uomo, Massimo. Appoggiato dai barbari, Geronzio dilagò nel territorio di Costantino, sconfiggendone le forze nel 411 a Vienne, dove Costante fu catturato e giustiziato.
PRISCO ATTALO (409 - 414)
Nome: Prisco Attalo, Priscus Attalus
Nascita: ...
Morte: Lipari, ...
Padre: Publio Ampelio
Figlio: Ampelio
Regno: 409/410 e 414/414
Nascita: ...
Morte: Lipari, ...
Padre: Publio Ampelio
Figlio: Ampelio
Regno: 409/410 e 414/414
Nome: Massimo, Maximus
Nascita: ....
Morte: 411 - 422
Padre: Geronzio ?
Massimo fu un usurpatore (409-411) in Hispania. Fu sostenuto dal generale Geronzio, che potrebbe essere stato suo padre.
Quando Costantino III, usurpatore in Gallia contro l'imperatore Onorio, ordinò al generale Geronzio, di stanza in Hispania, fino ad allora suo sostenitore, di restituire il comando, questi per tutta risposta proclamò Massimo imperatore a Tarragona.
Quando Costantino III, usurpatore in Gallia contro l'imperatore Onorio, ordinò al generale Geronzio, di stanza in Hispania, fino ad allora suo sostenitore, di restituire il comando, questi per tutta risposta proclamò Massimo imperatore a Tarragona.
Per mettere in difficoltà Costantino e Costante, Geronzio raggiunse un accordo con i Franchi insediatisi in Gallia dopo le invasioni del 407: infatti la loro rivolta mise in difficoltà Costantino, obbligandolo ad attenuare la pressione su Geronzio, però i Franchi e i loro alleati penetrano dalla Gallia in Hispania. Massimo ebbe un certo controllo delle province ispaniche: aprì la zecca di Barcino (Barcellona) rinforzandone anche le mura, e coniò monete in suo nome (ritrovate a Barcellona, Tipasa e Terrassa). Infine Geronzio lasciò Massimo in Hispania e si recò nel territorio di Costantino, in Gallia dove, per 18 mesi riuscì a sconfiggere le truppe di Costantino, ma non a distruggerle.
Tuttavia fu Onorio a vincere, inviando il bravo generale Flavio Costanzo (futuro Costanzo III) contro i due usurpatori: Costanzo riuscì a sconfiggerli e Massimo, dopo la morte di Geronzio avvenuta nel 411 e a seguito di una sconfitta nei pressi di Arles per mano di Costanzo, abdicò e si ritirò in un monastero.
Un altro Massimo usurpò la porpora in Hispania, tra il 420 e il 422, ma venne catturato da Flavio Castino e giustiziato a Ravenna: non è da escludere che fosse lo stesso Massimo con una versione diversa.
Un altro Massimo usurpò la porpora in Hispania, tra il 420 e il 422, ma venne catturato da Flavio Castino e giustiziato a Ravenna: non è da escludere che fosse lo stesso Massimo con una versione diversa.
GIOVINO (413)
Nome: Giovino o Gioviano, Iovinus
Nascita: ...
Morte: Narbona, 413
Fratello: Sebastiano
Fu un usurpatore d'origine aristocratica gallo-romana, proclamato imperatore il 411 in Gallia e vi regnò fino alla morte. Fu il nipote di Flavio Valente Giovino, che sotto Giuliano fu magister armorum per Gallias, ma all'elevazione al trono di Giovino venne destituito.
Giovino venne acclamato imperatore a Mogontiacum (Magonza), alla morte dell'usurpatore Costantino III, sostenuto dalla nobiltà gallo-romana contro l'imperatore Onorio, e reclutò Burgundi e Alani da oltre il Reno, ma dovette dividere il territorio coi Visigoti di Ataulfo, che avevano lasciato l'Italia portando come ostaggi l'ex-imperatore Prisco Attalo e Galla Placidia, sorellastra di Onorio. Ataulfo peggiorò i rapporti uccidendo Saro, un generale di Onorio che aveva disertato l'imperatore per allearsi con Giovino.
Col sostegno di Ataulfo, Giovino espanse il proprio territorio nella Gallia sud-orientale, nominando co-imperatore il proprio fratello, Sebastiano, senza però consultare Ataulfo che si accordò con Claudio Postumo Dardano, prefetto del pretorio in Gallia e unico alto ufficiale leale a Onorio in Gallia. Ataulfo scambiò con Onorio le teste dei due fratelli usurpatori con la fornitura di viveri ed equipaggiamenti per il proprio popolo.
Sebastiano fu sconfitto e ucciso. Giovino si rifugiò a Valence, dove fu catturato da Ataulfo. Inviato a Dardano, venne messo a morte insieme ai suoi fedelissimi. Le teste di Giovino e Sebastiano furono inviate da Onorio a Ravenna, dove il 30 agosto 413 furono esposte a monito sulle mura.
Nome: Sebastiano, Sebastianus
Nascita: ...
