BRONZI DI CARTOCETO |
I bronzi dorati da Cartoceto costituiscono l'unico gruppo statuario e bronzeo, di provenienza archeologica romana, un gruppo equestre composto da due cavalieri, due cavalli e due donne in piedi; si presuppone che uno dei due cavalieri fosse Lucio Minucio Basilo.
Il complesso scultoreo, custodito nel Museo dei Bronzi Dorati della Città di Pergola, è realizzato a cera persa indiretta in una lega rameica ricca di piombo e dorato a foglia, testimonianza delle immagini monumentali celebrative dalla tarda Repubblica in poi.
L'opera di ottimo livello tecnico e artistico rappresenta un gruppo familiare, con due coppie di figure femminili ammantate e velate, e due cavalieri in veste militare d’alto rango, con cavalli riccamente ornati.
Le statue ritrarrebbero i componenti di una famiglia magnatizia d’alto rango, legata al territorio marchigiano; secondo alcuni i Dominizi Enobarbi, secondo altri Marco Satrio, senatore e probabile patrono di Sentinum, e il cuprense Lucio Minucio Basilo, luogotenente di Giulio Cesare e futuro Cesaricida. Una teoria più recente, la identificherebbe con la famiglia di Marco Tullio Cicerone.
Nome: Lucius Minucius Basilus.
Nascita: ... - ...
Morte: 43 a.c.
Professione: politico e generale romano
Gens: Minucia
Uomo politico romano, legato di Cesare nella guerra gallica e nelle guerre civili (distintosi particolarmente presso Durazzo); amico di Cicerone; prese parte alla congiura contro Cesare.
È menzionato nella guerra contro Ambiorige, principe eburone, nel 54 a.c., e nuovamente nel 52 a.c., a conclusione della campagna di Gallia, quando si fermerà a svernare presso i Remi, popolo della Gallia Belgica meridionale, al comando di due legioni. Continuò la sua permanenza in Gallia fino allo scoppio della guerra civile tra Cesare e Pompeo nel 49 a.c., in cui guidò parte della flotta di Cesare.
Nelle Lettere di Cicerone, Basilo è così descritto:« L. Minucius Basilus fu un eminente ufficiale, probabilmente un legatus sotto Cesare in Gallia, e, sembra, anche durante la Guerra civile. Egli si ritenne tuttavia mortalmente offeso dalla decisione di Cesare di non concedergli una provincia dopo la sua Pretura nel 45 a.c., ma solo una somma di denaro in cambio dei servigi resi, e così si unì alla congiura ordita contro di lui. »
Nell'assassinio infierì infatti con particolare violenza tanto da ferire inconsapevolmente Rubrio, uno degli altri congiurati. Dopo le Idi di marzo fu proprio Basilo il destinatario della prima, concitata lettera, che Cicerone scrisse per congratularsi dopo aver avuto notizia dell'assassinio di Cesare:
« Tibi gratulor, mihi gaudeo; te amo, tua tueor; a te amari et, quid agas quidque agatur, certior fieri volo. »
(Cicerone, Ad Familiares, vi, 15)
« Con te mi congratulo, per me sono contento; ti sono vicino, ho cura delle tue cose; ti chiedo di volermi bene e di farmi sapere che cosa fai e che cosa succede. »
La data della lettera non è conosciuta ma viene ritenuta vicinissima o coincidente alla congiura. L'espressione « quid agas quidque agatur » la indicherebbe come scritta prima che Cicerone si recasse al Campidoglio, dove i cospiratori avevano trovato rifugio dopo l'assassinio, asserragliati nel tempio capitolino e protetti dai gladiatori di Marco Giunio Bruto, noto dopo l'adozione come Quinto Servilio Cepione Bruto.
- Gaio Cassio Longino, repubblicano, suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
- Marco Giunio Bruto, repubblicano, ucciso o suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
- Quinto Ligario, repubblicano, fine ignota.
- Lucio Cassio Longino (fratello di Gaio Cassio Longino) repubblicano.
