GAIO SERVILIO CASCA - G. SERVILIUS CASCA

MONETA DELLA GENS SERVILIA


Gaio Servilio Casca (Roma, ... – ...) fu un congiurato che assieme a un gruppo di circa sessanta senatori partecipò all'uccisione di Gaio Giulio Cesare il 15 marzo del 44 a.c., nelle "Idi di marzo" secondo il calendario romano. Si ignora completamente la biografia di Gaio Servilio Casca se non per il fatto che apparteneva alla famiglia dei Servilii come il suo più noto fratello Publio Servilio Casca.

Della stessa famiglia fece parte uno dei maggiori autori del cesaricidio: Marco Bruto Giunio Cepione, figlio di un autorevole sostenitore di Cesare, il console Decimo Giunio Bruto e di Servilia Cepione, amante dello stesso Cesare. Quando Marco Bruto Cepione fu adottato per testamento nel 59 a.c. dallo zio Quinto Servilio Cepione, entrò anche lui a far parte della gens Servilia.

Questo fatto spiegherebbe l'espressione famosa di Cesare morente « Tu quoque, Brute, fili mi! » che potrebbe aver ritenuto che Bruto fosse suo figlio naturale (dell'argomento parlano Plutarco (Bruto 5), Appiano (Le guerre civili 2, 112, 468) e Svetonio (Vita di Cesare 50, 2)



LA DINAMICA DEI COLPI

Riguardo all'assassinio di Cesare le fonti non specificano chi dei due fratelli colpì per primo Cesare e chi da questi fosse stato ferito a sua volta:

«Quando [Cesare]si fu messo a sedere, i congiurati gli si fecero attorno come per rendergli onore, e immediatamente Cimbro Tillio, che si era assunto il compito di dare il segnale, gli si avvicinò come per chiedergli qualcosa, e poiché Cesare gli opponeva un rifiuto e col gesto mostrava di voler rinviare quella faccenda a un altro momento, lo afferrò per la toga su ambedue le spalle; e mentre egli gridava: "Ma questa è violenza!" uno dei due Casca lo colpì di fronte, ferendolo poco sotto la gola. Cesare, afferrato il braccio di Casca, lo trapassò con lo stilo, e tentò di balzare in piedi...»

Anche Cassio Dione riporta l'avvenimento, ma il testo non chiarisce se il Gaio Casca citato fosse il fratello di Publio Servilio Casca e anzi sembrerebbe che questo Gaio, forse un semplice omonimo, non avesse partecipato all'assassinio di Cesare. 

Ma se non era lui il fratello di Publio non si capisce perché temesse di subire l'ira del popolo Romano che avrebbe confuso lui, a suo dire cesariano, con il fratello dallo stesso nomen e prenomen: 
« In quella confusione accadde anche un fatto che merita di essere ricordato. Il tribuno Gaio Casca, vedendo che Cinna era stato ucciso a causa dell'omonimia con il pretore Cinna, temette di fare la stessa fine perché il tribuno Publio Servilio Casca era stato uno degli assassini di Cesare. Allora diffuse una dichiarazione nella quale affermava che i due Casca avevano uguale nome ma diversi sentimenti.»

Anche lo storico Appiano nel riferire del cesaricidio non chiarisce il ruolo di ognuno dei due fratelli.
Lo storico statunitense Barry Strauss (n. 1953) ritiene invece che Gaio Servilio Casca «...fratello di Publio pugnalò Cesare alle costole sferrando forse il colpo fatale»


I 22 CESARICIDI E LA LORO FINE

EX - CESARIANI

Servio Sulpicio Galba (pretore 54 a.c.), cesariano, fine ignota (probabilmente assassinato).
Lucio Minucio Basilo, cesariano. Assassinato nel 43 a.c..
Publio Servilio Casca, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
Gaio Servilio Casca (fratello del precedente), cesariano. Fine ignota.
Decimo Giunio Bruto Albino, cesariano. Ucciso in Gallia per ordine di Marco Antonio 43 a.c.
Lucio Tillio Cimbro, cesariano. Ucciso nella battaglia di Filippi 42 a.c.
Gaio Trebonio, cesariano, ucciso in Asia per ordine di Publio Cornelio Dolabella 43 a.c..


REPUBBLICANI

Gaio Cassio Longino, repubblicano, suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi.
Marco Giunio Bruto, repubblicano, ucciso o suicida dopo la sconfitta nella battaglia di Filippi. L'ipotesi diffusa che Bruto fosse figlio di Cesare è scarsamente sostenibile, anche se la madre di Bruto, Servilia Cepione era l'amante di Cesare, poiché tra i due vi erano solo quindici anni di differenza.
Quinto Ligario, repubblicano, fine ignota.
Lucio Cassio Longino (fratello di Gaio Cassio Longino) repubblicano.
Gaio Cassio Parmense, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano ad Atene (catturato dopo Azio, 31 a.c.).
Domizio Enobarbo, repubblicano.
Cecilio Bucoliano (fratello di Bucoliano), repubblicano. Fine ignota probabilmente assassinato con il fratello.
Bucoliano Cecilio (fratello di Cecilio), repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Rubrio Ruga, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Marco Spurio, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Publio Sesto Nasone, repubblicano. Fine ignota (probabilmente assassinato).
Lucio Ponzio Aquila, repubblicano. Ucciso nella battaglia di Modena 43 a.c.
Petronio, repubblicano. Ucciso a Efeso per ordine di Marco Antonio nel 41 a.c.
Publio Decimo Turullio, repubblicano. Ucciso per ordine di Ottaviano dopo Azio nel 31 a.c.
Pacuvio Antistio Labeone, repubblicano. Probabilmente suicida dopo sconfitta battaglia di Filippi.



BIBLIO

- Svetonio - Caesar - LXXXII -
- Cassio Dione - Storia romana - XLIV -
- Appiano Alessandrino -  Guerre civili II. 115 - presso Vincenzo Poggioli - 1826 - 
- Barry Strauss - La morte di Cesare: L'assassinio più famoso della storia - Gius. Laterza & Figli Spa - 2015 -
- Barry Strauss - La morte di Cesare: L'assassinio più famoso della storia - Laterza - 2015 -
- Michael Parenti - The Assassination of Julius Caesar: A People's History of Ancient Rome - The New Press - 2003 -

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