Morte: Narbona, 413
è stato un usurpatore romano.
Fratello di Giovino, era un aristocratico proveniente dalla Gallia meridionale. Giovino, che nel 411 aveva usurpato in Gallia il trono dell'imperatore d'occidente Onorio, associò il fratello Sebastiano Augusto come co-imperatore nel 412. Monete con l'effigie di Sebastiano furono coniate ad Arles e a Treviri.
A causa del deterioramento delle relazioni diplomatiche tra Giovino e il re dei Visigoti, Ataulfo, quest'ultimo prese Sebastiano prigioniero nel 413 e lo inviò a Narbona da Claudio Postumo Dardano, governatore di Onorio in Gallia. Dardano fece giustiziare Sebastiano e mandò la sua testa alla corte di Onorio a Ravenna.
A causa del deterioramento delle relazioni diplomatiche tra Giovino e il re dei Visigoti, Ataulfo, quest'ultimo prese Sebastiano prigioniero nel 413 e lo inviò a Narbona da Claudio Postumo Dardano, governatore di Onorio in Gallia. Dardano fece giustiziare Sebastiano e mandò la sua testa alla corte di Onorio a Ravenna.
ERACLIANO (412-413)
Nome: Eracliano, Heraclianus
Nascita: ...
Morte: Cartagine, 7 marzo 413
Fu un usurpatore (412-413) contro l'imperatore Onorio.
Eracliano ebbe il favore di Onorio per aver ucciso personalmente Stilicone (408) e ne guadagnò l'incarico a Comes Africae nel 408. Secondo Zosimo Eracliano succedette a Batanario, marito della sorella di Stilicone, mandato a morte da Onorio.
Nel 409 Prisco Attalo si ribellò a Onorio, che si trovava a Ravenna, prendendo il potere a Roma col sostegno dei Visigoti di re Alarico I. Eracliano rimase fedele a Onorio e fece bloccare i porti principali dell'Africa, impedendo la consegna del grano a Roma.
Attalo però non volle inviare in Africa un contingente sotto controllo visigoto ma inviò Costante che venne ucciso mentre Eracliano poté inviare una significativa somma di denaro a Onorio, rinchiuso in Ravenna, sottraendola agli inviati di Attalo che doveva comprare alleati. Quando Attalo poi rifiutò di affidare a Drumas, candidato di Alarico, il comando di una spedizione militare contro Eracliano, il re lo destituì (410).
Nel 412, Eracliano venne eletto al consolato per l'anno successivo, ma non esercitò il ruolo, e si rivoltò contro Onorio, proclamandosi Augusto. Subito interruppe la fornitura di grano, come aveva fatto contro Attalo, poi raccolse le navi e le truppe per l'invasione dell'Italia. Onorio decretò Eracliano e i suoi seguaci nemici pubblici, condannandoli a morte, con un editto stilato a Ravenna il 7 luglio 412.
Nel 413 Eracliano si recò in Italia con un grosso esercito, per affrontare Onorio, ma fu sconfitto e ucciso.
Il nome di Eracliano non appare tra i consoli romani, in quanto un editto di Onorio avrebbe ordinato la decadenza del consolato di Eracliano e la cancellazione del suo nome, lasciando Flavio Lucio l'unico console per il 413. Gli atti dell'usurpatore vennero annullati; i suoi beni, ben 2000 libbre d'oro e terreni di altrettanto valore, vennero confiscati e dati a Flavio Costanzo.
Sofronio Eusebio Girolamo lo accusa di aver trattato male coloro che si erano rifugiati presso di lui a Cartagine per sfuggire ad Attalo a Roma e di essere un ubriacone e un corrotto, ma Girolamo era cristiano e come tale odiava tutti i pagani.
Nascita: ...
Morte: Cartagine, 7 marzo 413
Fu un usurpatore (412-413) contro l'imperatore Onorio.
Eracliano ebbe il favore di Onorio per aver ucciso personalmente Stilicone (408) e ne guadagnò l'incarico a Comes Africae nel 408. Secondo Zosimo Eracliano succedette a Batanario, marito della sorella di Stilicone, mandato a morte da Onorio.
Nel 409 Prisco Attalo si ribellò a Onorio, che si trovava a Ravenna, prendendo il potere a Roma col sostegno dei Visigoti di re Alarico I. Eracliano rimase fedele a Onorio e fece bloccare i porti principali dell'Africa, impedendo la consegna del grano a Roma.
Attalo però non volle inviare in Africa un contingente sotto controllo visigoto ma inviò Costante che venne ucciso mentre Eracliano poté inviare una significativa somma di denaro a Onorio, rinchiuso in Ravenna, sottraendola agli inviati di Attalo che doveva comprare alleati. Quando Attalo poi rifiutò di affidare a Drumas, candidato di Alarico, il comando di una spedizione militare contro Eracliano, il re lo destituì (410).
