FORTE ROMANO DI TIBISCUM IN ROMANIA OCCIDENTALE |
Tibiscum (Tibisco, Tibiscus, Tibiskon) fu un insediamento dacico, poi città della Dacia romana, come municipium Tibiscensium, al tempo dell'imperatore Gallieno (253 - 268) ottenuto probabilmente sotto Settimio Severo (193 - 211). La città, oggi Jupa (presso Caransebeş in Romania), era situata all'uscita del fiume Timiș dalle montagne e allo scarico del fiume Bistra, vicino a Caransebeș, oggi località di Jupa, Contea di Caraș-Severin.
Tibiscum sorgeva inoltre in un importante incrocio di strade: la strada romana che veniva dal sud, sulla riva destra del Timiş, e quella che correva verso est, parallela al fiume Bistra, sino all'attuale villaggio di Iaz, continuando sino a Sarmizegetusa.
La Missione archeologica rientra nel novero delle Missioni archeologiche del Ministero degli Affari Esteri Italiano. Gli scavi si concentrano nella fortezza geto-romana di Halmyris, posta sul Danubio, in prossimità del Mar Nero, che ebbe un ruolo importante come ultimo avamposto dell'Impero romano sul limes danubiano e nell'accampamento militare di Tibiscum, punto nevralgico nell'assetto difensivo della provincia della Dacia romana.
GUERRIERO DACICO |
Anche ricercatori dall’Istituto di archeologia all’Università di Varsavia stanno studiando l’infrastruttura del forte romano di Tibiscum nella Romania occidentale. Finora, l’area attorno la fortezza non era stata oggetto di ricognizione archeologica estesa. Gli archeologi utilizzeranno anche droni che scatteranno fotografie aeree. Allo stesso tempo, ci saranno campionamenti topografici presso il vicino forte di Cornutel, che probabilmente era una torre di guardia per la strada che conduceva a Tibiscum.
Le rovine della città e del castrum romano di Tibiscum che si estendono su una superficie di qualche ettaro si trovano sulle rive dei fiume Timiş, presso la confluenza con la Bistra, in località detta Peste Ziduri (= Alle vecchie mura), a nord del villaggio di Iupa. La città è attestata quale municipium all'epoca di Gallieno (C.I.L., iii, 1550), ma è certo che aveva questo rango anche in epoca anteriore (C.LL., III, 7997, 7962, 12595).
Anticamente la Dacia era abitato dai geto-daci, divisi in diversi stati, su un territorio compreso tra: il fiume Tisa (a ovest), il fiume Dniester e il Mar Nero (a est), il Danubio (a sud) e i Carpazi boscosi (a nord). In alcune parti superarono anche questi confini: a est attraverso il Dniester, verso il fiume Bug, e a ovest raggiunsero il Danubio pannonico.
Ebbe la massima estensione sotto il re Burebista, con i confini: la costa del Mar Nero e del Bug - a est, il quadrilatero boemo, il Danubio pannonico e la Morava - a ovest, i boscosi Carpazi - a nord, e il monte Haemus (la catena balcanica) - a sud. La capitale del regno era Argedava.
Sono visibili i resti di importanti edifici e officine del forte romano e dell'insediamento civile romano di Tibiscum. Gli insediamenti romani qui erano e rimangono le vestigia più importanti dell'antichità classica nel Banato, provincia storica oggi divisa tra Romania, Serbia (Banato serbo) e una minuscola parte dell'Ungheria.
BIBLIO
- Accademia della Repubblica Socialista di Romania - Dizionario Enciclopedico. vol IV - Casa editrice Politica - Bucarest - 1966 -
- Petru Urech - Tattiche, strategie e specifiche di combattimento delle coorti eque della Dacia romana -
- M. Fluss - in Pauly-Wissowa, VI A, 1936 -
Purtroppo finora gli scavi archeologici sono riusciti a portare alla luce solo il 5% circa dell'antica Tibis, che è stata poi ricostruita. 5% delle antiche rovine di TIBISCVM. La superficie totale del terreno gravato dal compito storico è di circa 27 ettari. Oggi sappiamo che l'antica città aveva il titolo di municipium nel III secolo ed era una delle città più importanti della provincia di Dacia, essendo situata proprio sulla strada imperiale che scendeva da Porolissum e si diramava qui verso Dierna e Lederata.
Situata nei pressi della capitale della provincia, la colonia dacica Ulpia Traiana di Sarmizegetusa, Tibiscum le apparteneva territorialmente e le unità militari qui stanziate avevano il compito di difendere la città e le strade che vi conducevano, dai barbari provenienti da ovest: i Sarmati-iazygi.
