COLONIA IULIA EQUESTRIS (Svizzera)

IL COLONNATO

La Colonia Iulia Equestris, altrimenti detta Colonia Cesarea o Cesarense, fu fondata da Giulio Cesare tra il 46 e il 44 a.c., per controllare lo sbocco meridionale dell'Altopiano svizzero, dove gli Elvezi erano stati costretti a ritornare dopo la sconfitta di Bibracte, nel 58 a.c., proteggendo in tal modo la valle del Rodano e le vie di comunicazione con l'Italia. 

I primi coloni furono veterani dell'esercito, soprattutto cavalieri a cui vennero assegnate, dopo averle divise in lotti regolari, le centurie, cioè le terre espropriate agli Elvezi e i cui resti sono stati messi in luce dagli scavi più recenti.

Le scoperte archeologiche eseguite sul territorio del comune di Nyon, cantone di Vaud, segnalate dal XVIII sec. ma presto dimenticate, divennero evidenti alla fine del XIX sec. grazie a studiosi locali, come Théophile Wellauer. Per custodire i reperti rinvenuti negli scavi, venne creato un museo sostenuto dal municipio di Nyon dal 1841.

IL MUSEO

 Il primo studio sulla colonia romana, di Johann Jakob Müller, fu pubblicato nel 1875 a Zurigo, ma dal 1930 le ricerche e gli scavi si sono ampliati scoprendo la città antica. Nel 1974 il rinvenimento della basilica del foro, dove nel 1979 venne poi inaugurato un nuovo museo romano, ha spinto a nuove ricerche. Il territorio della colonia si estendeva tra il Giura, il Rodano e il lago Lemano.

 Verso gli Elvezi la frontiera era segnata o dall'Aubonne, confine posteriore della diocesi di Losanna e Ginevra, oppure dalla Venoge, o dalla Morge (morga = frontiera in lingua gallica). Il centro della città romana si trovava sopra un'acropoli tabulare, tra i ruscelli Asse e Cossy, dove in seguito furono costruiti il castello medievale e la città vecchia di Nyon. 

L'ANFITEATRO

IL COLONNATO

Sulla Esplanade des Marronniers (Piazza del Castagno) ci sono tre colonne romane, due delle quali completamente erette. Appartenevano al criptoportico dell'area sacra del secondo foro romano costruito intorno al 50 d.c. Inizialmente misuravano 7m50 compreso il capitello.

Le colonne romane sono state trovate sotto la Rue Delafléchère e collocate su questo meraviglioso punto di vista nel 1958 per i 2000 anni di celebrazione della città di Nyon. Con la sua fondazione ad opera di Giulio Cesare, la Colonia Iulia Equestris con il suo centro urbano Noviodunum, oggi Nyon, fu la prima colonia romana in Svizzera.



SOTTO AUGUSTO

Il nome locale della città, Noviodunum (nuova fortezza), nonostante la sua origine gallica, appare solo verso il 400 a.c.  Con il regno di Augusto, la colonia conobbe un nuovo sviluppo: lo spazio urbano, privo di mura di cinta, fu regolato secondo schemi ortogonali e fu costruito un centro monumentale, funzionale alla vita politica, religiosa, economica e sociale. 

Di questo primo foro è nota solo parte della piazza, chiusa ad est da una basilica a due piani e con il livello inferiore a due navate, divise da una fila mediana di pilastri in legno, e probabilmente da delle terme. 



SOTTO TIBERIO

Sotto l'imperatore Tiberio la piazza venne ingrandita e risistemata secondo uno schema diffuso nelle province: l'area sacra fu circondata da un portico a forma di "pi greco"(π) sopra un criptoportico (cryptoporticus) che doveva "racchiudere" un tempio, e la basilica fu ricostruita.

Il nuovo edificio comprendeva una navata centrale a due absidi, delimitate da una doppia fila di colonne sovrapposte, e un grande deambulatorio; era affiancato da due costruzioni annesse, una delle quali doveva essere la curia, sede del Consiglio dei decurioni. 

Venne poi edificato un mercato alimentare (macellum), costituito da una corte centrale circondata da botteghe, e furono rinnovate le terme, con tepidarium ornato da mosaici a decoro geometrico. Lo spazio pubblico venne parzialmente modificato; fu costruito un grande edificio, preceduto nella parte centrale del portico, e a nord da un mosaico raffigurante il carro del sole che emerge dai flutti. 

