SOTTO SANT'ANTONIO DEI PORTOGHESI

 

La chiesa di Sant'Antonio in Campo Marzio, anche detta chiesa di Sant'Antonio dei Portoghesi, è un luogo di culto cattolico posto nel rione Campo Marzio, vicino all'antica osteria dell'Orso, ed è la chiesa nazionale della comunità portoghese a Roma.

Venne fondata nel 1445 dal cardinale Antonio Martínez de Chaves sul luogo di un ospizio per le pellegrine portoghesi più povere, istituito dalla nobildonna Guiomar da Lisbona, dotato di un piccolo luogo di culto, dedicato alla Madonna di Betlemme. La cappella venne estesa a chiesa e l'ospizio fu chiuso, nonostante le disposizioni testamentarie.

La fondazione venne posta sotto la protezione dell'ambasciatore portoghese presso la Santa Sede che, a fine XVI secolo, decise che la cappella era troppo piccola e affollata e occorreva un ampliamento. All'inizio del XVII secolo l'ospizio fu riaperto in Campo Marzio, nel luogo ove secondo alcuni la piccola chiesa era più antica ed era stata edificata nel 1118 da papa Gelasio II (1118-1119). E sarebbe stata questa la chiesa acquistata dal cardinale portoghese Antonio Martínez de Chaves (1390 – 1447).

IL PORTALE DELLA CHIESA

Ma i lavori di ampliamento della struttura, iniziarono molto più tardi, diretti dal 1629-1630 da Martino Longhi il Giovane (1602-1660) spostando la dedica della chiesa da S. Antonio Abate a Santo Antonio da Lisbona, religioso francescano, venerato in Italia come Santo Antonio da Padova che però era di Lisbona e quindi portoghese. Comunque i lavori vennero sospesi per difficoltà economiche nel 1638.

I lavori per la chiesa riprenderanno nel 1657, guidati stavolta dal grande architetto Carlo Rainaldi che tra il 1674 e il 1676 realizzò la cupola al centro del transetto e nel 1695 da Cristoforo Schor, architetto, ingegnere e scenografo italiano, per l'abside e l'altare maggiore, modificando e ultimando poi la facciata.
Dopo l'occupazione napoleonica di Roma, la chiesa e l'ospizio vennero nel 1799 venduti all'asta. La proprietà tornò al governo portoghese che riaprì la chiesa nel 1842.

Nel 1873 l'architetto Francesco Vespignani fece eseguire nuovi restauri alla struttura, progettando le vetrate istoriate e decorando l'interno della cupola. La chiesa rimase patronato del governo portoghese sino al 1910 quando lo scoppio della rivoluzione portoghese ne impose la rinuncia. L'ospizio venne convertito in un collegio, l'attuale Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma (IPSAR) che attualmente gestisce anche la chiesa.

S. ANTONIO DA PADOVA

L'ESTERNO

Esternamente, la struttura della chiesa, centrata dalla stretta visuale di via della Scrofa, ha una ricca e monumentale facciata barocca di Martino Longhi il Giovane (1638). Essa appare divisa in due ordini da un alta cornice marcapiano mistilinea: nel piano inferiore troviamo tre portali: quello centrale è sovrastato da un timpano triangolare che racchiude un angelo alato in marmo circondato da festoni, mentre i due laterali sono sormontati da timpani centinati e decorati. 

Il livello superiore è dominato da un ampio finestrone e dallo stemma dei Braganza, l'antica famiglia reale portoghese che aiutò finanziariamente la chiesa; completano la facciata due figure di angeli seduti.
Completano e definiscono la ricca decorazione del prospetto due volute di raccordo, che si trasformano in telamoni, e due angeli asimmetrici seduti, colti nell'atto di suonare lunghe trombe, che poggiano pesantemente sul timpano soverchiato da panneggi.



L'INTERNO

L’interno, che presenta una pianta a croce latina con volta a botte, è ricco di straordinari marmi policromi e stucchi dorati, una cupola ribassata al centro del transetto, due cappelle per lato e l'abside semicircolare. 

Lungo il lato sinistro si aprono due cappelle:
- prima cappella, dedicata a sant'Antonio abate, ristrutturata tra il 1935 e il 1937 dall'architetto Ranieri Maria Apolloni,
- all'altare, Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Francesco d'Assisi e sant'Antonio da Padova (fine XV secolo), olio su tavola a fondo oro, di Antoniazzo Romano (1435-1509), proveniente dalla Chiesa di Santa Maria ad Nives di Palazzolo a Rocca di Papa, proprietà portoghese fino al 1915.
- seconda cappella, del 1657, con Storie dell'infanzia di Gesù (1782), olio su tela di Antonio Concioli, raffiguranti: 
- all'altare, Natività di Gesù (1782);
- parete sinistra, Adorazione dei Magi (1782);
- parete destra, Riposo durante la fuga in Egitto.



