Gaio Giulio Cesare, De bello Gallico "Egli voleva che fosse aperta la via attraverso le Alpi, per dove erano soliti passare i mercanti con grande pericolo e con l'obbligo di forti pedaggi".
In epoca protostorica, Como era un importante centro di intermediazioni di commerci tra Etruschi e Celti, soprattutto a partire dal V secolo a.c., specie con il declino di Marsiglia, antica colonia greca, con conseguente spostamento dei traffici commerciali sui valichi alpini.
Secondo gli statuti comunali del 1335, la strada iniziava a Como e terminava a Chiavenna, ma forse comprendeva anche il tratto Milano - Como e il tratto oltre Chiavenna. Anche la strada che da Dongo sale al passo San Jorio è chiamata "via Regina" e costituiva in passato una variante per raggiungere Bellinzona e la Svizzera.
VIA REGINA SUL LAGO DI COMO |
TRAFFICO FLUVIALE
La via Regina era costeggiata, in diversi tratti, da diversi corsi d'acqua, tra cui l'Adda, che le permetteva di essere affiancata dal traffico fluviale. Lungo il suo tragitto, che iniziava al porto fluviale di Cremona, lungo il Po e pertanto collegato al Mare Adriatico, la via Regina giungeva al porto fluviale romano di Milano e costeggiava la riva occidentale del lago di Como. Oggi dà il nome alla strada statale 340 Regina, moderna arteria statale che collega Como con Valsolda, comune della provincia di Como che confina con la Svizzera in direzione Lugano.
La via Regina era costeggiata, in diversi tratti, da diversi corsi d'acqua, tra cui l'Adda, che le permetteva di essere affiancata dal traffico fluviale. Lungo il suo tragitto, che iniziava al porto fluviale di Cremona, lungo il Po e pertanto collegato al Mare Adriatico, la via Regina giungeva al porto fluviale romano di Milano e costeggiava la riva occidentale del lago di Como. Oggi dà il nome alla strada statale 340 Regina, moderna arteria statale che collega Como con Valsolda, comune della provincia di Como che confina con la Svizzera in direzione Lugano.
Il trasporto terrestre della via Regina era integrato dalla viabilità acquatica che sfruttava vari corsi d'acqua solcati da chiatte fluviali in grado di trasportare fino a 300 quintali di merce e da barconi che viaggiavano su un canale artificiale trasportando fino a 500 quintali, contro gli 8-20 di un carro che percorreva le strade terrestri.
I laghi, a differenza del mare, avevano venti moderati e costanti quindi con acque piuttosto calme, facilitando al massimo il trasporto fluviale e lacustre. Il sistema integrato terrestre-fluviale era basato sull'utilizzo di bestie da soma che trainavano le chiatte quando queste ultime navigavano i fiumi controcorrente.
I laghi, a differenza del mare, avevano venti moderati e costanti quindi con acque piuttosto calme, facilitando al massimo il trasporto fluviale e lacustre. Il sistema integrato terrestre-fluviale era basato sull'utilizzo di bestie da soma che trainavano le chiatte quando queste ultime navigavano i fiumi controcorrente.
IL PERCORSO
Via Regina è il nome di due strade romane omonime ma distinte che collegavano, considerando il percorso complessivo delle due vie di comunicazione, il porto fluviale di Cremona con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano).
Via Regina è il nome di due strade romane omonime ma distinte che collegavano, considerando il percorso complessivo delle due vie di comunicazione, il porto fluviale di Cremona con Clavenna (Chiavenna) passando da Mediolanum (Milano).
La prima strada iniziava da Mediolanum, giungeva a Comum (Como) e terminava a Clavenna, mentre la seconda strada iniziava a Mediolanum e terminava a Cremona.