Quanto agli spazi per gli spettacoli, è noto solo l'anfiteatro, portato alla luce nel 1996 e risalente agli inizi del II sec. d.c.; l'arena, affiancata da due ordini di carceres (rimesse e stalle) e provvista di canalizzazioni per il deflusso delle acque, misurava ca. 50 x 36 m.

Le abitazioni private, originariamente in legno e terra, ma dalla metà del I. sec. d.c., in muratura, comprendevano qualche domus con giardini ornati da vasche e case più modeste. Alcune ville suburbane con mosaici furono costruite ad est dell'agglomerato, mentre un quartiere artigianale e commerciale sembra essersi sviluppato a sud ovest. 

Un acquedotto lungo 10 km assicurava, partendo da Divonne, l'approvvigionamento idrico, mentre una rete di canali lungo l'asse delle strade permetteva il deflusso delle acque in direzione del lago. Si sa poco sulle necropoli della città priva di muri di cinta; tombe a incinerazione sono state scoperte  a nord della piazza Perdtemps e a Clémenty.

INAUGURAZIONE DELLA STATUA DI CESARE

L'AMMINISTRAZIONE

La colonia, retta secondo il diritto romano, era amministrata da due magistrati, i duumviri, che presiedevano il consiglio dei decurioni e che potevano essere sostituiti da un praefectus pro duumviri. Erano aiutati da un praefectus arcendis latrociniis, per la repressione del brigantaggio, e alcuni edili. Un flamen Augusti e una flaminica Augustae erano preposti, assieme a sei sacerdoti (seviri Augustales), i al culto imperiale.

La colonia era prospera grazie alla sua posizione di snodo stradale collegato per via di terra con Lione, capitale dei Galli, Avenches, Augst, il Vallese e l'Italia e con il Mediterraneo e il Reno attraverso le vie fluviali. 

Era dotata di un porto, probabilmente nel quartiere di Rive, dove i battellieri del Lemano trasbordavano le merci: vasellame, vino, olio o salse di pesci, trasportati in anfore. Una targa in bronzo, rinvenuta presso Ratisbona, porta inciso il nome di un artigiano del bronzo che lavorava a Nyon (L. Cusseius Ocellio). 

Sotto l'Impero, le villae, residenze spesso lussuose poste al centro di un possedimento agricolo, furono esempio di lusso e buon gusto, come la villa romana di Commugny (35-45 d.c.), che con il suo peristilio, i suoi bagni, i suoi mosaici e i suoi affreschi di eccezionale qualità testimonia la romanizzazione e la raffinatezza raggiunte.

Nel III secolo, in seguito alle invasioni alemanniche del 259/260 d.c., il foro e i monumenti pubblici della città furono smantellati. I loro blocchi dispersi furono riutilizzati in tutto il bacino del Lemano, e in particolare a Ginevra, dove, verso il 300, servirono alla costruzione delle mura. 

La colonia di Nyon non venne tuttavia abbandonata: la grande necropoli di Clémenty, dove furono rinvenuti sepolcri del V-VIII sec., la presenza di sepolture con pietre tombali a la Grand-Rue o la menz. di una Civitas Equestrium nella Notitia Galliarum, attorno al 400 d.c., testimoniano la continuità dell'insediamento. 

Nyon-Noviodunum, dovette comunque cedere il suo rango di capitale regionale a Ginevra, divenuta capoluogo di una civitas e sede di una diocesi che, sin dagli inizi, dovette estendere la propria autorità sull'antico territorio della colonia cesarea.


BIBLIO

- P. Bonnard - La ville romaine de Nyon - 1988 -
- V. Rey-Vodoz et al. - Nyon: Colonia Iulia Equestris - 2003
- F. Rossi - L'area sacra du forum de Nyon et ses abords - 1995
- R. Frei-Stolba, «Recherches sur les institutions de Nyon, Augst et Avenches» - in Cités, municipes, colonies - a cura di M. Dondin-Payre et al. - 1999 -
- AA. VV. - Nyon - Colonia Iulia Equestris - 2003 -

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