Nel 412, Eracliano venne eletto al consolato per l'anno successivo, ma non esercitò il ruolo, e si rivoltò contro Onorio, proclamandosi Augusto. Subito interruppe la fornitura di grano, come aveva fatto contro Attalo, poi raccolse le navi e le truppe per l'invasione dell'Italia. Onorio decretò Eracliano e i suoi seguaci nemici pubblici, condannandoli a morte, con un editto stilato a Ravenna il 7 luglio 412.
Nel 413 Eracliano si recò in Italia con un grosso esercito, per affrontare Onorio, ma fu sconfitto e ucciso.
Il nome di Eracliano non appare tra i consoli romani, in quanto un editto di Onorio avrebbe ordinato la decadenza del consolato di Eracliano e la cancellazione del suo nome, lasciando Flavio Lucio l'unico console per il 413. Gli atti dell'usurpatore vennero annullati; i suoi beni, ben 2000 libbre d'oro e terreni di altrettanto valore, vennero confiscati e dati a Flavio Costanzo.
Sofronio Eusebio Girolamo lo accusa di aver trattato male coloro che si erano rifugiati presso di lui a Cartagine per sfuggire ad Attalo a Roma e di essere un ubriacone e un corrotto, ma Girolamo era cristiano e come tale odiava tutti i pagani.
PRIMICERIO (423-425)
Nome: Giovanni Primicerio, Ioannes PrimiceriusNascita: ...
Morte: Aquileia, giugno o luglio 425
Predecessore: Onorio (legittimo)
Successore: Valentiniano III (legittimo)
Regno: 423-425 d.c.
FLAVIO CASTINO (425) c'è l'articolo
Nome: Flavio Castino, Flavius Castinus
Nascita: ...
Morte: dopo il 425
Professione: politico e militare
ARVANDUS (468)
Nome: Arvando, Arvandus
Nascita: Gallia ...
Morte:
Arvandus era un Gallico che fece un'ottima carriera nella società imperiale romana venendo nominato due volte prefetto pretoriano della Gallia. La I volta nel 461 dall'imperatore Libio Severo che morì nel 465. Nel 467, dall'imperatore Antemio. Il suo amico e cronista, Sidonio Apollinare narra che il suo primo mandato ebbe successo ma nel secondo, nel 468, fu portato a Roma in catene, accusato dai Galli di tradimento.Avevano una lettera che il segretario di Arvandus attestava dettata da Arvandus, dove si proponeva di dissuadere Euric, re dei Visigoti, dal concludere la pace con l' imperatore, spingendolo invece ad attaccare i Britanni a nord della Loira. La lettera affermava che la Legge delle Nazioni richiedeva una divisione della Gallia tra Visigoti e Borgognoni. Riothamus, re dei Britanni, era alleato di Antemio, quindi ciò equivaleva a dichiarare guerra all'imperatore.
Arvandus venne processato per tradimento con la supervisione di Sidonio, che non accettò l'incarico ma implorò clemenza per l'amico. Al processo Arvandus fu dichiarato colpevole e imprigionato in attesa dell'esecuzione. Secondo Cassiodoro Arvandus voleva dividere l'impero e impadronirsi del trono, forse con l'aiuto dei Galli e dei Visigoti, ma non ricevette alcun sostegno. Cassiodorio riferisce che Sidonio e i suoi amici riuscirono a salvare Arvando dalla morte ma "Per ordine di Antemio, Arvando, che aveva tentato di diventare imperatore, fu mandato in esilio".
ROMANO (470)
Nome: Romano, RomanusNascita: ... –
Morte: 470
Fu un senatore romano che si ribellò all'imperatore Antemio, finendo però giustiziato.
Cassiodoro (Chronicon, 1289) e Paolo Diacono (Historia romana, xv.2) riportano che nel 470 Romano, un patricius, dopo aver tentato di ottenere la porpora, fu condannato a morte mediante decapitazione da parte di Antemio.
Giovanni di Antiochia riferisce che Romano era stato magister officiorum e stretto collaboratore del magister militum Ricimero; Romano, assieme ad altri, avrebbe fatto ammalare Antemio con la stregoneria, ma venne scoperto e punito dall'imperatore.
Considerando che nel 472 Ricimero elesse un nuovo imperatore, Anicio Olibrio, in opposizione ad Antemio, è probabile che un simile piano sia stato ispirato dal tentativo di Romano. Oppure Antemio voleva colpire i collaboratori di Ricimero prendendo come scusa la stregoneria. La morte di Romano causò la rottura tra Ricimero e suo suocero l'imperatore, Ricimero abbandonò Roma con 6000 uomini e andò a Milano.
LEO II (474)
Nome: Flavio Leone Augusto, o Leone II, Flavius Leo Augustus, o Leo IIPredecessore: Leone I
Successore: Zenone
Nascita: 467 circa
Morte: 17 novembre 474
Regno: 474 d.c.
Nome: Flavio Basilisco, Flavius Basiliscus
Altri titoli: Dominus Noster Perpetuus Augustus
Nascita: Cappadocia ...