A Cremona la Via Regina coincideva con corso Garibaldi, via Ghinaglia e via Dattaro. Dalla città alla Cascina Cerro (presso Farfengo) coincideva con la vecchia Castelleonese, strada caduta in disuso verso la metà del XX secolo dopo la costruzione della parallela strada statale Paullese, e risistemato nel 2006 dall'Amministrazione Prov. di Cremona che l'ha adibito a pista ciclabile.
Tra la Cascina Cerro e Cappella Cantone si sovrapponeva alla strada statale Paullese, per deviare verso San Bassano, dove si trovava il passaggio per traversare il vecchio corso del fiume Serio (Serio Morto). Si proseguiva verso San Giacomo, un gruppo di cascine con oratorio dove si trovava la stazione per il cambio dei cavalli.
La strada proseguiva rettilinea a nord-ovest costeggiando a sudl'Isola Fulcheria, che è scomparsa nel Medioevo con il prosciugamento del lago Gerundo. Presso Rovereto (frazione di Credera Rubbiano) sono state rinvenute tracce dell'antica pavimentazione. Resti dell'antica strada si riscontrano fino a Roncadello di Dovera.
Oltre l'Adda la Via Regina è ancora visibile, tra Tribiano e Milano, lungo la roggia Serbellona, che costeggia la vecchia Paullese. A Mediolanum la via passava per Porta Comasina e Porta Tosa. dove era situato il porto fluviale romano di Milano.
Da Como la via Regina consentiva il commercio con i Celti fino a Lugano e al passo del Monte Ceneri, e da lì a Bellinzona, altro importante centro della cultura di Golasecca della prima età del ferro. La strada conduceva infine verso il passo del San Bernardino ed il passo del San Gottardo.
La riva del lago di Como era ampiamente frequentata per i popoli stanziati sulle sue sponde:
- gli Ausuciates di Ossuccio, del potente clan celtico degli Auxucii, federato agli Insubri, menzionato in una lapide romana del II secolo a.c. conservata nella chiesa dei SS. Agata e Sisinio, che alla conquista romana (196 a.c.), divenne un pagus iscritto come Ausucium, e gli abitanti Ausuciates. Lo conferma un'iscrizione del II-III secolo rinvenuta nella chiesa dei Santi Sisinnio e Agata,
- gli Aneuniates di Olonio, della comunità montana della Valtellina di Morbegno,
- i Clavennates di Chiavenna, attraversato da due strade romane, la via Regina e la via Spluga.
- i Bergalei della val Bregaglia, fondamentale via di comunicazione dell'Impero romano, attraverso il passo del Settimo.
Alla conquista romana di Como, il territorio era ben organizzato e sull'oppidum comense si contavano ben 28 castella.
Dopo la trasformazione di Como in colonia romana da parte di Cesare, si iniziò una politica di nuovi insediamenti abitati verso le Alpi, soprattutto in epoca augustea con il rifacimento della rete viaria per facilitare il transito alpino.
Nel 15 a.c., Druso e Tiberio conquistarono tutto l'arco alpino "a mari supero ad inferum" stabilendo i confini dell'Impero romano fino al Danubio. Nel 12 a.c. venne tracciata la strada che da Altino saliva al passo Resia scendendo poi nella valle danubiana. La strada venne sistemata dal figlio di Druso, Claudio, venendo perciò chiamata via Claudia Augusta.
Alcuni storici ritengono la via Regina essenziale, mentre altri la credono secondaria, utilizzata prevalentemente per traffici locali, alla quale si preferiva la via d'acqua, da Como o da Bellagio, verso Samolaco.
I Nautae Comenses gestivano i commerci e quando Milano diventò capitale dell'Impero romano d'occidente, l'autorità comasca sarà il praefectus classis cum curis civitatis, mentre Como era addetta al controllo del traffico terrestre, della navigazione.
LA COSTRUZIONE DELLA VIA
La tradizione attribuisce la costruzione della via Regina alla regina Teodolinda, benchè sia stata realizzata durante l'epoca romana, quando governava l'imperatore Claudio. I primi documenti che la chiamano "via Regina" sono gli statuti comunali di Como del 1335, mentre in atti e documenti precedenti la chiamano strada regale (1352) o via Regia (1256).
