MISENUM - MISENO (Campania)


Miseno o Misenum in latino e Μισηνόν in greco, è una frazione del comune di Bacoli, nella città di Napoli, che divenne porto cumano nel IV secolo a.c. e con l'impraticabilità del Portus Iulius, fu colonia autonoma usata come base della flotta pretoria romana del basso Tirreno.

L'attività navale romana durò dal 303 a.c. al 476 d.c. e gli stessi Romani considerarono così importante la funzione della loro flotta, che rappresentarono sulle monete la prora rostrata di una nave da guerra. Da allora, e per tutto il periodo della repubblica, la prora rostrata rimase sul retro di tutte le monete di bronzo romane, divenendo così il più diffuso simbolo della potenza romana.

La città romana venne abbandonata definitivamente nell'840, dopo una lunga serie di incursioni di pirati saraceni. La maggior parte degli abitanti si rifugiò nella vicina isola di Procida, altri nell'entroterra.


1) Capo Miseno;  2) pontile e imboccatura del porto;  3) possibile ubicazione dell'accampamento della flotta;  4) Lago naturale che serviva per l'addestramento degli equipaggi, fornito di cantieri navali;
5) spiaggia di Miseno;  6) strada verso Cumae;  7) "piscina mirabilis", riserva d'acqua per la flotta militare;  8) Città di Miseno.



MISENO IL TROMBETTIERE

Il suo nome, derivato dal latino "sinus militum", (golfo militare) viene citato da Virgilio che ricorda Miseno il trombettiere di Enea, che qui venne sepolto e in effetti il Capo Miseno con la sua sommità piatta rammenta la forma di un antico tumulo. Viene citato anche da Plinio il Giovane nell’epistola VI,16 lettera dedicata a Tacito dove narra dello zio Plinio il Vecchio deceduto durante l’eruzione del Vesuvio del 79.

La morte di Miseno, compagno di Enea, prevista dalla Sibilla come necessario sacrificio per permettere l'accesso di Enea all'Ade, era stata voluta dal Dio Tritone, invidioso della sua arte, visto che Miseno aveva osato sfidarlo con la sua cava conchiglia. Enea gli costruisce un santuario per dargli sepoltura, e lo invoca perché gli sia concesso il "ramo d'oro" per discendere agli Inferi.



IL PORTO

Il porto di Misenum era un porto naturale nel golfo di Napoli, che poteva accogliere fino a 250 navi. In età augustea, per l'impraticabilità del Portus Iulius, posto sulla costa napoletana presso il lago di Lucrino nella baia di Puteolidivenne la più importante base militare della flotta praetoria a guardia del bacino del Mediterraneo occidentale.

Il porto sfruttava un doppio bacino naturale, quello più interno di circa 3 km di circonferenza (detto Maremorto o Lago Miseno), unn tempo adibito ai cantieri e alla manutenzione navale, e quello più esterno, il porto vero e proprio. Tra i due bacini si pensa vi fossero gli impianti navali e gli alloggi della classis Misenensis.

Le navi della flotta rimanevano nel porto in autunno e inverno, poichè la navigazione iniziava il 5 marzo con la festa detta Isidis Navigium in onore della Dea egizia Isidepatrona del mare, dei marinai e delle attività marinare. Ebbe distaccamenti nei principali porti del Mediterraneo, come a Centumcellae (Civitavecchia), nel mar Egeo al Pireo (Atene), o nel mare Adriatico a Salona.



CLASSIS PRAETORIA MISENENSIS

In età augustea era il più importante sito militare della flotta romana della zona, e lo divenne sempre di più fino all'epoca di Marco Aurelio (161 d.c.), ma decadde con la caduta dell'Impero romano d'Occidente.

Ospitava la prima flotta imperiale, la Classis Praetoria Misenensis, poi detta Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex, la flotta imperiale romana istituita da Augusto nel 27 a.c., di stanza a Miseno per difendere il Mediterraneo occidentale, ad ovest dell'Italia romana, ed era la prima flotta dell'Impero per importanza. Aveva anche il compito di sorvegliare le isole del Mar Tirreno.