Morte: Cappadocia 476–477
Nascita: Cappadocia ...
Morte: Cappadocia 476–477
Casa reale: casata di Leone
Moglie: Aelia Zenonis
Figli: Marcus, Zenone. Leone
Regno: 475–476 con associato Marcus
Moglie: Aelia Zenonis
Figli: Marcus, Zenone. Leone
Regno: 475–476 con associato Marcus
FLAVIO LONGINO (475-491)
Nome: Flavio Longino, Flavius Longinus
Nascita: ...
Morte: ...
Padre: Kodisa
Madre: Lallis o Llis
Fratello: imperatore Zeno
Moglie: Valeria
Figlia: Longina
Professione: politico, console nel 486 e 490
Longino è stato un politico del Impero Romano d'Oriente, fratello dell'Imperatore Zenone, che
proveniva dalla regione di Isauria, in Asia Minore.
Quando suo fratello, l'imperatore Zeno, è stato deposto da Basilisco e inseguito dall'esercito imperiale in Isauria (475), Longino fu catturato dal generale isaurico Illus e tenuto prigioniero per un decennio. Illus, già sostenitore di Basilisco ma in seguito di Zenone, usò Longino per controllare Zenone. Nel 483, quando Zenone chiese la liberazione di Longino, Illo rifiutò e iniziò la ribellione che portò alla sua morte.
Dopo essere stato rilasciato nel 485, Longino venne nominato magister militum praesentialis (485) e tenne il consolato due volte, nel 486 e nel 490. Alla morte di Zenone nel 491, Longino era uno dei candidati alla successione, ma la sua origine isaurica lo svantaggiava: Arianna, vedova di Zenone, scelse Anastasio I, un alto funzionario.
Longino istigò alla rivolta: la Guerra Isaurica. Anastasio lo catturò, lo costrinse a prendere i voti e lo mandò in esilio in Thebaid (Egitto), sconfiggendo in seguito l'esercito ribelle (492) guidato dal ricco Longino di Cardala e soppresse la rivolta sei anni dopo, con la morte dell'ultimo capo dei ribelli, Longino di Selino, anch'egli isaurico.
MARCIANO (479)
Nome: Marciano, Flavius Marcianus
Nascita: ...
Morte:
Padre: Procopio Antemio
Madre: Marcia Euphemia
Fratelli: Anthemiolus, Procopio Anthemius, Romulus
Sorella: Alypia
Moglie: Leontia
Professione: politico e militare, console nel 469 e nel 472
Fu un membro della dinastia leonide e un usurpatore contro l'Imperatore Zenone nel 479.
Marciano era membro di diverse famiglie imperiali. Suo padre era Procopius Anthemius, Imperatore d'Occidente (467-472) discendente da Procopio, usurpatore (365-366) e parente dell'Imperatore Giuliano (360-363). La madre era Marcia Euphemia, figlia di Marciano Imperatore d'Oriente (450-457). Sposò Leontia, figlia dell'Imperatore Romano d'Oriente Leone I, e fu scelto come console senza collega due volte, nel 469 e nel 472.
Nome: Flavio Longino, Flavius Longinus
Nascita: ...
Morte: ...
Padre: Kodisa
Madre: Lallis o Llis
Fratello: imperatore Zeno
Moglie: Valeria
Figlia: Longina
Professione: politico, console nel 486 e 490
Longino è stato un politico del Impero Romano d'Oriente, fratello dell'Imperatore Zenone, che
proveniva dalla regione di Isauria, in Asia Minore.
Quando suo fratello, l'imperatore Zeno, è stato deposto da Basilisco e inseguito dall'esercito imperiale in Isauria (475), Longino fu catturato dal generale isaurico Illus e tenuto prigioniero per un decennio. Illus, già sostenitore di Basilisco ma in seguito di Zenone, usò Longino per controllare Zenone. Nel 483, quando Zenone chiese la liberazione di Longino, Illo rifiutò e iniziò la ribellione che portò alla sua morte.
Dopo essere stato rilasciato nel 485, Longino venne nominato magister militum praesentialis (485) e tenne il consolato due volte, nel 486 e nel 490. Alla morte di Zenone nel 491, Longino era uno dei candidati alla successione, ma la sua origine isaurica lo svantaggiava: Arianna, vedova di Zenone, scelse Anastasio I, un alto funzionario.
Longino istigò alla rivolta: la Guerra Isaurica. Anastasio lo catturò, lo costrinse a prendere i voti e lo mandò in esilio in Thebaid (Egitto), sconfiggendo in seguito l'esercito ribelle (492) guidato dal ricco Longino di Cardala e soppresse la rivolta sei anni dopo, con la morte dell'ultimo capo dei ribelli, Longino di Selino, anch'egli isaurico.
Nome: Marciano, Flavius Marcianus
Nascita: ...