BIBLIO
- M. Zecchinelli - La strada regina nella storia e nel paesaggio - c. nani ed. - Como - 1960 -
- G. Luraschi - Via Regina: inquadramento storico - Notitia dignitatum occidentis -
-, G. Luraschi - Il praefectus classis cum curis civitatis nel quadro politico e amministrativo del basso impero - 1977 -
- AA. VV. - L'antica via regina, Raccolta di studi della società archeologica comense - Como - 1995 -
- G. Coradazzi - La via regina nella storia, nelle strutture, nei documenti - RAC 173 - Como - 1991 -
- Mariuccia Zecchinelli - La strada regina nella storia e nel paesaggio - c. nani ed - Como - 1960 -
La strada proseguiva rettilinea a nord-ovest costeggiando a sudl'Isola Fulcheria, che è scomparsa nel Medioevo con il prosciugamento del lago Gerundo. Presso Rovereto (frazione di Credera Rubbiano) sono state rinvenute tracce dell'antica pavimentazione. Resti dell'antica strada si riscontrano fino a Roncadello di Dovera.
Oltre l'Adda la Via Regina è ancora visibile, tra Tribiano e Milano, lungo la roggia Serbellona, che costeggia la vecchia Paullese. A Mediolanum la via passava per Porta Comasina e Porta Tosa. dove era situato il porto fluviale romano di Milano.
Il percorso delle due via Regina attraversava, o intersecava:
- Clavenna (Chiavenna), prende spunto dal tema prelatino "clav" ("rupe sporgente") in riferimento al Sengio ("sénc"), montagna scoscesa che domina la cittadina. Fu importante centro strategico nel cuore della Rezia, sulla strada tra la Pianura Padana e il bacino del Reno.
- Iera (Gera Lario) La zona era frequentata dai romani. Lo attestano una necropoli scoperta presso la frazione di Sant'Agata e il ritrovamento, presso la chiesa di San Vincenzo, di un mosaico risalente al duecento e di un architrave di un tempio dedicato a Giove.
- Domaxium (Domaso), Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 riportano Domaso come il comune che, all'interno della pieve di Gravedona, ha in carico la manutenzione del tratto della Via Regina da ”… predicto tramite usque ad medium molum de Vercana”
- Dungum (Dongo), Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 riportano "Dugno" come il comune che, all'interno della pieve di Dongo, ha in carico la manutenzione del tratto della Via Regina dal “cantono vinee canonicorum de Dugno …” fino al “capud montis de Sancto Grigorio et ponte de Dugno”
- Menasium (Menaggio), All'epoca romana risalgono alcune tombe e lapidi ritrovate nel territorio (tra cui una dedicata a Lucius Mincius Exoratus, dal quale secondo alcuni deriverebbe il toponimo).
- Argenium (Argegno), Di epoca romana sono anche due lapidi rinvenute nella vicina Brienno e che parlano di un tale Publio Cesio Archigene, incaricato di erigere altari agli dei e il cui nome si suppone possa essere in qualche modo legato al nome di Argegno
- Laelium (Laglio), di epoca romana, quando il territorio ospitava guarnigioni militari e doganali. A testimonianza di ciò resta ancor'oggi l’antica torre situata in località Torriggia.
- Multrasium (Moltrasio), Sul territorio di Moltrasio sono stati fatti alcuni ritrovamenti archeologici: un'ascia di rame databile a circa 2000-2500 anni fa, un pavimento romano a mosaico e alcuni oggetti.
- Iera (Gera Lario) La zona era frequentata dai romani. Lo attestano una necropoli scoperta presso la frazione di Sant'Agata e il ritrovamento, presso la chiesa di San Vincenzo, di un mosaico risalente al duecento e di un architrave di un tempio dedicato a Giove.
