LE LEGGI ROMANE |
La gens Trebonia, raramente Terebonia, era una famiglia plebea dell'antica Roma. La sua fama molto derivò dalla Lex Trebonia di Lucio Trebonio Aspro, che suscitò molti tumulti. I membri di questa gens sono menzionati nel primo secolo della Repubblica e regolarmente nel corso della storia romana, ma nessuno di loro raggiunse il titolo di console fino all'epoca di Cesare.
Il nomen Trebonius appartiene a un'ampia classe di gentilicia formata utilizzando il suffisso -onius, originariamente applicato ai cognomina che terminavano in -o, ma in seguito utilizzato come suffisso regolare per formare gentilizi, e applicato in casi per i quali non esisteva una giustificazione morfologica. Queste gentes erano in gran parte plebee, e la forma Terebonius suggerisce fortemente un'origine osca.
COGNOMINA
I Trebonii della Repubblica non portavano cognomi ereditari, ma alcuni avevano cognomi personali, come Asper, conferito a Lucio Trebonio, tribuno plebeo del 448 a.c. (rude, duro, fastidioso), per la determinazione di Trebonio nel perseguire riforme a favore della plebe.
MEMBRI FAMOSI
- Lucio Trebonio, detto Asper, come tribuno della plebe nel 448 a.c., promulgò la lex Trebonia, che prevedeva che i comizi non venissero sciolti finché non fosse stato eletto l'intero numero di dieci tribuni plebei. Prima di allora, i posti vacanti venivano occupati per cooptazione, lasciando la carica aperta all'influenza politica, che aveva portato alla scelta di due patrizi come tribuni della plebe nell'anno precedente.
Lex Trebonia di Lucio Trebonio Aspro
La Lex Trebonia del 448 a.c. vietava ai tribuni della plebe di cooptare colleghi nei posti vacanti creatisi nel consiglio, per impedire ai patrizi di esercitare pressioni sui tribuni affinché nominassero colleghi simpatizzanti o scelti dall'aristocrazia.
Nel 451 a.c. i due consoli romani vennero sostituiti da un comitato di dieci statisti, i decemviri, che dovevano redigere l'intero corpus della legge romana, sulla base di leggi, tradizioni, e modelli greci riportati a Roma da appositi giuristi. Questi promulgarono le prime dieci tavole (delle dodici previste) di diritto romano, ma si dovettero nominare nuovi decemviri, per l'anno successivo, per concludere il lavoro.
La corruzione e la parzialità dei decemviri verso i patrizi fece si che il popolo si ribellò e ripristinò il governo consolare. I nuovi consoli plebei vinsero su Sabini ed Equi, ma il Senato rifiutò loro il trionfo. I tribuni delle plebe sottoposero la questione a un voto popolare e ottennero il trionfo per i consoli.
Forti dei successi, i tribuni proposero la rielezione l'anno successivo ma il tribuno Marco Duilio, che aveva presieduto le elezioni, ma questi rifiutò di ripresentarsi e ordinò ai cinque eletti di cooptare cinque colleghi. Secondo Tito Livio, i cinque eletti si lasciarono guidare dai patrizi, e scelsero due patrizi come tribuni delle plebe: Aulo Aternio Varo Fontinale e Spurio Tarpeio Montano Capitolino, già consoli nel 454 a.c..
Uno dei membri plebei del collegio, Lucio Trebonio Aspro, propose quindi una legge che proibiva la cooptazione dei tribuni, ma chiedeva che la loro elezione continuasse fino a quando non fosse stato eletto il numero completo. La legge fu approvata, e Trebonio fu così efficace nel frustrare i disegni dei patrizi durante il suo anno di mandato che si guadagnò il soprannome di Asper ("aspro").
Tuttavia quando nel 401 a.c. non furono eletti abbastanza tribuni, i patrizi tentarono di farne cooptare altri. Non vi riuscirono, ma due plebei furono ancora scelti come tribuni per cooptazione, con risentimento del loro collega, Gneo Trebonio, il cui nome è appunto legato alla legge contestata.