La storia dell'insediamento inizia verso la fine della Prima guerra dacica di Traiano, quando un distaccamento di un'unità romana (sembra la Legio IIII Flavia Felix) stabilisce la sua guarnigione sulla riva sinistra del fiume Timis (Tibiscus) in un castellum di circa 60 x 60 m (Castrum I) di terra e legno che però scompare insieme alla guarnigione in un violento incendio, probabilmente quando Longinio viene fatto prigioniero dai Daci e Decebalo cerca di liberare il suo regno dai Romani, violando le condizioni di pace.
Alla fine della II Guerra Dacica, sul sito del Castrum I, viene eretto un castellum in terra e legno, il Castrum II, di m 101 x 100 dalla Cohors I Sagittariorum, che permane sotto Traiano. L'unità ausiliaria era composta da 500 arcieri siriani, fanti, che verso la fine del II secolo, giungeranno a 1000, avendo come presidio il castrum Drobeta.
All'inizio del regno di Adriano la palizzata di legno viene sostituita da un muro di pietra e un'unità irregolare di arcieri siriani di Palmira si stanzia a Tibiscum. Sotto Antonino Pio vi si aggiunge un'unità irregolare a cavallo, i Numerus Maurorum (o Mauretanorum Tibiscensium) e venne eretto il Castrum III di m 160 × 140, a O della città antica, sulla riva sinistra del Timiş. Mattoni bollati e un diploma militare del 157 (C.I.L., xvi, 107) c'informano che nel castrum stazionava anche la cohors V Vindelicorum miliaria civium Romanorum; sono apparsi anche mattoni col bollo Leg. XIII Gem. (C.I.L., iii, 8064, 1).
Del suo muro perimetrale di pietra, con blocchi di media grandezza, si vedono oggi in piedi il lato orientale e parte di quello settentrionale. Lungo il lato E appare una porta con soglia di blocchi calcarei, fiancheggiata da due bastioni interni quadrilateri. Il resto delle mura è andato perduto
La Castrum IV, in pietra, di m 250 x 175, inglobava le aree dei Castrum II e III, e avvenne negli anni '60 del II secolo quando a Tibiscum si insediò la Cohors I Vindelicorum milliaria eq. un'unità ausiliaria di 1000 soldati celto-germanici.
IL VICUS MILIARE
Il soldato, in tempo di pace, trascorreva la sua vita con la famiglia, lavorando il suo pezzo di terra o dedicandosi all'artigianato e al commercio. L'insediamento sorgeva a nord del castello con il primo stazionamento di un'unità militare romana a Tibiscum. Finora sono stati scavati 12 edifici del vicus.
Tra questi un forte centro artigianale con un collegium fabrum (collegio di fabbri), ma insieme a: falegnami, muratori, tabaccai, vasai, vetrai come testimonia poi l ritrovamento di diversi forni per vasai, di stampi per opaites e statuette fittili, di mattoni civili e militari bollati parla della forte produzione ceramica che la località aveva nell'antichità.
Nell'Edificio I e nell'Edificio VII c'era un'officina di ornamenti in vetro, soprattutto perline, con più di 12 tipi di forme, e di colori diversi, una produzione destinata al commercio esterno, e botteghe di ornamenti di bronzo sia nel castello che nell'insediamento civile, per equipaggiamento militare, finimenti, ornamenti e fibbie. Vi si ritrovarono pure molte anfore per il loro trasporto.
Tre i rilievi dedicati ai "cavalieri danubiani", un rilievo con rappresentazione delle fatiche d'Ercole, un altro con la Dea Venere, un coronamento di stele funeraria con una pigna tra due leoni, insieme a vari oggetti: un anello d'oro, fibule, anelli, orecchini, vaghi di collana, chiodi, frammenti di vasi vitrei, tubi fittili per acquedotti e istallazioni di riscaldamento con aria calda, lucerne, ceramica comune o d'importazione e numerose monete, troppo corrose e non identificabili.
- Accademia della Repubblica Socialista di Romania - Dizionario Enciclopedico. vol IV - Casa editrice Politica - Bucarest - 1966 -
- Petru Urech - Tattiche, strategie e specifiche di combattimento delle coorti eque della Dacia romana -
- M. Fluss - in Pauly-Wissowa, VI A, 1936 -
- Link: PAP – Science & Scholarship in Poland - Tibiscum Project -
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