POTENTIA (Marche)


L'area archeologica di Potentia si trova a Porto Recanati in località Santa Maria in Potenza, dove gli scavi stanno riportando alla luce un'antica colonia romana. I Romani fondarono infatti la città di Potentia in un processo di colonizzazione di tutta la costa adriatica. La presenza dell'insediamento, soprattutto nelle prime fasi, è documentata da Plinio il Vecchio, Tito Livio, Tolomeo, Pomponio Mela e Velleio Patercolo.

REPERTO DI POTENTIA
La sua fondazione è databile tra il 184 a.c. e il 189 a.c. ad opera dei triumviri Marco Fulvio Flacco, Quinto Fulvio Nobiliore e Quinto Fabio Labeone, 

Fu creata con lo scopo di assicurare terra ai veterani delle guerre puniche e per proteggere il litorale dall'assalto dei pirati illirici dei Balcani.

L'area era considerata vantaggiosa per la presenza del fiume Potenza e della sua foce (allora appena a sud della colonia) che assicurava la facilità dei traffici commerciali, costituendo contemporaneamente un naturale ostacolo contro i nemici. 

In questa colonia o nella gemella Pisaurum (Pesaro) si stabilì Quinto Ennio, poeta, drammaturgo e scrittore romano in latino. ed è documentata da ritrovamenti fittili la presenza di un'importante famiglia di banchieri, gli Oppii.

La colonia crebbe fra il II e il I secolo a.c., periodo in cui è documentata una notevole attività edilizia pubblica, finanziata da un ceto mercantile attivo e ricco; non a caso i manufatti rinvenuti nella zona testimoniano la presenza di una fiorente produzione locale di terrecotte, la cui foggia testimonierebbe la presenza di contatti, probabilmente mercantili, con l'area dell'Etruria, del Lazio e del Sannio.


Dopo il 174 a.c. la rarefazione di testimonianze e documenti attesterebbe un periodo di declino per la colonia, forse legato alle guerre civili e soprattutto al violento terremoto occorso nel 56 a.c., di cui parla Cicerone.

REPERTO DI POTENTIA
In età augustea Potentia prosperò fino a raggiungere la sua massima estensione, contemporaneamente al fiorire della qualità dei manufatti, che mantenne, probabilmente grazie ai traffici, fino al II secolo.

Dopo un forte declino nel III secolo, che terminò nella conquista e nella quasi distruzione della città nel 409 da parte del re dei Visigoti Alarico I, si risollevò nella seconda metà del secolo IV.

Di questi secoli è l'interramento del tempio, che testimonia la cristianizzazione della colonia. 

Potentia divenne infatti sede vescovile nel V secolo per cui ogni residuo d'arte romana, e pertanto pagana, venne inesorabilmente distrutto.

Nonostante la decadenza delle altre città romane della costa, anche durante la guerra greco-gotica tra l'Impero Romano d'Occidente e gli Ostrogoti, Potentia continuò ad essere abitata fino all'inizio del secolo VII, come testimoniano i ritrovamenti di pregiati manufatti africani risalenti a quei periodi, anche se la colonia non viene mai citata da Procopio di Cesarea nel Bellum Gothicum.

La deduzione della colonia di Potentia è stata considerata una nuova fondazione in un territorio non occupato precedentemente. 

La sua fortuna e sfortuna per le invasioni furono dovute a:
- le sue terre molto fertili, 
- la prossimità allo sbocco di una vallata fluviale, come percorso transappeninico di collegamento fra Tirreno e Adriatico, 
- la presenza di una foce fluviale come base portuale.

TEMPIO DI LA CUMA

La città venne difesa da una cinta muraria dieci anni dopo la deduzione e comprende un territorio di oltre 162.000 m²; l'area effettivamente occupata nel corso del II secolo a.c. era, tuttavia, inferiore rispetto all'area occupata successivamente a partire dall'èra volgare con cui si estese oltre le mura cittadine.

REPERTO DI POTENTIA
Gli scavi archeologici condotti sull'area centrale dell'impianto urbano hanno reso attualmente visibili tratti di strada basolata, i resti di una domus con pavimenti musivi e pareti affrescate, i portici del foro con le annesse tabernae e un tempio su alto podio da cui provengono numerose terrecotte architettoniche.

Inoltre nel centro della città di Porto Recanati è stata inaugurata nel 2009 la mostra archeologica permanente “Divi & Dei”, che mostra i reperti statuari rinvenuti nella città romana e che, attraverso l'utilizzo di strumenti multimediali ricostruisce la storia di Potentia e completa il percorso culturale per i numerosi turisti che visitano la città romana.

La tipologia del tempio con portico è presente nell'area archeologica La Cuma, a Monte Rinaldo. come si evidenzia nell'immagine qui sopra. 

L'impianto urbanistico, ricostruibile per gran parte solo grazie alla fotografia aerea, si presenta come uno spazio quadrangolare di 540 m di lunghezza per almeno 300 m di larghezza, impostato su un reticolo viario ortogonale. Sono visibili i resti di una domus con pavimenti musivi e pareti affrescate, i portici del foro con le annesse tabernae e un tempio su alto podio che ha restituito numerose terrecotte architettoniche.

Rimangono infine le tracce di alcuni monumenti funebri appartenenti a cittadini di diverse classi sociali. Come si intuisce dalle strutture e dai reperti rinvenuti, infatti, potevano essere destinati a ricchi mercanti o a contadini, confermando la vocazione originaria della colonia e i suoi successivi sviluppi commerciali.



BIBLIO

- Plinio il vecchio, 13, in Naturalis Historia, III, p. 111.
-  Tito Livio, 44, in Ab urbe condita, XXXIX, p. 10.
- Pomponio Mela, Geografia, vol. 2, p. 65.
- Alessandra de Stefano, Un contesto ceramico di età repubblicana e primo/medio imperiale dall’area delle due domus su archeologia.unifg.it. 2012 
- Percossi Serenelli Edvige - Potentia - Quando poi scese il silenzio. Rito e società in una colonia romana del Piceno fra Repubblica e tardo Impero - Milano - Edizioni Federico Motta - 2001 -

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