S. AGNESE IN AGONE |
L'obelisco che ora è al centro di piazza Navona non si trovava lì, ma viene dal circo di Massenzio, che si trova sulla via Appia Antica. Fu progettata nel 1652 in stile barocco, commissionata da Papa Innocenzo X Pamphili, il cui monumento funebre si trova all'interno della chiesa.
Il nome della piazza era originariamente "in Agone", dal latino in agonis, "giochi", poiché lo stadio era usato esclusivamente per le gare di atletica. Anticamente la piazza era concava, si bloccavano le chiusure delle tre fontane e l'acqua usciva in modo da allagare la piazza.
S. SEBASTIANO RICAVATO DA IMPERATORE ROMANO SEDUTO |
Negli anni 1653-1657 i lavori proseguirono sotto il grande architetto Francesco Borromini che cambiò in parte il progetto originario; tra le altre cose aumentò la distanza tra le due torri integrate nel prospetto e ideò l'impostazione della facciata concava per dare più risalto alla cupola. Nel 1672 la costruzione fu completata da Carlo Rainaldi, il figlio dell'architetto che aveva cominciato i lavori.
La facciata della chiesa, arretrata al centro, con parti laterali curve, giace tra due campanili, con una copertura conica e due croci. Nella facciata, priva di decorazioni all'infuori delle ghirlande fra le lesene, si aprono tre portali, di cui il centrale è il più grande. La cupola è decorata alla base da coppie di pilastri corinzi alternate a finestroni rettangolari.
ARCO DI MARCO AURELIO AL CORSO
L'altare maggiore accoglie la pala Sacra Famiglia con quattro colonne scanalate in marmo verde antico spogliate dall'Arco di Marco Aurelio al Corso. L'esistenza dell'arco, dedicato dal Senato romano all'imperatore Marco Aurelio, è attestata grazie a fonti letterarie e a un'iscrizione, e d era l'Arco di Trionfo di Marco Aurelio.
L'archeologo W. Amelung ha segnalato una terza classe di marmi usati dagli scultori del rinascimento, quella delle « statue antiche trasformate in figure di santi ». Egli cita il S. Sebastiano in s. Agnese dei Pamphili (Santa Agnese in Agone), ricavato da un Giove o da un imperatore seduto: la s. Agnese sotto il tabernacolo della basilica nomentana, replica (antica) di una delle due figure femminili di Ercolano, ora nel museo di Dresda.
La facciata della chiesa, arretrata al centro, con parti laterali curve, giace tra due campanili, con una copertura conica e due croci. Nella facciata, priva di decorazioni all'infuori delle ghirlande fra le lesene, si aprono tre portali, di cui il centrale è il più grande. La cupola è decorata alla base da coppie di pilastri corinzi alternate a finestroni rettangolari.
DONNE DI ERCOLANO - MUSEO DI DRESDA |
L'interno della chiesa presenta una pianta a croce greca; i quattro corti bracci della navata, dell'abside e dei transetti, riccamente decorati con stucchi dorati nelle volte confluiscono nell'ottagono centrale, in cui si trovano quattro altari dedicati a Sant'Alessio, Santa Emerenziana, Sant'Eustachio e Santa Cecilia, con pale marmoree e statue varie. Le colonne che li riquadrano sono in marmo rosso di Cottanello. I transetti sono dedicati a Sant'Agnese e a San Sebastiano.
I pennacchi dipinti della cupola alludono alle quattro virtù cardinali; l'affresco della cupola raffigura Sant'Agnese introdotta alla Gloria del Paradiso. Sulla volta della sagrestia è raffigurata la Gloria di Sant'Agnese. Il sotterraneo, ricavato da un antico oratorio medievale, ospita sull'altare Il rilievo marmoreo del miracolo dei capelli di Sant'Agnese.
I pennacchi dipinti della cupola alludono alle quattro virtù cardinali; l'affresco della cupola raffigura Sant'Agnese introdotta alla Gloria del Paradiso. Sulla volta della sagrestia è raffigurata la Gloria di Sant'Agnese. Il sotterraneo, ricavato da un antico oratorio medievale, ospita sull'altare Il rilievo marmoreo del miracolo dei capelli di Sant'Agnese.
CRIPTA S. AGNESE IN AGONE |
L'altare maggiore accoglie la pala Sacra Famiglia con quattro colonne scanalate in marmo verde antico spogliate dall'Arco di Marco Aurelio al Corso. L'esistenza dell'arco, dedicato dal Senato romano all'imperatore Marco Aurelio, è attestata grazie a fonti letterarie e a un'iscrizione, e d era l'Arco di Trionfo di Marco Aurelio.
L'archeologo W. Amelung ha segnalato una terza classe di marmi usati dagli scultori del rinascimento, quella delle « statue antiche trasformate in figure di santi ». Egli cita il S. Sebastiano in s. Agnese dei Pamphili (Santa Agnese in Agone), ricavato da un Giove o da un imperatore seduto: la s. Agnese sotto il tabernacolo della basilica nomentana, replica (antica) di una delle due figure femminili di Ercolano, ora nel museo di Dresda.
- Heinz-Joachim Fischer - Rom - Zweieinhalb Jahrtausende Geschichte - Kunst und Kultur der Ewigen Stadt - DuMont Buchverlag - Köln - 2001 -
- Federico Gizzi - Le chiese barocche di Roma - Newton Compton - Roma - 1994 -
- Anton Henze - Kunstführer Rom - Philipp Reclam GmbH - Stuttgart - 1994 -
- Carlo Raso - Roma - Guida Letteraria. Tutta la città in quaranta itinerari - Franco Di Mauro Editore - Sorrento - 2005 -
- Giuseppe Simonetta, Laura Gigli e Gabriella Marchetti - Sant'Agnese in Agone a piazza Navona - Gangemi - 2014 -
- Federico Gizzi - Le chiese barocche di Roma - Newton Compton - Roma - 1994 -
- Anton Henze - Kunstführer Rom - Philipp Reclam GmbH - Stuttgart - 1994 -
- Carlo Raso - Roma - Guida Letteraria. Tutta la città in quaranta itinerari - Franco Di Mauro Editore - Sorrento - 2005 -
- Giuseppe Simonetta, Laura Gigli e Gabriella Marchetti - Sant'Agnese in Agone a piazza Navona - Gangemi - 2014 -
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