Essa infatti ai tempi di Augusto si chiamava “via Lata“ e già dal Medioevo si chiamava “via Lata” il tratto che dal Campidoglio giungeva a piazza Colonna, invece la parte restante, fino ed oltre la porta del Popolo, era la “via Flaminia”.
Pertanto si suppone che anche sotto la basilica dei SS Ambrogio e Carlo, anch' essi posti sulla Via Lata, si possano certamente trovare magazzini e negozi naturalmente insieme ad edifici abitativi romani. Non si è mai scavato se non per togliere delle tombe di superficie, perchè i rifacimenti sono stati fatti sopra gli edifici preesistenti.
STATUA DI SAN CARLO DIETRO LA CHIESA |
Tutto ciò fino alla costruzione dell'attuale chiesa, sul posto stesso di quella precedente, che fu demolita totalmente senza nulla salvare della chiesa precedente, distruggendo purtroppo anche gli affreschi di Perin del Vaga e di Taddeo Zuccari.
La chiesa fu inizialmente progettata dal valente architetto Onorio Longhi, amico personale di Caravaggio, insieme a cui fu coinvolto nel celebre processo per omicidio del 1606 e di conseguenza esiliato. La novità del progetto fu la scelta, per il presbiterio, di un ampio deambulatorio dietro l'altare maggiore, volutamente ispirato all'architettura del duomo di Milano.
L'interno è in stile tardo barocco romano. La volta, il catino dell'abside e i pennacchi della cupola con i profeti, sono affrescati da Giacinto Brandi e Giovanni Battista Beinaschi. All'esterno, ai lati dell'abside e di fronte all'antico Mausoleo di Augusto, si trovano due gigantesche statue dei santi Ambrogio e Carlo.
RELIQUIA DEL CUORE |
SAN CARLO BORROMEO E LA PESTE
Nel 1576 le autorità proclamarono in modo ufficiale che il contagio della peste era penetrato a Milano, San Carlo allora rientrò in città per organizzare l’assistenza spirituale e materiale. Spogliatosi di tutto ciò che gli era rimasto, il Borromeo usò persino gli arredi e i tendaggi dell’arcivescovado per aiutare chi aveva bisogno di aiuto. Ma mentre soccorreva i malati, non tralasciava di pregare e di far pregare, promuovendo funzioni penitenziali, celebrazioni di messe all’aperto e processioni pubbliche.
Frate Giacomo da Milano, scriveva che a queste processioni "eravi tutto il clero regolare e secolare, scalzo e con le corde al collo". Così faceva anche "il buon Cardinale", portando egli in più un "pesantissimo Crucifisso" e terminando, dal pulpito della cattedrale, con "una così divina predica che faceva crepare di pianto gli audienti".
BIBLIO
- Ilenia Grazioli - Basilica dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso in Roma restaurata (1987-2004): restaurata (1987-2004) - Arciconfraternita SS. Ambrogio e Carlo - 2004 -
- Raffaello Martinelli - Le virtù in simboli: negli affreschi della Basilica SS. Ambrogio e Carlo in Roma: catechesi in immagini - Libreria Editrice Vaticana - 2005 -
- San Carlo Borromeo: il Patrono e le tradizioni - Pro Loco Acquarica del Capo -
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