CALPURNIO PISONE LICINIANO |
Nome: Lucius Calpurnius Licinianus Frugi
Nascita: Roma 38
Morte: Roma, 15 gennaio 69
Padre: Marco Licinio Crasso Frugi, Galba (adottato)
Madre: Scribonia
Gens: Licinia
Professione: patrizio romano adottato come successore da Galba
Lucio Calpurnio Pisone Liciniano Frugi (38 – Roma, 15 gennaio 69) è stato un nobile romano, figlio
di Marco Licinio Crasso Frugi, console nel 27, e di Scribonia, figlia a sua volta del console Lucio
Scribonio Libo, apparteneva alle gens Licinia, che sembra fosse di origine etrusca e Scribonia,
Lucio Calpurnio Pisone Liciniano Frugi (38 – Roma, 15 gennaio 69) è stato un nobile romano, figlio
di Marco Licinio Crasso Frugi, console nel 27, e di Scribonia, figlia a sua volta del console Lucio
Scribonio Libo, apparteneva alle gens Licinia, che sembra fosse di origine etrusca e Scribonia,
Venne adottato dall'imperatore Galba come suo successore ma fu assassinato dai pretoriani che elevarono alla porpora Otone. I Licinii, pur essendo di origine plebea divennero una delle più illustri gentes negli ultimi tempi della Repubblica, guidati da due rami, i Licinii Crassi e i Licinii Luculli.
Nato nel 38 probabilmente a Roma, Lucio Calpurnio Pisone discendeva sia dal lato paterno sia dal lato
materno da alcune delle più antiche famiglie patrizie romane. Infatti, il padre, Marco Licinio Crasso Frugi, apparteneva alla gens Licinia, la madre, Scribonia, alla gens Scribonia, una gens plebea ma gloriosa, e dal suo nome sembra anche che sia stato adottato dalla gens Calpurnia, anche se ciò non è
del tutto provato.
Alla morte di Nerone salì al trono Servio Suplicio Galba, e Lucio Calpurnio tornò a Roma dove l'imperatore, ormai anziano e debole, lo adottò il 10 gennaio del 69 per consolidare il proprio potere che vacillava dal tempo della rivolta delle truppe nella Germania superiore.
(Svetonio, Vite dei Cesari, Galba, XVII)
La scelta di Pisone, tuttavia, era condivisa dal console Tito Vinio che voleva porre sul trono Marco Salvio Otone, governatore della Lusitania, ma Galba, a cui non piaceva la dissoluzione e i vizi
di Otone decise di seguire il consiglio del prefetto del pretorio Cornelio Lacone di adottare Pisone.
Tito Vinio sostenne Otone, in cambio della promessa di questi di sposare la figlia di Vinio, Crispina, e Otone convinse la Guardia Pretoriana a proclamarlo imperatore.
Nato nel 38 probabilmente a Roma, Lucio Calpurnio Pisone discendeva sia dal lato paterno sia dal lato
materno da alcune delle più antiche famiglie patrizie romane. Infatti, il padre, Marco Licinio Crasso Frugi, apparteneva alla gens Licinia, la madre, Scribonia, alla gens Scribonia, una gens plebea ma gloriosa, e dal suo nome sembra anche che sia stato adottato dalla gens Calpurnia, anche se ciò non è
del tutto provato.
I suoi nonni materni discendevano entrambi in linea diretta da Pompea, figlia di Gneo Pompeo
Magno (106 - 48 a.c.) mentre il nonno paterno era nipote del figlio omonimo di Marco Licinio Crasso, console nel 30 a.c.
Tacito narra il triste destino dei suoi fratelli maggiori di cui il primo, Gneo Pompeo Magno, genero dell'imperatore Claudio, fu ucciso per volere di sua moglie Messalina, mentre l'altro, Marco Licinio Crasso Frugi, console nel 64 e procuratore della Mauretania. fu condannato a morte per crimen maiestatis; rimase in vita solo Crasso Scriboniano il quale preferì tenere un profilo molto basso e poco visibile.
Durante il regno di Nerone, la sua famiglia partecipò alla fallita congiura dei Pisoni, a cui parteciparono
almeno 41 persone, tra cui senatori, cavalieri, militari e letterati per rancori personali verso Nerone dovuti ai suoi eccessi e ai suoi atti crudeli.
Magno (106 - 48 a.c.) mentre il nonno paterno era nipote del figlio omonimo di Marco Licinio Crasso, console nel 30 a.c.
Tacito narra il triste destino dei suoi fratelli maggiori di cui il primo, Gneo Pompeo Magno, genero dell'imperatore Claudio, fu ucciso per volere di sua moglie Messalina, mentre l'altro, Marco Licinio Crasso Frugi, console nel 64 e procuratore della Mauretania. fu condannato a morte per crimen maiestatis; rimase in vita solo Crasso Scriboniano il quale preferì tenere un profilo molto basso e poco visibile.
Durante il regno di Nerone, la sua famiglia partecipò alla fallita congiura dei Pisoni, a cui parteciparono
almeno 41 persone, tra cui senatori, cavalieri, militari e letterati per rancori personali verso Nerone dovuti ai suoi eccessi e ai suoi atti crudeli.