- Domaxium (Domaso), Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 riportano Domaso come il comune che, all'interno della pieve di Gravedona, ha in carico la manutenzione del tratto della Via Regina da ”… predicto tramite usque ad medium molum de Vercana”
- Dungum (Dongo), Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 riportano "Dugno" come il comune che, all'interno della pieve di Dongo, ha in carico la manutenzione del tratto della Via Regina dal “cantono vinee canonicorum de Dugno …” fino al “capud montis de Sancto Grigorio et ponte de Dugno”
- Menasium (Menaggio), All'epoca romana risalgono alcune tombe e lapidi ritrovate nel territorio (tra cui una dedicata a Lucius Mincius Exoratus, dal quale secondo alcuni deriverebbe il toponimo).
- Argenium (Argegno), Di epoca romana sono anche due lapidi rinvenute nella vicina Brienno e che parlano di un tale Publio Cesio Archigene, incaricato di erigere altari agli dei e il cui nome si suppone possa essere in qualche modo legato al nome di Argegno
- Laelium (Laglio), di epoca romana, quando il territorio ospitava guarnigioni militari e doganali. A testimonianza di ciò resta ancor'oggi l’antica torre situata in località Torriggia.
- Multrasium (Moltrasio), Sul territorio di Moltrasio sono stati fatti alcuni ritrovamenti archeologici: un'ascia di rame databile a circa 2000-2500 anni fa, un pavimento romano a mosaico e alcuni oggetti.
- Coenobium (Cernobbio), coll'antico oratorio
- Comum (Como), il cui nucleo storico presenta ancora l'aspetto del castrum romano, con mura medievali ben conservate e grandi torri di vedetta.
- Albesium (Albese con Cassano), situato nell'Alta Brianza, ai piedi delle Prealpi Comasche,
- Herba (Erba), dove intersecava la via Mediolanum-Bellasium, sorge ai piedi delle Prealpi lombarde a 320 m s.l.m., e in Brianza è situato nell'omonimo Piano d'Erba.
- Inverigum (Inverigo), nella Brianza comasca occidentale, lungo il fiume Lambro.
- Caratum (Carate Brianza), fa parte del Parco regionale della Valle del Lambro e il suo territorio è compreso tra i 215 e i 299 metri s.l.m.
- Serenium (Seregno), situato nella bassa Brianza, dove incrociava la via Mediolanum-Bellasium, che metteva in comunicazione Mediolanum (Milano) con Bellasium (Bellagio) realizzata forse da Gaio Giulio Cesare nel I secolo a.c..
- Dexium (Desio), da Decimum. Le origini dell'abitato di Desio sembrerebbero preromane, al tempo della dominazione dei galli insubri. Di questo periodo è stata infatti trovata un'ara sacrificale che porta incisa una dedicazione agli dei mani.
- Balsemum (Balsamo), dovuto dall'unione di Cinisello e di Balsamo.
- Sextus ab Urbe Lapis (Sesto San Giovanni), Da Sesto passavano la via Regina e la via Spluga, strada romana che metteva in comunicazione Milano con Lindau passando dal passo dello Spluga. Nato probabilmente come agglomerato di case contadine, e poi fondato dai romani.
- Mediolanum (Milano), dove intersecava la via Gallica, la via delle Gallie, la via Spluga, la via Mediolanum-Bellasium, la via Mediolanum-Bilitio, la via Mediolanum-Brixia, la via Mediolanum-Placentia, la via Mediolanum-Ticinum e la via Mediolanum-Verbannus, per poi proseguire verso Linatum (Linate).
- Cantium (Canzo), un piccolo quartiere situato nel territorio comunale di Peschiera Borromeo.
- Piscaria (Peschiera Borromeo), semplicemente Peschiera fino al 1863, è un comune della città metropolitana di Milano in Lombardia.