Morte:
Padre: Procopio Antemio
Madre: Marcia Euphemia
Fratelli: Anthemiolus, Procopio Anthemius, Romulus
Sorella: Alypia
Moglie: Leontia
Professione: politico e militare, console nel 469 e nel 472
Fu un membro della dinastia leonide e un usurpatore contro l'Imperatore Zenone nel 479.
Marciano era membro di diverse famiglie imperiali. Suo padre era Procopius Anthemius, Imperatore d'Occidente (467-472) discendente da Procopio, usurpatore (365-366) e parente dell'Imperatore Giuliano (360-363). La madre era Marcia Euphemia, figlia di Marciano Imperatore d'Oriente (450-457). Sposò Leontia, figlia dell'Imperatore Romano d'Oriente Leone I, e fu scelto come console senza collega due volte, nel 469 e nel 472.
Alla morte di Leone I, gli succedette il nipote Leone II che morì nello stesso anno a 7 anni. Zenone, proclamato co-imperatore col figlio, divenne l'unico imperatore romano d'Oriente, ma il popolo di Costantinopoli lo considerava un barbaro per via delle sue origini isauriche e gli preferivano Marciano. Intanto Basilisco usurpò il trono a Zenone nel 475 mantenendolo per un anno prima che Zenone lo recuperasse.
Nel 479 Marciano con l'aiuto dei fratelli Procopius Anthemius e Romolo, formò gruppi di cittadini e stranieri e marciarono sul palazzo imperiale. ma durante la notte, il generale Illus portò un'unità isaurica in città e fece fuggire Zenone. La mattina dopo Marciano si rifugiò nel chiesa dei Santi Apostoli, ma venne arrestato con i suoi fratelli e mandato a Cesarea in Cappadocia.
I suoi fratelli fuggirono, ma lui non riuscì e dovette diventare un monaco Tarso (Cilicia), o, secondo altri, imprigionato in Isauria, nella fortezza di Papurius. Riuscì a fuggire, ma dopo aver attaccato Ancyra, venne sconfitto e catturato da Trocundus, Fratello di Illus. Nel 484 fu Illus a ribellarsi contro Zenone ma non volendo il trono per sé liberò Marciano e lo proclamò imperatore. Poi Illus cambiò idea, depose Marcian ed elevò Leonzio al trono; Marciano venne mandato in Italia a chiedere aiuto ad Odoacre.
Nel 479 Marciano con l'aiuto dei fratelli Procopius Anthemius e Romolo, formò gruppi di cittadini e stranieri e marciarono sul palazzo imperiale. ma durante la notte, il generale Illus portò un'unità isaurica in città e fece fuggire Zenone. La mattina dopo Marciano si rifugiò nel chiesa dei Santi Apostoli, ma venne arrestato con i suoi fratelli e mandato a Cesarea in Cappadocia.
I suoi fratelli fuggirono, ma lui non riuscì e dovette diventare un monaco Tarso (Cilicia), o, secondo altri, imprigionato in Isauria, nella fortezza di Papurius. Riuscì a fuggire, ma dopo aver attaccato Ancyra, venne sconfitto e catturato da Trocundus, Fratello di Illus. Nel 484 fu Illus a ribellarsi contro Zenone ma non volendo il trono per sé liberò Marciano e lo proclamò imperatore. Poi Illus cambiò idea, depose Marcian ed elevò Leonzio al trono; Marciano venne mandato in Italia a chiedere aiuto ad Odoacre.
BURDUNELLUS (496)
Nome: Burdunellus - che significa "mulettto", forse un soprannome
Nascita: ...
Morte: Valle dell'Ebro 506
fu un usurpatore romano della fine del V secolo dc, registrato solo brevemente nella Consularia Caesaraugustana. Nel 496 si registra che "divenne tiranno in Spagna", quindi usurpatore. Alla fine fu abbandonato dai suoi stessi uomini, che lo consegnarono alle autorità e lo spedirono a Tolosa, dove nel 506 fu bruciato a morte all'interno di un toro di bronzo, una morte atroce forse per umiliarlo se era uno stoico. visto che secondo questa filosofia si poteva rimanere impassibili, se stoici, anche se uccisi in un toro di bronzo incandescente. L'ubicazione del piccolo governo di Burdunellus è sconosciuta, ma probabilmente era la valle dell'Ebro centrata su Caesaraugusta.
Nome: Burdunellus - che significa "mulettto", forse un soprannome
Nascita: ...
Morte: Valle dell'Ebro 506
fu un usurpatore romano della fine del V secolo dc, registrato solo brevemente nella Consularia Caesaraugustana. Nel 496 si registra che "divenne tiranno in Spagna", quindi usurpatore. Alla fine fu abbandonato dai suoi stessi uomini, che lo consegnarono alle autorità e lo spedirono a Tolosa, dove nel 506 fu bruciato a morte all'interno di un toro di bronzo, una morte atroce forse per umiliarlo se era uno stoico. visto che secondo questa filosofia si poteva rimanere impassibili, se stoici, anche se uccisi in un toro di bronzo incandescente. L'ubicazione del piccolo governo di Burdunellus è sconosciuta, ma probabilmente era la valle dell'Ebro centrata su Caesaraugusta.
