GENS ATERNIA

GENS ROMANA

La gens Aternia era una famiglia patrizia dell'antica Roma nei primi anni della Repubblica. A volte viene chiamata Aeternia.



MEMBRI RICORDATI

- Aulo Aternio Varo detto il Fontinale

Fu l'unico membro di questa gens che raggiunse il consolato fu nel 454 a.c., insieme al collega Spurio Tarpeio Montano Capitolino. Sei anni dopo, diventò uno dei pochi patrizi ad aver ricoperto la carica di tribuno della plebe senza aver prima abbandonato lo status sociale di patrizio. A lui si deve la lex Aternia Talpeia, portata avanti insieme al collega nell'anno del consolato, derivata dal fatto che i consoli dell'anno precedente, Gaio Veturio Cicurino e Tito Romilio Roco Vaticano, furono condannati a pagare un'ingente pena pecuniaria, perché avevano versato l'intero bottino ricavato nella battaglia contro gli Equi all'erario, senza che i soldati avessero la loro parte.

Il consolato precedente di Cicurino e Vaticano aveva infatti provocato forte dissenso tra i consoli e i tribuni della plebe sulla leva militare, per i tribuni l'ennesima manovra per evitare la votazione della distribuzione delle terre pubbliche. I plebei riuscirono a portare la legge a votazione, ma i patrizi si opposero, anche con la violenza, impedendo che si formassero le tribù per le votazioni od ostacolando l'attività degli addetti alle votazioni. 

Si arrivò anche alla citazione in giudizio degli oppositori patrizi più facinorosi, che però, condannati a pene pecuniarie, furono rifusi dagli altri patrizi. Il tentativo di votare la legge venne stroncato dalla notizia delle razzie degli Equi a danno dalla città alleata di Tusculum.

I Tuscolani chiesero l'aiuto dei Romani contro le incursioni degli Equi, che i due consoli affrontarono e sconfissero in battaglia nel 455 a.c. nei pressi del monte Algido. Romilio e Cicurino decisero di vendere il bottino per rimpinguare le vuote casse dell'erario, ma si inimicarono i plebei, che costituivano la gran parte dell'esercito, e per cui quel bottino era indispensabile. 

L'anno dopo, nel 454 a.c., convocato in giudizio dal tribuno della plebe Gaio Calvo Cicerone, con l'accusa di aver illecitamente impedito che il bottino fosse diviso tra i soldati, e riconosciuto colpevole, venne condannato a pagare una pesante multa di 10.000 assi di bronzo.


Lex Aternia Tarpeia

La Lex Aternia Tarpeia de multis (o Lex Aternia Tarpeia), del 454 a.c., regolava il pagamento di multe e ammende, votata dai comizi centuriati su proposta dei consoli Spurio Tarpeio Montano Capitolino e Aulo Aternio Varo Fontinale, dai quali prende il nome. Vi erano forti tensioni fra i tribuni della plebe e l'aristocrazia patrizia. I consoli uscenti Tito Romilio Roco Vaticano e Caio Veturio Cicurino erano stati colpiti da pesanti ammende votate dai magistrati plebei per aver privato i loro soldati della spartizione del bottino in occasione di una vittoria sugli Equi.  
 
Secondo Aulo Gellio la lex Aternia Tarpeia avrebbe stabilito una scala di equivalenza in assi per il preesistente limite della "multa suprema"; fino a quel momento pagata in bestiame, con un massimo (multa suprema) di due ovini e trenta bovini al giorno e un ammontare minimo di un ovino: dieci assi per un ovino e cento assi per un bovino. 

La definizione dell'importo della multa maxima o multa suprema, era di 3020 assi (equivalenti a trenta bovini e due ovini). La stessa scala di equivalenza la dà Plutarco, che però attribuisce la norma a una lex successiva alla lex Valeria de provocatione del 509 a.c., per risolvere il problema della disomogeneità qualitativa dei capi di bestiame.

Il ricorso alle monete per le sanzioni pecuniarie, inflitte dai magistrati plebei ai patrizi che, nello svolgimento delle loro funzioni magistratuali, avevano preso decisioni lesive nei confronti dei plebei,
secondo Dionigi di Alicarnasso prevedeva un limite massimo di trenta (non due) ovini e due (non trenta) bovini per circoscrivere la discrezionalità. La lex Aternia Tarpeia avrebbe riaffermato il limite massimo della multa, introducendo una scala di equivalenza in assi. 