- Ad Octavum (San Martino Olearo), frazione del comune di Mediglia. indicava l'ottavo miglio.
- Trebianum (Tribiano), un piccolo borgo agricolo romano chiamato Trebianus
- Palus (Paullo), si trova nel Parco Agricolo Sud Milano
- Agellum Gomperticum (Zelo Buon Persico), Il nome completo risultante agellum Gomperticum (cioè piccolo podere di Gomperto) dovuto all'ubicazione del podere di origine, situato già all'epoca dei romani tra due grandi proprietà: Agrum Martianum (Marzano) e Agrum Mutianum (Muzzano).
- Dovaria (Dovera), piccolo borgo romano agricolo.
- Roboretus (Rovereto - Credera Rubbiano), Rovereto è una frazione del comune lombardo di Credera Rubbiano, della provincia di Cremona in Lombardia.
- Mons Odanus (Montodine), nel documento più antico (1023), in cui viene menzionato Castrum de Monte Odano, da cui derivano Muntodano (1034) e Muntothanum (1188), il nome attuale del paese deriverebbe dall'unione di monte e di un nome personale germanico, forse Odilo (Olivieri) od Odino.
- Capella (Cappella Cantone), un piccolo borgo agricolo romano chiamato Cappa
- Grumellum (Grumello Cremonese ed Uniti), località agricola di origine romana.
- Ad Sextum (Sesto ed Uniti), località agricola di origine romana, posta al sesto miglio..
Cremona (Cremona), dove intersecava la via Postumia, venne fortificata dai Romani nel 218 a.c. da 6.000 coloni come castrum avanzato in riva al Po, quando i Romani vennero a conoscenza dell'avanzata di Annibale dalla Spagna verso l'Italia.
- Comum (Como), il cui nucleo storico presenta ancora l'aspetto del castrum romano, con mura medievali ben conservate e grandi torri di vedetta.
- Albesium (Albese con Cassano), situato nell'Alta Brianza, ai piedi delle Prealpi Comasche,
- Herba (Erba), dove intersecava la via Mediolanum-Bellasium, sorge ai piedi delle Prealpi lombarde a 320 m s.l.m., e in Brianza è situato nell'omonimo Piano d'Erba.
- Inverigum (Inverigo), nella Brianza comasca occidentale, lungo il fiume Lambro.
- Caratum (Carate Brianza), fa parte del Parco regionale della Valle del Lambro e il suo territorio è compreso tra i 215 e i 299 metri s.l.m.
- Serenium (Seregno), situato nella bassa Brianza, dove incrociava la via Mediolanum-Bellasium, che metteva in comunicazione Mediolanum (Milano) con Bellasium (Bellagio) realizzata forse da Gaio Giulio Cesare nel I secolo a.c..
- Dexium (Desio), da Decimum. Le origini dell'abitato di Desio sembrerebbero preromane, al tempo della dominazione dei galli insubri. Di questo periodo è stata infatti trovata un'ara sacrificale che porta incisa una dedicazione agli dei mani.
- Balsemum (Balsamo), dovuto dall'unione di Cinisello e di Balsamo.
- Sextus ab Urbe Lapis (Sesto San Giovanni), Da Sesto passavano la via Regina e la via Spluga, strada romana che metteva in comunicazione Milano con Lindau passando dal passo dello Spluga. Nato probabilmente come agglomerato di case contadine, e poi fondato dai romani.
- Mediolanum (Milano), dove intersecava la via Gallica, la via delle Gallie, la via Spluga, la via Mediolanum-Bellasium, la via Mediolanum-Bilitio, la via Mediolanum-Brixia, la via Mediolanum-Placentia, la via Mediolanum-Ticinum e la via Mediolanum-Verbannus, per poi proseguire verso Linatum (Linate).
- Cantium (Canzo), un piccolo quartiere situato nel territorio comunale di Peschiera Borromeo.