.:: VI SECOLO ::.
Nome: Flavius Areobindus Dagalaiphus Areobindus, ma anche solo Areobindus o Ariovindus
Nascita: ...
Morte: ...
Professione: politico bizantino, console nel 506
Regno: rifiutò il regno
Ebbe la carica di arriva sacri stabuli (conte della scuderia imperiale), equivalente al titolo di console onorario. Guidò le truppe nella Guerra anastasiana, dal 502 al 506 tra l'impero bizantino e l'Impero sasanidee, inviato in Oriente come magister militum per Orientem. Nel 503 respinse l'attacco di un esercito persiano proveniente da Singara e li spinse fino a Nisibis. Ma quando i persiani ricevettero rinforzi si ritirò a Constantia e poi a Edessa. Fu assediato lì da Kavadh, ma l'inverno e l'avvicinarsi dei rinforzi romani costrinsero il sovrano persiano a ritirarsi.
Nel 504, Areobindus fece un'incursione in Arzanene, devastando vaste aree, allora Kavadh accettò la tregua. Nel 505 gli fu conferito il consolato del 506, con Flavius Ennodius Messala come collega.
Nel 512 a Costantinopoli il miofisismo dell'imperatore Anastasio avevano sollevato la popolazione soprattutto nella città Calcedonia che al grido "Areobindus per imperatore" marciò verso la casa di sua moglie, Anicia Juliana, per proclamarlo. Areobindoperò era fuggito dalla casa e si era nascosto. Non si sa più nulla di lui, ma sembra sia morto non molto tempo dopo.
Nel 512 a Costantinopoli il miofisismo dell'imperatore Anastasio avevano sollevato la popolazione soprattutto nella città Calcedonia che al grido "Areobindus per imperatore" marciò verso la casa di sua moglie, Anicia Juliana, per proclamarlo. Areobindoperò era fuggito dalla casa e si era nascosto. Non si sa più nulla di lui, ma sembra sia morto non molto tempo dopo.
Nome: Teocrito
Nascita:...
Morte: 518
Il "arriva domesticorum" che ha tentato di usurpare il trono alla morte di Anastasio I ma ha perso contro Justino I.
Teocrito è menzionato da Giovanni Malalas come domestikos (ufficiale civile, ecclesiastico o militare) e come satellitis (attendente) di Amantius. Sia Marcellino Comes che il Chronicon gli riconoscono il titolo di arriva, forse un "comes domesticorum". Quando Anastasio I (r. 491-518) morì senza figli e senza designare un erede il trono era vacante, secondo Malalas, il designato era Teocrito. Come narra Pietro il Patrizio nel suo De Ceremoniis, la mattina delle elezioni, gli Excubitors avevano presentato il tribunus Giovanni come candidato e venne sollevato sullo scudo in segno di acclamazione nell'Ippodromo di Costantinopoli.
Ma i Blu, l'altra fazione della Corsa dei carri, non lo accettò. Le guardie della Scholae Palatinae tentarono di proclamare il proprio candidato, ma gli Excubitors lo uccisero e quindi proposero Giustiniano, nipote di Giustino, come secondo candidato per la giornata, ma lui rifiutò la corona. Il Senato bizantino risolse la questione eleggendo Giustino stesso. Le fonti suggeriscono che Amanzio e Teocrito avevano tentato di rovesciare Giustino, dopo la sua elezione. Se è così, sono stati accolti con rapide esecuzioni.
Nome: Julianus ben Sabar, o Julian o Julianus ben Sahir e Latinizzato in Iulianus Sabarides
Nascita: ...
Morte: ...
Regno: (529–531)
Julianus ben Sabar, Leader messianico di una rivolta samaritana, proclamato "Re d'Israele". Riuscito a controllare l'intera Samaria contro l'impero bizantino all'inizio del VI secolo. prima di essere sconfitto.
Nel 529 Giuliano ha guidato una rivolta contro l'impero bizantino governato da Giustiniano I, secondo Procopio per la legislazione che metteva fuori legge la religione samaritana, secondo Cirillo di Scitopoli per la tensione che c'era con i Cristiani.
Giuliano si dichiarò re d'Israele e guidò un esercito samaritano a devastare le città di Scitopoli, Caesarea Maritima, Samaria, Betlemme, e Emmaus. Nel 530 possedeva tutta la Samaria. La rivolta fu segnata da massacri di cristiani e distruzione di chiese.
Giustiniano si avvalse dell'aiuto del Ghassanidi e nel 531 la ribellione venne repressa. Julianus venne decapitato, decine di migliaia di samaritani furono uccisi e ridotti in schiavitù e molti furono venduti come schiavi in tutto il Medio Oriente. La comunità samaritana non si è mai ripresa dalla pulizia etnica e da allora è una minoranza in Samaria.Nel 529 Giuliano ha guidato una rivolta contro l'impero bizantino governato da Giustiniano I, secondo Procopio per la legislazione che metteva fuori legge la religione samaritana, secondo Cirillo di Scitopoli per la tensione che c'era con i Cristiani.