Secondo Dionigi la lex venne introdotta anzitutto per limitare l'arbitrio delle magistrature plebee, che non erano soggette alla provocatio, e cioè una garanzia riconosciuta al cittadino che, condannato dal magistrato alla pena di morte o al pagamento di una multa superiore a un certo ammontare, poteva appellarsi al popolo (provocare ad populum) perché emettesse la sentenza definitiva, di condanna o assoluzione.


- Aternia

fu un vasaio, che faceva piccoli recipienti, il cui marchio fu ritrovato in Pannonia Superiore, (parte di Ungheria, Austria, Croazia, Slovenia), Raetia (Svizzera e Germania meridionale), e Ariminum (Rimini, in Gallia Cisalpina). Evidentemente un artigiano di valore se i suoi vasi ebbero un così vasto commercio.


- Aeternius

un giovane tumulato nel III secolo in una tomba ad Ammaedara, in Byzacena, nell'Africa Proconsolare, la cui epigrafe informa come deceduto a 27 anni e sei mesi.


- Aeternia C. l. Etaera

una liberta di Roma nominata in una iscrizione.


- Aeternia Feculina

un'anziana donna tumulata nel III secolo ad Ammaedara, morta all'età di 92 anni, in una tomba dedicata da tale Cornelius Felix.


- Publius Aternius Hilarus

nominato in un'iscrizione romana di cui però non si legge la data.


- Gaius Aeternius Rufus

un soldato della Guardia Pretoriana, nativo di Misenum, in Campania, che insieme a Lucius Statius Valens e Marcus Musidius Petra, dedicò nel II secolo una tomba a Misenum per il loro colllega, Lucius Pomponius Varus, morto a 35 anni e nove mesi, che li aveva nominati suoi eredi. Tutti tranne Musidio appartenevano al secolo di Gaio Tarulio Vitale; Musidio era del secolo di Clemente.


- Gaius Sanctinius Aeternus

EPIGRAFE DI G. S. AETERNUS
Ovvero Gaius Sanctinius Gai filius Quirina Aeternus, un membro dell'ordine equestre romano (Eques) vissuto nel I o II secolo d.c.. 
Sulla base di un'iscrizione trovata presso il forte di Heilbronn-Böckingen, noto anche come forte di Böckingen, un accampamento militare romano la cui guarnigione era responsabile di compiti di sicurezza e sorveglianza lungo la linea del Neckar-Odenwald-Limes datata 85/120. 

Si ritiene che Aeternus fosse prefetto. 
Infatti secondo John Spaul, le cui pubblicazioni sull'esercito romano, Alae (1994) e Cohorts (2000), sono considerate opere standard di documentazione e studio, Sanctinius Aeternus fu prefetto della Cohors I Helvetiorum, di stanza nella provincia della Germania superiore. 
Aeternus era iscritto alla Tribus Quirina.


- Marcus Aternius Successus
un ragazzo sepolto a Roma, morto all'età di nove anni, con un monumento da parte di suo padre, Marcus Vennius Successus.


- Aternia Zaba -  
una donna sepolta a Gillium. nell' Africa Proconsularis, morta all'età di 81 anni,


BIBLIO

- Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane - Libro X -
- J. Gagé - La lex Aternia, l'estimation des amendes et le fonctionnement de la commission décemvirale de 451-449 a.c. - Bruxelles - 1978 -
- Marco Tullio Cicerone - De re publica - Libro II -
- Aulo Gellio - Noctes Atticae - Libro XI -
- Sesto Pompeo Festo - De verborum significatu -
- E. S. Staveley - Provocatio during the Fifth and Fourth Centuries b.c.  - Historia - Wiesbaden - 1955 -
- C. Venturini - Il plebiscitum de multa T. Menenio dicenda - in F. Procchi - C. Terreni - Scritti di diritto penale romano - Padova - CEDAM - 2016 -
- George Davis Chase - The Origin of Roman Praenomina - Harvard Studies in Classical Philology - 1897 -

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