CULTO DI AGONUS



AGONALIA

Il Dio Agonus fa parte degli Dei Indigeti, le più antiche divinità romane, in contrapposizione agli Dei novensides, aggiuntesi in secondo tempo (indigetes = indigenae, cioè proprî del luogo; novensides, da novus e inses, cioè nuovi insediati). 

Gli Dei Indigeti furono: Agonus, Anna Perenna, Carmenta, Carna, Ceres, Consus, Diva Angerona, Falacer, Faunus, Flora, Fons, Furrina, Ianus, Iuppiter, Larenta, Lares, Lemures, Liber, Mars, Mater Matuta, Neptunus, Ops, Pales, Pomona, Portunus, Quirinus, Robigus, Saturnus, Tellus, Terminus, Veiovis, Vesta, Volcanus, Volturnus.

La formazione dei due distinti gruppi avvenne quando nel corso del VI sec. a.c., venne chiusa la serie degli Dei indigeti e non si ammise più alcuna nuova divinità, così gli Dei accolti in seguito nella religione ufficiale di Roma andarono così a costituire la categoria dei novensidi.

Agonio divenne poi un epiteto di Giano come protettore delle attività commerciali. L’11 dicembre nell’antica Roma si festeggiavano gli Agonalia ovvero l’evento in onore del Sole Indigete. Durante l’anno, in altri giorni, si celebravano altri tre Agonalia, il 9 gennaio, il 17 marzo e il 21 maggio, ognuno dedicato a una divinità diversa, rispettivamente: Giano, Marte e Veiove.

REX E REGINA SACRORUM

LE AGONALIA E IL RE DEI SACRIFICI

La sua istituzione sembra risalire a Numa Pompilio, il secondo Re di Roma, e la sua cerimonia si svolgeva all’interno della Regia, un tempo la residenza del Re che deteneva il potere politico e religioso. Il magistrato che officiava i sacrifici si chiamava ancora Rex sacrorum,  a ricordo di quei tempi. 

La divinità per cui si celebrava questa festa era quella del Sole Indigete, antica divinità italica che  regolava i mesi e le stagioni. Un antico tempio di questa divinità sorgeva a Lanuvio, dove si pensava fosse sbarcato Enea, fuggito da Troia ormai distrutta. Il rito degli Agonalia si svolgeva all’11 dicembre, all’interno della sua Regia, dove il Re dei Sacrifici spingeva sull’altare un ariete nero, che veniva ucciso dagli officianti.

Nei Fasti Ovidio cerca l'origine del nome Agonalia:
- Perchè nel rito il Re dei Sacrifici chiede il consenso di agire dicendo "agone?" (“posso agire?”)
- Perchè l’ariete nero non andava spontaneamente al sacrificio, ma veniva spinto con la forza (verbo latino agantur)
- Perchè la vittima trema vedendo il coltello e terrore in greco si dice agoonía
. Perchè in antico in questa data si facevano dei giochi (in greco, Agōn)
- Perchè anche il bestiame in antichità si chiamava agònia

Secondo lo storico Rufio Festo, il nome proviene:
- da quello delle vittime, agoniae, dal verbo agere “fare, spingere, condurre”; 
- o dal nome del gioco agonium, così detto perché il luogo dove si teneva non aveva angoli (a-gonion in greco); 
- o perchè Agonius indicava il Dio che presiedeva alle cose da fare; 
- o il nome deriva dal nome dei colli, anticamente chiamati agones, da cui agonia sacrificia perchè si tenevano sulla cima di queste alture; secondo Festo, infatti, a Roma il monte Quirinale in antichità forse si chiamava Agonus e la porta Collina Agonensis.

Comunque era una festa molto sentita dai romani che in questo periodo dell’anno celebravano molti riti in onore del sole, per il ritorno della primavera e per la speranza di un buon raccolto, essendo all'epoca una società agricola e contadina.



BIBLIO

- G. Wissowa - De dis Romanorum indigetibus et novensidibus disputatio, Marburgo 1892
- G. Wissowa - Gesammelte Abhandlungen zur Relig. Staatsgeschichte, Monaco 1904;
-W. Warde-Fowler, The Roman festivals of the period of the republic, Loindra 1899 -
- G. Vaccai, Le feste di Roma antica, 2ª ed., Torino 1927;
- J. B. Carter, The Religion of Numa, Londra 1906;
- E. De Ruggiero, in Dizionario epigrafico di antichità rom., IV -


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