- Gneo Trebonio, tribuno della plebe nel 401 a.c., si oppose alla cooptazione di due suoi colleghi, in violazione della lex Trebonia. Anche se senza successo, i tribuni della plebe di quest'anno approvarono una legge agraria.
- Marco Trebonio, tribuno consolare nel 383 a.c.
- Publio Trebonio, citato da Diodoro Siculo tra i tribuni consolari del 379 a.c.. Ma non è menzionato da Livio, che elenca sei tribuni consolari, mentre Diodoro ne dà otto; ma non ce n'erano più di sei in nessun altro anno.
- Tito Trebonio, legato al servizio del console Lucio Papirio Cursore nel 293 a.c., durante la III guerra sannitica. Guidò la cavalleria romana ad Aquilonia, dove il console ottenne una importante vittoria.
- Trebonio, sottoposto di Gaio Lusio, nipote di Mario, durante la guerra cimbrica. Quando i suoi tentativi di seduzione fallirono, Lusio tentò di violentare Trebonio, che lo uccise. Dopo aver ascoltato la difesa di Trebonio, Marius lo assolse dall'omicidio del nipote e lo onorò.
- Aulo Trebonio, citato da Cicerone tra i proscritti di Silla.
- Publio Trebonio, fece testamento a favore del fratello Aulo, che era stato proscritto da Silla, solo per essere annullato da Verre, il corrotto governatore della Sicilia.
- Gaio Trebonio, un equo e padre di Gaio Trebonio, il console.
- Gaio Trebonio, (90 a.c. – 43 a.c.) console suffetto nella tarda Repubblica romana, politico e militare, comandante, nonché seguace di Cesare, prima di divenire nel 44 a.c. complice del suo assassinio, come questore nel 60 a.c. si oppose all'adozione di Publio Clodio Pulcro da parte di un plebeo. Come tribuno della plebe nel 55, fece approvare la lex Trebonia che concedeva comandi proconsolari a Pompeo e Crasso e prolungava il comando di Cesare in Gallia per altri cinque anni. Divenne fidato luogotenente di Cesare, che lo fece diventare console suffectus nel 45. L'anno successivo fu uno dei principali cospiratori contro Cesare, per il quale fu molto apprezzato da Cicerone. Venne ucciso da Publio Cornelio Dolabella nel 43.
- Trebonio, un personaggio oscuro il cui adulterio fu menzionato da Orazio.
- Trebonius Garutianus o Garucianus, procuratore a cui Galba ordinò di mettere a morte Lucio Clodio Macer, governatore dell'Africa. Macer si era ribellato a Nerone istigato da Galba, ma la misura in cui si era armato fece sospettare che Macer intendesse rivendicare l'impero.
- Trebonio Rufino, uno dei decemviri municipali di Vienna, nella Gallia Lugdunensis, amico di Plinio il Giovane.
- Publio Trebonio, console suffetto nel 53 d.c., in carica dalle calende di luglio, forse fino alla fine di ottobre.
- Gaio Trebonio Proculo Mettius Modestus, console suffectus nel 103 d.c., della gens Mettia; potrebbe essere stato adottato da un Gaio Trebonio Proculo, o forse questo era il nome del nonno materno.
- Appius Annius Trebonius Gallus, console nel 108 d.c., era in realtà un membro della gens Annia, ma attraverso la madre era probabilmente il nipote di Publius Trebonius, il console del 53 d.c..
- Gaius Vibius Trebonianus Gallus - (206-253) Console nel 245, nel 250 fu nominato Governatore della Mesia, fu imperatore dal 251 al 253.- Cicero - Epistulae ad Familiares - Philippicae -
- Plutarco - La vita di Bruto - 19 -
- Gaius Julius Caesar - Commentarii de Bello Gallico -
- Dionysius di Halicarnassus - Romaike Archaiologia -
- Titus Livius - Storia di Roma -
- Gaius Plinius Caecilius Secundus - Epistulae -
- Publius Cornelius Tacitus - Historiae -
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