Giuliano si dichiarò re d'Israele e guidò un esercito samaritano a devastare le città di Scitopoli, Caesarea Maritima, Samaria, Betlemme, e Emmaus. Nel 530 possedeva tutta la Samaria. La rivolta fu segnata da massacri di cristiani e distruzione di chiese.
Nome: Flavio Ipazio, Flavius Hypatius
Nascita: ...
Morte: gennaio 532
Padre: Flavio Secondino console e praefectus urbi
Nonno: Anastasio I
Madre: Cesaria, sorella di Anastasio, parente di Anicia Giuliana, legata alla casata di Teodosio.
Ipazio, un nipote di Anastasio I che fu acclamato imperatore durante la ribellione di Nika, usurpatore suo malgrado e per pochi giorni contro l'imperatore Giustiniano I.
Per l'influenza dello zio, che non aveva figli che Ipazio divenne console per l'anno 500. Nel 502 iniziò la guerra romano-sasanide del 502-506. Ipazio, che era tra i generali dell'esercito bizantino, partecipò nel 503, con una sconfitta di cui venne ritenuto responsabile.
Ipazio rimase al fianco dello zio per il resto del suo regno: nel 515 lo aiutò durante la rivolta di Vitaliano, ma fu di nuovo sconfitto e Anastasio dovette pagare una forte somma per riscattarlo. Quando Anastasio morì, nel 518, Ipazio, candidato alla porpora, si trovava ad Antiochia, lontano da Costantinopoli. Il nuovo imperatore, Giustino I, lo trattò con benevolenza, e Ipazio, ottenuto il rango di magister militum per Orientem (il massimo grado militare), fece parte assieme a Rufino dell'ambasciata inviata da Giustino al re Cosroe I, il quale voleva che Giustino adottasse suo figlio: secondo Rufino, Ipazio mandò a vuoto la missione, e Giustino lo destituì.
A Giustino succedette il nipote, Giustiniano I, anche lui favorevole a Ipazio ma questo, senatore e patricius, divenne il candidato ideale della fazione opposta all'imperatore. Nel gennaio 532 Giustiniano dovette affrontare la rivolta di Nika, dove la popolazione di Costantinopoli, ribellatasi all'imperatore, cercò un successore tra i nipoti di Anastasio: Ipazio, il fratello Pompeo e il cugino Probo. Probo abbandonò la città, Ipazio e Pompeo si rinchiusero con Giustiniano e i senatori a palazzo.
Giustiniano, però, allontanò dal palazzo i senatori e Ipazio, che venne trascinato all'Ippodromo di Costantinopoli e acclamato imperatore.
iluttante, Ipazio accettò, ma la rivolta fu spenta nel sangue. Ipazio venne catturato e portato da Giustiniano che voleva risparmiargli la vita, ma l'imperatrice Teodora lo volle morto e il suo cadavere venne gettato in mare.
Nome: Stotzas o Stutias
Nascita: ...
Morte: 545
Professione: militare
Fu un soldato bizantino che aveva servito come guardia del corpo del generale Martinus nell'esercito sotto Belisario. Nel 536 scoppiò un ammutinamento militare nell'esercito bizantino in Africa contro il suo capo, Salomone. I ribelli scelsero Stotzas per guidarli e liberare l'Africa dai bizantini. Stotzas marciò contro la capitale, Cartagine, l'assediò e stava per arrendersi quando Belisario arrivò all'improvviso e dovette fuggire.
Dopo un altro tentativo di prendere il controllo dell'Africa, Stotzas fu sconfitto da Germanus nel 537 e fuggì con alcuni dei suoi seguaci in Mauretania dove sposò la figlia di un nobile locale, forse la figlia del Mauro-Roman re Masuna o Mastigas, e venne elevato a re nel 541 d.c., succedendo a Mastigas come Re dei Mori e dei Romani. Seguì il re berbero Antalas nella sua ribellione contro il dominio romano d'Oriente nel 544 d.c. Nella Battaglia di Thacia nell'autunno del 545, Stotzas fu ferito a morte dal generale romano d'Oriente Giovanni, che morì anch'egli poco dopo.
Fu un soldato bizantino che aveva servito come guardia del corpo del generale Martinus nell'esercito sotto Belisario. Nel 536 scoppiò un ammutinamento militare nell'esercito bizantino in Africa contro il suo capo, Salomone. I ribelli scelsero Stotzas per guidarli e liberare l'Africa dai bizantini. Stotzas marciò contro la capitale, Cartagine, l'assediò e stava per arrendersi quando Belisario arrivò all'improvviso e dovette fuggire.
