PISCINA MIRABILIS



In posizione arretrata sul costone settentrionale che domina il bacino esterno del Porto di Miseno è il monumento noto come Piscina Mirabile, denominazione sorta in riferimento alla grandiosità e al pregio della enorme struttura, di epoca antico-romana

Il suggestivo monumento rappresenta il punto di arrivo a Miseno dell’acquedotto voluto da Augusto, realizzato captando le sorgenti in località Acquaro di Serino nella conca dell’alta valle del Sabato, ove doveva servire alla necessità della Classis Misenensis.

La cosiddetta "Piscina Mirabilis" è una colossale e raffinatissima opera idraulica realizzata con grande maestria dai romani che la edificarono sottoterra.

Un'immensa vasca composta da altissime navate, che aveva la funzione di cisterna per l'acqua potabile. 

L’imponenza della struttura e la suggestione degli ambienti interni, ancora in perfetto stato di conservazione ne fanno uno dei monumenti più famosi e visitati sin dal ‘700. 

E' la più grande cisterna romana che sia mai stata scoperta, con una lunghezza di 72 metri, una larghezza di 25 m, alta 15 m e con una capacità di 12.600 mc. 

La cisterna aveva due ingressi a gradini, negli angoli nord ovest e sud est, il primo dei quali è oggi ripercorso da una rampa in ferro per l’accesso attuale.

L'acquedotto costruito sulla collina prospiciente il porto di Misenum doveva portare l'acqua dal fiume Serino fino a Napoli e ai Campi Flegrei, passando poi per la Piscina, per un percorso di oltre 100 Km onde fornire d'acqua la Classis Praetoria Misenensis. 
 
Si tratta di un’enorme cisterna a pianta quadrangolare, scavata nel tufo con quattro file di dodici pilastri cruciformi che dividono lo spazio interno in cinque navate lunghe e tredici corte, sorreggendone contemporaneamente la volta a botte.

Sopra la Piscina si apre la terrazza di copertura pavimentata in cocciopesto, comunicante con l’interno con una serie di portelli. Le strutture murarie sono realizzate in opus reticulatum intervallate da fila di laterizi nelle pareti laterali e di tufelli per formare i pilastri.


Un bacino profondo m 1,10, incavato nel pavimento della navata corta centrale e munito di bocca di uscita ad un’estremità, fungeva da piscina limaria, cioè da vasca di decantazione e di scarico per la pulizia e il periodico svuotamento della cisterna.

L'alimentazione della stessa avveniva mediante un condotto d’immissione sistemato presso l’ingresso del lato occidentale; una serie di finestre aperte lungo le pareti laterali provvedeva all’illuminazione e all’areazione. 

Giunti all’interno si ha la sensazione di entrare in una cattedrale sotterranea, a pianta quadrangolare in parte scavata nel tufo, in parte edificata in opera reticolata e sorretta da 48 pilastri, che dividono lo spazio in cinque navate.

La Piscina Mirabilis costituiva il serbatoio terminale di uno dei principali acquedotti romani, l'acquedotto augusteo, che portava l'acqua dalle sorgenti di Serino, della provincia di Avellino in Campania, a 100 chilometri di distanza, fino a Napoli e ai Campi Flegrei. 

Oggi solo parte dell'antica cisterna è aperta ai visitatori.

L’acqua veniva sollevata fin sulla terrazza superiore attraverso i portelli con macchine idrauliche e da qui canalizzata. 

La cisterna sorge in altura sul promontorio, probabilmente per sfruttare la pendenza naturale nel sistema di canalizzazioni che irreggimentavano l’acqua. 

Addossati all’esterno del lato Nord-Est vi sono dodici piccoli ambienti coperti con volte a botte aventi il piano di calpestio m 1,80 più in basso dell’imposta della volta della cisterna.

Costruiti in opus mixtum e listatum, muniti di un cordolo di cocciopesto alla base dei pilastri, questi ambienti rappresentano un intervento di potenziamento dell’impianto idraulico.

Questo potenziamento dovette venire eseguito tra la fine del I secolo d,c, e gli inizi del II secolo d.c.. 
Lo spettacolo è così incredibile che ancora oggi la piscina è meta delle visite di numerosi turisti, tanto più che la visita è totalmente gratuita. 

Sembra di entrare in un mondo sotterraneo alieno, più fantascientifico che reale. La "Piscina Mirabilis" è un sito archeologico romano che si trova nel comune di Bacoli, nell'area dei Campi Flegrei. 

Costruita in età augustea a Miseno, sul lato nord-ovest del Golfo di Napoli, originariamente era una cisterna di acqua potabile, oggi è un monumento estremamente suggestivo.


La chiamano la Cattedrale dell'Acqua ed è in effetti la cisterna romana monumentale più grande che esiste, nonchè la più grande cisterna nota mai costruita dagli antichi romani. La cisterna venne interamente scavata nel tufo della collina prospiciente il porto, ad 8 metri sul livello del mare.

Aveva la funzione di approvvigionare di acqua potabile le numerose navi della Classis Misenensis della Marina militare romana, poi divenuta Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex, che ormeggiava e stazionava nel porto di Miseno.

 A pianta rettangolare, è sormontata da un soffitto con volte a botte, sorretto da 48 pilastri a sezione cruciforme, disposti su quattro file da 12.  Il nome attuale le fu attribuito nel tardo Seicento.

L’invaso veniva periodicamente svuotato e pulito, mediante accesso dalle due scale situate agli angoli e manutenzione della cosiddetta piscina limaria, un bacino profondo 1.10 metri, incavato nel pavimento della navata centrale e munito di bocca di uscita ad un’estremità.


L'acqua veniva prelevata attraverso i pozzetti realizzati sulla terrazza che sovrasta le volte con macchine idrauliche, e da qui canalizzata verso il porto. 
La struttura muraria è realizzata in opus reticulatum e, così come i pilastri, è rivestita di materiale fortemente impermeabilizzante, come solo i romani sapevano fare. 

L’acqua attraverso dei portelli che si aprono nella volta lungo la navata centrale, veniva sollevata con l’ausilio di macchine idrauliche sulla terrazza di copertura della cisterna, pavimentata in signino, e poi canalizzata. L’adduzione invece avveniva da un condotto posto all’ingresso occidentale.

Fu meta privilegiata nelle soste del Grand Tour, fu disegnata anche da Giuliano Sangallo per il suo interesse architettonico, per il suo forte fascino e magnificenza a tutt’oggi rappresenta fra i luoghi flegrei tra quelli principalmente scelti come location di riprese cinematografiche.


BIBLIO

- Tacito - Annales - III - Frediani, Prossomariti - Spinosa 1991 -
- Cassio Dione Cocceiano - Storia romana - XII -
- Eutropio - Breviarium historiae romanae -
- Tacito - Annales -
- Tacito - Historiae -
- Lucos Cozza - L'opera di Thomas Ashby e gli acquedotti di Roma - Il trionfo dell'acqua - Atti del convegno "Gli antichi acquedotti di Roma - Roma - A.C.E.A - 1992 -
- Alessandro Giuliani - Epigrafi della classis praetoria misenensis - La viabilità antica nei Campi Flegrei-
- T. Ashby -  The aqueducts of ancient Rome - 1931 -



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