- Gaio Cassio Parmense, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano ad Atene (catturato dopo Azio, 31 a.c.).
- Domizio Enobarbo, repubblicano.
- Cecilio Bucoliano (fratello di Bucoliano), repubblicano. Fine ignota probabilmente assassinato con il fratello.
- Bucoliano Cecilio (fratello di Cecilio), repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Rubrio Ruga, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Marco Spurio, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Publio Sesto Nasone, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Lucio Ponzio Aquila, repubblicano. Ucciso nella battaglia di Modena 43 a.c.
- Petronio, repubblicano. Ucciso a Efeso per ordine di Marco Antonio nel 41 a.c.
- Publio Decimo Turullio, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano dopo Azio nel 31 a.c.
- Pacuvio Antistio Labeone, repubblicano. Probabilmente suicida dopo sconfitta battaglia di Filippi.
BIBLIO
- Appiano - Guerra civile -
- Cesare - Bellum Gallicum -
- Lucano - Pharsalia -
BRONZI DI CARTOCETO |
Nome: Lucius Minucius Basilus.
Nascita: ... - ...
Morte: 43 a.c.
Professione: politico e generale romano
Gens: Minucia
Uomo politico romano, legato di Cesare nella guerra gallica e nelle guerre civili (distintosi particolarmente presso Durazzo); amico di Cicerone; prese parte alla congiura contro Cesare.
È menzionato nella guerra contro Ambiorige, principe eburone, nel 54 a.c., e nuovamente nel 52 a.c., a conclusione della campagna di Gallia, quando si fermerà a svernare presso i Remi, popolo della Gallia Belgica meridionale, al comando di due legioni. Continuò la sua permanenza in Gallia fino allo scoppio della guerra civile tra Cesare e Pompeo nel 49 a.c., in cui guidò parte della flotta di Cesare.
Nelle Lettere di Cicerone, Basilo è così descritto:« L. Minucius Basilus fu un eminente ufficiale, probabilmente un legatus sotto Cesare in Gallia, e, sembra, anche durante la Guerra civile. Egli si ritenne tuttavia mortalmente offeso dalla decisione di Cesare di non concedergli una provincia dopo la sua Pretura nel 45 a.c., ma solo una somma di denaro in cambio dei servigi resi, e così si unì alla congiura ordita contro di lui. »
Nell'assassinio infierì infatti con particolare violenza tanto da ferire inconsapevolmente Rubrio, uno degli altri congiurati. Dopo le Idi di marzo fu proprio Basilo il destinatario della prima, concitata lettera, che Cicerone scrisse per congratularsi dopo aver avuto notizia dell'assassinio di Cesare:
« Tibi gratulor, mihi gaudeo; te amo, tua tueor; a te amari et, quid agas quidque agatur, certior fieri volo. »
(Cicerone, Ad Familiares, vi, 15)
« Con te mi congratulo, per me sono contento; ti sono vicino, ho cura delle tue cose; ti chiedo di volermi bene e di farmi sapere che cosa fai e che cosa succede. »
La data della lettera non è conosciuta ma viene ritenuta vicinissima o coincidente alla congiura. L'espressione « quid agas quidque agatur » la indicherebbe come scritta prima che Cicerone si recasse al Campidoglio, dove i cospiratori avevano trovato rifugio dopo l'assassinio, asserragliati nel tempio capitolino e protetti dai gladiatori di Marco Giunio Bruto, noto dopo l'adozione come Quinto Servilio Cepione Bruto.
Bruto fu politico, oratore, filosofo. senatore della tarda Repubblica romana e uno degli assassini di Giulio Cesare, una delle figure preminenti della congiura delle Idi di marzo. Minucio Basilo l'anno successivo fu assassinato da un suo schiavo, quale vendetta di una barbara mutilazione punitiva inflitta ad uno di loro.