Dopo un altro tentativo di prendere il controllo dell'Africa, Stotzas fu sconfitto da Germanus nel 537 e fuggì con alcuni dei suoi seguaci in Mauretania dove sposò la figlia di un nobile locale, forse la figlia del Mauro-Roman re Masuna o Mastigas, e venne elevato a re nel 541 d.c., succedendo a Mastigas come Re dei Mori e dei Romani. Seguì il re berbero Antalas nella sua ribellione contro il dominio romano d'Oriente nel 544 d.c. Nella Battaglia di Thacia nell'autunno del 545, Stotzas fu ferito a morte dal generale romano d'Oriente Giovanni, che morì anch'egli poco dopo.
GIOVANNI COTTISTIS (565)
Nome: Giovanni Cottistis, Iohannes Cottistis
Nascita: ...
Morte: 565
Professione: militare
Giovanni fu il leader di una breve ribellione nell'impero bizantino. È menzionato nella Storia delle guerre di Procopio, e negli Annales di Marcellino Comes.
Nel 537 Cottistis era un soldato bizantino di fanteria, di stanza a Dara, dove iniziò una rivolta militare contro l'Imperatore Giustiniano I (r. 527-565). Probabilmente fu dichiarato imperatore, perché le fonti descrivono il suo come un "tiranno", termine usato per gli usurpatori. Fu ucciso in battaglia quattro giorni dopo l'inizio della sua ribellione.
Secondo lo storico Procopio: "Nella città di Daras si verificò il seguente evento. C'era un certo Giovanni che prestava servizio in un distaccamento di fanteria; quest'uomo, in cospirazione con alcuni pochi soldati, ma non tutti, prese possesso della città, tentando di farsi tiranno. Poi si stabilì in un palazzo come in una cittadella, rafforzando ogni giorno la sua tirannia. E se non fosse accaduto che il Persiani continuando a mantenere la pace con i romani, da questa vicenda sarebbe venuto un danno irreparabile ai romani".
La ribellione ebbe luogo durante un periodo di cooperazione tra l'impero bizantino e quello sassanide, Giustiniano concentrava le sue risorse contro i vandali e in Italia contro i Goti, trascurando le difese dell'Impero bizantino in Oriente.
Procopio continua: "Il quarto giorno della tirannia alcuni soldati cospirarono insieme, e su consiglio di Mamas, il sacerdote della città, e Anastasio, uno dei cittadini illustri, salirono al palazzo a mezzogiorno, ogni uomo nascondendo una piccola spada sotto la veste." Giovanni venne colpito da un venditore di salsicce armato di mannaia ma non fu ucciso e venne portato coi suoi in galera dove venne colpito a morte. Negli Annales, Marcellinus Comes narra: "Anche in Oriente, Giovanni Cottistis fu ucciso a Dara mentre usurpava il potere prima che potesse intraprendere qualsiasi azione ostile contro l'imperatore".
Nome: Giovanni Cottistis, Iohannes Cottistis
Nascita: ...
Morte: 565
Professione: militare
Giovanni fu il leader di una breve ribellione nell'impero bizantino. È menzionato nella Storia delle guerre di Procopio, e negli Annales di Marcellino Comes.
Nel 537 Cottistis era un soldato bizantino di fanteria, di stanza a Dara, dove iniziò una rivolta militare contro l'Imperatore Giustiniano I (r. 527-565). Probabilmente fu dichiarato imperatore, perché le fonti descrivono il suo come un "tiranno", termine usato per gli usurpatori. Fu ucciso in battaglia quattro giorni dopo l'inizio della sua ribellione.
Secondo lo storico Procopio: "Nella città di Daras si verificò il seguente evento. C'era un certo Giovanni che prestava servizio in un distaccamento di fanteria; quest'uomo, in cospirazione con alcuni pochi soldati, ma non tutti, prese possesso della città, tentando di farsi tiranno. Poi si stabilì in un palazzo come in una cittadella, rafforzando ogni giorno la sua tirannia. E se non fosse accaduto che il Persiani continuando a mantenere la pace con i romani, da questa vicenda sarebbe venuto un danno irreparabile ai romani".
La ribellione ebbe luogo durante un periodo di cooperazione tra l'impero bizantino e quello sassanide, Giustiniano concentrava le sue risorse contro i vandali e in Italia contro i Goti, trascurando le difese dell'Impero bizantino in Oriente.
Procopio continua: "Il quarto giorno della tirannia alcuni soldati cospirarono insieme, e su consiglio di Mamas, il sacerdote della città, e Anastasio, uno dei cittadini illustri, salirono al palazzo a mezzogiorno, ogni uomo nascondendo una piccola spada sotto la veste." Giovanni venne colpito da un venditore di salsicce armato di mannaia ma non fu ucciso e venne portato coi suoi in galera dove venne colpito a morte. Negli Annales, Marcellinus Comes narra: "Anche in Oriente, Giovanni Cottistis fu ucciso a Dara mentre usurpava il potere prima che potesse intraprendere qualsiasi azione ostile contro l'imperatore".
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