LA FACCIATA |
Si chiamava "in calcarario" per il fatto che in zona si trovavano decine di calcare, ovvero fornaci per trasformare in gesso e calce le preziosissime statue e le colonne di marmo bianco di epoca romana, come ricorda una lapide conservata in sacrestia e risalente al 1298.
I QUARANTA MARTIRI
Secondo le tradizioni agiografiche, i quaranta martiri furono un gruppo di soldati romani appartenenti alla Legio XII Fulminata, martirizzati per la loro fede cristiana nel 320. I Quaranta subirono il martirio presso Sebaste, nell'Armenia Minore, vittime delle persecuzioni di Licinio, scatenate a partire dall'anno 316.
Il più recente resoconto di questo martirio è fornito da Basilio Magno, vescovo di Cesarea (370–379) in un'omelia recitata durante la ricorrenza dei Quaranta Martiri. La loro ricorrenza è dunque più antica dell'episcopato di Basilio, il cui elogio sui santi risalirebbe a circa quaranta o sessant'anni dopo la loro morte.
Secondo Basilio, i quaranta soldati, accomunati dalla loro appartenenza alla XII Legione Fulminata, di stanza a Melitene, furono arrestati per la loro fede cristiana. Nonostante l'invito all'abiura, i soldati, per quanto abituati a combattere e a uccidere, vollero sostenere la loro fede; furono quindi condannati dal prefetto a essere esposti nudi su uno stagno ghiacciato nelle vicinanze di Sebaste, durante una notte invernale.
Il più recente resoconto di questo martirio è fornito da Basilio Magno, vescovo di Cesarea (370–379) in un'omelia recitata durante la ricorrenza dei Quaranta Martiri. La loro ricorrenza è dunque più antica dell'episcopato di Basilio, il cui elogio sui santi risalirebbe a circa quaranta o sessant'anni dopo la loro morte.
Secondo Basilio, i quaranta soldati, accomunati dalla loro appartenenza alla XII Legione Fulminata, di stanza a Melitene, furono arrestati per la loro fede cristiana. Nonostante l'invito all'abiura, i soldati, per quanto abituati a combattere e a uccidere, vollero sostenere la loro fede; furono quindi condannati dal prefetto a essere esposti nudi su uno stagno ghiacciato nelle vicinanze di Sebaste, durante una notte invernale.
L'unico dei militari a non reggere la punizione fu Melezio, il quale, dopo aver abbandonato i suoi compagni, trovò rifugio nei bagni caldi, ma a causa dello sbalzo di temperatura morì sul colpo.
Nel 1597 la chiesa passò all'Arciconfraternita delle Sacre Stimmate di San Francesco, che la fece ricostruire nel '700 sotto il pontificato di Clemente XI e le diede il nuovo nome. Nell'articolo di Paola Monacchia dal titolo “La fraternita dei disciplinati di S. Francesco detta anche di S. Leonardo e poi delle Stimmate” si ipotizza la fondazione della confraternita all’inizio del XIV secolo e la sua continuazione nel tempo con diverse denominazioni.
Documentazione della Confraternita degli anni 1535-1960 si trova anche presso l'Archivio storico diocesano di Assisi, attribuita a due diverse confraternite, quella di San Francesco e quella delle Stimmate di San Francesco. Tuttavia attualmente la chiesa è gestita dalla comunità dei Missionari di Maria (Diritto Diocesano Massa Carrara, Pontremoli).
IL PROGETTO
L'INTERNO
L'interno è ad una navata unica con tre cappelle per lato. Vi si possono ammirare:
- nella volta, Gloria di San Francesco di Luigi Garzi;
- nella cappella della Redenzione, sull'altare un Crocifisso d'avorio attribuito ad Alessandro Algardi,
- nella volta, Gloria di San Francesco di Luigi Garzi;
- nella cappella della Redenzione, sull'altare un Crocifisso d'avorio attribuito ad Alessandro Algardi,
- sulla volta gli Angeli con simboli della Passione di Giovanni Odazzi;
- la Flagellazione di Marco Benefial;
- all'altare maggiore, San Francesco stigmatizzato di Francesco Trevisani;
- Santi Quaranta Martiri di Sebaste (1662) di Giacinto Brandi, autore anche del San Francesco stigmatizzato nell'oratorio dell'Arciconfraternita al primo piano della chiesa;
- in sagrestia si conserva un prezioso reliquiario in argento che custodisce il sangue di San Francesco d'Assisi.
- la Flagellazione di Marco Benefial;
- all'altare maggiore, San Francesco stigmatizzato di Francesco Trevisani;
- Santi Quaranta Martiri di Sebaste (1662) di Giacinto Brandi, autore anche del San Francesco stigmatizzato nell'oratorio dell'Arciconfraternita al primo piano della chiesa;
- in sagrestia si conserva un prezioso reliquiario in argento che custodisce il sangue di San Francesco d'Assisi.
UNA DELLE 60 SFINGI DELL'ISEO CHE GUARDAVANO L'ENTRATA DEL TEMPIO |
L'ISEO CAMPENSE
Nel sotterraneo della chiesa esiste un ossario che risale al Cinquecento. Come al solito i sotterranei altro non erano che edifici romani e sotto la Chiesa delle Sacre Stimmate c'era l'Iseo Campense, un complesso enorme e stupendo con tempio, viali e statue.
Come nei Cappuccini di via Veneto, i Sacconi Rossi dell’Isola Tiberina ed infine Santa Maria dell’Orazione e Morte su via Giulia, il cadavere, o meglio lo scheletro, viene esposto al visitatore. Ossa e teschi vengono puliti e posti in varie forme fino a farne le più svariate e fantasiose composizioni.
La Chiesa delle Sacre Stimmate di San Francesco non fa eccezione, vi ritroviamo candelabri fatti con ossa umane.
Una vasca acquasantiera sorretta da un teschio (che si dice appartenesse a colui che costruì questo suggestivo sotterraneo) e una parete intonacata a mosaico con l’unica differenza che non è formato da tessere in pietra ma da denti.
Come si vede sia le pareti che le nicchie, ma pure il soffitto sono decorati di ossa di varia foggia, cumuli di teschi, tibie, ossa di falangi, denti, tutto concorre a comporre strane e macabre composizioni ornamentali che evidentemente hanno un loro fine.
Forse per dimostrare che i sacerdoti in questione non temono la morte, o un incoraggiamento a non temere la morte per chi ha fede nell'altra vita.
BIBLIO
BIBLIO
- Carlo Pavia - Roma Sotterranea - Gangemi Editore -
- Mariano Armellini - Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX - Roma - 1891 -
- Christian Hülsen - Le chiese di Roma nel Medio Evo - Firenze - 1927 -
- F. Titi - Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma - Roma - 1763 -
- C. Rendina - Le Chiese di Roma - Newton & Compton Editori - Milano - 2000 -
- C. Villa - Rione IX Pigna - in AA.VV, I rioni di Roma - Newton & Compton Ed. - Milano - 2000 -
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