- Piscaria (Peschiera Borromeo), semplicemente Peschiera fino al 1863, è un comune della città metropolitana di Milano in Lombardia.
- Ad Octavum (San Martino Olearo), frazione del comune di Mediglia. indicava l'ottavo miglio.
- Trebianum (Tribiano), un piccolo borgo agricolo romano chiamato Trebianus
- Palus (Paullo), si trova nel Parco Agricolo Sud Milano
- Agellum Gomperticum (Zelo Buon Persico), Il nome completo risultante agellum Gomperticum (cioè piccolo podere di Gomperto) dovuto all'ubicazione del podere di origine, situato già all'epoca dei romani tra due grandi proprietà: Agrum Martianum (Marzano) e Agrum Mutianum (Muzzano).
- Dovaria (Dovera), piccolo borgo romano agricolo.
- Roboretus (Rovereto - Credera Rubbiano), Rovereto è una frazione del comune lombardo di Credera Rubbiano, della provincia di Cremona in Lombardia.
- Mons Odanus (Montodine), nel documento più antico (1023), in cui viene menzionato Castrum de Monte Odano, da cui derivano Muntodano (1034) e Muntothanum (1188), il nome attuale del paese deriverebbe dall'unione di monte e di un nome personale germanico, forse Odilo (Olivieri) od Odino.
- Capella (Cappella Cantone), un piccolo borgo agricolo romano chiamato Cappa
- Grumellum (Grumello Cremonese ed Uniti), località agricola di origine romana.
- Ad Sextum (Sesto ed Uniti), località agricola di origine romana, posta al sesto miglio..
Cremona (Cremona), dove intersecava la via Postumia, venne fortificata dai Romani nel 218 a.c. da 6.000 coloni come castrum avanzato in riva al Po, quando i Romani vennero a conoscenza dell'avanzata di Annibale dalla Spagna verso l'Italia.
I COMMERCI CON GLI STRANIERI
Da Como la via Regina consentiva il commercio con i Celti fino a Lugano e al passo del Monte Ceneri, e da lì a Bellinzona, altro importante centro della cultura di Golasecca della prima età del ferro. La strada conduceva infine verso il passo del San Bernardino ed il passo del San Gottardo.
- gli Ausuciates di Ossuccio, del potente clan celtico degli Auxucii, federato agli Insubri, menzionato in una lapide romana del II secolo a.c. conservata nella chiesa dei SS. Agata e Sisinio, che alla conquista romana (196 a.c.), divenne un pagus iscritto come Ausucium, e gli abitanti Ausuciates. Lo conferma un'iscrizione del II-III secolo rinvenuta nella chiesa dei Santi Sisinnio e Agata,
- gli Aneuniates di Olonio, della comunità montana della Valtellina di Morbegno,
- i Clavennates di Chiavenna, attraversato da due strade romane, la via Regina e la via Spluga.
- i Bergalei della val Bregaglia, fondamentale via di comunicazione dell'Impero romano, attraverso il passo del Settimo.
Alla conquista romana di Como, il territorio era ben organizzato e sull'oppidum comense si contavano ben 28 castella.
DOPO CESARE
Dopo la trasformazione di Como in colonia romana da parte di Cesare, si iniziò una politica di nuovi insediamenti abitati verso le Alpi, soprattutto in epoca augustea con il rifacimento della rete viaria per facilitare il transito alpino.
Nel 15 a.c., Druso e Tiberio conquistarono tutto l'arco alpino "a mari supero ad inferum" stabilendo i confini dell'Impero romano fino al Danubio. Nel 12 a.c. venne tracciata la strada che da Altino saliva al passo Resia scendendo poi nella valle danubiana. La strada venne sistemata dal figlio di Druso, Claudio, venendo perciò chiamata via Claudia Augusta.
Alcuni storici ritengono la via Regina essenziale, mentre altri la credono secondaria, utilizzata prevalentemente per traffici locali, alla quale si preferiva la via d'acqua, da Como o da Bellagio, verso Samolaco.