MARCO SATRIO
Secondo William Smith, nel suo Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, si tratterebbe di quel Marco Satrio che, dopo l'adozione, prese il nome dallo zio materno Lucio Minucio Basilo, patrono del Piceno e della Sabina. Ma:« Dovrebbe essere probabilmente persona distinta dal L. Minucius Basilus, che prese il nome (al posto di M. Satrius) dopo l'adozione da parte di un ricco zio, menzionato per aver assunto con la forza la posizione di patrono su alcune città dell'Italia. »
Dovrebbe comunque trattarsi di persona diversa dall'omonimo personaggio attaccato da Cicerone, nella seconda Filippica (c. 41), quale amico di Antonio.
MARCO SATRIO
Secondo William Smith, nel suo Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, si tratterebbe di quel Marco Satrio che, dopo l'adozione, prese il nome dallo zio materno Lucio Minucio Basilo, patrono del Piceno e della Sabina. Ma:« Dovrebbe essere probabilmente persona distinta dal L. Minucius Basilus, che prese il nome (al posto di M. Satrius) dopo l'adozione da parte di un ricco zio, menzionato per aver assunto con la forza la posizione di patrono su alcune città dell'Italia. »
Dovrebbe comunque trattarsi di persona diversa dall'omonimo personaggio attaccato da Cicerone, nella seconda Filippica (c. 41), quale amico di Antonio.
I 22 CESARICIDI E LA LORO FINE
CESARIANI
- Servio Sulpicio Galba (pretore 54 a.c.), cesariano, fine ignota (probabilmente assassinato).
- Lucio Minucio Basilo, cesariano. Assassinato nel 43 a.c..
- Publio Servilio Casca, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
- Gaio Servilio Casca (fratello del precedente), cesariano. Fine ignota.
- Decimo Giunio Bruto Albino, cesariano. Ucciso in Gallia per ordine di Marco Antonio 43 a.c.
- Lucio Tillio Cimbro, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
- Gaio Trebonio, cesariano, ucciso in Asia per ordine di Publio Cornelio Dolabella 43 a.c..
- Publio Servilio Casca, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
- Gaio Servilio Casca (fratello del precedente), cesariano. Fine ignota.
- Decimo Giunio Bruto Albino, cesariano. Ucciso in Gallia per ordine di Marco Antonio 43 a.c.
- Lucio Tillio Cimbro, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
- Gaio Trebonio, cesariano, ucciso in Asia per ordine di Publio Cornelio Dolabella 43 a.c..
REPUBBLICANI
- Gaio Cassio Longino, repubblicano, suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
- Marco Giunio Bruto, repubblicano, ucciso o suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
- Quinto Ligario, repubblicano, fine ignota.
- Lucio Cassio Longino (fratello di Gaio Cassio Longino) repubblicano.
- Gaio Cassio Parmense, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano ad Atene (catturato dopo Azio, 31 a.c.).
- Domizio Enobarbo, repubblicano.
- Cecilio Bucoliano (fratello di Bucoliano), repubblicano. Fine ignota probabilmente assassinato con il fratello.
- Bucoliano Cecilio (fratello di Cecilio), repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Rubrio Ruga, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Marco Spurio, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Publio Sesto Nasone, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
- Lucio Ponzio Aquila, repubblicano. Ucciso nella battaglia di Modena 43 a.c.
- Petronio, repubblicano. Ucciso a Efeso per ordine di Marco Antonio nel 41 a.c.
- Publio Decimo Turullio, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano dopo Azio nel 31 a.c.
- Pacuvio Antistio Labeone, repubblicano. Probabilmente suicida dopo sconfitta battaglia di Filippi.
- Appiano - Guerra civile -
- Cesare - Bellum Gallicum -
- Lucano - Pharsalia -
- Cicerone - de Officiis -
- Cicero, Marcus Tullius - W.W. How, and A.C. Clark. Select letters - Oxford: Oxford University Press - 1925 -
- Frank Frost Abbott - Commentary on Selected Letters of Cicero -
- Cicero, Marcus Tullius - W.W. How, and A.C. Clark. Select letters - Oxford: Oxford University Press - 1925 -
- Frank Frost Abbott - Commentary on Selected Letters of Cicero -
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