Troviamo però anche sue vexillationes un po' ovunque nel Mediterraneo, a supporto delle campagne militari di molti Imperatori romani, testimoni le numerose iscrizioni, come a Seleucia di Pieria, base militare della Classis Syriaca, utilizzata per accogliere truppe provinciali, o la stessa guardia pretoriana proveniente da Roma, ogni volta che era in campagna contro i Parti (sotto Traiano, Lucio Vero, Settimio Severo o Caracalla).



LE NAVI

Di questa grande flotta ci sono pervenuti, come da epigrafi i nomi di molte imbarcazioni:
- 1 esareme: Ops. l'ammiraglia della flotta.
- 1 quinquereme: Victoria.
- 13 quadriremi: Annona, Concordia, Dacicus, Fides, Fortuna, Libertas, Mercurius, Minerva, Ops, Salus, Venus, Vesta, Victoria.
- 54 triremi: Apollo, Aquila, Asclepius, Athenonix, Augustus, Capricornus, Castor, Ceres, Concordia, Cupidus, Danubius, Diana, Hercules, Eufrates, Fortuna, Isis, Iovis, Iuno, Iuventas, Libera, Liber Pater, Libertas, Lucifer, Maia, Mars, Mercurius, Minerva, Neptunus, Nilus, Oceanus, Ops, Pax, Particus, Perseus, Pietas, Pollux, Providentia, Rhenus, Salamina, Salus, Salvia, Satyra, Silvanus, Sol, Spes, Taurus, Tiber, Tigris, Triumphus, Venus, Vesta, Virtus, Victoria.
- 17 liburne: Aquila, Armata, Clementia, Diana, Fides, Aesculapius, Heptachordus, Iuno, Iustitia, Libertas, Margarita, Minerva, Nereis, Neptunus, Salus, Taurus Ruber, Virtus.
- 10 navi di altro tipo: Ops, Clementia, Danae, Hercules, Iovis, Mercurius, Minerva, Venus, Vesta, Victoria.



I MILITANTI DELLA CLASSIS MISENENSI

Nella flotta di capo Miseno il numero degli effettivi si aggirava intorno ai 10.000 tra legionari e ausiliari, alloggiati nella cittadella di Miseno, presso cui risiedeva la Schola Militum dove i legionari si esercitavano nelle manovre, nelle tattiche della guerra navale e in quelle tradizionali della guerra campale.

Spesso troviamo un distaccamento di suoi classiarii, cioè il personale addetto alla manovra della nave, ma pure alla sua costruzione o manutenzione, trasferiti a Roma per montare il velarium (sistema di teloni retrattili che coprivano il Colosseo), alloggiati nei castra misenatium, accampamenti situati nei pressi del grande anfiteatro Flavio.



IL PERSONALE DELLA FLOTTA 

Detti Classiari o Classici, era diviso in due gruppi, gli addetti alla navigazione ed i soldati. Ed ecco i vari gradi:

1) - Al primo posto vi era il comandante della flotta, il Praefectus classis Misenensis, comandante dell'intero bacino del mar Tirreno, dell'ordine equestre. La sua residenza stava sull'isolotto di Punta Pennata (allora collegato alla costa), dove sono presenti alcune evidenze archeologiche romane. dove il praefectus classis Misenensis rappresentava il posto di comando più ambito, insieme al praefectus classis Ravennatis, rispetto a quelli provinciali.

2) - Da Domiziano fu istituito il diretto subordinato del praefectus, il Subpraefectus classis, ovvero il viceprefetto.

3) - a disposizione del sub praefectus c'erano i Praepositi, ufficiali posti a capo di ogni pattuglia per singola località.

4) - Poi il Navarchus princeps, comandante di diversi squadroni (decine di navi), equivalente nella legione romana al primus pilus. Nel III secolo fu poi creato il Tribunus classis con le funzioni del Navarchus princeps, più tardi Tribunus liburnarum.

5) - Poi il Navarchus, comandante di un distaccamento della flotta-madre (o comunque di una nave), formato normalmente da dieci navi, che aveva il compito di addestrare timonieri, rematori e soldati.