I Nautae Comenses gestivano i commerci e quando Milano diventò capitale dell'Impero romano d'occidente, l'autorità comasca sarà il praefectus classis cum curis civitatis, mentre Como era addetta al controllo del traffico terrestre, della navigazione.
La tradizione attribuisce la costruzione della via Regina alla regina Teodolinda, benchè sia stata realizzata durante l'epoca romana, quando governava l'imperatore Claudio. I primi documenti che la chiamano "via Regina" sono gli statuti comunali di Como del 1335, mentre in atti e documenti precedenti la chiamano strada regale (1352) o via Regia (1256).
La via Regina è documentata dalle tabulae geographicae, le carte militari romane che Castorius trascrisse nel III secolo e che sono giunte a noi come Tavola Peutingeriana. In essa il tracciato, con l'aggiunta delle miglia tra una località e l'altra, è questo (i numeri romani indicano le distanze miliari):
- Curia - XXXII - Lapidaria - XVII - Conu Aureu - X - Tarvessedo - XX - Clavenna - XVIII - (Ad lacum) - XV - Como.
Il tracciato è confermato dall'Itinerario antonino, del II secolo, giunto in copia del IV secolo, che riporta due itinerari:
Il tracciato è confermato dall'Itinerario antonino, del II secolo, giunto in copia del IV secolo, che riporta due itinerari:
- Curia - LX - Tarvesede - XV - Clavenna - X - Ad lacum cumacenum per lacum - XL - Comum.
Curia - XX - Tinnetione - XV - Muro - XX - Summolacu - XV - Como.
per cui per spostarsi da Como a Coira, giunti a Samolaco e Chiavenna, si potevano seguire tre itinerari:
- la via dello Spluga (detta anche Via Iulia Drusilla, Via Drusilla Augusta),
- la via del Giulio attraverso la val Bregaglia,
- la via del passo del Settimo, sempre per la val Bregaglia.
La via Regina arrivava a Summus Lacus (Samolaco in "cima al lago", quando il lago di Mezzola e il lago di Como erano un unico lago), proseguiva in Valchiavenna con il nome di via Francisca (un tratto dell'antica via Regina che parte da Sorico e giunge in Valchiavenna oltrepassando lo spartiacque tra la provincia di Como e quella di Sondrio a est del monte Berlinghera).
Curia - XX - Tinnetione - XV - Muro - XX - Summolacu - XV - Como.
per cui per spostarsi da Como a Coira, giunti a Samolaco e Chiavenna, si potevano seguire tre itinerari:
- la via dello Spluga (detta anche Via Iulia Drusilla, Via Drusilla Augusta),
- la via del Giulio attraverso la val Bregaglia,
- la via del passo del Settimo, sempre per la val Bregaglia.
La via Regina arrivava a Summus Lacus (Samolaco in "cima al lago", quando il lago di Mezzola e il lago di Como erano un unico lago), proseguiva in Valchiavenna con il nome di via Francisca (un tratto dell'antica via Regina che parte da Sorico e giunge in Valchiavenna oltrepassando lo spartiacque tra la provincia di Como e quella di Sondrio a est del monte Berlinghera).
BIBLIO
- M. Zecchinelli - La strada regina nella storia e nel paesaggio - c. nani ed. - Como - 1960 -
- G. Luraschi - Via Regina: inquadramento storico - Notitia dignitatum occidentis -
-, G. Luraschi - Il praefectus classis cum curis civitatis nel quadro politico e amministrativo del basso impero - 1977 -
- AA. VV. - L'antica via regina, Raccolta di studi della società archeologica comense - Como - 1995 -
- G. Coradazzi - La via regina nella storia, nelle strutture, nei documenti - RAC 173 - Como - 1991 -
- Mariuccia Zecchinelli - La strada regina nella storia e nel paesaggio - c. nani ed - Como - 1960 -
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