La congiura fu capeggiata dallo zio Gaio Calpurnio Pisone, a seguito della quale Lucio perse il fratello e fu a lungo esiliato in Oriente; non si conosce la data del suo matrimonio con Verania Geminia, anch'essa appartenente all'aristocrazia.
GALBA |
ADOZIONE DI GALBA
Alla morte di Nerone salì al trono Servio Suplicio Galba, e Lucio Calpurnio tornò a Roma dove l'imperatore, ormai anziano e debole, lo adottò il 10 gennaio del 69 per consolidare il proprio potere che vacillava dal tempo della rivolta delle truppe nella Germania superiore.
L'adozione di Pisone deluse Otone, costretto dalla sua pesante situazione debitoria e il rifiuto di Galba di pagare il donativo promesso in suo nome di 15.000 sesterzi, così come l'imposizione di Galba secondo cui chiunque avesse ricevuto dei benefici da Nerone, li dovesse restituire trattenuta la decima parte, esacerbò gli animi dei soldati e di molti cittadini e li indusse a volgersi verso Otone.
PISONE
Pisone, a differenza di Otone, godeva di notevole prestigio non solo per la rinomata famiglia,
oppositrice e vittima del governo di Nerone, ma anche perchè "aveva aspetto e portamento all'antica: era, a detta di buoni giudici, austero anche se alcuni detrattori lo ritenevano assai rigido".
oppositrice e vittima del governo di Nerone, ma anche perchè "aveva aspetto e portamento all'antica: era, a detta di buoni giudici, austero anche se alcuni detrattori lo ritenevano assai rigido".
Svetonio descrisse l'adozione di Pisone in questi termini:
«... (Galba) si avvicinò improvvisamente, tra la turba dei cortigiani, a Pisone Frugi Liciniano, nobile
ed egregio giovine già da lui tenuto in grande considerazione e sempre nel suo testamento dichiarato
erede delle sostanze, del nome e, chiamandolo figlio, lo condusse agli accampamenti e lo adottò, pur
non facendo neanche allora menzione alcuna di donativi.»
ed egregio giovine già da lui tenuto in grande considerazione e sempre nel suo testamento dichiarato
erede delle sostanze, del nome e, chiamandolo figlio, lo condusse agli accampamenti e lo adottò, pur
non facendo neanche allora menzione alcuna di donativi.»
(Svetonio, Vite dei Cesari, Galba, XVII)
OTONE |
TITO VINIO
La scelta di Pisone, tuttavia, era condivisa dal console Tito Vinio che voleva porre sul trono Marco Salvio Otone, governatore della Lusitania, ma Galba, a cui non piaceva la dissoluzione e i vizi
di Otone decise di seguire il consiglio del prefetto del pretorio Cornelio Lacone di adottare Pisone.
Si narrava che Vinio, nella sua prima campagna, portò la moglie del suo comandante di notte nel campo, travestito da soldato, e fece sesso con lei. Fu incarcerato per questo da Caligola, ma alla morte dell'imperatore, fu rilasciato.
Secondo Plutarco e Tacito, quando fu invitato a cena dall'imperatore Claudio, Vinio rubò una tazza d'oro. Allora Claudio lo invitò a cena la sera successiva facendogli porre dai suoi servitori davanti a lui piatti di coccio invece che d'argento.
Tito Vinio consigliò a Galba di rimanere nel palazzo e di armare gli schiavi. Invece, Lacone e Icelo consigliarono a Galba di uscire da palazzo e mostrarsi alla gente. Galba seguì quest'ultimo consiglio, e fu ucciso dai pretoriani. Vinio cercò di fuggire ma fu assassinato con una lancia. e Lacone venne esiliato su un'isola dove fu poi ucciso dai soldati di Otone.
PISONE
Pisone intanto, grazie al sacrificio di un suo centurione, Sempronio Denso, era riuscito a rifugiarsi nel tempio di Vesta. Ma Otone inviò Sulplicio Foro, un soldato delle coorti britanniche che da poco aveva ricevuto da Galba la cittadinanza, e una guardia, Stazio Murco i quali, trascinarono Pisone fuori dal recinto sacro e lo uccisero sulla soglia del tempio.
Neppure la morte di Pisone estinse l'odio che provava verso di lui. Otone comandò che fosse infissa la testa, insieme a quella di Galba e dei suoi più stretti consiglieri, su un'asta, affinché fosse mostrata ai soldati. Solo dopo alcuni giorni la moglie di lui Verania e il fratello Scriboniano poterono ricomporre il corpo per quanto fosse necessario riscattare le teste dagli uccisori.
BIBLIO
Neppure la morte di Pisone estinse l'odio che provava verso di lui. Otone comandò che fosse infissa la testa, insieme a quella di Galba e dei suoi più stretti consiglieri, su un'asta, affinché fosse mostrata ai soldati. Solo dopo alcuni giorni la moglie di lui Verania e il fratello Scriboniano poterono ricomporre il corpo per quanto fosse necessario riscattare le teste dagli uccisori.
BIBLIO
- Publio Cornelio Tacito - Historiae -
- Svetonio Tranquillo - Vite dei Cesari, Galba
- Svetonio Tranquillo, Vite dei Cesari, Otone
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