6) - La singola nave era poi comandata da un Trierarchus (ufficiale)

7) - Venivano poi i rematori, cioè i Manipulares e una centuria di marinai-combattenti, cioè i Milites liburnarii.

Il servizio della marina durava 26 anni (contro i 20 dei legionari ed i 25 degli auxilia). Dal III secolo fu aumentato fino a 28 anni di ferma. Al momento del congedo (in caso di Honesta missio) ai marinai era data una liquidazione, dei terreni e di solito anche la cittadinanza, essendo essi condizione di peregrini al momento dell'arruolamento. Il matrimonio era invece permesso solo al termine del servizio.



I COMANDANTI

Praefecti classis Misenensis di cui conosciamo i nomi:

- Guerra civile del 68-69, Vitellio affidò il comando della flotta Misenis e Ravennatis al cavaliere Sesto Lucilio Basso, che aspirando vanamente a prefetto del pretorio, tradì Vitellio, in accordo al comandante dell'esercito Cecina. Da Vespasiano fu fatto senatore. Legato imperiale in Giudea (72), piegò la resistenza delle fortezze di Erodeo e Macheronte.
- dopo Lucilio Basso, il comando passò nelle mani del sostenitore dei Flavi, l'abile Cornelio Fusco che morì in battaglia.
- Nel 79, il prefetto fu Gaio Plinio Secondo, cioè Plinio il Vecchio, che morì nell'eruzione del Vesuvio del 24 agosto nel tentativo di salvare alcuni cittadini in difficoltà.
- Quinto Marzio Turbone sotto Traiano, personaggio famoso, intelligentissimo, valoroso e di eccezionali capacità strategiche in varie situazioni militari ma pure civili.
- Gneo Marcio Rustio Rufino, al tempo di Settimio Severo e Caracalla.
- Marco Cornelio Ottaviano, al tempo di Valeriano e Gallieno.

IL TEATRO

IL TEATRO

Il teatro di Miseno è posto tra le pendici del promontorio di Miseno e la rada esterna dell’antico porto, nell’area dell'antico Foro. La struttura è stata indagata solo parzialmente, sia perché a causa del bradisismo parte del monumento si trova sul fondo del mare, sia perché l'edilizia selvaggia ha inglobato gran parte dell'opera. 

Il monumento, che risale al II secolo d.c., doveva essere a tre ordini di ambulacri ad arcate costruiti contro il costone retrostante. Oggi vi si accede mediante una galleria sotterranea aperta in area demaniale, da cui si entra in un tratto del corridoio mediano coperto da volte a crociera, che sorregge il livello medio delle gradinate, il tutto in mattoni con listature in opera vittata, e fornito di corridoi radiali che conducevano al corridoio interno e alla cavea stessa, oggi completamente tamponati.

Alla tredicesima arcata si apre una galleria rettilinea, in origine aperta sulla via Herculanea e da cui si accedeva tramite rampe, che per effetto del bradisismo dà oggi su una piccolissima insenatura del Golfo di Miseno. Una parte dell’ambulacro superiore e una piccola porzione di un’arcata in laterizi e di una scala, probabilmente di accesso alla summa cavea se non all’attico, fanno ancora parte di una proprietà privata.

Gli scavi condotti nel 2003 nell’area demaniale attorno al teatro hanno individuato un’area pubblica, corrispondente forse all’area del Foro. L’edificio fu abbandonato gradualmente, fino all’interro definitivo agli inizi del V sec..


BIBLIO

- Floro - Epitome di storia romana -
- Cassio Dione Cocceiano - Storia romana - XII -
- Eutropio - Breviarium historiae romanae -
- Vegezio - Epitoma rei militaris -
- Svetonio - De vita Caesarum - libri VIII -
- Tacito, - Annales - Historiae
- Velleio Patercolo - Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo -
- M. Reddé - Mare nostrum - Parigi - 1986 -
- C.G.Starr - The roman imperial navy 31 b.c. - a.d. 324 - W. Heffer & Sons Ltd. - Cambridge - 1960 -
- Alessandro Giuliani - Epigrafi della classis praetoria misenensis - in La viabilità antica nei Campi Flegrei -


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