Transetto sinistro: 
cappella dedicata all' Immacolata Concezione, di Giacomo Zoboli del 1756, progettata da Luigi Vanvitelli, per l'ambasciatore portoghese presso la Santa Sede, Manuel Pereira Sampaio, dove sulle pareti laterali sono ubicati:
- a sinistra, Monumento commemorativo del Sampaio (1754 - 1756), in marmo di Filippo della Valle;
- a destra, Monumento funebre del Sampaio (1754 - 1756), in marmo di Filippo della Valle. 
- il Monumento De Souza di Antonio Canova (del 1808). 

Presbiterio e altare maggiore
Il presbiterio e l'abside, decorati di pregevoli marmi policromi, di assetto tardo-secentesco (1687 - 1695) secondo il progetto di Martino Longhi il Giovane, completato da Christophoro Schor. Tra le altre opere conservate all'altare maggiore si notano:
- al centro, entro mostra d'altare, Madonna porge Gesù Bambino a sant'Antonio di Padova tra angeli (1692), olio su tela di Giacinto Calandrucci.
- alla parete sinistra, Beate Teresa e Sancha di Portogallo, olio su tela di Giovanni Odazzi.
- alla parete destra, Beata Giovanna del Portogallo rifiuta le nozze regali (1730), olio su tela di Michelangelo Cerruti.



Transetto destro
Nel terminale del transetto destro è posta la cappella dedicata a sant'Elisabetta del Portogallo, progettata da Luigi Vanvitelli, dove si conserva:
- all'altare, Sant'Elisabetta del Portogallo fa riconciliare lo sposo con il figlio (fine XVIII secolo), olio su tela di Luigi Agricola.

Lato destro
- prima cappella - dedicata a santa Caterina d'Alessandria:
- alla parete destra - Stele funeraria del conte Alessandro de Souza di Holstein (1805 - 1808), in marmo di Antonio Canova (immagine qui di lato)
- seconda cappella - dedicata a san Giovanni Battista, nel 1686, per il ricco profumiere Giovanni Battista Cimini, fornitore del Papa, che abitava in una casa adiacente alla chiesa, si conserva un pregevole ciclo di dipinti con Storie della vita di san Giovanni Battista (1682 - 1686), raffiguranti:
- all'altare - Battesimo di Gesù Cristo (1682), olio su tela di Giacinto Calandrucci;a sinistra,nella parete Natività di san Giovanni Battista (1682 - 1683), olio su tela di François Nicolas de Bar;
- nella lunetta - Decapitazione di san Giovanni Battista (1682 - 1686), affresco di Giacinto Calandrucci;
- a destra, nella parete - Predicazione di san Giovanni Battista (fine XVII secolo), olio su tela, attribuito a Francesco Graziani detto Ciccio Napoletano;
- nella lunetta - Sacra Famiglia con san Giovannino (1682 - 1686), affresco di Giacinto Calandrucci.



L'ORGANO

Nella chiesa si trova, inoltre, uno splendido organo a canne Mascioni, realizzato nel 1748 da Manuel Pereira de Sampayo in occasione del Giubileo Universale del 1750. Durante la seconda guerra mondiale, il prezioso strumento subì gravi danni, ma nel 1956, dopo un accurato restauro, fu sostituito da un nuovo organo dalla Ditta Fratelli Ruffatti che utilizzò però la cassa originaria.

Nel 2008, il maestro organista Jean Guillou effettuò un successivo intervento conservativo inserendo un nuovo corpo d’organo e nuovi registri. La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Sant'Agostino in Campo Marzio.



LA STRUTTURA SMONTABILE

Nel 1740 re Giovanni V del Portogallo fece abbellire ila chiesa con dorature e marmi preziosi, sotto la direzione di Nicola Salvi e Luigi Vanvitelli che creò una struttura con moduli prefabbricati all'interno della chiesa affinchè, una volta consacrata dal papa, venisse riportata in Portogallo per essere rimontata. La cappella, infatti, venne benedetta da papa Benedetto XIV nel 1744 anche se i lavori di decorazione proseguirono sino al 1747.

La struttura, smontata e sezionata, venne quindi inviata a Lisbona su tre navi e rimontata con la supervisione di Francesco Feliziani e Paolo Niccoli, con l'aiuto dello scultore Alessandro Giusti, nella chiesa cittadina di San Rocco dove ancora oggi si trova.


BIBLIO

- Maria Fernanda Ferreira Azuaje-Fidalgo - A Presença Portuguesa em Roma na Real Igreja, Casa e Hospital de Santo António dos Portugueses na época moderna - 2011-
- Augusto Cardoso Pinto - S. Antonio dei Portoghesi a Roma: guida storica ed artistica della chiesa - IPSAR -  Roma - 1996 -
- Istituto di studi romani - Sant'Antonio dei Portoghesi, col. "Le chiese di Roma: cenni religiosi, storici, artistici" - Tip. Centenari - Roma - 1958 -
- S. Vasco Rocca e G. Borghini - S. Antonio dei Portoghesi - col. "Archivi del Catalogo - Roma/1", Argos - Roma - 1992 -
- Umberto Vichi - La chiesa di S. Antonio dei Portoghesi in Roma -  "Il Santo", nº 3, Messaggero, Padova - settembre-dicembre - 1967 -

Nessun commento:

Posta un commento